Acqua
Acqua.
Sale e scende. Graffia la pelle e lambisce i piedi.
Sommerge il dolore, cancella la solitudine.
Acqua. Scorre fluida, come il sangue. Il tuo sangue, il sangue puro di cui si vanta la tua stirpe.
Eppure tu hai un credo diverso. Ami un umano, un essere non magico.
Non disprezzi, non odi.
Soffri per una famiglia incapace d’affetto.
Appesa a uno scoglio, nel mezzo della tempesta; l’acqua ti colpisce, ti affoga e ti dona un ultimo respiro.
Poi sale e scende, ti affoga e ti libera.
Sospesa nell’apatia, data in pasto alla tormenta, preghi per redimere peccati non tuoi.
Prima classificata al "Drabble Me If You Can!" Indetto da "_Mirtilla_94" sul forum di EFP.
Giudizio -Grammatica: 10/10
Stile e forma: 10/10
IC e caratterizzazione personaggi: 9/10
Originalità: 15/15
Uso del prompt: 5/5
Rispetto delle regole: 3/3
Gradimento personale: 5/5
Punti bonus: 1/2
Tot: 58/60
Oh Dio. Oh Dio. Oh Dio.
Non puoi farmi ciò. Io mi sciolgo davanti ad una drabble così!
Non so nemmeno da dove cominciare: fermarsi davanti a mere questioni meccaniche come la grammatica o il prompt sarebbe quasi un insulto in questo caso. Si direbbe che il protagonista della tua storia non si identifichi in Andromeda, ma piuttosto nella metafora che la coinvolge - per inciso perfetta- : l’acqua si insinua lentamente tra le parole, trasportando con sé la donna, le sue sensazioni, le sue paure, le costrizioni di una famigli e di una società medievalmente chiusa al diverso, la sua stessa vita -persino. È un concetto molto sottile, sottile quasi quanto l’abilità che occorre per esporlo degnamente in 100 parole o poco più. Abilità a cui mi inchino, decisamente: non saprei eguagliarla.
Meravigliosa.