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Autore: Dazel    28/12/2011    6 recensioni
Era la prima volta che sentiva le emozioni turbinare così forti dentro di lui per una persona che nemmeno conosceva... Non lo aveva mai provato prima, eppure gli era bastato guardare quello sconosciuto un attimo per capirlo: era amore a prima vista.
Per la Maritombola 3 [41. Fermata dell'autobus]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Autobus in amore

Naruto Uzumaki non aveva davvero bisogno di prendere l'autobus per tornare a casa da scuola, abitava talmente vicino che ci avrebbe messo molto meno tempo a piedi, eppure ogni giorno finite le lezioni camminava verso la banchina e attendesse che il mostro arancione e carico di gente arrivasse. Quando qualcuno gli chiedeva come mai lo facesse, Naruto rispondeva sempre che era troppo pigro, troppo stanco o aveva la cartella troppo pesante per affrontare il breve tratto a piedi, ma la verità era un'altra.

Il motivo per cui prendeva il bus, era perché si era perdutamente innamorato del ragazzo che ogni giorno intorno a quell'orario lo prendeva.

Era iniziato tutto per caso: Naruto un pomeriggio doveva svolgere una commissione fuori porta e aveva preso i mezzi pubblici. Si era seduto là dove aveva trovato posto e si era messo a scrutare, con la curiosità tipica di chi non è solito andare sui pullman, le persone a bordo. Una vecchina simpatica che leggeva una rivista, una donna dall'aspetto stanco, un uomo d'affari impegnato in una conversazione in una lingua straniera al telefono... e poi lui: un ragazzo bellissimo dalla pelle nivea e i capelli corvini.

Il cuore di Naruto aveva avuto un tumulto: era la prima volta che gli capitava una cosa del genere. Era la prima volta che sentiva le emozioni turbinare così forti dentro di lui per una persona che nemmeno conosceva... Non lo aveva mai provato prima, eppure gli era bastato guardare quello sconosciuto un attimo per capirlo: era amore a prima vista. Amore vero. Amore folle e incondizionato.

Restò sul mezzo tre fermate in più del previsto, scendendo solo quando ormai era troppo tardi, ma non gli importava davvero. Per tutto il tempo, da quando mise il piede giù dal mezzo a quando si sdraiò nel suo letto la sera successiva, continuò a pensare a quel ragazzo stupendo che fissava con aria assente fuori dal finestrino.

Avrebbe dovuto prendere di nuovo quel bus. Sperò con tutto sé stesso che quel ragazzo fosse un pendolare e non si trovasse lì per caso come lui, perché se non fosse stato così ritrovarlo sarebbe stato impossibile... Iniziò così la sua bizzarra routine.

All'inizio si era sentito strano, come un maniaco, ma poi la cosa era diventata divertente. Osservandolo aveva capito moltissime cose di lui: sapeva che era un ragazzo preciso, lo riusciva a capire dal modo impeccabile in cui portava la divisa scolastica. Non era un uomo di molte parole, perché quando qualcuno gli rivolgeva la parola cercava subito di mettere a tacere la faccenda per tornarsene nei suoi pensieri, perché era un ragazzo riflessivo e di questo Naruto ne era certo. Aveva scoperto che si chiamava Uchiha quando in un freddo pomeriggio autunnale il moro aveva tirato fuori un quaderno con scritto in copertina il suo cognome a pennarello. Quasi un mese dopo lo aveva visto a bordo con una bella ragazza dai capelli rosa che lo aveva chiamato per nome, Sasuke. Sasuke Uchiha era il ragazzo di cui Naruto Uzumaki era segretamente innamorato. Se lo ripeté un paio di volte nella mente per vedere l'effetto che faceva: era inebriante, bellissimo. Sorrise. Sasuke Uchiha era un nome perfetto per quel ragazzo, gli calzava a pennello.

Continuò così per quasi un anno. Ogni giorno Naruto prendeva l'autobus e si metteva dove poteva vedere bene l'altro ragazzo. Ogni giorno Naruto sperava che il moro lo notasse e gli rivolgesse la parola. Ogni giorno Naruto saliva sul mezzo e pensava a mille modi in cui avrebbero potuto entrare in contatto: poteva cadergli casualmente addosso per via di una brusca frenata, poteva fingersi interessato a qualcosa che lo riguardava, poteva chiedere un informazione su come raggiungere qualche posto, l'ora o... La fantasia lo portava lontano, eppure lo ancorava sempre a Sasuke. Non riusciva a toglierselo dalla mente, non riusciva a smettere di pensare a quanto lo amasse, senza alcuna ragione logica. Non soffriva per amore, non pensava di avere una possibilità con un ragazzo del genere. Erano entrambi uomini, eppure così diversi... Naruto era eccentrico, Sasuke ordinario. Naruto era esplosivo, Sasuke ricordava la neve. Non voleva nemmeno conoscerlo per davvero... Sapeva che all'altro sarebbe solo sembrato un idiota, forse lo avrebbe addirittura preso in antipatia. Il suo amore per Sasuke era ... effimero. Destinato a spegnersi, probabilmente. Era un'illusione dolce che si stava protraendo troppo a lungo, una fissazione, un vizio da cui era difficile liberarsi...

Ma in fondo, lui non voleva liberarsene affatto.

La pioggia cadeva con violenza dal cielo, rumorosa e crudele si abbatteva addosso alle persone che correvano da una parte all'altra in cerca di riparo. Quando l'autobus arrivò, Naruto era bagnato dalla testa ai piedi e di pessimo umore: la giornata era stata davvero atroce. Era stato interrogato per tre volte e aveva fatto solo una gran figuraccia, aveva smarrito il tagliando per la gita scolastica ed era stato punito con dei compiti extra per aver chiacchierato durante l'ora di giapponese. Era una giornata destinata a finire nell'albo nero.

Si mise al solito posto alzò gli occhi verso il moro, certo che con uno sguardo la tensione sarebbe scivolata via dalla sua mente esattamente come le gocce di acqua ghiacciata scivolavano rapide contro i finestrini al suo fianco, ma... Di Sasuke non c'era traccia. Naruto si allarmò: Oh no – pensò – forse ha comprato una macchina. Forse ha smesso di prendere l'autobus per sempre. Si alzò sulle punte dei piedi, agitato, e si scrutò attorno. Sentì le guance e le orecchi bruciare – era sparito. Non c'era traccia di Sasuke Uchiha. Non era sul bus, non c'era! Era la prima volta che non lo vedeva, la prima volta in assoluto... Il cuore iniziò a martellargli nel petto.

Forse stava male. Forse era in ospedale. Forse... Forse...

«Cerchi qualcuno?» Oh dio. Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille, perché apparteneva alla persona che perseguitava. Non poteva crederci. Era un'allucinazione? In quel caso, sperò durasse a lungo. Naruto si voltò lentamente e arrossì ancor di più quando vide Sasuke Uchiha scrutarlo, con un ghigno sulle labbra.

«Io...»

«Non dire una parola, dobe. Pensavi non l'avessi notato?» Sussurrò a voce abbastanza alta perché nessuno oltre al biondo potesse sentirlo. Naruto trasalì, un po' perché il tono di voce di Sasuke in quel momento era così basso da fargli vibrare il cuore, e un po' perché... beh, lo aveva chiamato dobe!

«Io...» tentò di nuovo Naruto, ma venne interrotto. «Un paio di occhi che ti scrutano sono abbastanza pesanti.» Sentì una mano di Sasuke toccargli una coscia e per poco Naruto non si sentì mancare. Era un sogno. Un sogno. Solo un sogno. Sasuke non lo stava palpeggiando, assolutamente no.

«Mi... dispiace, tantissimo» disse Naruto deglutendo a vuoto «Io...»

«Oh, è la tua fermata» Sasuke si allontanò dal corpo del biondo, sorridente. «Continueremo questa chiacchierata più tardi.» Cosa intendeva? Naruto avrebbe voluto chiederglielo, ma dovette affrettarsi a scendere la veicolo. Tutto quello che era appena successo era così irreale, così ... strano. Si toccò dove la mano di Sasuke lo aveva sfiorato, con imbarazzo... Oh, quante seghe si sarebbe fatto su quel tocco! Arrossì al solo pensiero. Sentì qualcosa nella sua tasta, infilò la mano dentro e quando la tirò fuori vide un cartoncino con il nome del moro e un numero di telefono.

Oh.

Un sorriso luminoso come il sole comparve sulle sue labbra, a dispetto del cielo torvo e temporalesco.

La vita era bella.

   
 
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