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Autore: ShadowMoonLady    28/12/2011    10 recensioni
... “Buongiorno principessa” sentì sussurrare Chuck. Come aveva fatto ad accorgersi che ero sveglia?. Mi accinsi ad aprire gli occhi per ricambiare un buongiorno come si deve, quando mi accorsi che non stava parlando con me. “Dovremmo fare una chiacchierata padre-figlia, noi due, non ci siamo ancora chiariti bene. Non so se l’hai capito bene, se ne sei pienamente consapevole o anche minimamente felice, ma io sono il tuo papà...
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... Non erano calci. Erano doglie. Stavo partorendo. Mi allungai per cercare di prendere il cellulare ma il comodino sembrava troppo lontano. Calma Blair, respira. Cosa ti hanno detto al corso pre parto?. Un’altra fitta mi raggiunse prepotente e non riuscì a ragionare...
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Noi due. Per sempre. Chuck & Blair'
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LESSONS
 
Sentì la stoffa della maglietta che si sollevava, e un tocco leggero sulla mia pancia ormai troppo evidente. È troppo presto per svegliarmi, pensai, così preferì far finta di nulla e crogiolarmi nel torpore della domenica mattina. “Buongiorno principessa” sentì sussurrare Chuck. Come aveva fatto ad accorgersi che ero sveglia?. Mi accinsi ad aprire gli occhi per ricambiare un buongiorno come si deve, quando mi accorsi che non stava parlando con me. “Dovremmo fare una chiacchierata padre-figlia, noi due, non ci siamo ancora chiariti bene. Non so se l’hai capito bene, se ne sei pienamente consapevole o anche minimamente felice, ma io sono il tuo papà. E il tuo papà ha fatto cose di cui non va tanto fiero. Un giorno te le spiegherò tutte, perché non voglio fare l’errore di tuo nonno, e nascondere tutto. Il mondo è insidioso, piccola mia. È meschino e crudele, insensato oserei dire. Anzi è proprio la sua definizione più appropriata. Senza senso, caotico. Anche una cosa che può sembrare tanto semplice, come l’amore, tra la tua mamma e il tuo papà, tra il nonno e il papà è difficile. E se già mi sembrava insensato allora, che non ero padre, adesso che lo diventerò a breve  mi sembra ancora più insensato il fatto che quest’ultimo tipo di amore non possa essere stato semplice, pulito, così com’è per me. Io ti voglio un bene dell’anima Shannon*, te ne ho voluto anche quando non sapevo fossi mia. Ma per mio padre… non andava bene niente di quello che facevo io, e mi ha mentito spudoratamente su cose molto importanti. E se poi si parla di cose insensate, si può facilmente parlare dell’amore tra me e la tua mamma” la mia bimba continuava a scalciare  con prepotenza, quasi volesse saltare in braccio a Chuck per farsi raccontare la storia  “ti sta piacendo la storia, eh?” potei quasi vedere Chuck che sorrideva “Bè… credo che io e tua mamma ci siamo amati da subito. Dal primo spintone.** E credo anche che ce ne siamo accorti entrambi, ma eravamo troppo piccoli e l’amore fa paura. È molto più semplice odiare. Piccola, ricorda che non devi mai avere paura di quello che senti nel cuore, perché è tutto giusto. Così abbiamo passato gli anni ad odiarci, convinti che fosse vero, ma sai la linea tra odio e amore è così sottile, un giorno l’abbiamo varcata. Quello che successe te lo racconterò quando sarai molto più grande. Forse fra 15 anni. Forse. Comunque, io avevo paura di stare con qualcuno, dei sentimenti e lasciai la mamma. Grande errore, scappare. Poi il fiume degli eventi ci travolse, ogni volta quello che ci divideva era sempre più eclatante, anche la morta ci ha provato. E questa è un'altra lezione. Se due persone si amano davvero non verranno mai separate davvero. E noi continuavamo a rifugiarci nella nostra solitudine masochista, pensando che fosse la soluzione migliore per salvarci. Ci costruivamo una corazza d’odio e  davamo la colpa all’altro. Altra cosa importante: non è mai colpa degli altri quello che accade a te, sei sempre tu che lo vivi in un particolare modo, quando le cose possono essere così dannatamente semplici…  poi capivamo che non potevamo vivere senza l’altro, tornando insieme, ma ci sembrava troppo bello e un po’ lo davamo per scontato, un po’ per impossibile, quindi succedeva qualcosa e così all’infinito. Le persone sono stupide Shannon, cercano l’anima gemella e se la trovano la rinnegano fino allo stremo. Finché  non abbiamo preso in mano la situazione e miracolosamente i problemi sono finiti. Abbiamo smesso di scappare e abbiamo affrontato il toro per le corna, insieme. Spero di averti dato un aiuto importante per la tua vita, ricorda che io ci sarò sempre. Non so se sarò uno di quei padri modello, quelli che si vedono nelle pubblicità, ma ci proverò con tutto me stesso. Perché è questo in fondo l’importante, provarci con tutte le tue forze, e anche se non riesci in un qualcosa sai che non avresti potuto fare di meglio.” Sentì che stava appoggiando l’orecchio sulla mia pancia, e lo percepì anche lei che diede un colpetto. Non potei trattenere la mia mano che quasi involontariamente si mosse prendergli la sua. La riportai a posto subito, pensando di essere riuscita a non farmi scoprire. Purtroppo il mio fidanzato è un attento osservatore. “E altre tre cose importanti Shannon… 1 non si origliano le conversazioni private  2Chuck Bass nota sempre tutto e 3 la vendetta è una cosa stupida, ma io l’adoro comunque specialmente verso quella spiona di tua mamma” aprì gli occhi in tempo per vedere Chuck che mi si lanciava addosso imprigionandomi le mani. “Quanto hai sentito?” chiese con voce falsamente arrabbiata. Misi su l’espressione più spaventata che potevo per non scoppiare a ridere “Che cosa hai intenzione di farmi?” domandai con una punta di malizia “Non hai risposto alla mia domanda” ribattè. Vidi che gli angoli della sua bocca non poterono fare a meno di guizzare verso l’alto, ma solo per un secondo. “Direi… Tutto”  oltre al gioco misi una vera nota di dispiacere per aver ascoltato una conversazione privata. Anche se era con la mia pancia. Prima che potesse parlare dissi “Ed è stato veramente dolce Chuck, sarai sicuramente un padre fantastico” lui mi lasciò i polsi e disse con il broncio “Uffa… ora come faccio a vendicarmi se non sono più arrabbiato?” vidi però che era rincuorato, ma non aveva voglia di parlarne, quindi lasciai correre. “Peccato… e io che volevo una punizione esemplare…” dissi per cambiare argomento. Lui mi fece il suo sorriso e mi baciò con trasporto. È incredibile come ogni nuovo bacio possa avere una sfumatura diversa… come io ogni volta ne sia totalmente drogata… dipendente. Non ne bastano mai. E non so neanche se esiste un gruppo anonimo per guarire da questa malattia. Ma quando mi mise una mano sulla coscia, sollevando ancora di più la camicia da notte, non me ne importò più assolutamente niente. La bambina scalciò violentemente e mi staccai per mettermi una mano sulla pancia. “Che succede Blair?” mi chiese con la voce diventata roca. “Non so… è da stamattina prestissimo che mi fa male… scalcia con una tale forza… mi fa mancare davvero il fiato” lui pensò per un attimo, poi snocciolò un’ipotesi  “Sarà perché sei a metà dell’ottavo mese e la bambina si fa sempre più forte”. La presi per buona “Sarà. Che ne dici di continuare da dove avevamo interrotto?” mi sporsi per ricominciare a baciarci, ma scalciò ancora più forte. Ebbi paura che mi avesse aperto la pancia. “Forse ha fame. Che ne dici se faccio un salto alla pasticceria qua sotto e compro dei croissant?” disse preoccupato, cercando di mascherare l’ansia con un sorriso. Lo ricambiai dolcemente. “Va bene. Torna presto”  provai ad alzarmi per dargli un bacio ma Shannon mi diede un altro calcio, però dissimulai per non farlo preoccupare “Vieni qui” e gli diedi un bacio a stampo. Mi guardò un’altra volta in apprensione e  poi dopo un altro bacio rassicurante scese giù. Provai ad alzarmi, ma senza successo. Cosa mi stava succedendo? Perché la bambina tirava calci così forti? Poi mi arrivò un altro crampo fortissimo che mi mozzò il respiro e capì. Non erano calci. Erano doglie. Stavo partorendo. Mi allungai per cercare di prendere il cellulare ma il comodino sembrava troppo lontano. Calma Blair, respira. Cosa ti hanno detto al corso pre parto?. Un’altra fitta mi raggiunse prepotente e non riuscì a ragionare. “CHUCK!!” gridai, sperando che riuscisse a sentirmi, che fosse già arrivato. Le fitte erano sempre più frequenti. E sempre più forti. Non riuscivo a pensare. Ma perché proprio oggi Dorotha doveva prendersi una giornata di riposo per andare al parco divertimento con Vanya e le sue bambine? . Inspira, espira. Oddio. Temetti di morire sul momento. La fitta più forte di tutte. Un liquido caldo mi stava colando dalle cosce. Mi si erano rotte le acque. “CHUCK!!” urlai con tutto il fiato che avevo in corpo. Ed eccolo che correva verso di me con un’espressione stordita e preoccupata in contemporanea, con i cornetti ancora in mano. “Blair? Che sta succedendo?” mi chiese, molto probabilmente sotto shock. Un’altra terribile fitta e lanciai un grido. Lui rimase imbambolato. Non ci vidi più. “BRUTTO IDIOTA NON STARE Lì IMPALATO!! STO PARTORENDO, PORCA PUTT..” ma il resto della frase venne inghiottito da un'altra fitta, un altro grido. Chuck sembrò risvegliarsi , prese il cellulare e più velocemente possibile chiamò il mio ginecologo dicendogli che stavo partorendo. Nel frattempo io mi sentivo morire. Non riuscivo a respirare. Mi prese la mano, che tremava, e molto probabilmente anche la sua lo stava facendo. “Forza Blair, respira” mi disse. Circa 10 dolorosissimi minuti dopo, il medico si affaccio nella suite con accanto un’ostetrica. “Dottore non possiamo trasportarla in ospedale?” chiese Chuck ,decisamente sconvolto dall’enorme chiazza di sangue che andava a formarsi sul mio letto e dai miei gridi sempre più frequenti, con una mano tra i capelli. “No, ormai è troppo tardi, è più sicuro farla partorire qui. Candace, porta una pentola d’acqua calda, una spugna con dell’acqua fredda e degli asciugamani puliti. Signor Bass, aiuti Candace a trovare il necessario e immerga la testa nel lavandino, aiuta a calmarsi” detto questo, Chuck annuì e se ne andò. Il dottore disse una serie di cose che non capì, troppo presa dal dolore. “CHUCK TORNA SUBITO QUI!” gridai, volevo solo che tornasse. Stavo penando l’inferno. Non immaginavo facesse così male partorire. Il dottore non potè neanche anestetizzarmi le gambe, troppo pericoloso disse. Quando Chuck tornò, aveva la testa tutta bagnata e i capelli gocciolavano sulla camicia. “Eccomi Blair, sono qui” non riuscivo a capire niente, il dolore era troppo “E TI SEMBRA CHE BASTI?? NON SAI MINIMAMENTE COSA VUOL DIRE PARTORIRE!! TE LO SCORDI IL MASCHIO BASS!! QUESTO è IL PRIMO E L’ULTIMO!!” non sapevo neanche quello che dicevo. Chuck sembrava sotto shock. Io pensavo solo alla mia bambina che mi stava lacerando l’utero. “Spingi!” disse l’ostetrica. E io spinsi. “CHUCK!!” gridai, aggrappandomi alla sua giacca. “Non si preoccupi, dicono tutte così ma alla fine tutte lo vogliono un secondo figlio” disse il dottore. Inspira, espira, inspira, espira. “Forza Blair, un altro po’” mi disse Chuck, e io diedi un’altra spinta, con forza. Lui mi guardava con terrore e preoccupazione e mi bagnava la fronte con la spugna. Mi incitava, dicendomi che sarebbe andato tutto bene, quando smettevo di spingere e credevo che il bambino non sarebbe mai arrivato. Mi accarezzava dolcemente i capelli, quando gridavo. Credo che sarei impazzita senza di lui. Finalmente, dopo tre terribili ore, sentì un vagito, e crollai sul letto. “Congratulazioni, è una splendida bambina, in piena salute” Vidi Chuck che praticamente crollava dalla sedia. Ce l’avevo fatta. La lavarono e avvolsero nella copertina che avevo comprato, rigorosamente viola. Me la porsero, e solo in quel momento mi accorsi che avevo ancora le unghie infilzate nel braccio del neo papà. La presi, con braccia tremante. Era la cosa più bella che avessi mai visto, tutto quel dolore era stato meritatamente pagato. Aveva pochi capelli scuri, un faccino tondo con delle guancette piene tutte rosse. Gli occhi erano leggermente a mandorla, come quegli di Chuck, il nasino era all’insù come il mio. Le labbra a cuore erano dischiuse, e mi accorsi che doveva aver fame, quindi mi abbassai le bretelle della camicia di notte di seta ormai da buttare e la feci attaccare al capezzolo. Succhiò vorace e posò le manine sul seno, come se volesse aggrapparsi. Come erano piccole quelle mani. Mi misi a piangere mentre la guardavo, quant’era bella. Non era possibile che una cosa tanto perfetta fosse figlia mia. Forse figlia di Chuck, la sua voracità nell’avere quello che vuole me lo ricordava molto, ma mia no. Impossibile. Eppure era nata dal mio grembo. “Vi lasciamo soli, dovremmo compilare alcuni documenti, come avete detto che si chiama?” chiese il dottore, che mi accorsi esisteva ancora solo in quel momento “Shannon Evelyn Waldorf Bass” disse prontamente Chuck. Alzai lo sguardo da mia figlia “Non avevamo detto niente secondi nomi?” chiesi, prima che però lui ritirasse il secondo nome, mi resi conto che ci teneva a dare il nome di sua madre a nostra figlia, quindi dissi “Va bene lo stesso, suona bene”. Mi rivolse un sorriso grato. Voleva omaggiare sua madre, quindi perché no.  Il dottore e l’ostetrica se ne andarono, lasciandoci soli. “è bellissima” disse con sguardo adorante, rivolto a nostra figlia. “ti assomiglia moltissimo” aggiunse subito. “Non è per niente vero. È una piccola Chuck. È uguale a te” ribattei convinta. “Assolutamente no. È una Blair in miniatura. Ecco perché è bellissima. Non si discute” mi disse, cercando di rimanere serio. Gli sorrisi grata del complimento. “Facciamo che è a metà, ma somiglia comunque di più a te”. In una situazione normale, ci saremmo vantati di quanto questo splendore assomigliasse a noi stessi, ma questa era tutt’altro che una situazione normale. Era idilliaco. Chuck ci fissava con una luce negli occhi che gli avevo visto poche volte. Io fissavo la mia bambina, mia figlia, e suo padre. Era tutto così strano. Dopo un po’ Shannon si stacco e come d’incanto si addormentò. Senza che facessi niente. Però non volevo metterla nella culla, avevo paura che se l’avessi lasciata sarebbe evaporata, come il più bello dei sogni. “Chuck, vieni qua. Non l’hai ancora presa in braccio” sembrò riscuotersi e tutto a un tratto apparve terrorizzato “Dai, non fare il fifone. Prendi in braccio tua figlia Bass. Non morde mica” mi fissò per un paio di secondi, valutando le opzioni, poi però si arrese. Si alzò dalla sedie su cui era stato seduto per le precedenti ore  e si sedette sul bordo del letto, facendo attenzione a non spostarmi di un millimetro. “Sei sicura Blair? Io non ho la minima idea di come si prende in braccio un bambino” disse titubante. Mossi la mano in un gesto di noncuranza “Imparerai. Ci vuole pratica. E ora prendi nostra figlia” com’era bello dirlo ad alta voce. Sembra ancora più vero. La prese in braccio, come se fosse di vetro. “La mano dietro al collo, si così. Vedi, non è tanto difficile” rimasi impressionata nel vedere quanto erano belli insieme. La mia famiglia. Chuck guardava rapito Shannon, come se trovasse un qualche significato nascosto nel suo volto. “è davvero perfetta. Ed è… mia figlia. Sono padre” sembrò accorgersene solo in quel momento.  “Ciao piccolina”. Forse era un’illusione ottica, forse il parto mi aveva stancato troppo, ma mi parve di vedere una lacrima luccicargli negli occhi.  “Ti ricordi quello che ci siamo detti stamattina?” per tutta risposta nostra figlia prese il dito con cui Chuck le stava sfiorando il visino in una morsa ferrea “Sei proprio mia figlia… sei bella come la mamma però. Non dirglielo che se no si arrabbia e scoprirai presto che una mamma arrabbiata non è un bello spettacolo. Anche se per me è sempre bellissima. Ecco un’altra cosa che dovrai presto imparare. Puoi corromperla con un bacio però, hai anche i miei geni, e se con me funziona sempre…” scoppiai in una risata. “Bass non vorrai insegnarle a corrompere la gente fin d’adesso spero” fece un’espressione fintamente scandalizzata “Certo che no Waldorf. Posso però farti cambiare idea in qualche modo?” “Cosa stavi dicendo alla bambina?” dissi io “Guarda e impara Shannon, una dimostrazione pratica” poggiò delicatamente la bambina nella culletta che fortunatamente ci avevano regalato da subito e che l’ostetrica aveva appena portato, e si avvicinò a me. Mi diede un bacetto casto poi sembrò voler tornare dalla bimba ma lo presi per la nuca “Non provare a trascurarmi per nostra figlia. L’ho partorita IO e mi merito qualcosa di più” “Agli ordini capo” e mi diede un bacio come si deve. Inconsciamente alzai il bacino ma un fitta dolorosissima mi costrinse a fermarmi. “Ehi Blair tutto a posto?” chiese in apprensione “Si, non preoccuparmi, sono solo molto stanca. Passami quella meraviglia” dissi accennando alla mia bambina che si era addormentata di nuovo. Incredibile. Se avesse continuato a dormire con questa facilità anche nei prossimi anni sarebbe stata una goduria. Chuck prese il fagottino viola e me lo porse. Com’era morbida.  Ero già dipendente da lei. Venne l’ostetrica. “Signorina Waldorf dovrebbe spostarsi sull’altro lato del letto, questo è pieno di sangue. Signor Bass, prenda la bambina” Chuck la prese in braccio e la donna mi aiutò a trascinarmi dall’altro lato. Il dolore era troppo, mi sentivo terribilmente debole. Vedendo tutto il sangue sull’altra parte del letto, vomitai. “Chuck?” lo chiamai, notando che era di nuovo assorto nella contemplazione di Shannon. “Mmh?” “Dobbiamo comprare un altro letto” vide il disastro che avevo combinato e disse “Assolutamente”.
 
Dopo un po’ venne il dottore con i vari documenti e delle indicazioni legali per Chuck. Lui si era seduto accanto a me su quella minuscola parte del materasso che non era intrisa di sangue o vomito, su cui nonostante avevano steso numerosi strati di asciugamani, nessuno aveva intenzione di toccare.. Poi se n’è andato, dicendo che sarebbero tornati ogni giorno, mentre l’ostetrica è rimasta in una suite dell’Empire in cui Chuck ha insistito che si trasferisse finché non fossi stata bene. Lei alla fine ha acconsentito, anche perché Chuck le ha promesso una somma in più che non poteva rifiutare, dicendo che sarebbe andata a prendere delle cose e che sarebbe tornata tempo un ora, lasciando me e Chuck soli nella nostra pazzia da neo genitori tra lodi a quanto era bella, litigi su a chi somigliava e pause in cui ammiravamo il suo visino di porcellana. Il cambio del primo pannolino è stato disastroso, anche perché non riuscivo ad alzarmi e quindi ha dovuto fare tutto Chuck. Spettacolo esilarante, la sua faccia schifata era impagabile. Dopo pranzo, in cui mi sono dovuta sorbire un orrendo brodo vegetale preparato dall’ostetrica “pieno di nutrienti necessari per il neonato” e Chuck che insisteva per imboccarmi perché diceva che doveva far pratica per la bambina (ma la verità era che si divertiva troppo a vedermi mangiare quella roba da poppanti), l’ascensore si è aperto. “B ma dove diavolo eri finita…” disse Serena entrando in casa mia con Chuck alle calcagna. “Sorellina non è il caso di essere arrabbiate..” cercò di scusarmi Chuck. Lei non volle sentirlo. “adesso basta. Blair sapeva quanto era importante per me questo colloquio e che sarei stata in ansia senza di lei. Avevo bisogno di lei, della mia amica, ma…” arrivata alla porta della mia camera si  bloccò sull’uscio e per poco non svenne, ed era una bella caduta da i suoi tacchi a spillo da 18 cm. “Blair” sussurrò. io con tutta la calma le sorrisi. “Serena. Come vedi, ero un po’ impegnata a partorire per venire al tuo pranzo di lavoro. Comunque, Shannon, lei è la zia S. Zia S lei è Shannon Evelyn Waldorf Bass. Abituati scenate del tipo “Blair come hai potuto farmi questo, non sei davvero mia amica e bla bla bla” perché se la tua zietta non cresce un po’ saranno molto frequenti. Chuck prendi la bimba” si affrettò ad obbedirmi, sedendosi sulla sedia posizionata accanto al letto. Serena mi fece un espressione da cagnetta bastonata a cui ormai era associata in tutto il mondo.  “oddio B scusami… non avevo idea… perché non mi hai avvisata?” “Sai, tra una doglia e l’altra, il parto della mia prima figlia, i controlli e questo frugoletto che vuole mangiare sempre” le accarezzai il nasino “Mi era proprio dimenticato di una cosa così importante come la tua mancanza di fiducia nelle tue capacità” dissi acida. L’avevo già perdonata, ma doveva pagare un po’. “Blair davvero scusami. È che sei così presa dalla bambina ultimamente… avevo bisogno di te… e poi…” si arrovellò un po’ la testa per trovare una scusa. Serena non era mai stata brava in queste cose. La verità era che il colloquio era andato male e doveva prendersela con qualcuno, e visto che io avevo saltato l’appuntamento ero il bersaglio più facile. Feci finta di crederle, a che serviva prendersela? Le sorrisi accondiscendente. “Va bene. Perdonata.” Sorrise sollevata. Vidi Chuck sulla porta che si metteva una mano sulla bocca per evitare di scoppiare a ridere. Aveva già capito tutto. “Vedi Shannon, quella è la tua mamma a lavoro. Impara da lei” le sussurrò all’orecchio. Serena si sedette sulla sedia accanto al letto e mi sorrise “Allora com’è stato partorire? Racconta tutto”
 
Parecchie ore dopo la notizia era su Gossip Girl e svariati altri siti. La primogenita Bass era molto importante. Poi per Gossip Girl la nascita di una Waldorf-Bass era l’inizio della fine. Non potei essere più d’accordo. Le avremmo insegnato tutti i trucchi del mestiere e sarebbe stata la regina indiscussa di New York. Vennero tutti i parenti e amici stretti, mia madre e Lily piangevano come una fontana. Tutti litigavano per averla in braccio e Chuck si dimostrò già il padre geloso che sarebbe sicuramente stato. Solo verso sera tardi se ne andarono tutti, lasciandoci finalmente soli. Shannon dormiva beata, eravamo riusciti a cambiare pure il materasso, arrivato subito su richiesta di Chuck quando Nate, dopo che Dan per curiosità aveva tolto gli asciugamani dal letto, era svenuto facendosi un bel bernoccolo, trasportandomi faticosamente e per miracolo sulla sedia. Il mio fidanzato si era dimostrato molto più apprensivo del solito. Faceva qualsiasi cosa gli chiedevo, facendomi sospettare a uno scambio di persone, ed era sempre disponibile. Ora si era disteso accanto a me, portando una tazza fumante di tè. “ecco a lei mia regina una fumante tazza di tè al ginseng solo per la sua felicità. Stai bene? Tutto a posto? Hai bisogno di altro?” “Veramente… si” dissi con una nota di malizia, che lui colse subito. “E sentiamo cosa posso fare per lei?” chiese con lo stesso mio tono “bè…  baciami” “agli ordini” si avventò su di me e risposi con slancio. Per riflesso incondizionato, cercai di avvicinarmi ancora di più a lui, ma la mia condizione me lo impedivano, facendomi malissimo. “Blair mi sa che non possiamo fare niente per un po’, ti fai male. E anche questi baci sono dannosi per te” disse Chuck apprensivo. Misi il broncio. “Solo baci. Prometto di non muovermi” ma guarda un po’ che conversazione… convincere Chuck Bass a baciarmi… “Blair non so…” lo presi per il mento. “lezione numero uno: Blair deve sempre avere tutto ciò che vuole”  e, naturalmente, lo ottenni.
 
 
 
 
 
IL MIO ANGOLINO
Hello everybody!! Ecco qua un’altra one shot, come su richiesta, che parla di Shannon, Chuck e Blair. Il titolo si riferisce, per chi non l’ha capito, a varie parti della storia. Quando Chuck fa quel discorso a Shannon, da dei consigli, delle lezioni, poi ancora lui diversi consigli per tutto il racconto, quella che Blair fa a Serena è una lezione, anche in parto in se è una lezione di vita, degli eventi nuovi, si deve imparare. E poi alla fine, lezione numero uno. Che poi è anche vero. Per qualsiasi altro dubbio non esitate a chiedere, COMMENTATE se volete avere un’autrice molto molto felice. I consigli non guastano mai, e se vi è piaciuta… *__________________*
Grazie a tutte, ditemi che ne pensate e se volete leggere qualcosa in particolare.
XOXO
M
 
 
*collegamento a un'altra mia storia, Non Ho Paura
**riferimento all’altra mia storia, The First Time

p.s Shannon in irlandese vuol dire "saggia" quindi è un riferimento alle lezioni di Chuck che la aiuteranno a diventarlo
  
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