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Autore: Nor    03/01/2012    1 recensioni
L’emozione di incontrare i suoi occhi, il ricordo, seppur non nitido, di quando lo aveva salvato, delle labbra che lo avevano riportato alla vita.
Ambientato dopo la 1x07, in attesa dell'ottava puntata.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Who will love you? who will fight?
And who will fall, far behind?

lyrics @ Bon Iver, Skinny Love

 

Ambientata dopo la s01e07, nella lunga attesa sino all'ottava puntata.

Snow White/James – Prince Charming, alias Mary Margaret/David. Con la gentile partecipazione di Emma, Henry e Regina.

PROLOGO

Era strano. I ricordi erano ricomparsi dopo la sua visita al negozio di Mr. Gold e continuavano a comparirne di nuovi, giorno dopo giorno. Eppure quella strana sensazione che aveva provato prima di recuperare i suoi ricordi, quella sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato in tutto quello, non lo lasciava. Era come se quei ricordi non fossero i suoi, ma quelli di qualcun altro. Come se le emozioni che ricordava di aver provato fossero lontane, fossero come emozioni provate dopo essersi immedesimati troppo in un film ma, arrivati ai titoli di coda, essersi resi conto di poterle cancellare immediatamente perché erano semplicemente personaggi e storie non propri.  Le uniche vere emozioni continuavano a essere, per lui, quelle provate con Mary Margaret. L’emozione di incontrare i suoi occhi, il ricordo, seppur non nitido, di quando lo aveva salvato, delle labbra che lo avevano riportato alla vita. L’aveva salvato, era vero, ma non era solo per quello che sentiva quelle emozioni nei suoi confronti. E, ne era sicuro, anche lei le aveva sentite. Anche lei aveva sentito quel caldo senso di appartenenza che, a rigor di logica, lui avrebbe dovuto sentire nei confronti di sua moglie.  Desiderava un’altra, eppure non si sentiva colpevole: non stava tradendo sua moglie perché, nonostante nei suoi ricordi l’avesse amata di un amore inimmaginabile, in quel momento non provava più nulla per quella donna, se non l’affetto per averlo ospitato, essersi presa cura di lui, avergli organizzato quella bellissima festa, averlo capito ed accettato. E, nonostante ciò, le uniche cure che gli importavano erano quelle di Mary Margaret.

Henry non riusciva a chiudere occhio. Era chiaro che i ricordi di David – del Principe – stavano tornando. O, meglio, la maledizione stava inserendo in lui i falsi ricordi, rendendo più difficile l’accettazione dei veri ricordi, quelli della sua vera identità. Come mai sembrava l’unico a preoccuparsene? Come mai né Emma né Miss Blanchard sembravano interessate alla questione? Doveva occuparsene lui. Perché se David e la maestra se ne fossero ricordati, allora sarebbe stata la prova definitiva del fatto che l’arrivo di Emma stava funzionando, che la maledizione iniziava ad indebolirsi. In più, con Biancaneve e col Principe non più fuori combattimento, le cose sarebbero iniziate a cambiare veramente. Ma era chiaro che avevano tutti bisogno del suo aiuto.

Non la conosceva da molto tempo, eppure si sentiva a suo agio con Mary Margaret, sentiva che tra loro poteva esserci un rapporto speciale. A malincuore, tuttavia, doveva ammettere che, forse, tutto quello era influenzato dal libro di Henry e che, in un modo o nell’altro, lui continuasse a ripeterle che lei era sua madre. Non che ci credesse, insomma, non credeva a nessuna di quelle associazioni fiabesche del bambino. Nonostante ciò, il fatto di poter immaginare qualcuno come la propria madre la faceva sentire… strana. Henry aveva trovato sua madre, ma lei non poteva trovare la sua. Non c’era nessun nome nei database degli ospedali, perché lei era stata letteralmente abbandonata. Proprio come si abbandonano i cuccioli sull’autostrada. Era chiaro che Mary Margaret non era sua madre, era chiaro che lei non aveva la possibilità di scoprire il nome della donna che l’aveva messa al mondo, eppure era scattato qualcosa in lei. Ed era tutta colpa di Henry, quello scricciolo che ormai si era, in qualche modo, insinuato nella sua vita. Sentiva in qualche modo il bisogno di scusarsi con Mary Margaret per quello che le aveva detto, quando l’aveva spinta ad incontrare David. Nonostante facesse finta di niente e lasciasse in giro per la casa quei bei fiori che il dottore le aveva regalato, era ovvio che non poteva aver cancellato quell’alchimia che l’aveva legata a Daniel dal momento del suo risveglio in poi. Ma era felice di vedere che qualcuno le dedicava delle attenzioni e, in un modo o nell’altro, non voleva turbarla ulteriormente parlandole di David. Combattuta com’era, stava pensando di fare un salto dallo sceriffo per avere sue notizie: avrebbe fatto anche quello pur di distrarsi. Insomma, le cose con lui erano strane, ma non poteva evitarlo a lungo: in fondo le aveva offerto un lavoro, le aveva praticamente salvato la vita e l’aveva aiutata. Quel bacio e i problemi con Regina – oltre al delirio febbricitante – poteva metterli da parte. Indossò il giubbotto rosso, sistemò i pantaloni dentro gli stivali e infilò le chiavi in tasca. Stava abbassando la maniglia della porta quando qualcuno bussò, cogliendola di sorpresa. Chi poteva essere? Mary Margaret era a scuola e comunque non avrebbe bussato, Henry avrebbe dovuto essere a scuola, lo Sceriffo a lavoro e, per un motivo o per l’altro, sperava che non si trattasse di Regina. Qualcuno doveva averla sentita, perché non era Regina. Ma quando abbassò lo sguardo e  lo vide, seppe che comunque avrebbe avuto problemi – tanto per cambiare! – col sindaco.
- Henry! Non dovresti essere a scuola? – Cercò di assumere un tono severo, ma si rese conto di sembrare ridicola. Non sarebbe mai riuscita ad essere una buona madre.
Il ragazzino si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli ulteriormente. Probabilmente aveva corso per arrivare sin lì senza farsi vedere da qualcuno che, in un modo o nell’altro, l’avrebbe fatto sapere a sua madre. – Non potevo andarci! David sta per riempirsi dei ricordi della Strega, dobbiamo ricordargli chi è prima di perdere ogni possibilità! –
Emma sospirò, rendendosi conto che, volente o nolente, doveva avere a che fare con quella situazione. Solo, aveva sperato che suo figlio ne rimanesse fuori. – Henry, David si sta ricordando di sua moglie e della sua vita, vogliamo sconvolgerlo di nuovo dando un dispiacere a lui, alla moglie e alla signorina Blanchard? – Tornò indietro, indicando a Henry il divano per fargli cenno di sedersi. Chiuse, a malincuore, la porta e si andò a sedere vicino a lui. Ma Henry, sovraeccitato com’era, resistette appena qualche secondo prima di saltare su. – Ma lui stava iniziando a ricordarsi di essere il Principe, dobbiamo continuare! Biancaneve l’ha svegliato, proprio come lui aveva risvegliato lei! Non vuoi che i tuoi genitori si ricordino di te? –
Quel bambino sapeva quali tasti toccare, furbo che non era altro. Ma lei, lì, non poteva aiutarlo, non quella volta. Non voleva che quel suo stupido gioco si spingesse troppo oltre, non dopo quello che era successo a Graham. – Mi dispiace, Henry, ma stavolta devi fermarti qui. Troveremo un altro modo… - E nel momento stesso in cui pronunciò quelle parole, si rese conto di averlo deluso. Per l’ennesima volta, non riusciva neppure a fingere per bene di crederci.
- Non riesci proprio a capirmi! Sei tu quella che dovrebbe salvarli, non io! – Corse fuori, sbattendo la porta e trascinandosi dietro lo zaino, pieno dei libri che non gli sarebbero serviti per quel giorno.
Si diede solamente il tempo di alzare gli occhi al cielo, chiedersi perché diamine si fosse infilata in quella storia e poi seguì Henry, decisa a salvare il salvabile.

  
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