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Autore: Kessi    02/01/2012    1 recensioni
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“Devi andartene adesso”.
Lui le baciò la fronte, inspirando il suo odore. “Tornerò presto”.
Sorrise “Ti aspetterò qui, come sempre”.
Non avrebbe permesso a nessuno di farle del male, non più.
Le avrebbe regalato una vita migliore, fuori da quella prigione, fuori dalla nave.
Ora che l’aveva trovata, non l’avrebbe mai più lasciata andare.
[...]
La giovane cercò lo sguardo del suo unico e vero amore. I suoi occhi chiari la rassicurarono.
“Fallo per me” riuscì a sentirlo dire “vai via”.
“Addio!” urlò Marcus, mentre tirava fuori una pistola umana.
“Ti amo” urlò Lisa, poi si sentì il rumore di uno sparo e lei chiuse gli occhi. Non poteva guardare.
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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l’ultima possibilità
 
 
 



 
Joshua stava ricontrollando gli ultimi test eseguiti sugli umani sotto l’ordine di Anna. Lisa, la sorella della vera, della sua Lisa, arrivò nel suo laboratorio medico, osservandolo.
“Hai bisogno di qualcosa?” chiese col classico tono freddo che avevano tutti i Visitors, quel tono freddo che ormai cercava solo di imitare.
“No” rispose lei “Sono solo venuta a controllare il tuo lavoro, Joshua”. Era così diversa dalla Lisa a cui lui era abituato. Colei che considerava la sua regina era rispettosa nei suoi confronti, gentile. Tutto l’opposto della sorella che era fredda e lo trattava con sufficienza. Era così diverso il suo nome pronunciato da lei.
Lui non rispose, continuando a osservare lo schermo, impassibile. Sentì i suoi passi avvicinarsi pericolosamente. Sentiva il respiro di lei sul suo collo. Si irrigidì.
“Stai attento, Joshua”. Erano tre semplici parole, ma che ebbero un effetto devastante su di lui. Lei sapeva.
“Non so a cosa ti stia riferendo, Lisa” disse, mantenendo un’espressione neutra, non lasciando trasparire emozioni. La visitor sorrise, glaciale, poi lo lasciò solo.
Tirò un sospiro di sollievo poi si avviò nei corridoi freddi della nave, arrivando a un punto preciso. Inserì il codice d’accesso e scese nel sotterraneo.
Lisa, la vera Lisa, era in piedi al centro della stanza.
“Joshua!” disse felice di rivederlo “Sei qui?”.
“Tua madre mi ha dato diversi incarichi.” Poi la osservò. I lividi causati dagli altri Visitors erano ancora ben evidenti, aveva un taglio sul labbro ma era bella. Era strano pensare certe cose per lui, per un visitor, ma non poteva farne a meno.
“Mi sei mancato” sussurrò lei, interrompendo i suoi pensieri.
“Stai bene?”
Annuì “Per quanto possa stare bene rinchiusa qui sotto”.
“Mi dispiace, Lisa”.
“Non devi dispiacerti. Non è colpa tua”.
“Avrei potuto salvarti. Avrei potuto distruggere l’uovo”.
“No, Joshua” poi gli si avvicinò, sollevandogli il mento, come aveva fatto solo qualche settimana fa “Mia madre avrebbe sospettato di te e tu saresti stato ucciso, scuoiato vivo e io non posso permettere che una cosa simile accada a te”.
Lui abbozzò un sorriso, uno dei rari sorrisi che poteva fare e che concedeva solo a lei.
“Sei troppo importante per la Quinta Colonna … e per me”, ammise col viso basso.
Joshua rimase stupito dalle parole della sue regina. Era insolito parlare in questo  modo così … confidenziale ed intimo.
“Lisa …”
Lei prese il viso di lui tra le mani, e lo guardò negli occhi scuri, profondi e dolci, socchiuse gli occhi e lo baciò. Finora aveva baciato solo Tyler, ma ora lui era morto, non c’era più …
Il giovane medico si ritrovò spiazzato. Aveva visto compiere quel gesto da tanti umani, umani innamorati, ma non lui non l’aveva mai fatto, non sapeva come fare. Cercò di imitarla al meglio, poi si staccò da lei. Cosa diavolo stava facendo? Lei era la sua regina … Non poteva!
“Perché l’hai fatto?”
“Sei importante per me, Joshua. E penso di … provare qualcosa per te”.
“Cosa?” chiese lui. Non poteva essere vero. Non potevano.
“Joshua …”
“Non possiamo Lisa. Hai idea delle conseguenze?”
“Sì”.
“Correresti pericoli enormi”.
“Quello che sento per te … è più forte di qualsiasi altra cosa”.
Lui sorrise. Finalmente aveva completamente accettato le emozioni umane. Era cambiata, proprio come lui. E, anche se lui finora aveva cercato di nasconderlo, anche lui provava qualcosa per lei. Avevano sempre avuto un rapporto speciale, diverso.
“Se Anna ci scoprisse …”
“Non lo farà”, poi lo baciò di nuovo e questa volta lui ricambiò. Si abbracciarono e rimasero stretti l’uno all’altro per qualche minuto, godendosi il contatto tra loro.
I visitors non si toccavano mai, non si sfioravano. Ogni contatto era proibito.
“Ti porterò via di qui, Lisa. Te lo prometto.”
“Joshua, è pericoloso. Come pensi di fare?”
“Troverò un modo.”
Poi sentirono dei rumori “Devi andartene adesso”.
Lui le baciò la fronte, inspirando il suo odore. “Tornerò presto”.
Sorrise “Ti aspetterò qui, come sempre”.
Non avrebbe permesso a nessuno di farle del male, non più.
Le avrebbe regalato una vita migliore, fuori da quella prigione, fuori dalla nave.
Ora che l’aveva trovata, non l’avrebbe mai più lasciata andare.

Qualche giorno dopo, Joshua era riuscito a contattare altri membri della Quinta Colonna sulle navi delle diverse città e tutti avevano un obiettivo comune: detronizzare Anna.
Era riuscito a comunicare anche con Erica e gli altri umani della resistenza. L’avrebbero aiutato a liberare Lisa, a portarla via da lì. Erica, in particolare, era la più determinata. Dopo l’uccisione del figlio, era disposta a tutto.
“Joshua”, lo chiamò Harry, uno dei suoi pochi amici sulla nave “sei sicuro di quello che stai per fare?”.
Lui annuì “Non ho altra scelta”.
“Potresti morire, potremmo morire.”
“Morirei per una giusta causa”.
L’amico sospirò “D’accordo, allora. Chad Decker verrà alle 17 per intervistare Anna e tenerla occupata nel frattempo, mentre io e gli altri creeremo un diversivo per la sorella di Lisa. Hobbes distrarrà Marcus e tu libererai Lisa. Questa sera sarà l’apocalisse.”.
“Io sono pronto” fece Joshua, mentre guardava l’altro negli occhi, che annuì.
“La Quinta Colonna trionferà”.
“Sempre” mormorò il medico, poi videro arrivare delle guardie di passaggio. Assunsero la loro classica espressione fredda, e si allontanarono per i corridoi della nave.
Tutto era pronto. Non potevano fallire.
Avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per proteggere Lisa, per farla salire al trono.
Avrebbe anche dato la sua stessa vita.
 
Erica Evans, stava coordinando i suoi compagni d’armi, dando precise istruzioni.
“Hobbes, tu e Chad arriverete sulla nave insieme.”.
“D’accordo” disse il giornalista.
“Chad, tu intervisterai Anna. Devi cercare di trattenerla il più possibile, è fondamentale.”.
L’uomo annuì “Lo farò.”
“Hobbes, tu cercherai Marcus. Se ha davvero bisogno dei tuoi servigi, non esiterà ad incontrarti. Devi cercarlo di portarlo a Terra”.
Chad era riuscito a sviare i sospetti della Visitor, raccontando una bugia colossale ma credibile. La Quinta Colonna l’aveva costretto a girare quel video. Aveva addirittura portato delle prove a suo favore e lei gli aveva creduto, riuscendo così a mantenere la sua fiducia.
Kyle, carico di sensi di colpa, aveva raccontato tutto ad Erica. Di come Marcus l’aveva usato e di come avrebbe voluto che continuasse a farlo. La donna con fatica l’aveva perdonato e i loro rapporti erano migliorati. La loro relazione ormai era pubblica, se così si puo’ dire. Era nota solo ai pochi membri della Quinta Colonna, solo a loro.
Anche alcuni membri del Progetto Ares sarebbero saliti sulla Nave per cercare di distruggere Anna. Insieme ad Erica, ci sarebbe stato anche Paul e lo stesso Lars Tremont, fingendosi dell’FBI. La loro scusa era di proteggere sia Anna che Chad, il quale negli ultimi tempi era stato obiettivo di alcuni attentati.
“Jack, tu andrai alla base dell’Ares. Joshua e Lisa dovrebbero arrivare lì.”
“Va bene”, rispose l’ex prete.
“Okay. Siamo pronti” disse l’agente bionda, infilando una pistola nella fondina e l’altra nello stivale. Li raggiunse anche Paul, armato anche lui, seguito da Lars che aveva deciso di portare con sé solo un coltello.
Una navetta che scortava diversi umani, li portò a bordo della Nave Madre. Ogni cosa era stata pianificata.
Erica e gli altri infatti, solo per quella volta, avrebbero potuto tenere con loro le armi perché in quel giorno continuavano le visite da parte degli umani e tra di loro avrebbe potuto esserci anche qualche malintenzionato.
Quando arrivarono sulla Nave, delle guardie li identificarono, poi un visitor li accompagnò. Hobbes, invece, era rimasto indietro, insieme ad altre persone che guardavano ammirate tutte le tecnologie della nave.
L’agente dell’FBI era nervosa ma anche determinata. Se solo si fosse presentata l’occasione, avrebbe ucciso Anna, senza esitazioni. Gliel’avrebbe fatta pagare per aver ucciso suo figlio.
Si guardò attorno e scorse Lisa, la falsa e crudele Lisa, l’assassina di suo figlio, ma cercò di mostrarsi sorridente e benevola nei suoi confronti, come sempre. Lei non avrebbe dovuto sapere che quella non era la vera Lisa.
“Agente Evans” la salutò la giovane.
“Ciao Lisa”.
“Anche lei qui?”.
“Sì. Sono qui per sorvegliare su tua madre e sul signor Decker.”
La ragazza abbozzò un sorriso “Capisco. Buon lavoro, allora”.
“Grazie”, poi la guardò allontanarsi.
Anna era in piedi, al centro della sala. Accanto a lei c’era un uomo, un certo Thomas, da quanto le aveva detto Joshua. Era il nuovo braccio destro di Anna.
“Benvenuti” li accolse la regina, in tono falsamente cordiale.
“Salve, Anna” disse Chad, sorridendole. “E’ sempre un piacere, rivederla.”
“Anche per me”.
E poi si sedettero e Chad cominciò a fare domande,  una dietro l’altra. Erica guardò l’ora. Erano le 17 in punto.
Il piano aveva inizio.
 
 
I corridoi non erano mai sembrati così freddi, ostili e pericolosi. Gli sembrava che ogni cosa lo stesse osservando. Joshua sospirò. Non doveva farsi prendere dal panico proprio ora. Ci sarebbe riuscito. Per la sua specie, per Lisa.
 
Kyle Hobbes sapeva di essere bravo ad ingannare le persone. Aveva un talento naturale.
Ora aveva appena scoperto di essere bravo anche ad ingannare gli alieni.
“Non parlerò sul vostro territorio. Andremo sul mio, sulla Terra” aveva detto, deciso come non mai.
E Marcus, inespressivo come sempre, aveva accettato.
Tutto stava andando secondo protocollo.
 
La figlia di Anna, la sorella malvagia di Lisa, stava tornando nelle sue stanze, quando qualcuno la chiamò, disperato. Subito si girò, per vedere cosa stesse succedendo.
Era Harry, uno dei medici dell’equipe di Joshua.
“Presto, abbiamo intercettato un pericolo”.
“Come?”.
“Un virus che qualcuno ha iniettato nella sua camera. Se lei fosse entrata, sarebbe morta all’istante.”
La giovane visitor, nonostante fosse meschina, teneva molto alla sua vita e non mise in dubbio le parole dell’altro, fidandosi ciecamente. Fu il suo sbaglio più grande.
“Dovete portarmi da mia madre, ora. Il colpevole va catturato”.
Paul, sorrise, trionfante. “Ma certo. Mi segua”. La portò in una zona isolata della nave, in una zona dove nessuno passava mai.
“Perché siamo qui?”.
“Qui nessuno ci raggiungerà”.
“E quindi?”
“E’ il posto perfetto, Lisa”.
“Perfetto per cosa?”.
“Per ucciderti”. E poi il medico tirò fuori una pistola sacrificale e sparò.
 
Nel frattempo, l’intervista di Anna continuava. Chad se la stava cavando egregiamente. Era riuscito ad inventarsi un mucchio di domande, più di quante non si aspettasse.
“Ora che Concordia è terminato, la Terra riceverà i suoi benefici?”
“Certo. Domani mattina, la Terra comincerà a cambiare, davanti ai vostri occhi” disse Anna, sorridendo maligna. Era una parte di verità. Il pianeta sarebbe cambiato, prima della distruzione dell’umanità.
Quello che però non poteva sapere, era che sulla nave, proprio in quell’istante, i visitors stavano lottando tra di loro: chi per difenderla, chi per ucciderla.
 
 
Joshua stava correndo per il corridoio, pronto per entrare nella prigione e liberare Lisa.
Inserì quel codice che ormai aveva imparato a memoria, e la trovò in piedi, al centro della stanza, come sempre.
“Sei qui.” Mormorò lei, correndogli incontro e abbracciandolo.
Lui la strinse leggermente contro di sé, sentendo il suo calore e beandosi di quella sensazione per un attimo “Sono stato trattenuto, ma ora è tutto a posto”.
“E’ tutto okay?”.
Annuì “Sì. Andiamo”, la prese per mano e la portò fuori da quel sotterraneo buio.
Era la prima volta dopo tanto tempo che Lisa metteva piede fuori da quella prigione. Era tornata finalmente in superficie, sulla nave, fredda ma familiare.
Si guardarono intorno, poi corsero in direzione della sala in cui avrebbero preso la nave che li avrebbe portati in salvo.
Era risaputo pero’ che non tutto va sempre secondo i piani. Proprio quando credevano di avercela fatta, un gruppo di guardie li vide e capirono subito che qualcosa non andava. Si lasciarono subito la mano e si prepararono ad affrontarli. Loro erano solo in due. Gli altri erano in cinque.
Li videro arrivare, agguerriti e glaciali. Erano guardie, soldati, addestrati a combattere.
Colpirono subito Joshua, che, nonostante non sapesse combattere, rispose all’attacco. Tirò fuori tutto il coraggio che aveva e con un movimento secco, spezzò il collo ad uno. Ne arrivò un altro, armato di coltello che gli ferì il braccio superficialmente.
Lisa, intanto, se la stava cavando piuttosto bene. Aveva appena schivato il colpo di una guardia. Con la coda dell’occhio, vide che Joshua stava cercando di fermare due visitor, entrambi piuttosto muscolosi. Lo ferirono nuovamente, colpendogli una gamba e facendolo gemere di dolore.
Non avrebbe permesso che gli fosse successo qualcosa, non a lui. Scansò la guardia e gli diede un colpo in testa che gli fece perdere i sensi.
“Joshua!” urlò, correndo in direzione di colui che amava e strappandolo dalle grinfie della guardia.
“Lisa, cosa stai facendo? Vattene!”
“No! Non senza di te”.
Il medico parò il pugno di Nayl, e lo colpì alla tempia, facendolo svenire. Riuscì anche ad uccidere l’altro che stava per avere la meglio su Lisa.
Ansanti, si guardarono velocemente. Joshua aveva una ferita al braccio che sanguinava, e la gamba gli faceva un male tremendo. Era un medico e sapeva che quasi sicuramente era rotta.
A Lisa era andata meglio. Aveva solo un livido sul volto.
La ragazza, afferrò il medico per un braccio, gentilmente e lo posizionò sulle sue spalle. Era un gesto che aveva visto fare a Tyler una volta, per aiutare un amico che non riusciva a camminare molto bene.
“No, Lisa …”.
“Non me ne andrò senza di te, hai capito?”.
“E’ troppo pericoloso. Devi andare”.
“No!” ribattè lei.
“Lisa …”
“Ho detto di no, Joshua. Io sono la tua futura Regina e dico andiamo”. Le dispiaceva aver usato quel tono con lui, averlo trattato in quel modo ma non aveva avuto altra scelta. Era per il suo bene. Non voleva che gli succedesse niente.
L’altro non disse nulla e si limitò a seguirla. Erano ordini, era il tono ufficiale e non poteva ribattere. Era la sua regina.
Camminarono il più veloce possibile. Sembrava che non si fosse diffuso alcun allarme generale.
Finalmente, dopo quella che era parsa un’eternità, arrivarono nella sala apposita.
 “Anna ha cambiato il codice” l’avvisò lui.
“Riesci ad inserirlo?”
Annuì e premette i tasti giusti. Dal soffittò si formò un’apertura da cui scese una delle navette usate per le visite degli umani.
Stavano per salire, quando una voce terribilmente familiare li immobilizzò “Guarda chi ho trovato: due traditori”.
Joshua e Lisa si girarono trovandosi di fronte Marcus. Gli occhi glaciali ed inespressivi li scrutavano. Il fidato consigliere di Anna, era ferito. Aveva un graffio sul labbro, segno di recente colluttazione
“Devo dire che è un piano ben congegnato. Il vostro amico Kyle Hobbes era quasi riuscito ad ingannarmi, ma io sono più furbo. Avevo intuito che qualcosa non andava e ho confermato i miei sospetti”.
I due non dissero nulla, troppo scioccati per parlare.
“Credevate davvero di riuscire a scappare così facilmente? Anna non è stupida. C’erano troppe coincidenze questa sera.”.
Joshua, ancora sostenuto da Lisa, si irrigidì. E ora che cosa avrebbero fatto?
Doveva fare in modo che almeno Lisa si salvasse, ma come? Era ferito e in uno scontro con Marcus non sarebbe durato più di un minuto.
Ma un minuto era sufficiente per far scappare Lisa.
“Se sei così astuto, perché non l’hai avvisata?” lo sfidò lui.
Marcus posò i suoi occhi sul giovane medico, sorridendo “Fa tutto parte del piano. Ho fatto in modo di non avvisarla per verificare se tu avevi recuperato la memoria ed ho ragione. Sei un traditore e morirai per questo. E dopo aver ucciso te, ucciderò lei” disse indicando Lisa.
La giovane alzò lo sguardo verso il visitor “Io diventerò la tua futura Regina, Marcus. Non puoi uccidermi”.
“Non sei ancora una Regina e non lo sarai mai!”.
“Non ti permetterò di fare nulla”, ribattè lei, poi cercò di far mettere in piedi Joshua.
Lui doveva andarsene.
“Sei diventata debole, preda delle emozioni umane” riprese Marcus, con tono disgustato “Provi amore per lui, non è così?” chiese indicando Joshua.
Lei non rispose nulla, ma il suo cuore batteva. Aveva paura, paura per lei ma soprattutto per lui.
E poi accadde tutto in un secondo. Joshua si lanciò contro Marcus ed entrambi finirono a terra.
“Lisa, scappa! Vattene”, ma mentre si era girato verso la ragazza, l’altro l’aveva afferrato per la divisa, dandogli un calcio nello stomaco che lo fece piegare in due per il dolore.
“Joshua!” urlò lei, spaventata.
“Devi andartene, Lisa. Ti prego!”.
“No, non voglio”.
“Sei la futura Regina, Lisa. Sei la mia regina e se vuoi salvare la nostra specie, allora devi andartene”.
Lisa guardò Joshua lottare contro Marcus. Lui non era forte come l’altro, né crudele come l’altro che invece lo colpiva con tutta la forza che aveva. Stava avendo la peggio. Lo sentì urlare quando Marcus gli morse il braccio. Il giovane cercò di fargli lasciare la presa, senza successo. Non capiva il perché.
Avrebbe potuto uccidermi, pensò Joshua, eppure non l’ha ancora fatto.
C’era sempre stato un odio reciproco tra i due e ora, Marcus si stava accanendo contro di lui.
La giovane cercò lo sguardo del suo unico e vero amore. I suoi occhi chiari la rassicurarono.
“Fallo per me” riuscì a sentirlo dire “vai via”.
“Sei finito!” urlò Marcus, mentre tirava fuori una pistola umana.
“Ti amo” urlò Lisa, poi si sentì il rumore di uno sparo e lei chiuse gli occhi. Non poteva guardare.
Ma lo sparo non l'aveva ucciso.
Erica aveva sparato a Marcus, salvando Joshua, che si trovava ancora a terra, ansimante.
La ragazza gli corse incontro, abbracciandolo e baciandolo. Lo strinse forte e per la seconda volta in poco tempo, pianse. Ma erano lacrime di felicità.
Lui era vivo. Non l’aveva perso.
“Ho avuto paura di perderti” sussurrò lei tra le lacrime.
Le accarezzò i capelli “Va tutto bene, ora.”.
“Presto, andiamocene di qui”. Disse Erica, seguita da Chad e Paul
Montarono sulla navicella. Lisa impostò velocemente la destinazione e ritornarono sulla terra ferma, trovando Jack e un Hobbes ferito ma vivo ad accoglierli.
Erica era riuscita ad uccidere Anna e Paul aveva pensato a Thomas.
               
Qualche ora più tardi, Joshua era stato curato e ora riposava su un letto. Accanto a lui c’era Lisa che non l’aveva lasciato da quando erano arrivati.
Il giovane medico aprì gli occhi, sentendosi frastornato. “Lisa?”
“Sei sveglio”.
Lui annuì “Ce l’abbiamo fatta” mormorò, sorridendo.
“Sì. È fatta!”.
Si baciarono dolcemente e con trasporto. Erano felici di essere vivi e di essere insieme, finalmente dopo tanto tempo. Per un attimo, dimenticarono ogni cosa. Erano solo loro due e il loro amore.
Quando si staccarono per mancanza di fiato, Lisa rimase abbracciata a lui che le baciò i capelli.
“E’ stato grazie a te se ora possiamo vivere in pace” disse lei.
“No. Tu mi hai salvato.”
“Mi hai salvata tu per primo, ricordi?” alludendo al test che lui aveva falsato mesi addietro.
Lui sorrise, lasciando perdere quella discussione, poi le prese la mano “Finalmente il tuo regno puo’ cominciare.”
“Con te accanto” ribadì lei, e lo baciò un’altra volta.
Erano felici, finalmente.
Era come se fossero nati per rimanere sulla Terra. Come se fossero nati per essere umani e vivere le emozioni.
Ogni cosa, era finalmente al suo posto.
L’amore aveva trionfato, ancora.
  
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