Katniss,
sarà
la decima volta che prendo un foglio e inizio a
scriverti una lettera. Sarà infantile, ma ho bisogno di
farlo. Solo che non so
da che parte iniziare.
Domani scenderemo nell’Arena e so che non mi vorrai mai come
alleato. Come potrei biasimarti, non mi vorrei neanche io come alleato.
Posso
solo sperare che, aggregandomi ai Favoriti come penso di fare, riesca
ad
allungarti la vita e a darti una possibilità di vittoria in
più.
Ma
non è per confessarti la strategia che userò
nell’Arena,
che ti scrivo. Vorrei che sapessi che tutto quello che ho detto quella
sera all’intervista
lo pensavo davvero e lo penso ancora. È vero che non mi
servirebbe a niente
vincere e tornare a casa, perché non ci saresti tu ad
aspettarmi; è vero che
giù al Distretto 12 farebbero la fila per chiederti di
uscire, se non avessi
sempre intorno quel tuo amico Gale. E, soprattutto, è vero
che ti amo da quando
avevamo otto anni e ti ho regalato quelle due pagnotte di pane alle
noci,
prendendomi gli schiaffi di mia mamma.
Forse
ti amo ancora da prima: da quando mio padre ti indicò,
il nostro primo giorno di scuola delle elementari.
Avrei
voluto dirtelo miliardi di volte, ma c’era sempre quel
tipo ad accompagnarti e si guardava intorno come a dire “lei
è mia, non osate
avvicinarvi”. So che quando leggerai queste parole alzerai la
testa indignata e
dirai che non è vero, che lui è soltanto un
amico. Ma tu non hai visto mai il
suo sguardo
e non ti sei neanche accorta
di quanto fosse disperato, quando ti ha vista sul palco accanto a me,
il giorno
della Mietitura. Eri troppo impegnata a tranquillizzare Prim.
Ecco
un altro motivo per cui ti amo. Il tuo coraggio. Quel
coraggio che ti ha spinta ad offrirti volontaria come Tributo al posto
di tua
sorella. Ma forse non dovrei parlare di coraggio. La tua forza
è la tua
capacità di amare appassionatamente e senza limiti le
persone che ai tuoi occhi
lo meritano davvero.
Amo
anche il tuo atteggiamento da dura, quello che usi
quando non vuoi che gli altri ti si avvicinino. Lo amo
perché è una maschera,
ma è parte di te come lo sono i tuoi occhi, i tuoi capelli e
la tua pelle. E lo
amo perché quando lo lasci da parte e riesci ad essere te
stessa fai vedere al
mondo la ragazza splendida che sei e che amo da sempre. Credo di amarlo
perché
ti tiene nascosta agli altri, come un diamante grezzo in una miniera di
carbone.
Sento delle voci in corridoio. Credo che Haymitch stia
arrivando per concordare gli ultimi dettagli strategici per quando
saremo nell’Arena.
La mia richiesta sarà una sola: fai vivere Katniss.
Darò
a lui questa lettera e spero davvero che possa consegnartela,
perché significherà che hai vinto gli Hunger
Games e che stai tornando a casa
da tua sorella, come le hai promesso.
E
spero che nel tuo cuore tu abbia pensato anche per un solo
istante che sarei stato degno del tuo amore.
Ti amo.
Tuo,
per sempre
Peeta
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Dunque,
oggi pomeriggio ero di umore un po' così, e mi è
venuta in mente una cosa molto stupida (che poi sarebbe la
poco-più-che-una-flash che avete appena letto).
Sono
partita dal presupposto che noi di quello che fa Peeta mentre Katniss
è lontana da lui non lo sappiamo e mi piace pensare che la
sera prima che scendano nell'Arena lui decida di dichiararsi, anche se
solo ad un foglio di carta (e anche se l'ha già fatto
davanti a tutta Panem).
Non
so che altro dire... è la mia prima storia in questo fandom,
spero che vi sia piaciuta. Se trovate errori, è tutta farina
del mio sacco, non mi ha betata nessuno ^^
Il
titolo è in prestito da una canzone dei Modà, che
potete ascoltare cliccando sul banner ;)
Se
lascerete un pensiero sarà un enorme piacere per me
leggerlo, ma se non volete, non fa niente, l'importante è
che vi sia piaciuta.
Grazie
a tutti, di cuore.