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Autore: just_silvia    28/12/2011    5 recensioni
Ogni Natale guardo "Piccole Donne" versione del 1949. Ho sempre adorato la coppia Jo/Laurie e ho sempre desiderato un finale diverso per loro. Solo quest anno mi sono decisa a scrivere questa FF.
Gli avvenimenti dei seguiti di Piccole Donne non vengono toccati perché i protagonisti sono ormai cinquantenni. Alcune frasi che ho usato sono rimodellate dalla canzone dei Take That "Nobody Else". Spero gradiate questa mini fic. Buona lettura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Theodore Laurence quella mattina andò a trovare la signora Bhaer come ogni giorno. La donna era nel suo ufficio e cercava di interpretare tutte le scartoffie burocratiche che, da quando FItz non c’era più, aveva ereditato. Non era solo per quello che le mancava Fitz, ovviamente.
I figli si erano sposati e se n’erano andati in diverse parti del mondo e a lei erano rimasti Plumfield,  Meg e Teddy.
Amy aveva seguito sua figlia Elisabeth a Parigi, non tornava ormai da mesi, Jo era certa che qualcosa si era spezzato tra sua sorella e l’amico. Qualcosa di irreparabilmente rotto di cui nessuno dei due era riuscito a parlare né con Jo né con nessun altro.
“Buongiorno brontolone, come hai passato la mattinata?” Laurie era sempre più somigliante a suo nonno.
“Bene mia cara Jo, sto scrivendo le mie memorie” si finse serio.
“Credevo di essere io la scrittrice della compagnia” lo canzonò la donna.
“Ed infatti lo faccio per uso privato, voglio scrivere un diario per spiegare a Bess o ai suoi figli perché tra me e Amy le cose non sono andate bene.”
“Teddy, tu e mia sorella siete stati insieme per più di trent’anni, non è stato propriamente un matrimonio infelice.”
“Io e tua sorella: il nostro rapporto è nato con una crepa alla base” Jo arrossì. Era impossibile che il suo caro amico parlasse di quel determinato argomento a distanza di tanti anni. “Vedo che già hai capito.”
“Laurie…”
“No Jo, mi starai a sentire. Abbiamo rimandato questa discussione per ormai troppi anni. Lascia che ti legga le prime righe del mio diario” con un colpo di tosse spezzò la frase. Jo attese in silenzio, l’uomo prese un piccolo taccuino dalla sua tasca, si schiarì la voce ed iniziò a leggere:
Sto ricostruendo la mia storia attraverso ricordi sbiaditi della mia mente. Dalla prima volta in cui ho sbirciato nella tua finestra. Rivedo i volti dei nostri vecchi amici sorridenti, alcuni sono ancora qui, altri non ci sono più. Bei ricordi di quando eravamo spensierati. Guardandoci indietro siamo le uniche due persone ad essere ancora unite, anche se nessuna promessa o parentela ci lega.
Anche allora sapevo che quello che avevamo sarebbe durato per sempre, lo sapevo, Jo” s’interruppe solo per guardarla. Gli anni non avevano intaccato il suo bel volto solare e gli occhi vivaci. Solo i capelli erano vittime del tempo, ormai erano più bianchi che castani. Ma d'altronde nemmeno lui era quello di una volta.
“Teddy, Amy non merita che tu dedichi queste parole a me…”
“Quando Amy mi ha sposato sapeva benissimo quanto ti amavo, sapeva benissimo che non ti avrei dimenticata. Ora che ha trovato qualcun altro, ha avuto il coraggio di rinfacciarmi questa cosa che è stata la premessa del nostro matrimonio. Non le ho mai mancato di rispetto, ma non posso negare che le mie giornate migliorano quando ti vedo e sono di cattivo umore quando non riusciamo ad incontrarci tutti i giorni.”
“Non dire di Amy questa cattiveria.”
“Ha chiesto il divorzio, ho degli amici in Francia. Qualcuno mi ha detto che vuole sposare un francese. Probabilmente lo conosco anche. Che faccia quello che vuole” tagliò a corto. Tutte le vacanze che i coniugi Laurence avevano trascorso a Parigi gli si erano rivoltate contro, pensò Jo. “Io ho sempre rispettato Fitz, finché era in vita, mai mi sono permesso di parlare dei miei sentimenti. Per rispetto a Fitz e per rispetto a Amy”, riprese a leggere: “Le nostre vite sono cambiate completamente, veniamo da una lunghissima strada. I nostri volti mostrano la discendenza dei nostri figli e nelle loro case ci saranno le foto di zia Jo e zio Teddy, separati ma sempre inevitabilmente uniti. Siamo stati forti e siamo sopravvissuti a qualsiasi tempesta, Jo, mia adorata Jo. Grazie per tutti i sorrisi che mi hai donato, sono felice  guardandomi indietro e ripensando ai bei momenti. I più belli della mia vita, li ho vissuti con te.”
La signora Bhaer aveva gli occhi lucidi, un’altra dichiarazione passati i cinquant'anni non se l’aspettava proprio. Dal suo adorato Laurie per giunta. Quando ai tempi aveva saputo che si stava interessando ad Amy aveva represso la sua gelosia, per il bene di tutti, ma  era rimasta molto delusa perché nella sua presunzione aveva creduto che Teddy l’avrebbe aspettata per sempre. Aveva digrignato i denti pensando a quanto si sbagliava, almeno fino a quel momento. Ora che Fitz non c’era più.
Aveva fatto un giuramento sposando il Professore, promettendo a se stessa di non pensare a Laurie più in quel modo, con quella possessività.
“Io…Laurie, non posso fare questo a mia sorella” trattenne un singhiozzo.
“So che non ti risposeresti mai anche se Meg lo ha fatto” rispose lui, si accostò alla cattedra protendendo le mani. “Ma questo non vale per Amy, dentro di te lo sai che potrebbe farlo e lo farà.”
Jo si era sempre chiesta se Amy amasse davvero Laurie, tutto quel sentimento nato da un brevissimo periodo di frequentazione.
“Voglio solo stare con te finché la vita me lo permetterà” dichiarò lui, questa volta riuscendo a prenderle una mano. “Anche se non lo vorrai dire a nessuno, promettimi di poterti star vicino nel modo in cui ho sempre voluto” Jo si commosse a tal punto che i suoi occhi non riuscirono a trattenere una lacrima. Laurie si sarebbe umiliato e avrebbe nascosto il suo amore, solo per difendere la sua reputazione. Si schiarì la voce e con tono bassissimo disse: “Theodore Laurence solo con la maturità di adesso posso dirti che ti amavo allora e ti amo ancora oggi. Non c’è bisogno che io ti prometta di stare insieme, perché noi lo saremo indipendentemente da quello che decidiamo. Il destino evidentemente vuole che vada così” l’uomo sorrise e così anche i suoi occhi. “Se Amy sposerà quello stupido francese, allora io sposerò te” trattenne una risata che tradiva una forte emozione. “Altrimenti con discrezione” per rendere più gradevole la parola ‘segreto’ “credo che non sia male l’idea di invecchiare insieme”.
“Jo, lo sai che  non c’è nessun altro al mondo che potrebbe amarti più di quanto ti ami io, nessuno potrebbe amarti di più. Lo sai, vero, cara Jo?”
“Lo so Teddy, lo so” detto questo superò la cattedra e si lanciò tra le sue braccia. L’aveva abbracciato spesso ma mai con tale intensità. Nonostante la loro età non più giovane tremavano per la timidezza e per la felicità. Si guardarono negli occhi, sancirono una silenziosa promessa e dopo esser stati forti e essere sopravvissuti a qualsiasi tempesta, finalmente si sciolsero in un tenero ma appassionato bacio
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