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Autore: Melanto    28/12/2011    3 recensioni
Sorridere fa bene allo spirito e al corpo, sorridere aiuta anche quando sei stanco morto e vorresti solo trasferirti su un’isola deserta. Sorridere è un qualcosa che da molto tempo non fai più come prima, ma tanto nessuno se n’è mai accorto. Nessuno si accorge mai di ciò che non vuole vedere. Eppure tu continui a sorridere, perché siamo a Natale.
A Natale si è tutti più buoni, solo che ci sono tanti modi per esserlo.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PreNota: piccolo regalo natalizio (in ritardo X3) per Eos75 che, nella sua wishlistina di Natale, aveva chiesto una storiella piccina picciò Original o per il fandom di Captain Tsubasa. L'idea è venuta per l'Original! X333333
Spero ti piaccia, tessòòòò!!! *abbraccia*

Buona lettura a tutti! :D


A Natale puoi…

 

«Novanta!»
«La paura
Nonno Francesco non si lascia sfuggire un numero mentre gioca a tombola con i tuoi cugini più piccoli.
Li osservi tutti, braccia conserte, mentre resti appoggiato al disimpegno che porta al salotto pieno di gente, luci e qualche musichetta di Natale che viene dalla televisione accesa.
I bambini ridono e qualcuno sbuffa, stanco di sentirsi ripetere ogni volta quel le gambe delle donne, morto che parla, i pazzi. In famiglia non c’è nessuno che conosca la smorfia meglio di nonno Francesco.
«Neh, Marco! Che fai lì in piedi come nu’ pirasulo! Unisciti a noi!» ride, sfoggiando un po’ del dialetto che non ha perso nei quarant’anni che ha vissuto al Nord. Quello piace a tutti, anche a chi prima sbuffava. Ridono e ridi anche tu.
«No, nonno. Non mi va di giocare e poi tra poco si mangia.» Scuoti il capo e ti allontani.
In cucina, zia Marcella sta facendo taglia-e-cuci con zia Adele e ridono delle disgrazie altrui, mentre tua madre toglie l’arrosto dal forno. I capelli un po’ arruffati e l’aria sbattuta dalle troppe cose da cucinare, le spese da comprare, i letti da fare. Son due giorni che non si ferma un attimo.
La vedi poggiare la teglia sul ripiano e accennare un sorriso alle cattiverie gratuite che dice zia Adele.
Non ti fermi, passi davanti alla stanza e vai oltre.
In camera tua, zio Pietro sta giocando alla playstation assieme a Luca e Francesca, mentre Ferruccio è buttato sul letto a leggere i tuoi fumetti. Guardi per un attimo il modo in cui piega le copertine senza il minimo riguardo, come li mischia, e sai che non li rimetterà a posto nello stesso ordine in cui li ha trovati.
«Nooo! Ma che palle! Stavo vincendo!» Luca lancia il joypad che rovina sul parchè con un tonfo. «Marco, te ne devi comprare uno nuovo! Questo va da schifo!» Si lamenta, borbotta, mentre Zio Pietro se la ride, continuando a giocare.
«Eh, sì. Appena posso» rispondi e sorridi, sempre, con quella calma per cui un po’ tutti, in famiglia, ti hanno sempre elogiato.
«Simonetta! Tuo figlio è tanto buono e tanto caro! Che fortuna! I miei sono delle pesti!»
«Oh, Marco! Che bravo ragazzo che sei! E vai così bene a scuola!»
I tuoi cugini, invece, ti hanno sempre preso in giro; palese gelosia verso quei paragoni fuori luogo che i loro genitori non perdono mai occasione di fare.
«Madonna, Mà, non fai mai niente! Non giochi nemmeno a pallone!»
«E su Facebook non ci sei!»
«E che te ne fai di tutti ‘sti libri? Ci nascondi i porno? Dai! Fammeli vedere!»
Sono più piccoli di te, ma nessuno di loro ti ha mai portato un minimo di rispetto. Credono di esserti superiori perché hanno già la ragazza o perché hanno l’ultimo modello di IPhone e giocano a calcetto. Sinceramente, vivi bene con il tuo cellulare scassatissimo che non ha nemmeno la fotocamera, il calcio ti ha sempre fatto schifo e non hai bisogno di una ragazza, perché hai il ragazzo, anche se loro non lo sanno.
Senti lo scarico del bagno e allunghi il collo verso il corridoio. Tuo padre esce dandosi una sistemata ai pantaloni e facendo scivolare il cellulare nella tasca. Lo guardi, ti guarda. Abbozza un sorriso e ti passa accanto, dandoti una pacca sulla spalla, e tu rispondi con un altro sorriso. Ancora.
Sorridere fa bene allo spirito e al corpo, sorridere aiuta anche quando sei stanco morto e vorresti solo trasferirti su un’isola deserta. Sorridere è un qualcosa che da molto tempo non fai più come prima, ma tanto nessuno se n’è mai accorto. Nessuno si accorge mai di ciò che non vuole vedere. Eppure tu continui a sorridere, perché siamo a Natale.
Dal salotto, zio Antonio ha cominciato a sbraitare di politica assieme a tuo padre, zia Linda e zio Giulio.
Poi, la voce di zia Adele chiama l’adunata; è il momento di mettersi a tavola e cominciare il pranzo del Venticinque.
Ferruccio lancia il manga sul letto e si alza; è stato tutto il tempo con le scarpe sul copriletto.
«Era ora! Ho fame!» sbraita, passandoti accanto.
Luca e zio Pietro lo seguono a ruota senza spegnere la consolle. Per ultima esce Francesca, non prima di essersi data una sistemata ai capelli e alla scollatura troppo ampia nello specchio accanto alla porta. Ti guarda, stringendo le labbra in un’espressione che vorrebbe sembrare sexy, ma che pensi sia terribile.
«Come sto? Sono carina?»
«Chi ti deve vedere? Tanto siamo solo noi.»
Lei ruota gli occhi con superiorità. «Ma che te lo chiedo a fare, sfigato?»
Sfigato.
Sorridi.
«Sfigato» ripeti.
Sorridi ancora di più, tanto che la smorfia si fa risatina.
Inspiri a fondo, guardi il soffitto e poi entri in camera, con passo lento. Apri l’anta centrale dell’armadio e sposti le grucce di lato. Dai una spinta al legno del fondo che cede in un attimo e si stacca, cade nello spazio che separa il mobile dal muro. La scatola di legno si trova proprio là dietro, ben nascosta. Il tuo armadio non è mai stato un luogo di interesse per i tuoi cugini, quindi nessuno vi ha mai messo le mani.
Prendi il cofanetto e lo appoggi sul letto, tra i manga di Captain Tsubasa gettati alla rinfusa.
Lo guardi. Sorridi. Lo apri.
La prima volta che hai preso in mano quella Para Ordnance ne sei rimasto affascinato in una maniera indecente. Cavolo! Era la stessa di Hitman, vuoi mettere? Uguale identica!
La pistola, due caricatori pieni e il cofanetto ti sono venuti a costare solo trecentoquaranta euro. Uno sputo. Cosa non si trova su Ebay.
«Marco!» La voce di tua madre arriva distinta e stanca dal salone.
«Vengo subito!» rispondi di rimando.
Sì. Arriverai proprio tra un attimo, vero?
Il tempo di infilare il caricatore, il tempo di mettere il primo colpo in canna.
Andrai di là e farai a tutti una bella sorpresa.
Una bella sorpresa per zia Adele, che così la smetterà di parlare male di tutti, anche dei suoi stessi parenti. Anche di tua madre.
Una bella sorpresa per zia Marcella, che piange miseria, ma si è fatta il porsche.
Una bella sorpresa per zio Antonio, che critica tanto i politici ma che alla giunta comunale fa il bello e cattivo e tempo con gli appalti truccati.
Una bella sorpresa per zia Linda e zio Giulio, che sfruttano la vostra casa per tutti i loro comodi, come fosse un albergo, tanto che sei costretto a cedergli sempre la tua stanza.
Una bella sorpresa per Ferruccio e Luca, che prendono, usano e rompono le tue cose senza chiedere niente, nemmeno scusa.
Una bella sorpresa per zio Pietro, che ha educato i suoi figli a essere incivili come lui.
Una bella sorpresa per Francesca, che fa la puttanella con zio Giulio ed è convinta che non lo sappia nessuno.
Una bella sorpresa per quella masnada di mocciosi che piangono e strepitano e urlano e rompono i coglioni.
Una bella sorpresa per tuo padre, che chiama l’amante fingendo di andare al cesso.
Una bella sorpresa anche per tua madre che, nonostante la mamma sia sempre la mamma, non ha voluto che invitassi Tommy, il tuo ragazzo, a quel fottuto pranzo perché: ‘che figura ci facciamo? Poi sparleranno di noi!’. Sparleranno di lei, che si vergogna di avere un figlio omosessuale.
Infine, anche se non vorresti, una bella sorpresa per nonno Francesco. Perché sta già morendo e non vuoi vederlo soffrire.
Farai una bella sorpresa a tutti, hai anche già deciso da chi comincerai per non lasciarne fuori nemmeno uno. Quest’anno, sarai tu Babbo Natale.
Mentre senti il ‘clack’ del colpo che va in canna continui a sorridere e questa volta di piacere, il piacere che ormai temevi di non conoscere più.
Ma in fondo è Natale, e a Natale puoi, lo dice anche la pubblicità!
«Marco, ma insomma! Siamo tutti a tavola!»
«Vengo! Ho preparato una sorpresa!» ridi e inforchi il corridoio, la pistola in pugno e una canzoncina tra le labbra. «A Natale puoi… fare quello che non puoi fare mai!»



Fine



Ehm... XD
Io ve l'avevo detto che ci sono tanti modi per essere 'buoni'. *ride senza vergogna* \O/ La Cazzimma regna Inside me! *un po' ne è orgogliosa*
XD anche se in ritardo, Buon Natale a tutti :3 e, visto che ci siamo, auguro a tutti voi un Buon Anno Nuovo! :33333

   
 
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