.un’altra
giornata così.
le fanfare di giornali e televisioni piovono
sciabordano come mare di ingannevole prospettiva
si ripetono e strillano, non strilloni, che quelli stavano per strada
arrivano veline, arrivano parole fini a sé medesime
e loro provvedono a riportare, a diffondere, ad invasare
scoppi di bolle di termini ridondanti
alla perenne ricerca di esaltazione e sensazione
di approvazione o condanna, di ripetizione di rito quotidiano
schierarsi sì, al più presto e senza pensarci troppo
pur di sentirsi parte del ronzare video-schermo-schizofrenico
ma qui c'è silenzio, nessuna grande sensazione
ma qui se n'è andata persino la rabbia cieca o il sarcasmo amaro
qui c'è silenzio, sulla televisione morta e spenta
tra i giornali usati tuttalpiù come carta straccia
le fanfare di giornali e televisioni piovono
e noi abbiam altro di cui parlare, a cui pensare, da fare
un'altra giornata così. spezzata
comunque te l'eri dipinta, comunque non c'è mai stata
amici e amiche, compagni e compagne
sia di vita, sia di lotta, sia di giornate relativamente buone o meno
se li sono presi, ecco quanto, senza bisogno di prove
li rivedrai, mai più o attraverso linee ferree o poi
chissà quando, come che sia, si aspetteranno
si impara così, ad entrare e uscire e passare attraverso
a scansare più che si può, e ad affrontare sempre e comunque
che se sei guerriera/o fin nel profondo degli occhi, giammai possono deviarti
c'è poco da fare, si sa noi, si sa tutti
per questo si passa attraverso, e si prosegue
per questo, rifiutata la carota, e subendo solo il bastone
per questo pensieri tra i denti, e tanto di tutto nel cuore
che una volta risputato l'omogeneizzato di demenzialità...
più non si riesce a mandar giù niente
si pigliano colpi e sferzate, si restituisce ove si crede
e del resto, che sia, ormai passate le ferite non c'è rimasto niente
un'altra giornata così, picchiata, e si guarda già dietro, di mezzo e oltre
e si vive già così, oggi, ieri, e domani saprai, di certo capirai