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Autore: manubibi    31/12/2011    5 recensioni
Batte nervosamente il piede per terra, mordendosi il labbro e guardando con attenzione dentro la cornice della porta.
Dalla quale, dopo pochi istanti, Jude appare conciato nel più improbabile dei modi, lasciandolo assolutamente attonito.

Flashfic per Natale, per il compleanno di Jude e per l'anno nuovo, 3 in 1 XD + breve messaggio per il fandom.
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Note: Sì, stavolta apro con le note prima della fic. Perché vorrei che fossero lette, visto che è già difficile farmi leggere in questa sezione di EFP e dato che palesemente un sacco di persone mi odiano e non mi vogliono leggere a prescindere. Probabilmente per una questione che davvero, è di mesi fa. E per la quale ho dato spiegazioni (no, non mi sono mai giustificata. Non ho nulla di cui giustificarmi, perché ho solo utilizzato il mezzo di internet per dire la mia - ironicamente? Sarcasticamente? Okay, colpevole per questo - su delle fanfiction, peraltro essendo poi giudicata a livello personale da utenti che non mi conoscono. Personale e fanfiction, due livelli separati e lontanissimi). Però il 2011 è quasi finito, e volevo solo lasciare un'altra fic - forse l'ultima - in questa sezione di un sito nel quale non mi riconosco più, solo per dire ciao e che insomma, è stato bello, perché l'RDJude mi ha portata a conoscere un sacco di voi, alle quali mi sento legata perché da quando ho postato la prima fic su questo pairing abbiamo chiacchierato tantissimo, ed alcune di voi mi hanno supportata nella vita, mi hanno fatta crescere, mi hanno aiutata. E non ringrazierò mai abbastanza queste persone, e stupidamente ringrazio pure Guy Ritchie, Robert, Jude.

Ma c'è tutta un'altra fetta di persone che ha deciso a prescindere che sono una stronza, e se solo avessero perso un minuto a parlarmi magari avrebbero cambiato idea, se è possibile. *ride* Non importa. Non vi sto chiedendo di dirmi di rimanere qui o di recensirmi di più (perché non sono quel tipo di persona e non voglio quel tipo di moine), ma... Niente. Magari posto ancora qualcos'altro, ma vedo che comunque l'interesse non c'è più, quindi... Ecco. Mi dispiace che le cose siano andate così, tutto qui. Se volete parlarmi potete mandarmi un messaggio privato qui su EFP, che ogni tanto vengo a dare un'occhiata. Buon anno nuovo a tutte.

 

****

 

Come apre la porta di casa, stanco per una dura giornata di shopping estremo - manca un giorno a Natale e lui, tanto per cambiare, si è preso in ritardo - e trascinandosi dietro un paio di borse ma soprattutto sentendo la carta di credito quasi fisicamente più leggera, la prima cosa che non può ignorare è un odore forte di zucchero. Sorride, pensando che dev’essere proprio Natale se Jude si mette a fare dolci per di più alle quattro del pomeriggio, e poi chissà che starà facendo.
«Baby? You cooking, what’s this miracle?»
«DON’T COME TO THE KITCHEN!» Grida Jude, dall’altra parte del primo piano, e subito dopo l’ordine viene accompagnato da una sequela di suoni metallici e imprecazioni. Avrà fatto cadere tutto per la sopresa. Jude.
Robert sorride, gettando le borse sul divano e lasciandosi andare sull’altro, e se avesse pure uno sgabello dove poggiare con trionfante baldanza un piede, lo farebbe.
«Alright, alright, I’ll be in the waiting room» Sghignazza, prendendosi un giornale e comportandosi proprio come fosse in attesa del dottore.
«I’m coming... In a few minutes, just wait there.»
Robert ghigna appena, continuando a leggere il magazine di musica (pare che Jude, in casa, non abbia quasi altro) ed annuendo al nulla. «Yeah, don’t worry.»
Dopo qualche minuto, però, alza lo sguardo dalle parole stampate e fissa il muro di fronte a sé. Può avvertire quel senso di curiosità impellente solleticargli la nuca, e le dita iniziare a muoversi per l’attesa. Che cavolo avrà da fare Jude, in cucina, in segreto?
Immediatamente gli viene in mente una sola immagine, ma la mette via con un brivido, perché Jude non si sporcherà col cioccolato o altro il giorno prima di Natale.
Si alza, infine, decidendo che se magari riesce a dare un’occhiata senza farsi vedere Jude non si arrabbierà, no? Ma nemmeno il più furtivo dei suoi passi felpati funziona, perché Jude strilla allarmato proprio mentre sta per entrare.
«DON’T COME IN!».
Robert si acciglia, sospirando piano e chiedendosi se per caso a Jude con la vita di coppia non sia cresciuto un padiglione auricolare in più come ce l’hanno le mogli, perché non c’è altra alternativa davvero. Gira i tacchi, certo che l’altro sia in stato d'allarme, con una padella in mano, in cucina. O qualche cliché del genere.
Torna a sedersi sulla poltrona, sbuffando rumorosamente e tornando a leggere il suo Q, iniziando a provare noia per quella situazione così statica, troppo statica per quando c’è Jude nei paraggi.
Ed è dopo qualche minuto che, finalmente, il rumore quieto e costante proveniente dalla cucina svanisce, sostituito da passi timidi e leggeri, come se Jude volesse uscire senza volerlo, in una indecisione che mette ancora più curiosità nella mente di Robert. Ora il centro focale della sua attenzione - non che sia difficile distoglierlo - è Jude ed il mistero della cucina. Batte nervosamente il piede per terra, mordendosi il labbro e guardando con attenzione dentro la cornice della porta.
Dalla quale, dopo pochi istanti, Jude appare conciato nel più improbabile dei modi, lasciandolo assolutamente attonito.
Robert non ha mai pensato a Jude come ad un supereroe - non che il fatto che lo sopporti non sia già, di per sé, eroico - quindi vedersi davanti una figura indubbiamente sconosciuta, per quanto in qualche modo familiare, lo lascia a dir poco basito. Robert è strambo, strambissimo, gli passano per la mente milioni di idee che il resto del mondo giudica folli per tutto il tempo. Ma questa non l’aveva mai avuta prima, perciò rimane spiazzato per più di qualche secondo nel vedere il corpo tonico, piccolo - come il suo, dopotutto - e slanciato del suo uomo in una strana calzamaglia azzurra con una Union Jack stampata sulla parte superiore.
«What the-- Jude, what’s that?» Balbetta, ancora troppo sorpreso per scoppiare a ridere come si confà alla situazione. Jude sa bene che comunque alla fine succederà (Robert ha riso di lui per molto, molto meno) perciò si sente in dovere, al picco dell’imbarazzo - sono passati solo cinque secondi - di giustificarsi. Anche perché, fra le altre cose, ha anche un vassoio con un set di cupcakes in mano. «I... I just didn’t know what to buy you for Christmas, since apparently you’ve got everything you want and need, and I couldn’t imagine anything you’d like, except... Well, you like those comics so much, so... I thought to go for that, but then I didn’t know what to do with that idea, because comics, honestly, they wouldn’t be enough for a proper Christmas present. So I got this stupid idea, dressing up as a superhero, but I didn’t know which one, because there are so many bloody superheroes, and then I remembered how much you like... Your friend. That-that guy, Chris Evans», e qui Jude prende qualche secondo per farsi passare quel pizzicore irrazionale al petto. «But I couldn’t dress up as Captain America, for obvious reasons... And then I found out there actually is Captain Britain*, so that was perfect... »
Robert rimane ad ascoltare, sempre più incredulo e sempre più divertito, tutto quel discorso assurdo, chiedendosi che cavolo sia successo al suo Jude per farlo ragionare in quel modo. Non può dire, però, che lo spettacolo sia scadente, e decisamente si ritrova a pensare che gli piacerebbe proprio avere Captain Britain nel suo team, se questo potesse risultare credibile con le mille timeline della Marvel.
Ciò non significa che Jude non sia ridicolo in quella calzamaglia, perciò la tanto attesa risata non la può decisamente trattenere e si ritrova ad andare a grandi passi incontro a Jude, con l’intenzione di abbracciarlo forte e ripetergli almeno mille volte che è un cretino.
Non fosse per i cupcakes. Quindici mini-cupcakes, che messi assieme formano la scritta glassata “Merry Christmas”, con i colori dei supereroi degli Avengers.
Robert sghignazza di nuovo, avvertendo però una calda e morbida stretta all’altezza del petto. Jude non è tipo che farebbe questo tipo di cose, in condizioni normali non ci si aspetterebbe nulla di simile da lui, ma è proprio perché per una volta è uscito “dal proprio personaggio” che Robert sente quel vago senso di tenerezza. Prende il vassoio dei cupcakes, mangia quello rosso e giallo di Iron Man, guardando negli occhi chiari, intimoriti e fragili come un vetro di Jude. Annuisce, posando il vassoio da un’altra parte e ridacchia sulle labbra dell’inglese trattenendosi per dopo, quando il momento sarà passato e si sentirà a proprio agio nel prenderlo in giro. Per il momento ha solo voglia di baciarlo e levargli quel ridicolo costume.
E portarlo a letto.

 

 

*Incredibile ma vero (per me è stato incredibile, perlomeno XD) ma Captain Britain esiste davvero ed è bellissimo O_O cioè, vedete che figo col suo costume con la Union Jack. Stando a Wikipedia è un supereroe abbastanza noto, anche negli X-Men, ma per qualche motivo proprio non sapevo esistesse O_O è stata una bellissima sorpresa. Lo amo a prescindere perché cioè, CAPITAN BRETAGNA. \O/ voglio saperne di più.

   
 
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