Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: ross_ana    30/12/2011    8 recensioni
-Come fai, George? Come fai a essere te stesso? – il sorriso era scomparso, la sua espressione seria, gli occhi pieni di lacrime. – Non ti sto accusando, non dico che soffri meno di me… ma come fai ad apparire così naturale, quando nostro fratello non c’è più?
Dedicata ai cinque angeli volati in cielo la notte di Natale. Ciao amici miei...
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Weasley, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic





A Domenico, Samuel,
Emanuela, Frank e Robert.
Riposate in pace, angeli.
Ti voglio bene, Rob.




Ginny era seduta in giardino, con la schiena poggiata alla staccionata, e fissava le nuvole.
Non era in grado di quantificare il tempo che era passato da quando si era stretta le gambe al petto, ma il sole era scomparso dietro la Tana e il cielo cominciava a scurirsi.
-Ehi…
Al suono della voce di suo fratello aveva alzato lo sguardo, fissandolo nei suoi occhi, e una smorfia si era dipinta sul suo viso.
-Stanotte l’ho sognato.
Non c’era bisogno di chiedere a chi George si stesse riferendo, perché nel suo tono triste si percepiva l’eco del nome di Fred.
-E che ti ha detto?
Non si era girata a guardarlo, ma attendeva con trepidazione la sua risposta. Perché lei non aveva mai sognato Fred, da quando era morto. Agognava ogni notte di poterlo vedere, anche solo un’altra volta. Quando poggiava la testa sul cuscino, sperava intensamente di incontrarlo nell’incoscienza per poter vedere il suo sorriso, per poter scrutare nei suoi occhi sempre allegri, per poter ascoltare una sua stupida battuta.
-Che anche se è morto rimane sempre più bello di me.
Ginny non riuscì ad impedirsi un sorriso.
-Come fai, George? Come fai a essere te stesso? – il sorriso era scomparso, la sua espressione seria, gli occhi pieni di lacrime. – Non ti sto accusando, non dico che soffri meno di me… ma come fai ad apparire così naturale, quando nostro fratello non c’è più?
Era raro vedere Ginny triste. Era raro vederla esternare i suoi sentimenti quando soffriva. Ed era ancor più raro che lei mostrasse il suo stato d’animo alla sua famiglia.
Non voleva essere egoista. Non riusciva a mostrarsi debole e affranta di fronte alla sua famiglia, che soffriva esattamente quanto lei.
Eppure non era riuscita a trattenersi. Non era riuscita a nascondersi ancora una volta dietro una falsa apparenza, nemmeno se d’avanti a lei non c’erano Hermione o Harry, ma suo fratello.
George sospirò, poi si sedette accanto a lei e le passò un braccio intorno alle spalle.
-Fred era la mia anima gemella. Lui era ciò che mi completava. Io senza di lui sono a metà. Lo conoscevo da sempre, da quando sono nato. Lui c’è sempre stato, sempre. I primi passi li abbiamo fatti insieme, le prime parole le abbiamo dette insieme, la prima magia l’abbiamo fatta insieme, i nostri sogni li abbiamo costruiti insieme. Non c’è qualcosa che io abbia fatto senza di lui. E da quando lui non c’è, anch’io non ci sono più.
Sospirò profondamente, e strinse Ginny ancora di più.
-E lasciati dire, sorellina, che nessuno conosceva Fred meglio di me. Più di mamma, più di papà. Io e Fred eravamo l’uno il diario dell’altro… e so che lui non vorrebbe vedermi come uno zombie. Lui non accetterebbe mai la mia resa. E non è vero che è morto e quindi non ha più importanza. Perché Fred vive dentro di me, e sai perché ne sono certo?
George aspettò che Ginny alzasse lo sguardo prima di rispondere alla sua stessa domanda.
-Perché il sorriso che vedi sulle mie labbra è il sorriso che Fred ha lasciato nella mia vita. La luce dei miei occhi è la luce degli occhi di Fred che brillano ancora attraverso i miei. Non sto dicendo che io sia in grado di far vivere Fred attraverso me, ma sono l’unico che può mostrare agli altri che Fred vive. Capisci quello che voglio dire?
Ginny lasciò scorrere una lacrima, poi tirò su col naso e chiuse gli occhi.
Si, capiva quello che suo fratello voleva dire. E allora riaprì gli occhi e sorrise.
-Ti voglio bene, Frorge… o forse è meglio chiamarti Gerd?
Non sarebbero mai riusciti a cancellare il dolore e la sensazione di perdita che provavano, ma forse potevano davvero continuare a vivere, mantenendo nella loro quotidianità solo l’eco della sua allegra risata e il riflesso dei suoi occhi brillanti di divertimento.










Non sono brava con gli addii, e questo certamente non vi rende giustizia.
Ma spero che ovunque voi siate, adesso, possiate farci sentire sempre l’eco della vostra risata e il riflesso brillante dei vostri occhi pieni di gioia.
Spero di rivedervi un giorno, amici.
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: ross_ana