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Autore: Flaren_    29/12/2011    1 recensioni
E se ti venisse offerta una seconda chance per cambiare quello che hai fatto? Brian ha questa possibilità. Ha la possibilità di tornare indietro nel tempo e cambiare quello che è successo, ha la possibilità di cambiare quello che era. Ma riuscirà a cambiare tutta la sua vita in sei mesi?
"Ricorda, sei mesi …
La voce ripeté il suo avvertimento un’ultima volta, e tacque, mentre le sue parole continuavano a rimbombare nella mia testa.
Avevo sei mesi. Sei mesi di vita per sistemare tutti i casini che avevo combinato. Avevo una seconda chance.
"
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Sei mesi, 181 giorni



<< Hai sei mesi, ricordatelo. Sei mesi. Quando il sole tramonterà per la 181esima volta, verrai richiamato qui, e non potrai opporti, succederà in ogni caso.>>
Annuii, concentrato, mentre intorno a me tutto iniziava a tremolare, prima piano, poi sempre più forte, finchè non riuscii più a distinguere nulla, se non una massa informe.
Sentii una spiacevolissima sensazione di risucchio, e mi sentii mancare la terra sotto i piedi. Era come credere di cadere dal letto, mentre dormi, e svegliarsi di colpo accorgendosi che non è così. Solo che io non mi svegliavo. Quella orribile sensazione durò poco, però. Poco dopo, mi sembrò di venire appoggiato delicatamente a terra, e percepii, per la prima volta dopo tanto tempo, di avere un corpo. Era strano, mi sentivo pesante. Mi guardai sorpreso le mani, scoprendo che ce le avevo, mentre i passanti mi fissavano straniti.
Ricorda, sei mesi …
La voce ripeté il suo avvertimento un’ultima volta, e tacque, mentre le sue parole continuavano a rimbombare nella mia testa.
Avevo sei mesi. Sei mesi di vita per sistemare tutti i casini che avevo combinato. Avevo una seconda chance.
 
Innanzitutto dovevo capire in che anno e in che mese ero arrivato. Molto probabilmente era a sei mesi dalla mia morte, ma non potevo esserne così sicuro, cose del genere non sono mai certe.
Perciò, tirando fuori le mie memorie umane, avanzai barcollando, cercando un espositore di giornali.
Oh, eccone uno. 13 settembre 2008. Ok, la data era giusta. Sarei morto il 13 marzo, quindi erano esattamente 6 mesi, esattamente 181 giorni. Non che avessi sperato davvero in qualche giorno in più, ma perlomeno ci avevo provato. Dovevo sistemare talmente tante cose che sei mesi forse non mi sarebbero bastati. Dovevo sistemare in sei mesi anni e anni di stronzate.
Lo sconforto mi prese per un attimo, ma mi ripresi immediatamente. Se ti danno un’opportunità che non credevi possibile, è stupido sprecarla perché pensi che non ci riuscirai. In fondo, peggio di com’era già andata non poteva andare, perciò chi se ne frega. Al massimo, avrei lasciato la mia schifosissima vita com’era, e avrei buttato l’unica opportunità di cambiare chi ero, e la mia anima avrebbe subito quello che si meritava.
Effettivamente non rincuorava molto, come discorso, ma perlomeno sapevo che non potevo fare peggio, solo meglio.
Sorrisi, e decisi di capire dov’ero.
Fermai un ragazzino sui quattordici anni, chiedendogli dove mi trovassi.
 << Siamo a Manhattan, signore. >> mi rispose, con gli occhi sbarrati.
<< Sì, grazie. >> dissi, e gli diedi una banconota da dieci dollari, che pescai da una tasca, per ringraziarlo.
Mi fece un sorrisone e alzò una mano in segno di saluto. << Grazie mille, buona giornata! >>
Gli feci un cenno con il capo e mi guardai intorno. Bè, ovviamente era Manhattan. Mi concentrai e cercai di ricordarmi la via dove abitavo.
Prima che potessi farlo, una ragazza bruna vestita come una normale newyorkese mi afferrò per un braccio e mi trascinò all’ombra di un albero.
<< Sei tu? Sei Brian Howard? >> mi sussurrò all’orecchio, furtiva.
Annuii. << Sì, sono io. >>
Si allontanò da me e mi prese per mano, senza smettere di sussurrare. << Sono Jane Torres, e sono stata incaricata di aiutarti a riprendere confidenza con questo mondo, così potrai svolgere quello per cui sei tornato tra i vivi. >>
Annuii, le cose mi erano già più chiare.
Continuò a trascinarmi con sé, sbuffando. Si fermò davanti a un’auto nera parcheggiata accanto al marciapiede, e mi fece entrare. Cercai di protestare, tutto quello che stava succedendo mi ricordava troppo un rapimento, ma mi zittì dicendo che mi avrebbe spiegato in seguito.
Così, rassegnato, lasciai che mi portasse dove voleva.
 
Due ore dopo mi trovavo in casa mia, nella mia casa a Manhattan, s’intende, e Jane mi stava spiegando tutto quello che avrei dovuto fare per cambiare quello che avevo fatto.
<< Allora, esistono tanti universi paralleli, e dall’uno all’altro cambia il tempo. Se volessi, in pratica, potrei anche tornare all’era preistorica, però non sarebbe lo stesso universo, e se cambiassi qualcosa potrebbe cambiare l’intera storia del genere umano, ma questo te lo spiegherò in un altro momento. La cosa importante è che qualsiasi cosa tu decida di cambiare, potrebbe modificare il corso degli eventi, e quindi modificare tutto quello che è successo negli altri universi paralleli, cioè dopo la tua morte. Tutti questi universi paralleli girano, per così dire, intorno a un centro, che è il tempo presente, quello a cui tu devi tornare, prima o poi, il tempo in cui vivresti se non fossi morto o se non fossi saltato indietro. L’universo casa - come lo chiamerò da ora in poi - cambia continuamente, a seconda del tempo che scorre. Per farti capire, ogni secondo che passa, quel secondo diventa Universo Passato, mentre l’Universo Casa scivola avanti di un secondo. In pratica, l’Universo Casa varia sempre, il tempo scorre sempre avanti, non si ferma mai.  Ci arrivi fino a qui? >>
Annuii. << Sì, credo di sì. Perciò, esistono tanti universi paralleli, che però dipendono dall’Universo Casa, cioè quello che dovrebbe essere il presente, anche se, visto che il tempo scorre sempre, anche lui si sposta.>> cercai di riassumere.
Fece un sorriso soddisfatto, sistemandosi i lunghi capelli castani dietro le orecchie.
<< Bene, sì, bravo. Quindi, dicevo, tutto quello che cambierai in questi mesi, cambierà il futuro, cioè potrebbe cambiare quello che le persone diranno o penseranno di te, ma se avessi continuato a vivere avrebbero potuto esserti amici o roba simile, magari avresti incontrato una ragazza e te ne saresti innamorato, avreste avuto un migliaio di figli eccetera eccetera. Ma visto che tu devi riparare a come ti sei comportato, devi cercare di chiudere le faccende irrisolte con la tua famiglia e i tuoi amici, e cercare di farti perdonare per quello che hai fatto … diciamo, negli ultimi 8 anni. Ora siamo esattamente a sei mesi dalla tua morte, il che significa che tutto quello che è accaduto negli altri universi dopo il 13 settembre, cioè oggi, qui non è mai successo, perciò tu che invece lo sai, puoi cambiarlo.
Tra qualche ora ti ritornerà tutto in mente, molto amplificato, riuscirai a ricordare tutto quello che è successo nella tua vita, quello che hai detto e fatto, ma anche quello che deve ancora accadere. Ricorderai assolutamente tutto, e questo forse ti aiuterà a cambiare le cose.
Ti devo dare degli avvertimenti, però: se uccidi una persona in questo universo  – se lo farai ti rimanderanno dove sei venuto nel giro di un attimo –, cioè nel passato, cambierà tutto il futuro, quindi saranno modificate tutte le vite di chi lo conosceva. Per esempio, se aveva una ragazza e si sarebbero sposati e avrebbero avuto figli, quei figli non nasceranno mai, magari la ragazza si sposerà con un altro e di figli ne avrà altri, diversi, che non sarebbero mai esistiti se tu non avessi causato la morte del primo ragazzo. Perciò tutto quello che farai, avrà una conseguenza diversa sul futuro di chi conosci. Ti faccio un altro esempio: siamo a sei mesi dalla tua morte, perciò ancora Katie, la tua fidanzata del futuro, non l’hai conosciuta bene. Però, se lei diventasse di nuovo la tua fidanzata e tu la mettessi incinta, nel futuro nascerebbe tuo figlio, capisci? Ma se tu la mettessi incinta, lei dopo la tua morte molto probabilmente non sposerebbe Marc, il tuo amico, e quindi questo cambierebbe la vita di tutti, ma non sappiamo come. Tu che sai quello che succederà devi cercare di mantenere il futuro com’è già stato.
Visto che sai che Katie sposerà Marc, è inutile che tu la frequenti e che lei si innamori di te, perché la tua morte le causerebbe solo sofferenza. Puoi direttamente farle conoscere lui, e la loro vita sarà più felice.
Capisci ora? Puoi migliorare la vita di tutti, puoi dare qualcosa in cambio per quello che hai fatto. Puoi riscattare la tua vita di errori, la tua vita sregolata. Puoi cambiare chi sei stato.>>
Mi spiegò tutto in fretta, mentre la sua vocetta acuta balzava da un parola a  un’altra. Ci volle tutta la mia capacità di concentrazione per seguire quello che diceva
Annuii di nuovo, stringendo più forte il bicchiere che tenevo in mano, e mi sistemai meglio sul divano.
<< Insomma, posso cambiare tutto quello che è successo, ma solo in meglio. >>
<< Esattamente. Non puoi cambiare le cose in peggio, perché non è il motivo per cui sei stato rimandato tra i vivi. Qualsiasi cosa tu faccia, deve essere puntata a migliorare la tua vita e quella della tua famiglia e dei tuoi amici. >>
Ok, sembrava funzionare. Avevo una possibilità di riscattarmi, e non l’avrei buttata per niente al mondo. Avevo capito che avevo sbagliato con tutti, con Marc, con Katie, con mia madre e mio padre, con i miei fratelli. Negli ultimi otto anni avevo sbagliato tutto, ma forse se avessi cambiato le cose, se fossi riuscito a cambiare quello che ero stato, allora forse avrei potuto ottenere il perdono, salvare la mia anima.
<< Comunque, per qualsiasi cosa tu abbia bisogno puoi chiamare me, e sarò subito da te per aiutarti. Basta che tu faccia girare questo anello intorno al dito, pensando a me, e io ti sentirò. >>. Mentre parlava mi porse un semplice anello d’argento, con delle piccolissime incisioni che solo con il mio nuovo sguardo acuto avrei potuto notare. Lo infilai al dito, con attenzione, ma era esattamente della mia misura.
<< Portalo sempre, non togliertelo mai, altrimenti dovrai lasciare la terra, in quell’esatto istante. Oh, sì, come hai notato i tuoi sensi sono più acuti di quelli di un normale umano, non sorprenderti. Il fatto di poter sentire quello che gli altri dicono di te non può che aiutarti. >>
Per la prima volta mi rivolse un sorriso rapido, e improvvisamente notai che era bellissima, troppo bella per essere una semplice umana. Infatti, notai subito, parlava degli umani come se non ne facesse parte, e capii subito perché. Risi tra me e me, pensando a quanto ero stato stupido a non pensarci prima.
<< Sei un Angelo, vero? Non sei umana. >>
Annuì e sorrise di nuovo. << Già, mi chiedevo quando te ne saresti accorto. >>
Si alzò in piedi, e l’uomo nerboruto che ci aveva fatto da autista e che ci aveva seguito sempre la imitò.
<< Ci vediamo, Howard. Buona fortuna, e non perdere l’anello. >>
La fermai afferrandola per un polso. << Un’ultima cosa … perché il Gran Consiglio manda Angeli ad assistere quelli che hanno la possibilità di cambiare la propria vita? >>
Sorrise di nuovo, ma quella volta su un sorriso furbo e fulmineo. << Mandano noi Angeli ad assistervi per evitare che combiniate guai. Sai, non è normale che una persona all’apparenza sana di mente vada in giro tra gli umani a chiedere in che anno si trovano e in quale città. >>
Risi, e lei ammiccò, prendendo per mano il suo protettore. In un attimo, svanirono, e mi ritrovai solo.
Feci un sospiro, e presi il bicchiere dal tavolino su cui l’avevo posato, bevendo un sorso dell’acqua che ci avevo versato. I cubetti di ghiaccio - quelli che rimanevano, perlomeno - tintinnarono sul vetro del bicchiere, e mi avviai verso la cucina, perso nei miei pensieri.
Dovevo mettermi a lavoro.



Flar's Notes **************************************************************

Salve, gente, rieccomi con un'altra storia! Questa mi intriga particolarmente, e spero che sia piaciuta anche a voi! *sorride amabilmente*
Ditemi pure le vostre impressioni, sono impaziente di sapere che effetto vi ha fatto questo primo capitolo! Un po' strano, eh? :D
Buone vacanze a tutti,
Flar
   
 
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