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Autore: itsmorgana    31/12/2011    8 recensioni
(tate/violet) l’unica cosa che voleva era essere amato almeno una volta.
« No Vi, per favore. Io ti amo. Lo so che mi ami anche te, lo so che è così, vero? Dimmelo. »
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: I don't love you, like I loved you yesterday.
Autore: xskumfuks
Note: dopo tanto tempo finalmente sono tornata! lol questa one shot è dedicata al mio telefilm preferito, american horror story, e soprattutto alla mia coppia preferita, tate e violet ♥ essendo sincera non so da dove mi sia uscita questa oneshot ahahah lol cioè, sembrerebbe un finale alternativo per la 1x11 (?) ma non ne sono sicura. spero solo che vi piaccia, e sì.. le recensioni sono gradite lol
ah si, volevo solo precisare che il titolo di questa one-shot è una frase della canzone 'i don't love you' dei my chemical romance (♥) ma questa one-shot non ha niente a che vedere nè con la canzone nè con i my chemical romance, mi piaceva solo questa frase lol


I don't love you, like I loved you yesterday.

Mi giravo e rigiravo continuamente nel letto, non riuscendo a chiudere occhio. Ormai era da un po’ di tempo che avevo problemi a dormire, e non avevo la minima idea del perché.
Mi alzai di scatto e iniziai a camminare per la stanza per il nervosismo, sperando di riuscire a prender sonno.
Erano passati cinque giorni, cinque giorni che a me sembravano cinque mesi. 
« Violet » Sentii chiamarmi. Mi girai di scatto ma non vidi nessuno. Eppure riconoscevo la voce, l’avrei riconosciuta anche tra una folla urlante. Sapevo che era lui. ‘Vattene.’ Pensai tra me e me.
Trattenni a stento le lacrime, amavo il modo in cui diceva il mio nome.
Afferrai il portatile e lo accesi cercando di distrarmi un po’.
« Perdonami » Fu come se mi stessero sussurrando nell’orecchio, ma come mi immaginavo non c’era nessuno dietro di me.
« Per favore smettila » Dissi, ritornando con lo sguardo fisso nello schermo del computer.
Mi sorpresi di me stessa quando vidi che al posto di YouTube nella barra di Google avevo scritto UTube. Rimasi a fissare lo schermo, impassibile, sentivo delle lacrime rigarmi il viso e non volevo questo.
Chiusi di scatto il portatile, mi alzai e con tono deciso lo chiamai.
« Tate » Mi girai in torno ma non vedevo nessuno. « Tate! Fatti vedere!» Scrutavo nel buio della mia camera, ma continuavo a non vedere nessuno, fino a quando non sentii un gemito, proveniente non tanto lontano da me. Stava piangendo.
« Tate » dissi, sospirando. Nonostante tutto faceva male vederlo piangere. Lui stette zitto, ma la sua espressione parlava da sola. « Ti avevo detto di andare via » continuai.
« Sei stata te a chiamarmi pochi secondi fa.» rispose, singhiozzando e continuando a piangere.
Esitai per un secondo, rimanendo immobile a braccia conserte davanti a lui. Io lo amavo, più di ogni altra cosa al mondo, ma non potevo perdonarlo.
« Tate, smettila di perseguitarmi. Non tornerò indietro, te ne devi andare. Per sempre! » finii la frase urlando. Ero consapevole di quello che stavo dicendo, faceva male ma era la cosa migliore.
« No, Vi » avanzò di scatto verso di me. Mi prese le mani e mi fissò dritta negli occhi. « No, non mandarmi via di nuovo. Mi dispiace per tutto. Lo sai che non sono più quella persona. Per favore Vi, sei tutto quello che voglio, tutto quello ho. Io.. io non riesco ad immaginare questa non-vita senza di te. Ho bisogno di te. Con te sono una persona migliore. Per favore Vi, perdonami..» Iniziò a piangere più violentemente, portandosi le mani al viso per asciugarsi le lacrime.
Mi allontanai da lui, dalla sua presa e lo fissai dritto negli occhi « Come faccio a perdonarti Tate? » Esitai per qualche secondo, poi ripresi a parlare, o meglio, ad urlare. « Tu hai ucciso mia madre! »
Un forte singhiozzo provenne dalla sua bocca, la sua espressione era disperata. Si rinchiuse in se stesso come un bambino e iniziò a singhiozzare violentemente « Mi dispiace Vi.. » riuscì a dire tra un singhiozzo e l’altro.
In questo momento avevo tanta voglia di abbracciarlo, mdi rassicurarlo e dirgli che andava tutto bene, ma le uniche parole che uscirono dalla mia bocca furono « Vai via »
« No Vi, per favore. Io ti amo. Lo so che mi ami anche te, lo so che è così, vero? Dimmelo. » Altre violentissime lacrime mi rigarono il viso. Continuai a guardarlo, i suoi occhi mi stavano implorando. La voglia di rinchiudermi tra le sue braccia era forte, ma ogni volta che ritornavo alla realtà avevo voglia di morire. Stavo per mentire, dire una grossa e schifosa bugia, ma era la cosa migliore. Era la cosa da fare, in onore di mia madre, che lui mi aveva portato via.
« Non ti amo..» In un frammento di secondo lui non c’era più, era scomparso nel nulla.
Rimasi lì, immobile, sola con il mio dolore. Iniziai a piangere violentemente, distendendomi nel letto e affondando la testa nel cuscino.
Sentii una mano poggiata sulla mia nuca. Era un tocco non difficile da riconoscere. « Sei stata molto coraggiosa, tesoro mio » disse mia madre.


Da quel giorno Tate non si fece più vedere né sentire, l’unica cosa che voleva era essere amato almeno una volta.
   
 
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