Di misteriose urla, aspri
risvegli e dannati irlandesi.
Quella
mattina Arthur sembrava abbastanza tranquillo.
Si
era
alzato di buon umore, e gli scarsi riflessi di Merlin nello sfuggire a
una
coppa lanciatagli dal principe avevano contribuito al far incrementare
il suo
già spropositato orgoglio.
Il
sole era
già sorto, e si stagliava all’orizzonte glorioso e
luminoso. Sta iniziando
l’estate, pensò Arthur.
Sebbene
a
Camelot non facesse mai troppo caldo, o troppo freddo,
l’estate restava la
stagione preferita di Arthur. Poteva andare più spesso a
caccia, date le
magnifiche prede che sostavano nelle foreste circostanti. Poteva
partecipare a
più banchetti con i suoi cavalieri. E cosa più
importante di tutte: Poteva dare
più fastidio a Merlin.
«Buongiorno
sire! Siete già sveglio? Si vede che questo magnifico sole
ha già fatto il
dovere di svegliarvi!» strillò Merlin entrando
nelle stanze dell’Asino e
spalancando le tende.
Il
volto ancora assonnato di Arthur venne colpito dalla luce.
«Merlin..»
mugugnò il principe, cercando di restare calmo.
«Sì
sire?»
rispose il mago con un sorriso ancora dipinto sul volto.
«DANNATO
IRLANDESE TU VUOI LA FORCA?!» urlò il principe
mettendosi a sedere sul letto
con un’aria imbronciata.
“Sembra
un
bambino a cui sono stati tolti i dolci” pensò
Merlin guardandolo divertito.
«Vi
dirò
cosa vuole vostro padre per il momento. Avete un’udienza con
lui,
dimenticate?».
«Non
ci
vado» esordì la regal Testa di Legno rimettendosi
a dormire.
Merlin
sbuffò sonoramente prima di prendere le coperte del principe
e trascinarle a
terra.
«Non
ho
freddo, Merlin. È estate, dimentichi?» ridacchiò contro
il cuscino Arthur, e Merlin
ebbe la conferma del suo ghignare, quando la piaga della
società chiese:
«Perché
invece si startene lì e combattere per farmi alzare, non
vieni qui da me e..»
«SIRE!»
urlò il mago, ormai rosso come i drappi dei Pendragon
«ALZATEVI SUBITO O IO..»
«Tu
cosa,
Merlin?» chiese ancora malizioso l’Asino.
Qualche
secondo di esitazione e un ghigno furbo da parte di Merlin furono la
risposta
che Arthur ebbe.
«Oh,
vedrete. Voi riposate, sire. Dirò personalmente a vostro
padre che tarderete un
po’ la vostra udienza».
E
detto
questo, il dannato irlandese
uscì
dalla stanza correndo verso le stanze di Gaius.
***
«Gaius,
non
pensi che questa sia troppo forte?» chiese Merlin prendendo
in mano una
boccetta verde «Insomma, potrebbe non fare del tutto il suo
lavoro e potrebbe
far soffrire troppo».
«Hai
ragione, bravo! E questa ampolla invece?» il cerusico era
dubbioso, con una
boccetta viola tra due dita.
«No,
no.
Quella potrebbe creare abrasioni o tagli. Penso che sia meglio se
rinunciamo».
«Forse
hai
rag.. ASPETTA!» strillò Gaius, piombandosi verso
una enorme credenza e
iniziando a frugare ovunque.
«Gaius!
Ma
cosa stai.. facendo?» chiese il mago, con gli occhi ancora
sbarrati per
l’improvviso balzo del medico di corte.
Gaius
non
disse nulla e continuò a frugare, togliendo scatole,
bauletti e scatoloni.
Dopo
qualche minuto di acuta ricerca, Gaius posò sul tavolo un
bauletto rifinito
d’oro.
“Non
può
essere di Gaius, non potremmo permettercelo.”
pensò Merlin, prima di chiedere:
«Di chi sareb..».
«Lady
Morgana. Me lo aveva affidato tempo fa, dicendo che se usato nel modo
sbagliato
potrebbe ferire e causare danni fisici. Mi ha anche detto di usarlo
solo se lo
ritenevo opportuno, oppure di renderglielo alla sua prima
richiesta».
«Quindi,
posso usarlo?».
«Se
poi lo
renderai a Morgana, certamente».
«Perfetto!»
trillò Merlin sorridendo a Gaius, prendendo il baule e
correndo via.
***
«Lady
Morgana!» esclamò il mago andando in sua direzione.
Quel
giorno
Morgana sapeva che qualcuno sarebbe andata a chiederle qualcosa,
infatti Gwen
era andata con la sua padrona per qualsiasi scusa servisse pur di
scappare al
favore chiesto.
«Buongiorno
Merlin! Io dovrei andare da Gaius, per un problemino mio e di Gwen;
parleremo
do… COME HAI FATTO AD AVERLO!?»
chiese Morgana terrorizzata vedendo il bauletto in mano al ragazzo.
«Me
lo ha
dato Gaius, e avevo da chiederle un favore proprio riguardo a
questo».
Morgana
sospirò, e chiese:
«Dimmi
Merlin. Cosa dovremmo fare?».
Merlin
si
guardò intorno con fare circospetto, poi sussurrò
il suo piano all’orecchio di
Gwen, che ridacchiò e poi lo disse alla sua padrona, sempre
sottovoce per non
destare sospetti sul risveglio del
principe.
«Merlin..»
esordì la figliastra di Uther «SEI UN GENIO! Io..
stavo andando da Gaius per
quel motivo, e non perderei mai un’occasione così
per fare un tiro mancino a
mio fratello! Bravissimo!».
«Ha
ragione
la mia signora, Merlin! Riguardo all’andare da
Gaius..» mormorò Gwen
arrossendo, anche se si notò poco per via della sua pelle
scura.
Il
mago
allora, scortò le ragazze nelle stanze di Morgana, che erano
vicine a quelle di
Arthur.
«Gwen,
tu
apri tutte le finestre di questa stanza che sono vicine con quelle di
Arthur.
Lady Morgana, prendete il baule e sistemate il materiale. Pronti per
fare Boom?».
Sì,
Boom era la loro nuova parola
d’ordine.
E Merlin ne era particolarmente soddisfatto.
«Certo!».
«Io
intanto
vado a svegliare, DI NUOVO, il somaro. Ah.. Lady Morgana? Mi fareste
un’altra
cortesia?».
Morgana
annuì, continuando a svuotare il bauletto con cautela.
«Se
il
principe chiede di un’udienza con vostro padre.. Me lo sono
inventato per farlo
alzare». ghignò lievemente il ragazzo, prima di
uscire dalla stanza e dirigersi
nelle stanze di Arthur.
Se
il suo
piano era un progettino mal organizzato, ora era diventato un vero
piano di
distruzione di massa. E lui stesso ne era lo strumento.
Arrivato davanti alla porta, il mago la aprì
e entrò sorridendo.
«Buongiorno,
DI NUOVO, Sire!» trillò Merlin aprendo le
finestre, di nuovo, come da
programma.
«Mmh..
sei
tornato? Non eri a lucidare la mia armatura?»
chiese il principe, uscendo dall’involucro di
coperte e buttandosi
sull’altra parte del letto, dove vi era il cuscino fresco.
«No
Sire.
Che ne pensate di.. alzarvi?».
«Che
ora è,
idiota?- mugugnò la testa di fagiolo, rigirandosi nel letto
per evitare la luce
del mattino.
«Sesta»
mentì Merlin.
«SESTA?!»
urlò il principe mettendosi a sedere, gli occhi blu sgranati
e i capelli biondi
scarmigliati.
«Sesta»
confermò Merlin, trattenendo un sorrisetto.
«NON
PUOI
AVERMI FATTO DORMIRE PER COSI POCO MERLIN,
OGGI NON DOVREI ALZARMI E QUELLA
STUPIDISSIMA UDIENZA A CUI NON INTENDO PARTECIPARE E’ SOLO
UNA SECCATURA..».
Il
principe
continuò la sua ramanzina per un bel po’,
poggiando di tanto in tanto la
schiena alla testiera del letto e lanciando uno sguardo furioso al suo
servitore, che nel mentre stava ripulendo la stanza dai detriti di
vestiti
lasciata da quella testa di rapa che Camelot aveva come principe.
Tutto
proseguì normalmente, fino a quando un urlo
squarciò il monologo del principe.
«Hai
sentito?».
«Che
cosa
sire?».
«Un
urlo,
Merlin» il principe si era alzato dal letto, dirigendosi
verso la finestra.
«Sire,
non
pensate sia il caso di mettervi addosso qualcosa? Sapete, non potete
stare a
petto nudo tutta la mattina, rischiate un accidenti!»
esclamò Emrys,
porgendogli una qualsiasi canottiera.
«Merlin.
È ESTATE!
E io ho sentito un urlo, perciò non mi interessa
assolutamente di cosa potrei
indossare».
Un
altro
urlo addolorato riecheggiò nel castello, e Arthur si mise
disperato le mani nei
capelli.
«COME
FACCIO
A INVIDUARE L’URLO ORA?!».
Qualche
minuto di silenzio, un’occhiata significativa, e finalmente
la testa di legno
capì.
Morgana.
«MORGANA
E’
IN PERICOLO!» urlò Arthur, come paralizzato nel
punto in cui era.
«Con
Lady
Morgana c’è pure Gwen»
puntualizzò Merlin, ma un gesto noncurante del principe
lo zittì.
Arthur
iniziò a incamminarsi verso le stanze di Morgana mettendosi
uno stivale da
caccia.
“Certo,
uno
si mette le scarpe ma non si mette una cannoniera.”
Pensò sarcastico Merlin.
«Chi
se
ne frega di Gwen,
Morgana è la mia
sorellastra. Mio padre non me lo perdonerebbe se la lasciassi
morire».
Il
mago
trattenne una risata a stento. Morire?! Al massimo si sarebbe..
«Merlin,
andiamo!» urlò il principe, e pochi secondi dopo
entrambi si ritrovarono
davanti alla porta delle stanze di Morgana.
«AHI
GWEN!
CHE MALE! AHIA!» urlò la principessa, e Arthur
impallidì di colpo.
«Merlin..
mia sorella.. è.. insomma.. Gwen..».
Merlin
spalancò la bocca scandalizzato, e pensò di
smentire le fantasie della regal
testa di legno, ma poi ci ripensò, e annuì piano.
La reazione di Arthur sarebbe
stata peggiore.
Arthur
spalancò
la porta, prendendo un po’ di coraggio.
Arthur
non
sapeva cosa pensare.
Sua
sorella
era sdraiata nel suo letto, Gwen seduta affianco a lei le stendeva
unguenti
profumati sulle gambe.
«Morgana,
che cosa stai facend..».
«AHIA!
GWEN
FAI PIANO!» urlò la figliastra di Uther, quando la
sua valletta le tirò via con
un telo, coperto di cera,una strisciata di peluria.
All’inizio,
il volto di Arthur si colorò di un colorito verdastro, poi
impallidì, e poi
svenne.
Note
dell’autrice.
Orbene,
questa è la mia seconda fan fiction sul fandom di Merlin.
E
sinceramente, mi stupisco del fatto che nessuno mi ha ancora lanciato
un
coltello.
*Gordon
Ramsay fa la sua entrata urlando di non mettere le carote nella cheddar
salad e
lanciando coltelli a manetta*
Come
non detto.
Beh..
esattamente.. non so da dove sia spuntata questa malsana idea. Forse,
il
desiderio di infangare il buon nome di questo fandom *Si prostra* ha
vinto
l’idea di smettere di scrivere castronerie e quindi, beh..
ecco!
Per l’idea della depilazione di Morgana e Gwen, beh.. ho
fatto una ricerca.
Ecco la fonte:
“ Le donne del medioevo avevano una maniera vera e propria
per estrarre la
peluria:
"Prendevano
la
candela e se la passavano sulle gambe: cosi facendo, la fiamma bruciava
il
bulbo del pelo ma senza bruciare la gamba! Prima di fare questa
operazione,
però, bisognava cospargere la zona da depilare con unguenti
particolari".
Spero
di non meritare troppo tempo alla gogna!
Un
bacio e alla prossima!
_Meg
P.S:
A breve pubblicherò il sequel della mia precedente
fan fiction su Merlin, se la fortuna mi beccherà.