Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Sirio J Dawson    26/12/2011    2 recensioni
..Era cambiato, aveva diciassette anni ormai, la voce era diversa, lui era diverso.
- Sei davvero bravo. – gli dissi molto sinceramente.
- Grazie baby. – ci guardammo e sorridemmo entrambi.
Rimanemmo lì a coccolarci.
Era come stare in paradiso, non ero mai stata trattata così, davvero.
- Senti… - ispirai un po’ del suo dolce profumo.
- Dimmi. – stavamo fronte contro fronte, eravamo così vicini che quando parlavamo le nostre labbra si toccavano.
- Grazie.. – arrossì.
- Di cosa? – disse in tono giocoso.
- Di tutto. – sorrisi debolmente.
- Non dire sciocchezze. – mi prese il mento e mi baciò.
Si era svolto tutto così in fretta, così velocemente, non riuscivo a rendermi conto, aveva le labbra così morbide, i suoi baci guidavano i miei, le sue mani sui miei fianchi mi rendevano quasi impotente, faceva tutto lui, perché così doveva essere...
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Oh Vesuvio lavali cor foco!
 

 
Attenzione;
Questa FF è tratta da una storia vera, la mia storia.
Vi sembrerà stupido, ma con questa FF vorrei farvi capire come Justin mi ha salvata da una depressione che mi stava distruggendo.
Lui non c’era fisicamente come in questa Fan Fiction, c’era solo la sua musica, ma è lo stesso non trovate?
Buona lettura.

 

*  *  *
 

Mi strinsi nel giubbotto, come sempre avrei dovuto combattere con degli emeriti idioti senza cervello.
Attraversai il cancello ormai arrugginito, filai diritta verso un angolo appartato dove non c’era nessuno.
Dietro di me ragazzini di seconda, ma anche di terza media che mi prendevano ancora per il culo.
- Ecco, è arrivata la napoletana. –
Alessia, chi poteva essere?
Ce l’avevo sulle palle dalla prima elementare, e sfortunatamente eravamo anche in classe insieme, lei conosceva tutta la scuola, io a malapena due tre persone, poi tutta gente che distinguevo ad occhio.
La campanella suonò, io aspettai che tutti quei bimbo minchia entrassero, io ovviamente preferivo entrare per ultima.
Salii le scale, tre rampe di scale che trovavo una grande seccatura.
Sbuffai e finita la scalinata arrivai in classe.
Un casino mi investì, gente che gridava, rideva ed io?
Io sola con me stessa.
- Buongiorno. – esordì.
Non mi sentì nessuno.
Mi andai a sedere al mio banco, da sola come al solito, presi il diario e l’astuccio ed incominciai a scarabocchiare qualcosa.
Incominciò la lezione, presi i libri e i quaderni, ma continuavo a disegnare, non avevo un idolo, mi piacevano gli anime e manga e mi prendevano in giro anche per quello.
Al suono dell’ultima ora presi lo zaino e mi avviai verso la fermata dell’autobus, sperai che non ci fosse nessuno ed invece, eccolo lì, Ermin lo zingaro.
Un ragazzino di 12 – 13 anni che voleva fare lo spavaldo con me, ma non aveva capito che tutto quello che diceva mi passava liscia come l’olio.
- A’ napoletana, sai che io a Napoli ciò n’amico? - 
Volevo con tutta me stessa che lo mettessero sotto visto che, mentre si divertiva a parlare da solo, camminava in mezzo alla strada come se nulla fosse sputando qualche volta di la e di qua, sentendosi grande, mentre in realtà non aveva neanche sviluppato la voce.
- Er Vesuvio è n’amico mio, magari esplode così leva tutta la monnezza che c’è sta, OH VESUVIO LAVALI COR FOCO a sti napoletani. – rise fortemente quasi volesse farsi notare.
Intanto passo di li anche Alex, un ragazzo che era stato bocciato in prima media, era nella mia stessa sezione, e per un po’ c’eravamo frequentati, solo io lo trovavo in qualche modo simpatico, poi litigammo e andò com’è andata.
- Ermin ma che tè strilli? – si mise a ridere pure lui, lo zingaro gli spiegò che c’ero io da prendere in giro e che doveva approfittarne.
Fermai lo 088 e salii.
Cercai con gli occhi un posto libero, e lo trovai.
Mi sedetti ed accanto a me c’era un ragazzo con delle labbra meravigliose, mi sorride.
Io ricambio il sorriso un po’ titubante.
Presi il cellulare ma mi cascò di mano.
Lui si chinò e lo raccolse.
- Grazie mille. – cercai di sorridere, ma Ermin e Alex continuavano a cantarmi dietro cori da stadio.
- Ma chi sono quei cretini lì dietro? – mi guardò aspettando una mia risposta.
- Non so non li conosco. – mentii su questo punto, non volevo alzare un polverone inutile.
- Tu ti chiami Sheila? – mi prese il mento e mi costrinse a guardarlo.
- Si..- abbassai lo sguardo.
Notai che aveva delle Supra viola ai piedi, dei jeans calati e una felpa viola con dietro scritto NEVER SAY NEVER.
- Piacere io sono Justin. –
Cazzo, ecco chi era, il bimbo minchia, quello che cantava come una ragazzina.
Era cresciuto dalle ultime foto che avevo visto.
- Bieber? – volevo essere certa che fosse lui.
- Esatto, sei una beliebers? –
Lo guardai male.
- Una che ? –
Si mise a ridere, aveva un sorriso meraviglioso.
- No, non sei una mia fan, allora sei un’haters? – non potevo capire come faceva sempre a sorridere, io se il giorno del mio compleanno riuscivo a stare tranquilla e serena era già tanto.
- Diciamo che non ti amo e non ti odio, non ho mai sentito una tua canzone. – la sincera verità.
- A che fermata scendi? – mi chiese.
- Quella dopo il bowling. – mi guardai le mani, portai un dito alla bocca, avevo questo dannato vizio di mangiarmi le unghie.
- Anche io scendo lì! – disse entusiasta.
Solo dopo notai che stava giocando con una mi ciocca di capelli.
- Hai dei bellissimi capelli lo sai? – squadrò con curiosità l’estremità della mia capigliatura.
- E’ un semplice castano. – risposi indifferente.
- No, sono castani con dei riflessi ramati. – continuò a giocare con i miei capelli.
- Dobbiamo scendere tra una fermata, è meglio che prendi le tue valigie. -  non capivo cosa ci facesse Justin Bieber in una zona che non è il centro di Roma, in fondo qua siamo in periferia, non c’è neanche un centro commerciale.
- Scusami ma in quale albergo vai, qua c’è solo un Bed & Breakfast, ma lo abbiamo già passato, sei sicuro che scendi qui? – presi la cartella e premetti il tasto rosso con scritto STOP.
- Stai tranquilla baby, Kenny mi ha detto che la zona dove sta il mio appartamento è questa – sorrise nuovamente prendendomi la mano.
Scendemmo dall’autobus, quando Ermin non si risparmiò un simpatico saluto.
- Ciao napoletana di merda! – disse affacciandosi ad un finestrino.
- Vaffanculo. – gli gridai, ma tanto avrebbe continuato lo stesso, non valeva neanche la pena rispondergli.
Mi accorsi che Justin mi fissava divertito.
- Ma cos’ha quel ragazzino nel cervello, le pigne? – scrutò l’orizzonte cercando il bus che oramai aveva superato la curva.
- No ha la merda nel cervello, ma lascialo perdere. – mi avviai verso il portone, lui mi seguì.
- 88 E ? – non mi dire che stava nel mio stesso palazzo.
- Si, il numero civico è questo. – incredula aprii il portone.
- Il mio appartamento è al terzo piano, tu a che piano stai?. – non era possibile era uno scherzo del destino.
- Anche io al terzo. – risposi.
- Siamo vicini allora! – sembrò felice, ed io lo ero altrettanto.
 L’ascensore arrivo al piano io andai a sinistra e lui a destra.
- Bhè ci vediamo. – dissi aprendo la porta.
- Oggi pomeriggio ti busso, così ci conosciamo meglio. – mi fece l’occhiolino ed entrò nell’appartamento.
- Okkey. – sorrisi ed entrai guardando i suoi jeans che lasciavano in bella vista i suoi boxer viola.
 

PEACH – PIT ♥
 
Eccomi :3
Il nuovo angolo dell’autrice si chiamerà così.
La mia nuova FF, è una cosa abbastanza personale, difatti la protagonista ha il mio stesso carattere, il nome no, però anche se questi fatti sono accaduti alle medie in tutti e tre gli anni, volevo che lei fosse più grande di un anno, anche se non sono mai stata bocciata.
Per il resto spero leggerete e mi raccomando lasciate delle recensioni :3.
Sirio Dawson♥

 

   
 
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