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Autore: NikkiLu    29/12/2011    10 recensioni
Edward Cullen ed Isabella Swan sono vicini di casa, vivono uno di fronte all’altro da quasi sei mesi. Lui è di Seattle, lei di Phoenix. Entrambi si erano trasferiti a New York per motivi di lavoro, lui è un aspirante avvocato, mentre lei lavora al New York Times come segretaria di un pezzo grosso. Non si sopportano. Edward è il classico donnaiolo ed egoista, le donne sono attratte da lui come calamite per il suo fascino (il classico bello ma dannato), mentre i ragazzi si innamorano di Bella per la sua semplicità e la sua dolcezza, e naturalmente per la sua bellezza. Insomma, sono il giorno e la notte, non possono parlare per più di 5 minuti senza litigare. Finchè una sera...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Edward Cullen ed Isabella Swan erano vicini di casa, vivevano uno di fronte all’altro da quasi sei mesi. Lui era di Seattle, lei di Phoenix. Entrambi si erano trasferiti a New York per motivi di lavoro, lui era un aspirante avvocato, mentre lei lavorava al New York Times come segretaria di un pezzo grosso. Non si sopportavano. Edward era il classico donnaiolo ed egoista, le donne erano attratte da lui come calamite per il suo fascino (il classico bello ma dannato), mentre i ragazzi si innamoravano di Bella per la sua semplicità e la sua dolcezza, e naturalmente per la sua bellezza. Insomma, erano il giorno e la notte. La prima volta che si erano incontrati era scattata la scintilla. Lui era stato molto gentile, l’aveva aiutata a portare gli scatoloni si erano anche presi un caffè insieme. Poi però Bella non ci aveva messo tanto a capire com’era fatto, quando aveva visto uscire dal suo appartamento due ragazze che sembravano modelle e che dal modo in cui si strusciavano ad Edward, mentre lui le accompagnava all’ascensore, non potevano nemmeno essere sue sorelle o due semplici amiche. Così la delusione era stata così grossa da far diventare Bella scontrosa da un giorno all’altro.
 
Pov Edward
 
Le porte dell’ascensore si aprirono e mi ritrovai davanti Bella. Indossava un vestitino nero, molo corto e molto stretto, e dei tacchi vertiginosi. Teneva lo sguardo basso e quando alzò il viso puntò i suoi occhioni marroni nei miei, ed io deglutì. Aveva un trucco leggero, le guance lievemente arrossate: era bellissima. Rimasi immobile e con la bocca aperta come un ebete. Restammo in silenzio per alcuni secondi, guardandoci negli occhi.
“ti sposti? Mi stanno aspettando…” disse lei.
“chi ti sta aspettando?” chiesi senza muovermi.
“non che sia affar tuo...dei miei amici”
“da quando hai degli amici?!” dissi pungente, tenendo con una mano la porta dell’ascensore per evitare che si richiudesse.
“sai..- disse avvicinandosi e mettendosi a pochi centimetri dal mio viso- le persone come me hanno degli amici, le persone come te hanno sgualdrine e persone che si fingono sue amiche solo per entrare più facilmente nei locali e cose così…”
“ah si?”
“si…” rispose sempre vicinissima al mio volto.
“almeno io di tanto in tanto scopo…” lei era stata cattiva con me. Perché non potevo esserlo anche io?
“Edward, Edward…tu non mi consoci e poi a letto con te vengono solo galline stupide, io non sono stupida e tantomeno una gallina…perciò il fatto che non venga  a letto con te non significa che non abbia una vita sessuale...io punto più in alto” disse avvicinandosi ulteriormente. Potevo sentire il suo respiro sulla mia bocca, e Dio, mi stavo eccitando come un ragazzino alle prime armi.
“adesso scusami, ma mi stanno aspettando…” mi sussurrò all’orecchio.
Io mi mossi senza realmente capire quello che era appena successo, le porte dell’ascensore si chiusero e lei mi fece un cenno con la mano. Il bip dell’ascensore riuscì a riportarmi sulla terra. Quella non poteva essere Bella…non poteva! Rientrai in casa mia. Quella sera non avevo programmi, però avevo voglia di uscire così chiamai Emmett e decidemmo di incontrarci in un locale dove andavamo spesso e non lontano da dove abitavo.
Così alle 10.30 eravamo seduti ad un tavolo del privè con Tanya, Irina e Jasper il ragazzo di mia sorella che come al solito era in ritardo. Stranamente mi stavo annoiando. Improvvisamente il mio Iphone cominciò a suonare: era il mio capo. Uscì dal locale per rispondere a quel rompicoglioni del mio capo, che poi era anche un grande amico di mio padre.
Una volta all’esterno dell’edificio e lontano dalla musica risposi.
“pronto?”
“Edward, sono Aro. Scusa per l’ora,  ma è urgente, ho bisogno che domani pomeriggio tu vada all’ufficio di Jenks per ritirare dei fascicoli. È una faccenda delicata e ho bisogno che sia tu ad occupartene”
“D’accordo nessun problema”
“hai dato un’occhiata al caso che ti ho lasciato sulla scrivania?”
“si, l’ho letto questa mattina e..” non riuscì a finire la frase perché vidi scendere da un taxi e dirigersi proprio verso l’entrata del locale lei.
“Edward? Ci sei?”
“si scusa Aro, ma devo scappare…ne riparliamo domani” cominciai a camminare per avvicinarmi a lei.
“si, forse è meglio…buona serata!”
“altrettanto!” agganciai, mettendo in tasca il cellulare.
“Bella!”
“t-tu?- chiese incerta- cosa ci fa qui?”
“mmm mi diverto…”
“e non potevi andare a divertirti da un’altra parte?” disse acida
“io lo chiamo destino…” dissi sorridendo sornione.
“io lo chiamo stalking”
“come sei esagerata!”
Si limitò ad alzare gli occhi al cielo.
“sei sola?”
“le mie amiche mi aspettano dentro…”
Rimanemmo in silenzio per alcuni secondi, fino a quando i miei amici non uscirono dalla porta principale.
“Ed noi andiamo al Top’s…Alice ci aspetta là” mi informò Emmett
“d’accordo..”
Tanya si avvicinò.
“tu non vieni?” chiese con uno sguardo molto poco casto.
“no…non ne ho voglia” risposi.
Le si girò a fissare Bella con aria spocchiosa.
“vuoi che resti con te?”
“no no, vai pure...” dissi sorridendole.
“allora ci sentiamo” disse lasciandomi un bacio sulla guancia. Dopo che il gruppetto si fu allontanato Bella parlò.
“allora io vado…” disse iniziando a camminare lentamente.
Colsi l’occasione al volo.
“senti ti va di venire con me?”
“eh?”
“si, nel privè..”
“non credo sia il caso..”
“dai…ti offro da bere.”
“non lo so…”
“non farti pregare…che ti costa? Se non ti diverti o se non riesci proprio a sopportarmi vai dai tuoi amici..”
“Edward nemmeno due ore fa mi hai dato della frigida…”
“ho solo risposto ad una tua provocazione..”
“che altro non era la risposta ad una tua affermazione poco carina…”
“va bene, va bene. hai vinto- dissi alzando le braccia al cielo, divertito dalla situazione- allora diciamo che per farmi perdonare voglio offrirti qualcosa da bere”
Lei mi scrutò attentamente in volto, per poi inarcare un sopracciglio.
“solo da bere?” era scettica.
“solo da bere” confermai.
“mmm…d’accordo…” rispose anche se sembrava ancora incerta.
Non so perché la invitai. Forse avevo solamente voglia di passare una serata con lei visto che mi aveva sempre affascinato e incuriosito sin dalla prima volta che avevo incrociato il suo sguardo così…dolce. Forse volevo solamente portarmela a letto, perché, diciamocelo, era davvero uno schianto.
Estrasse il cellulare dalla sua borsetta e scrisse un messaggio. Probabilmente avvisò i suoi amici di non aspettarla.
Le poggiai una mano sulla schiena per indicarle la strada. Il bodyguard ci aprì la porta, e poi salimmo le scale che portavano nella sala illuminata solamente da delle luci soffuse e con una vetrata che si affacciava sul locale vero e proprio. La diressi verso il mio tavolo e la feci accomodare sul divanetto, per poi sedermi accanto a lei.
“carino qui…” disse guardandosi intorno.
“non c’eri mai stata?”
“no..”
“cosa vuoi da bere?”
“mmm…credo che un martini bianco andrà bene”
Fermai il primo cameriere che vidi passare e ordinai il martini per Bella ed un gin tonic per me, che arrivarono immediatamente.
“stasera sei bellissima…” le sussurrai all’orecchio.
“non ci provare…-disse sorridendo- o almeno se lo vuoi fare cerca di fare complimenti che non evidenzino il fatto che tutti gli altri giorni non sia bellissima” disse sorridendo.
“hey ma tu hai una risposta per tutto?” chiesi
“penso di si”
Le poggiai una mano sulla guancia.
“e se ti baciassi come risponderesti?”
“non risponderei o risponderei male- disse guardandomi seria- se lo farai più tardi vedremo…” concluse sorseggiando il suo martini e lanciandomi uno sguardo malizioso.
Le sorrisi.
Quella non poteva essere la Bella che avevo conosciuto durante tutti quei mesi, forse era la gemella cattiva e sexy, terribilmente sexy.
Forse era il luogo, le luci soffuse, il divanetto, l’alcol…ma era come se fossimo avvolti in una specie di bolla. C’era una sorta di tensione sessuale tra di noi che non c’era mai stata…era tutto così strano.
Il suo cellulare cominciò a squillare, rovinando l’atmosfera che si era creata intorno a noi.
“Pronto?”
Spalancò gli occhi, passandosi nervosamente una mano tra i capelli.
“Jake ciao..”
“si tutto apposto…”
“si sono qui, cioè no…voglio dire sono qui ma non con Jess…” disse, sembrava in difficoltà.
“senti Jake scusa ma proprio non posso…”
“facciamo un’altra volta?”
Alzò gli occhi al cielo.
“mi dispiace, ma dovevi avvertire prima! Non ricominciare con questa storia per favore…non ti sento, aspetta.” si alzò dal divanetto e si diresse verso l’uscita “ torno subito”
“prego..”
Avrei tanto voluto sapere chi diavolo era questo Jake, doveva proprio chiamare in quel momento?
Aspettai 5, 10 minuti ma di lei neanche l’ombra. Finalmente dopo 20 minuti la vidi tornare.
“scusami tanto” disse tornando a sedersi accanto a me.
Riprese a sorseggiare il suo drink, ma dal suo sguardo riuscì a capire che c’era qualcosa che non andava.
“tutto apposto?”
“si, si…”
“sicura?”
Attese qualche secondo prima di parlare, probabilmente era indecisa se vuotare il sacco o meno.
“è il mio ex…ancora non riesce ad accettare che la nostra storia sia finita…eravamo amici sin da piccoli e capisco che per lui il fatto che abbia troncato del tutto i rapporti sia stato doloroso, ma ho dovuto farlo. Sul serio! Io non avrei mai voluto farlo…ma sono stata costretta! Dio, perché ti sto dicendo questo?!?!” disse rivolgendo la domanda più a se stessa che a me.
“e lui è qui adesso’”
“si, è di sotto con i miei amici… sei fortunato, anche se non mi diverto starò qui con te lo stesso…non andrei mai e poi mai giù”
“vuoi dire che non ti stai divertendo?”
“no, certo che no” disse sorridendo.
Iniziammo a parlare di tutto e di più, e sebbene fossimo completamente diversi, stranamente riuscimmo a parlare serenamente, come non eravamo mai riusciti a fare. Mi raccontò del lavoro, dei progetti futuri, della sua famiglia…e io feci altrettanto. Isabella Swan la vicina fredda e antipatica si era rivelata una sorpresa. Una piacevole sorpresa.
Verso le due di notte decidemmo di andare nella pista al piano di sotto per ballare. Non credevo accettasse l’invito visto che lì molto probabilmente non molto lontano da lei ci sarebbe stato quel Jake. Forse non le importava o forse non ci aveva proprio pensato. Fatto sta che arrivati in pista ci mischiammo tra la folla. Le poggiai le mani in vita, per evitare che qualche coglione la toccasse , mentre lei mi circondò il collo con le braccia. Eravamo davvero vicini, potevo sentire il suo respiro proprio sopra la mia bocca: ed era bellissimo. Improvvisamente fece combaciare i nostri bacini e cominciò a muoversi, o meglio, a strusciarsi su di me a ritmo di musica. Dio, cos’era. Quando fece scontare le nostre intimità con un colpo secco, non ci vidi più e la baciai. Fu un bacio passionale, spinsi la lingua all’interno della sua bocca e lei la lasciò entrare. Le nostre lingue cominciarono una danza frenetica, una alla ricerca dell’altra. Iniziai a far vagare le mie mani sul suo corpo, i pantaloni cominciavano a stringermi…
La presi per mano e la trascinai fuori dalla pista per evitare di dare spettacolo, notai la porta della toilette e dopo esserci scambiati un sorriso complice entrammo chiudendo la porta alle nostre spalle. La spinsi sulla porta, cominciando a baciarle il collo e sentendola ansimare, continuai a baciarla con ancora più passione.
“Cosa stiamo facendo?” disse improvvisamente.
“ancora niente” risposi ridendo sul suo collo.
Ormai ero completamente partito, andato…portai le mani sul suo sedere per spingerla contro la mia ormai evidente eccitazione.
“ah, ah..” gemette eccitata
“ti piace?”
Mi afferrò il volto e cominciò a baciarmi, spingendo con forza la lingua nella mia bocca.
Poi tirò giù la zip dei miei calzoni ed infilò la mano nei miei boxer.
“ah…” un gemito strozzato uscì dalla mia bocca.
“ti piace?” disse citando la mia battuta di pochi secondi prima.
Iniziò ad aumentare il ritmo, per poi diminuirlo quando ero vicino all’apice. Era una tortura, una bellissima tortura.
“mi farai morire così..” riuscì a dire tra un gemito e l’altro.
Aumentò il ritmo nuovamente, lasciando dolci baci sia sulla mascella e sul collo.
“sp-spostati…” dissi raggiungendo l’apice. Lei tolse la mano, guardandomi con sguardo soddisfatto.
Dopo qualche minuto, quando finalmente il respiro tornò regolare la guardai negli occhi sorridendo.
“questa proprio non me la sarei mai aspetta da te…”
“te l’avevo detto che non mi conosci..”
Le lascia un bacio a stampo sulle labbra, dolce.
“andiamo a casa?” le chiesi, richiudendo la zip.
“andiamo a casa” disse sorridendo.
Le afferrai la mano ed uscimmo dal bagno, trovandoci davanti un ragazzo dai capelli neri, che dapprima fissò Bella, poi me ed infine le nostre mani intrecciate.
“e questo cosa significa?”
“Jake! T-tu co-cosa ci fai qui?” disse Bella, in evidente difficoltà.
“No, io dovrei chiederlo a te!” disse guardandomi.
Quel tizio proprio non mi piaceva.
“allora? Che c’è ? te la fai con i figli di papà adesso?” continuò rivolgendosi a Bella.
“non sono affari che ti riguardano…- intervenni in aiuto di Bella- e adesso scusaci ma dobbiamo andare…sai il figlio di papà qui presente non vorrebbe spaccarti la faccia, sai ha di meglio da fare…” dissi aumentando la stretta sulla sua mano e incamminandomi verso l’uscita del locale a passo spedito.
“con permesso..”
Una volta fuori andai verso la mia macchina, parcheggiata a pochi metri dal locale. Strano, pensavo che quel Jake ci avesse seguito. Meglio così.
 Il viaggio in macchina fu silenzioso. Bella era assorta nei suoi pensieri, improvvisamente era nervosa. Lo capivo dal modo in cui si stava torturando i capelli.
“scusa per la scenata pietosa” disse all’improvviso.
“hey non fa niente, non importa. E poi non è neanche colpa tua…” la rassicurai sorridendo.
“stasera sei…diverso”
“anche tu…”
“già..” rispose, iniziando a fissare le sue scarpe.
Dopo neanche 10 minuti di viaggio (silenzioso) arrivammo a  casa e dopo aver lasciato la macchina nel parcheggio sotterraneo, prendemmo l’ascensore.
“allora…- disse davanti alla sua porta di casa-…buonanotte”.
È?
Era forse uno scherzo???
Mi avvicinai a lei, circondandole la vita con un braccio.
“hey…avevo capito che volessi passare il resto della serata con me”
Lei si staccò da me.
“senti Edward sono stata bene con te questa sera, sul serio. Solo che…non credo che sia una buona idea…”
“perché? Io invece credo che sia un ottima idea, e sinceramente pensavo che lo fosse anche per te, nel bagno…”
“ho fatto una cazzata, ho agito senza pensare”
“dimmi solo perché non vuoi che entri..”
 “Edward siamo diversi…cosa vuoi che faccia? Che venga a letto con te, che passiamo la notte insieme e poi domani torni ad essere quello di sempre? Torniamo ad ignorarci e a risponderci male? Scusa ma non fa per me, io non sono così, non lo sono mai stata e mai lo sarò. Sono sicura che sei io entrassi nel tuo appartamento, o tu nel mio, dopo sarà un casino totale, già lo so. Mi conosco abbastanza bene… mi sono sempre complicata la vita e adesso non he più voglia..”
“ma non è vero, non sarà così!”
“Edward per favore smettila. Sappiamo benissimo che sarà così! Andiamo lo sai anche tu…a te venire o non venire a letto con me non cambierà proprio un bel niente! quindi per favore ho la vita già abbastanza incasinata…non complicarmela ulteriormente”.
“Bella, non è assolutamente vero! Invece cambierebbe qualcosa se solo tu..”
“Edward io non voglio innamorarmi di te” mi interruppe bruscamente per poi guardarmi negli occhi.
“buonanotte” disse infine entrando in casa, lasciandomi solo come un idiota. Non ci potevo credere: ero andato in bianco. Per quanto la cosa potesse darmi fastidio, avevo una sensazione strana addosso. Quella sera mi ero veramente divertito con lei, ero stato bene….come non stavo da tanto. L’unica cosa a cui riuscivo a pensare era che non volevo assolutamente che le cose tra noi tornassero com’erano fino a poche ore prima. Rientrai in casa mia sbattendo la porta.
 
 
 

 
Pov Bella


Era circa passata un’ora da quando avevo cominciato ad infamare la parte più nobile di me. Dio come avevo potuto rifiutare di passare la notte con lui!
Ero stata una stupida, un’idiota, una cretina. Ero stata benissimo con lui al locale, e anche nel bagno del locale…
Cazzo! Mi ero pentita di quello che avevo detto un secondo dopo che avevo avuto il coraggio di pronunciare quelle fottutissime parole, anche se effettivamente la parte più nobile di me, aveva ragione. Lei sapeva che sei avessi passato la notte con lui, mi sarei inevitabilmente innamorata di lui…lo sapeva perché io non facevo sesso senza amore. Lo sapeva perché sarebbe andata per forza in quel modo! Io mi sarei innamorata perdutamente di lui, di lui che non andava mai a letto due volte con la stessa persona… e avrei dovuto cambiare appartamento. E io non volevo cambiare appartamento…mi piaceva da impazzire quello dove abitavo e l’affitto era anche ad un buon prezzo. Però…non era detto che mi sarei innamorata. Voglio dire…avevo 24 anni dopo tutto…cosa mi avrebbe fatto di male una bella scopata? Per una ora di fila continuai a fare discutere le due parti di me (quella nobile e quella no), non mi ricordo bene cosa si dissero. So solo che alle 4  del mattino mi ritrovai a bussare alla porta del suo appartamento, in intimo, con indosso solamente una striminzita vestaglia.
“hey..” era visibilmente sorpreso nel vedermi lì, lo avevo capito dal modo in cui aveva strabuzzato gli occhi.
Non sapevo bene quello che sarebbe stato più opportuno dire, così decisi di andare subito al sodo. Mi fiondai addosso a lui, baciandolo con passione. Lui rispose anche troppo prontamente al bacio, chiudendo la porta con un calcio e prendendomi in braccio, arpionando le sue mani nel mio fondoschiena. Mi distese nel letto, mettendosi sopra di me, stando sempre attento a non pesarmi troppo. Eravamo entrambi in intimo, il che ci facilitò molto. Mi tolse dapprima il reggiseno, cominciando a lambire ogni centimetro della mia pelle, con la lingua. Era dolce, delicato… non credevo fosse così, come dire, attento….
Poi fu la volta delle mutandine, e solo in quel momento riuscì a realizzare che mi trovavo sul serio nuda sotto il mio vicino, il mio insopportabile vicino!
Decisi di prendere un po’ in mano la situazione…così dopo aver ribaltato le posizioni, gli tolsi i boxer che finirono da qualche parte nel pavimento della sa camera.  Continuammo a baciarci, fino a quando Edward invertì nuovamente  le posizioni, e una volta messo il preservativo,  si posiziono meglio tra le mie gambe entrò in me, con una spinta decisa che mi fece emettere un gemito di piacere.
Iniziò a muoversi dentro di me, dapprima lentamente e poi sempre più veloce. Quando percepì dal formicolio al basso ventre che l’orgasmo era prossimo andai sopra di lui, continuando a muovermi. Arrivai all’apice del piacere emettendo un urletto alquanto imbarazzante. Edward con un colpo secco fece in modo che tornassi sotto di lui e dopo due spinte forti e decise raggiunse anche lui l’orgasmo.
Si distese sopra di me, respirando velocemente e nascondendo il volto tra l’incavo del collo e la spalla.  Dopo qualche minuto, quando i respiri si erano regolarizzati, mi lasciò un tenero bacio sulla guancia, distendendosi accanto a me e facendomi poggiare il volto sul suo petto. Iniziò carezzarmi i capelli, delicatamente.
“wow…ritiro tutto quello che ho detto in questi mesi: non sei affatto frigida”
“anche io ritiro quello che ho detto: non sei affatto egoista, almeno a letto…”
“sono contento di averti fatto cambiare, almeno in parte, l’opinione che hai su di me”
“si, anche io”
Non sapevo bene cosa fare. Sarei dovuta rimanere lì o sarei dovuta tornare in casa mia?
Dopotutto lui aveva ottenuto quello che voleva, cosa rimanevo a fare?
“bhè allora io vado…” dissi tirandomi su a sedere
“come?!? Perché?!” disse mettendosi seduto anche lui.
Non sapevo cosa rispondere.
“ecco, noi l’abbiamo già fatto, che senso….che senso ha..”
Mi interruppe bruscamente.
“io voglio che tu rimanga”
Ci fissammo negli occhi per quello che a me sembrò un tempo davvero lungo.
“sicuro?”
Si distese nuovamente, battendo la mano nel materasso. Tornai nella posizione di prima, poggiando il volto sul suo petto. Lui ci coprì entrambi con la coperta e riprese a carezzarmi i capelli.
“buonanotte”
“’notte”
Mi lasciò un tenero bacio tra i capelli, ed io sorrisi tra me e me.
 

 
 
 
Ok, ok, ok
Questa è un'altra mia uscita di testa. In questi giorni mi sentivo particolarmente creativa e così la mia testolina malata ha elaborato questa cosina qui.
Allora: non so se vale la pena continuarla o lasciarla così, con un finale aperto.
Fatemi sapere cosa ne pensate…per favore per me è importante! J
I personaggi vi piacciono? Volete qualche chiarimento??
 
Bacioni
NikkiLu
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  

  
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