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Autore: vento di luce    27/12/2011    12 recensioni
Voglio raccontarvi amici quel che mi successe anni fa, quando ancora tutto questo sangue non era stato sparso ...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Bernard Chatelet
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CONFESSIONI DI UN RIVOLUZIONARIO.
 
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Questi personaggi non mi appartengono ma sono di Riyoko Ikeda.
 
Un saluto a chi leggerà questa storia!
 
*********
 
 Parigi,1793.
 A voi che leggerete questo diario amici,il diario di un uomo che ha contribuito alla  storia di Francia ed alla sua rivoluzione,voglio raccontare quel che mi successe anni  fa,quando ancora tutto questo sangue non era stato sparso.
 Se socchiudo gli occhi,la mia mente ritorna a quel maggio del 1789,quando non ero che un giornalista.
 
   -Ce l’abbiamo fatta,finalmente ce l’abbiamo fatta- gridava Maxim in piedi su di un  mobile ammuffito,in uno degli scantinati umidi dove eravamo soliti riunirci. – Possiamo prender parte agli Stati Generali come rappresentanti del Terzo Stato. Non saranno più solo i nobili a tenere le redini del potere,ma noi,uomini di cultura,medici,avvocati,filosofi potremo far sentire la nostra voce,far valere le nostre ragioni. L’alba di un nuovo giorno è arrivata fratelli,una nuova Francia sta nascendo dalle ceneri della monarchia.- concluse alzando il pugno della mano destra in alto.
   -Evviva Maxim,evviva il Terzo Stato!- gridavano tutti,contagiati  dall’entusiasmo di quelle parole.
Io stesso non potevo non subire l’arte oratoria del mio timido compagno di collegio, che in seguito si sarebbe rivelato il peggior carnefice.
   -Vi ringrazio tutti per quanto avete fatto sin d’ora,ma adesso possiamo congedarci,tornate nelle vostre case dalle vostre mogli,dai vostri figli ed abbiate fiducia in me,entro stanotte preparerò il discorso che dovrò presto sostenere all’Assemblea. Ci rivedremo domani alla stessa ora nella vecchia chiesa domenicana. Sappiate che conto molto sul vostro sostegno,se siamo arrivati fin qui il merito è di tutti voi!-
   -Evviva Maxim,evviva la Francia!- gridarono gli altri ancora.
 A quegli applausi scroscianti,che rimbombavano fra le mura fradice di quel seminterrato maleodorante,il nostro leader sorrise compiaciuto,incurvando le labbra sottili.
   -A voi.- rispose con un lieve cenno della testa.
   -Finalmente ci sarà la svolta che aspettavo da tanto tempo. Nessun essere umano sarà più condannato dalla nascita,ma potrà aspirare ad un futuro migliore.- pensavo con l’ingenuità e la speranza di un giovane che aveva riposto in quell’uomo il concretizzarsi di un ideale,perseguito per anni di duro lavoro.
   -Quanta ilarità oggi,cosa mi sono perso di così eccezionale?- sentii sussurrare alle mie spalle.
   -Louis!-esclamai sussultando,girandomi verso di lui. -pensavo non avresti più partecipato alla riunione.-
   -ed infatti sono arrivato solamente adesso,avevo cose più importanti a cui pensare- rispose con un sorriso sghembo.
   -Come sai oggi …- iniziai a dire seccato ma la voce di Maxim m’interruppe.
   -Louis,mi fa piacere ci sia anche tu. - disse posandogli una mano sulla spalla. –Ma la prossima volta bada di venire per tempo.- continuò con voce dura.
 Apparentemente sembrava non condividere il fanatismo e l’estremismo che animavano quel giovane,ma in realtà vi rivedeva se stesso. Solo col tempo l’avrei capito.
   -Comunque voglio che mi raggiunga nel mio studio oggi pomeriggio,devo parlarti in privato.-
   -D’accordo Maxim.-rispose Louis passandosi una mano fra i capelli.
   -Voglio che venga anche tu Bernard- 
   -Non mancherò- risposi solamente.
   -Amici,vi ricordate il processo di Jean Valois?- esclamò poi Maxim,mentre stavamo per andarcene. -Tu Louis eri ancora uno studente di legge e tu Bernard un giornalista alle prime armi. Eravamo insieme su quegli spalti ad assistere impotenti alla condanna di quella povera innocente. La rabbia per non aver potuto far niente,per non aver potuto dire chi è veramente  quella puttana della Regina di Francia mi ha tormentato per anni,ma le cose d’ora in poi cambieranno. Noi potremo,con il nostro impegno riscattare la povera gente e far si che uomini di cultura guidino il Paese,non quei quattro nobili smidollati!-
 Annuimmo guardandoci.
 Come erano cariche di speranza quelle parole. Avremmo vissuto tutti nell’uguaglianza,nella meritocrazia,nel totale rispetto della dignità umana,così almeno credevo.
 Invece anche il cuore più puro può sporcarsi,fino a farsi divorare dalla brama di potere. Dio solo sa le ingiustizie,le violenze alle quali ho dovuto assistere da quando sono diventato deputato alla convenzione.
   -A dopo allora,vi aspetto per discutere su questioni molto importanti. Bernard mi raccomando porta i documenti che ti avevo chiesto- mi disse Maxim stringendomi un braccio.
 L’angoscia che provo oggi quando mi sveglio per andare a lavorare,il pensiero della ghigliottina che si scaglia sulle teste di tanti poveri innocenti ,sono mitigati quando penso alla serenità che provavo in quel periodo in cui credevo i miei ideali stessero prendendo forma ed in cui l’amore di Rosalie mi sosteneva.
 
   -Chissà come imposterà il discorso Maxim,come si porrà davanti a quei buffoni- dissi mentre attraversavo un vicolo stretto al fianco di Louis.
   -Il suo parlare è così pulito e penetrante che non ha bisogno di nessun consiglio.    Credo che… Aspetta!- s’interruppe bruscamente -sento uno scalpitio di zoccoli provenire da quella parte.-
   -Veramente…- dissi sottovoce.
   -Shhh!Facciamoli passare- sussurrò appoggiandosi a me,avvolto nel suo mantello. -Di questi tempi meno ci si fa vedere in giro,meglio è-
 Sobbalzai a quel contatto,ero così vicino a lui da poterne sentire il profumo delicato.         -Se a volte penso che dobbiamo nasconderci come dei fuggiaschi provo vergogna per questo Paese che è caduto tanto in basso.-mormorai sospirando.
   -Guarda,è il comandante della guardia metropolitana con i suoi soldati. Quella donna travestita da uomo,che si aggira furtiva di giorno e di notte per le strade di Parigi,mi preoccupa non poco.-
   -Vieni con me Louis e lascia perdere quella donna!- dissi alterato. -Non è lei che dobbiamo temere ma ben altre persone.-
   -Dovrei venire con te?- rispose grattandosi il mento.
   -Si,accompagnami a casa. Mi aiuterai a catalogare i documenti da portare a Maxim.-
 Senza dire altro mi seguì fino a dove abitavo con Rosalie,da quando avevamo lasciato la casa di una sua vecchia conoscente.
 Mi sentivo stranamente irrequieto quel giorno,sarà stato forse perché mi trovavo a fianco di quel giovane di cui non mi fidavo,di cui non riuscivo a penetrarne i pensieri velati da quelle iridi taglienti.
 
   -Vedi queste carte- dissi prendendo una pila di fogli polverosi da un vecchio mobile di legno -sono tutte testimonianze della povera gente che ho raccolto negli anni,grazie anche all’aiuto di mia moglie-
   -Credo possano tornarci utili- esclamò sfogliandoli,mentre ne leggeva qualche riga.          -Ami molto quella donna vero Bernard?- disse all’improvviso alzando lo sguardo.
 Era la prima volta che parlavamo in modo tanto confidenziale. Quando Louis faceva  delle domande non erano mai poste a caso,di questo ne ero certo. Era dotato di un’intelligenza acuta,non era mai impulsivo ma era abile nel manipolare gli altri,quasi come Maxim.
   -Si,l’ho amata dalla prima volta che l’ho vista tanti anni fa.- risposi. - Non era che una bambina,ma quando in seguito mi accolse ferito nella sua umile dimora,prendendosi cura di me giorno e notte,compresi che volevo sposarla.
 Un sorriso increspò la sua bocca.
 Non ci eravamo mai stati simpatici,anche perché non avevo mai condiviso il suo modo di intendere la rivoluzione,ma era dotato di un fascino altero che quasi mi intimoriva.
   -Comunque con questi documenti possiamo dimostrare ai rappresentanti degli altri due Stati,come il popolo è stato ridotto in miseria ed agli sforzi disumani a cui è stato sottoposto per risanare le casse statali.- dissi provando un leggero imbarazzo nell’essermi lasciato andare a quelle confidenze. -Guarda per esempio il racconto di questo calzolaio di Nantes. A parer tuo che sei un avvocato,non vale forse più di tante carte studiate a tavolino?-
   -Calma Bernard,calma! Sei troppo impulsivo,dobbiamo valutare bene quel che dobbiamo dire. Non ci troveremo al mercato di Parigi,ma al cospetto dei regnanti e delle più alte cariche del Paese!-
   -Forse hai ragione tu. - sussurrai aggrottando le sopracciglia.
   -Comunque insieme a Maxim e agli altri vedremo il da farsi. - disse fissandomi,con quello sguardo obliquo.
   -Anche se è più giovane di me è già così prudente ed astuto.- pensai osservando quell’elegante figura dinanzi a me. -I lineamenti del volto delicati,quasi femminili non ne rispecchiano l’anima. -
   -Sono sicuro che il nostro capo apprezzerà il tuo lavoro.- disse infine restituendomi le carte.
 Provai un brivido al contatto di quella mano bianca.
 Lo vidi arretrare d’istinto. Chissà cosa stava realmente pensando.
   -Ognuno di noi domani dirà cosa ne pensa e …-
 Ma non riuscivo più ad ascoltarlo. Lo guardavo parlare,posando il mio sguardo su quelle labbra ben delineate,facendolo scorrere sul collo sottile fino all’apertura della camicia,che lasciava intravedere una leggera peluria.
 Cosa mi stava succedendo?
 Per la prima volta in vita mia stavo provando desiderio per un uomo,di cui per giunta non ne condividevo il pensiero.
 Ma non sono forse le persone che crediamo di non tollerare a destare maggiormente la nostra attenzione?
 Amavo Rosalie ma in quel momento lo volevo. A cosa serviva porsi delle domande se non ne avevo la risposta,solo a tormentarmi!
   -Tu cosa ne pensi Bernard?- Lo sentii dire infine.
  Lo osservai pronunciare quelle parole in silenzio,avvicinandomi dall’altra parte del tavolo.
   -Penso…-  sussurrai guardando quelle iridi dalle lunghe ciglia – penso questo - dissi prendendogli il viso fra le mani,poggiando le mie labbra sulle sue rosee.
 Sentii quella bocca calda,umida,schiudersi inaspettatamente.
 Anche lui mi voleva,sentivo il suo corpo,celato dalla usuale freddezza,vibrare.
 M’impossessai allora di quelle labbra con foga,affondando le mie mani nei suoi capelli castani.
 Non volli pensare niente in quell’istante,niente che non fosse lui.
 Si avvinghiò al mio corpo,rispondendo con un ardore che non avevo mai creduto potesse avesse.
  Fece scorrere la sua lingua con avidità sul mio collo e mi fece scivolare a terra pian piano,in ginocchio.
 Per la prima volta mi stavo accingendo a fare con naturalezza ciò che non avevo mai fatto in vita mia.
   -Continua così Bernard,così- diceva con la voce spezzata mentre mi scompigliava i capelli.
  I suoi sospiri mi stavano facendo impazzire.
   -Louis – sussurrai più volte,mentre mi rialzavo.
 Stesi le mie mani sull’addome,sul petto di quel corpo flessuoso mordendone i capezzoli.
 Gli strappai un grido di dolore commisto a piacere.
 Non mi ero mai accorto prima  di quanto fosse bello.
 Lo baciai e lo leccai ancora fino ad afferrarlo per i fianchi stretti.
  Lo girai osservando il suo volto ansimante,non potevo fermarmi,volevo andare fino in fondo.
 Tutto si consumò su quel tavolo di legno cigolante,dove ogni sera cenavo con mia moglie.
 
   -Maxim ci aspetta- disse solamente dopo,mentre si riabbottonava la camicia.
 Ma chi era veramente quel giovane,cosa realmente pensasse,cosa provasse,non lo compresi mai.
 Chi di voi leggerà queste pagine amici,forse giudicherà immorale quanto successe fra di noi.
 Ma io non so cosa sia immorale o cosa no,cosa sia giusto o sbagliato,credo solo che ogni essere umano debba esprimere se stesso.
   -Bernard sei ancora qui,non hai detto che oggi pomeriggio ci avresti accompagnato da Elenoire?Oppure stavi facendo qualcosa di importante?- sento dire all’improvviso da una voce femminile,ridestandomi da quei ricordi.
   -No  amore,arrivo subito- esclamo guardando mia moglie e la nostra creatura sulla porta del mio studio.
 Sono passati anni ormai,ma mi chiedo ancora perché abbia fatto l’amore con Louis.
  Sarà stato forse l’entusiasmo di due giovani che credevano fermamente in una causa,ma ricordo con piacere questo episodio della mia vita.
 In seguito non parlammo mai di quanto successo ne più ci sfiorammo.
 A volte quando lo guardo seduto fra gli spalti giacobini,mi chiedo se  abbia mai ripensato alla passione che ci travolse quel giorno.
 Lui ora non è più Louis,il giovane ribelle sconosciuto ai più,ma Louis Antoine de Saint Just,il braccio destro di Robespierre.
 Alcuni dicono ne sia l’amante,ma questo a noi  non è dato saperlo.
 Quel che so è che abbiamo vissuto la rivoluzione nella follia di un momento.
 
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