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Autore: giuly666    03/01/2012    6 recensioni
Fu svegliato da una bambina, capelli castano scuro, occhi neri, di circa sei anni, che lo scuoteva con delicatezza.
ATTENZIONE: Spoiler su AGOS!
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Mary Morstan, Mrs. Hudson, Nuovo personaggio, Sherlock Holmes
Note: Movieverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Our love'
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Capitolo I

DI NUOVO VIVO
 
Aveva freddo.
 
Tutt’intorno a lui, l’acqua lo sommergeva, impedendogli di ricevere aria.
 
Il respiratore, ormai bagnato, non gli offriva più abbastanza ossigeno.
 
Era costretto a riemergere.
 
I suoi polmoni bruciavano per la mancanza d’aria.
 
Cercò di restare a galla, provando ad immagazzinare più ossigeno possibile, prima di venir nuovamente sommerso dalle onde impetuose della cascata.
 
Le sue mani si aggrapparono a qualcosa; cercò in tutti i modi di rimanere attaccato a ciò che, dopo varie osservazioni, capì essere uno scoglio.
 
Il suo corpo era pesante. Troppo pesante.
 
Notò che vi erano altri scogli vicino a quello a cui era saldamente aggrappato. Cercò di raggiungere, pian piano, ognuno di essi; avvicinandosi sempre di più alla riva rocciosa.
 
All’ultimo scoglio, si sentì mancare.
 
Era stanco.
 
La sua presa sulla roccia bagnata si fece debole, ma non lasciò andare il suo unico appiglio di salvezza. La spalla gli doleva, probabilmente aveva ripreso a sanguinare. Ebbe un fremito.
 
Notò qualcosa muoversi verso di lui. Qualcosa di nero, appena fuoriuscito dalle acque torbide della cascata.
 
Per la prima volta, capì di essere scosso da brividi di paura. Se stava dormendo, allora stava vivendo in un incubo. Quell’ombra si avvicinava, ottenendo contorni sempre più precisi.
 
Si sentì quasi morire.
 
Cercò di sfruttare ogni forza rimasta gli e di raggiungere la riva. E appena riuscì a conquistare terra, si voltò per vedere se quella cosa si era avvicinata. Non riuscì a terminare il pensiero che l’ombra era proprio dietro di lui.
 
La osservò, notando che aveva un non so che di famigliare. Le onde fecero voltare la figura e, con somma sorpresa e un senso di sollievo, Holmes notò che quel corpo non era altri che il professor James Moriarty;  ormai morto.
 
Si tranquillizzò all’istante.
 
Ritrovò improvvisamente tutte le energie perse e, con un balzo, scattò in piedi e cercò di dirigersi lontano da quella cascata, da quel corpo esanime, da quel caso che poteva finalmente dirsi concluso.
 
Dopo quasi un’ora di cammino, giunse nei pressi di una stalla. Senza pensarci due volte, il detective vi entrò.
 
Pulita. Piena di animali. Calda.
 
Notò delle pecore, tutte strette fra loro, e uno splendido ariete che lo fissava. Decise così di appartarsi, almeno per quella notte, accanto ad essi; così pieni di calore.
 
Si addormentò.
 
All’alba fu svegliato da una bambina, capelli castano scuro, occhi neri, di circa sei anni, che lo scuoteva con delicatezza.
 
Appena lo vide sveglio, la piccola sorrise.
 
-La spalla ti fa tanto male?-, chiese curiosa quella piccola damigella.
 
-Non più molto, grazie. Come ti chiami?-, le chiese, mettendosi a sedere.
 
-Irene!- rispose con enfasi la bambina.
 
-Dove sono i tuoi genitori, Irene?- domandò senza troppe cerimonie.
 
Il viso, fino a quel momento sorridente della bimba, divenne una maschera di pura tristezza.
 
-Non sono più tornati...-, rispose abbassando gli occhioni pieni di lacrime trattenute a fatica. Holmes notò il cambiamento della piccola e, improvvisamente, notò anche la spalla nuovamente pulita e fasciata.
 
-Sei stata tu?- indicandosi la spalla.
 
Irene annuì leggermente, senza alzare lo sguardo.
 
Lui non lo sopportava. Non sopportava di vedere una donna piangere, anche se quest’ultima era in miniatura. La strinse a sé, con il braccio sano.
 
-Stai tranquilla, non sei più sola. Verrai con me!- le disse con gentilezza.
 
La piccola annuì contro il suo petto, dopodiché, gli rivolse uno dei sorrisi più belli che aveva.
 
-Grazie!!- fu tutto ciò che Irene gli disse.
 
  
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