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Autore: Shia    11/08/2006    4 recensioni
Non ho mai avuto il coraggio di dirti quello che penso e che ho pensato di te, quello che ho provato. E’ e rimarrà ancora per molto uno dei più grandi rimpianti che ho.
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un solo rimpianto

Un solo rimpianto…

 

Sono quattro anni che non ti sento.

Quattro anni che non ti vedo.

E pensare che sono stata proprio io a dirti di non volerti più vedere, quel pomeriggio soleggiato di quattro anni fa.

Ricordi? La testa piegata verso il basso per la paura che ti dicevo che non ti volevo bene, che non ne potevo più di quegli incontri che volevi diventassero sempre più lunghi e frequenti.

Non ho mai capito perchè hai voluto arrivare fino a quel punto.

Sei stato tu, quindici anni fa, a non voler più aver nulla a che fare con noi.

Sei stato tu, quindici anni fa a lasciarci sole.

Hai lasciato la tua donna con tua figlia in grembo sola.

Solo tu…

 

Come dimenticare quella notte.

Quelle fatidiche parole che mi hanno portato a questo. Non potevo sapere a cosa andavo incontro. Avevo solo quattro anni.

“Mamma, perché io non ce l’ho un papà?” le chiesi quella sera.

Ancora adesso rimpiango di aver pronunciato quelle parole. Ma sarebbero uscite comunque dalle mie labbra, prima o poi. Avrei comunque saputo la verità.

A quel tempo ero ancora troppo piccola e troppo pura per provare sentimenti come odio e disprezzo. Sei la prima persona che ho odiato…

Sai, ora sto quasi sorridendo, ma più di un sorriso questo è un ghigno.

Non avrei mai pensato di poter odiare con tutta me stessa a soli sei anni.

 

Come dimenticare quel sabato pomeriggio.

Sono venuta con la mamma e la nonna al centro commerciale

“Mamma, mi fai vedere il papà?” chiesi a mia madre un giorno. Non ricordo nulla di quando le ho chiesto questo, ma ricordo come se fosse oggi la prima volta che ti ho visto. Avevo quattro anni, penso, forse cinque.

Tu, all’epoca, lavoravi lì. La mamma che mi tiene per mano e si accovaccia a fianco di me dall’altro lato del negozio e mi fa vedere mio padre. C’è tanta gente che mi passa davanti, ma io sono lì a guardarti con ansia, sarei anche andata lì e ti avrei detto “Ciao papà!” con un sorriso. Continuo a guardarti e spero che tu ti accorga di noi, di me, che tu venga lì e mi dicessi abbracciandomi “ Non ti lascerò mai più”. Quanto sono ingenui e puri i bambini.

 

Non ti ho mai chiamato papà, penso. Non ne sono sicura. Se mai è successo, da quando ho sei anni ho smesso di farlo. Penso di averti sempre chiamato per nome.

Da quando ho otto anni chiamo papà un altro uomo, che merita di essere mio padre migliaia, milioni di volte più di te.

Abbiamo avuto una discussione su questo argomento io e te, una volta. Avevo dodici anni.

Volevi che ti facessi gli auguri per la festa del papà. Ridicolo…

Ti ho detto espressamente che a te gli auguri non li dovevo fare. Li ho fatti a quell’uomo che, da otto anni a questa parte, mi ha trattato come una figlia. Quell’uomo che, come dice ancora adesso, quella volta ha sposato mia madre e ha adottato me. Lui è mio padre e io sono sua figlia.

Ricordo le lacrime, le discussioni e la tua accusa. Pretendevi forse di poter prenderti le tue responsabilità di genitore quando ti pare e piace?

Io non mi sono mossa. Gli auguri non te li ho fatti. E sono felice di non aver ceduto.

Non è solo con un test del D.N.A. che si può pretendere di essere di essere considerati genitori dai propri figli. Bisogna esserlo soprattutto con il cuore.

 

Come dimenticare quei pomeriggi passati ad osservare quella fototessera con la speranza negli occhi.

Avevo chiesto alla mamma una tua foto, prima di vederti, e la conservavo come un tesoro inestimabile.

Poi quell’incontro. Ci siamo incontrati per la prima volta. Per te non era proprio la prima volta, ma l’ultima volta avevo tre mesi…

Le conseguenze su di me dopo averti incontrato. Ero così felice… Aspettavo con ansia che tu chiamassi per vedermi ancora. Che stupida. Avrei aspettato in eterno, se fosse stato per te. Alla fine chiesi alla mamma tutta preoccupata perché tu non chiamassi. Volevo vederti, volevo provare anch’io ad avere le stesse sensazioni che provavano gli altri bambini a stare con il proprio papà. Che c’era di male? Probabilmente lei mi sorrise, vedendomi così preoccupata.

E così cominciammo a vederci frequentemente.

 

Poi quel giorno, sotto il pino di casa seduta con la nonna sulla panchina verde che aveva costruito il nonno, la decisione di non volerti più vedere. La nonna mi ha perfino chiesto se ero sicura della mia scelta, proprio lei che ti odia a morte. Non che gli altri membri della mia famiglia nutrano molta simpatia nei tuoi confronti, tutt’altro. Ma lei non ha mai nascosto il tuo disprezzo per te, come per la maggior parte dei membri della tua famiglia.

 

A te non è andata giù questa decisione. E hai pensato bene di fare causa a mia madre, convinto che lei mi impedisse di vederti. Ma se quando le ho detto che non volevo più vederti ha perfino insistito per incontrarti ancora! Ma tu queste cose non le puoi sapere, perché tu nella mia vita non ci sei mai stato.

 

Sono passati quattro anni da quando ti ho detto addio.

Non ho mai avuto il coraggio di dirti quello che penso e che ho pensato di te, quello che ho provato. E’ e rimarrà ancora per molto uno dei più grandi rimpianti che ho. Ma ora te lo scrivo qui, su questo foglio virtuale che tu non leggerai mai. Non mi importa se lo leggerai per caso o no. Se lo leggerai (Sai anche leggere, poi? Non ne sono sicura…), non è detto che capirai che sono io. Ho deciso di farlo comunque.

Quattro anni fa hai detto che la porta per me era sempre aperta, ma io non ricordo di aver mai ricevuto un biglietto, una telefonata o quant’altro da parte tua per il giorno del mio compleanno, Natale, Pasqua… Nulla che mi dimostrasse che tu mi volevi bene veramente. L’unico rimpianto che ho è di aver sperato da bambina di poterti considerare veramente mio padre. Ma per me, ora, sei solo un povero sciocco.




Alla fin fine ho deciso di mettere i miei soliti commentini. Non credo ci sia molto da dire in realtà, la fic dice molto già da se, credo. Vorrei tanto poter dire che è una storia inventata ma non corrisponderebbe alla realtà, perchè questa è la mia storia. Spero di non aver mandato in depressione qualcuno, non è certo allegra... ^^' Ok, era una battuta infelice. Passando al sodo, vorrei ringraziare tutti coloro che hanno letto la fic, non me lo aspettavo che foste così tanti, e Lally che ha lasciato un piccolo commentino, grazie di cuore! Un grazie grande come una casa anche a Dark_Soul che è stata taaaaanto carina! Grazie grazie grazie! *me sta diventando come Fairydreams* Grazie anche alla mia adorata Fay, avevo le lacrime agli occhi dalla commozione quando ho letto la tua recensione. Vi voglio bene ragazze.
Baci Shia ^^

 

  
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