Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: nevaeh    03/01/2012    12 recensioni
Currently on hiatus
Se Louis Tomlinson una sera telefonasse a casa di una qualsiasi ragazza tra i tredici e i venticinque anni, per di più invitandole a cena, le urla di eccitazione potrebbero essere udite senza grossi impedimenti fino in Patagonia; ma se lo stesso Louis telefonsse una sera a casa di Julie Horan, sempre per quella cena... Cosa potrebbe succedere?
[...] - Ma chi è che la sera deve per forza rompere i cogl….- cominciò a dire aprendo la comunicazione, arrabbiata come una iena.
- Complimenti per la finezza delle dieci e un quarto di sera, spero tu non ti sia preparata questo soave saluto apposta – la interruppe una voce maschile dall’altro lato della cornetta, ironica. Julie rimase un secondo spiazzata, riuscendo solo a pensare a quella voce. Leggermente roca, profonda, sexy. Poteva una voce essere sexy? [...]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

A Donatella, senza la quale sarei perduta;

a Chiara, perché è lei.


 

 

Goodnight, goodnight


 

I need an alarm system in my house 
So I know when people are creeping about 
These people are freaking me out (these days) 

I just wanna live, Good Charlotte

 

 - Io lo amo - sospirò Olivia tenendo fisso lo sguardo sul monitor del suo computer. Dall’altra parte del salotto Julie grugnì appena qualcosa, senza nemmeno sprecarsi ad alzare lo sguardo dalla lista della spesa che stava solertemente redigendo. In effetti la scena non aveva nulla di nuovo o di diverso dal solito: da quando Julie era andata a vivere nel mini –ma davvero mini- appartamento nella zona universitaria della Queen Mary University insieme ad Olivia, aveva dovuto imparare ad accettare i pregi e i difetti di quella strana convivenza ma soprattutto di quella stranissima coinquilina, che, alla ormai avanzata età di diciannove anni, ancora si entusiasmava a guardare i cartoni animati delle otto e impazziva per i cantanti come una qualsiasi ragazzina di tredici anni. Non che Julie potesse farci molto, sia chiaro: voleva bene alla sua biondissima coinquilina, ma proprio non riusciva a capire come potesse tanto essere presa dalla lettura del nuovo tatuaggio di Mr Tal dei Tali, soprattutto considerato il fatto che il manuale di Storia dell’arte medievale giaceva abbandonato ai piedi del divano, sul quale Olivia stava distesa a sbavar.. pardon, guardare con vivo interesse la fotografia del suddetto tatuaggio, (s)fortunatamente disegnato proprio sotto al pettorale scolpito del cantante.
- A quanto pare – stava nel frattempo leggendo la ragazza – Louis e la sua fidanzata storica avrebbero appena rotto e lui, per la disperazione, si è fatto tatuare un pugnale sul petto. Oh, com’è romantico – sospirò.
Julie alzò gli occhi al cielo, scarabocchiando “latte di soia” sulla lista. In realtà, la disposizione d’animo della giovane in quel momento non era effettivamente delle migliori, considerando il mal di testa provocato dalle chiacchiere della sua amica e l’ansia per l’imminentissimo esame di Chimica I, sicuramente la materia in cui era meno ferrata.
- Fantastico – borbottò senza convinzione, alzandosi finalmente per prendere alcune banconote dal barattolo sull’ angolo colazione e infilandole in una enorme borsa, quasi pronta per uscire.

 – Vieni con me al supermercato? - Olivia, le lunghissime gambe fasciate in un paio di strettissimi jeans, seguì pigramente i movimenti della sua amica, una sigaretta stretta tra indice e medio e lo sguardo vacuo di chi nemmeno respirerebbe se non fosse un’operazione automatica.
- Grazie, ma passo per questa volta. Non posso uscire di qui – rispose l’altra, decidendosi finalmente ad alzarsi dal divano.
- Finalmente ti decidi ad aprire un libro! – sospirò contenta Julie, poiché le energie spese dalla sua coinquilina per lo studio erano inversamente proporzionali a quelle per la cura di corpo, capelli e/o unghie. Se non altro ogni tanto si rassegnava e piegava la bella testolina bionda sui libri per …
- Devo finire di fare la valigia perché alle cinque ho l’appuntamento con la manicure e non sia mai che arrivi in ritardo, che mi salta anche il parrucchiere alle sei e un quarto –
Appunto. 
Julie, due dita alla radice del naso come a voler fermare un mal di testa imminente indossò il soprabito e sconsolatamente uscì di casa.

 

****    ****    ****

 

Friends will be friends

When you need of love they give you care and attention

Friends will be friends

When you’re through with life and all hope is lost

Hold out your hands cos friends will be friends right till the end.

Friends will be friends, Queen

 

Cinque valigie, un trolley per le scarpe, una grossa borsa da viaggio, beauty e una shopper stipata fino all’orlo di tutti i generi di prima necessità che non potevano essere lasciati nella stiva. Non si poteva certo dire che Olivia Webb viaggiasse leggera; almeno non lo pensò il tassista che alla vista delle poche cosine per il weekend preparate dalla bionda quasi ebbe uno svenimento.

- Va bene cara – riprese per la centesima volta rivolgendosi ad un’annoiata Julie – starò via solo per tre giorni, ti prego non incendiare la casa, non lasciare accesso il gas, chiudi e metti l’allarme di sicurezza e ti prego non perdere le chiavi, perché non ne abbiamo altre – e con un’occhiata eloquente le mise in mano un mazzo di chiavi. Julie sbuffò, prendendole e mettendole in borsa.

- Capirai – ripose – solo perché avrò lasciato il gas aperto un paio di volte, o perché avrò dimenticato di chiudere casa o …- cominciò a giustificarsi, poi, quando capì che si stava scavando la fossa da sola preferì tacere prendendo a fissare la gente che passava. Olivia represse una risata, il tassista si fermò un attimo per asciugarsi il sudore dalla fronte gonfiando le guance come a trattenere l’ilarità; Julie sbuffò nuovamente contrariata ma si concesse un sorriso. Voleva bene alla sua amica, ma non poteva certo dire di non essere contenta di poter passare sola qualche giorno, a studiare e guardare Project Runway in tv. Il tassista intanto aveva finito di caricare le valige nel bagaglio e sul sedile posteriore. Con un ultimo abbraccio Olivia salì sul sedile accanto all’uomo che aveva messo in moto e le lanciava sguardi più o meno lascivi alle gambe.

- Ah quasi dimenticavo! – esclamò la ragazza abbassando in fretta la manopola del finestrino – probabilmente una di queste sere arriva una telefonata importante per me, potresti chiedere di chiamare a casa dei miei? – chiese, gli occhioni azzurri brillanti. Julia annuì distrattamente mentre controllava un nuovo sms nella rubrica, senza aver sentito una parola.

- Mi mancherai cara! – esclamò Olivia allora con un sorriso, Julia le strinse la mano.

- Anche tu – rispose sinceramente. Poi la macchina partì e la ragazza rimase a fissarla mentre si allontanava nel traffico.

 

 

***    ***    ***

 

Beauty queen of only eighteen 
She had some trouble with herself 
He was always there to help her 
She always belonged to someone else.

She will be loved, Maroon five

 

Quando alle dieci di sera Julie chiuse sconsolatamente il libro di chimica, capì che la concentrazione per quella sera era completamente andata a farsi benedire. Ora aveva solo bisogno di alzarsi dal letto, andare in cucina e servirsi un generoso bicchiere di latte caldo. L’ideale, certo, non fosse stato per l’esame che doveva dare alle undici la mattina dopo, fondamentale per i suoi studi, un po’ meno per la sua sanità mentale. Cherié, la gatta bianca che Olivia costringere a girare con nastri di seta deliziosamente legati intorno al collo, decise che quello era il momento migliore per annunciare la sua presenza con soffi e miagolii, costringendo la padrona di casa ad alzarsi per prepararle qualcosa da mangiare. Lì si preparò un tè al bergamotto, lasciando invece il latte alla gatta, che con decisi miagolii approvò lo spuntino. Lo squillo del telefono riscosse poco dopo la tranquillità della ragazza, sedutasi sul divano. Allungò un braccio senza voglia cercando a tastoni il telefono poggiato da qualche parte sui cuscini ma dopo qualche secondo decise che era meglio lasciarlo squillare. Soddisfatta si allungò placida tra i cuscini, la gatta le si sistemò sulle gambe e ormai completamente rilassata … driin, driin, driin!

- Ma chi è che la sera deve per forza rompere i cogl….- cominciò a dire aprendo la comunicazione, arrabbiata come una iena.

- Complimenti per la finezza delle dieci e un quarto di sera, spero tu non ti sia preparata questo soave saluto apposta – la interruppe una voce maschile dall’altro lato della cornetta, ironica. Julie rimase un secondo spiazzata, riuscendo solo a pensare a quella voce. Leggermente roca, profonda, sexy. Poteva una voce essere sexy? Be’, si a quanto sembrava. Poi la ragazza registrò le parole appena emesse dalla voce, e il colorito delle guance assunse una sfumatura scarlatta.

- Ma senti questo …- sbottò la giovane – chiami la gente di sera per due volte consecutive e ti permetti anche il lusso di sfottere? Ma vattene un po’ al diavolo! – concluse, già pronta a sbattere il telefono in faccia a “voce sexy”

- E dai che si ritorna ai francesismi …– continuò a celiare la voce, ridacchiando. Julia sbuffò alzando gli occhi al cielo.

- Capita, quando dall’altra parte del telefono ci sono sbruffoni maleducati – rispose acidamente la giovane, alzandosi e cominciando a camminare per il piccolo salotto.

- Non sono io quello che ha mandato al diavolo un perfetto sconosciuto dopo tredici secondi di conversazione -  le fece notare voce sexy, sempre più divertito dalla faccenda – ora, nonostante mi piacerebbe sapere come mai oggi per cena hai preferito un paio di limoni scaduti al caro vecchio roastbeef, devo assolutamente continuare con questa telefonata, se no dubito che ne usciremo vivi. Quindi, puoi gentilmente tacere per i prossimi quaranta secondi? Prometto che sarà veloce e indolore  - chiese l’uomo dall’altra parte della cornetta, la maledetta voce così seria da farle venire voglia di prenderlo a schiaffi.

- E sia, ma dopo ti spettano di diritto almeno un minuto e mezzo di insulti per avermi messa a tacere nemmeno avessi dieci anni – rispose Julie con  le gote rosse di rabbia e imbarazzo.

- Perché quanti ne hai, tredici? Ok come non detto, se no domani a quest’ora saremo ancora qui – borbottò la voce –ok, ciao! Sono Louis Tomilson e tu sei la fortunata vincitrice del concorso “Vinci una cena con Louis” indetto dalla casa discografica Sony il mese scorso! Ora, non oso immaginare la gioia che starai provando a questo annuncio, anche se immagino che la esprimerai non appena avrò finito di parlare; presto sarai contattata dalla casa discografica per tutte le informazioni che sono sicuro, non vedi l’ora di ricevere. Sono contento che sia stata scelta per il concorso, sicuramente andremo un sacco d’acc … no, questa proprio non la posso dire, mi dispiace. Bene, ho terminato – Julie era rimasta in silenzio per tutto il discorso che voce sexy stava sicuramente leggendo da qualche parte, prima di sbottare in quella che il ragazzo dall’altra parte prevedeva come la più furiosa tra le battute della sua interlocutrice. Chiuse quasi gli occhi quando sentì la ragazza sbottare …

- Eh? – questo proprio non se l’era aspettato. Da qualche parte in un lussuoso appartamento di Londra Louis quasi cadde dalla sedia, in una fedele imitazione di un manga giapponese.

- Non dici altro? Solo “eh”? – chiese quasi timorosamente, la voce grave abbassata di qualche tono.

- E cosa dovrei rispondere a uno che mi sta prendendo per il culo? – rispose retoricamente la giovane, tornando nella cameretta e lasciandosi cadere sul letto –senti, non ho tempo da perdere per questo teatrino e domani ho un esame all’Università che non passerò, e parte della colpa sarà anche tua che mi stai tenendo al telefono per uno stupido scherzo. Non ho idea di chi sia tu, forse hai sbagliato numero o forse sei solo uno sfigato con la voce sexy che si diverte a prendere in giro la gente – rispose quasi in un sospiro Julia, aprendo il libro al paragrafo precedentemente lasciato a metà e accendendo il piccolo computer portatile.

- Scusa tu sei Olivia Webb? – chiese allora stupidamente Louis, raddrizzato sulla sedia.

- Non l’ultima volta che ho controllato – rispose cinicamente lei, prestando attenzione per metà al ragazzo e per metà alle reazioni si termo dinamica. Dall’altra parte della città il cantante si grattò il mento pensando ad una risposta abbastanza sagace per controbattere. Quando non ne trovò, si accontentò di emettere un sonoro sbuffo.

- Quindi dovrò ripetere tutto il teatrino a questa Olivia Webb? – chiese quasi a se stesso. Julie dall’altra parte voltò rumorosamente pagina.

- Avresti dovuto registrarlo – rispose – ora, dal momento che tu hai una telefonata da fare nel West Yorkshire dove troverai una eccitatissima Olivia pronta a venire a cena con te e io ho le fasi del pH da memorizzare per domattina alle undici e se non passo l’esame è per colpa tua, direi di attaccare e rimuovere il trauma di questa specie di conversazione – propose infine la giovane, alzando gli occhi dal libro per un secondo e ascoltando la risata bassa del ragazzo dall’altra parte. Pure la risata era sexy. Julie arrivò alla triste conclusione che sicuramente Olivia aveva generosamente corretto il tè con rum.

- Stanotte non mi farai dormire per i sensi di colpa – rispose Louis semiserio.

- Ne sono addolorata – assicurò la ragazza, poi, decidendo che poteva anche bastare, mise giù senza tanti complimenti, tornando al libro con un sospiro.

 

***    ***    ***

 

Posto questo breve prologo sperando che vi piaccia. Un grazie particolare a quella fata della mia Sister Chiara, alla mia preziosa Donatella e a quante vorranno leggere e recensire. Seguitemi su Twitter per gli aggiornamenti :D @nevaehEFP.

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: nevaeh