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Autore: elyxyz    03/01/2012    11 recensioni
QUESTA RACCOLTA è IL SEGUITO della mia one-shot “(Un)happy Birthday [Mother’s Present]”, ma può anche essere letta a sé stante.
Raccolta comica incentrata sul personaggio della defunta regina di Camelot, secondo queste premesse: e se Lady Ygraine fosse un fantasma che solo Merlino può vedere e che compare nei momenti meno opportuni?
Ygraine, in un’insolita veste di sfacciata slasher ante litteram, un po’ hippy e un po’ svampita.
* I STORIA: Il bacino del buongiorno al principino
* II STORIA: Il bagnetto del principino
* III STORIA: La prestanza amatoria del principino
* IV STORIA: La pupù del principino
* V STORIA: La mamma del principino (I parte)
* VI STORIA: La mamma del principino (II parte)
* VII STORIA: La bua del principino (I parte)
* VIII STORIA: La bua del principino (II parte)
* IX STORIA: La bua del principino (III parte)
ATTENZIONE: la quinta fic contiene uno SPOILER preso da un’intervista fatta a Richard Wilson, l’interprete di Gaius. L’info non compare in alcuna puntata finora realizzata.
[Artù x Merlino, of course!]
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Altro Personaggio, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lady Ygraine: The Queen of Camelot'
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Note: il seguente scritto contiene lievi riferimenti slash

Note: il seguente scritto contiene lievi riferimenti slash.

Questo capitolo è la terza e ultima parte di “La bua del principino” e il diretto seguito dei due precedenti, vi consiglio perciò di rileggerli per ritrovare il filo narrativo.


Dopo più di un anno e mezzo, torno ad aggiornare questa raccolta, anche se in realtà il capitolo era già abbozzato da allora. Mi scuso dell’immenso ritardo, ma ho dato la precedenza ad altre storie, e poi ai casini della Real Life.
Non prometto aggiornamenti regolari, però ho intenzione di sistemare tutte le 12 bozze rimanenti, che sono già scritte ma vanno sviluppate e/o sistemate.

 

 

Vorrei dedicare il capitolo a tutti quelli che hanno amato questa raccolta, a chi l’ha commentata, in particolare a chi – in tutto questo tempo – ha continuato a chiedermi di riprenderla, senza mai perdere la speranza. Questo doveva essere il mio regalo di Natale per il fandom, ma pazienza.

 

Il 2 gennaio 2010, postando il quarto capitolo scrissi così:

 

Dedicato a voi, con i miei più sinceri auguri,

perché il 2010 cominci con un sorriso che, spero, vi accompagnerà per tutto l’anno.

 

Oggi, a due anni di distanza, vi rivolgo l’ennesimo augurio. Buon Anno Nuovo!

 

Un grazie a quanti commenteranno. Ai vecchi e ai nuovi lettori.

ely

 

 

 

La bua del principino

 

(III parte)

 

by elyxyz

 

 

 

Dopo che la febbre di Artù era scesa dichiarandolo malato ma fuori pericolo, le cose sarebbero dovute tornare alla normalità, ma a Camelot non si sapeva neppure dove la normalità stesse di casa.

Anzitutto, per la sua imprudenza, il principe si era guadagnato un grosso predicozzo dal re, suo padre, che dopo l’incursione notturna e il grande spavento sentiva il dovere di elargirgli una buona ramanzina.

Poi era stata la volta di sua madre, che per bocca di Merlino aveva rincarato la dose paterna.

E dopo, il turno Merlino stesso, che aveva arricchito di suo quello che era sfuggito ad Ygraine.

Successivamente era intervenuta Morgana, che ovviamente non aveva perso l’occasione di deriderlo per quel bagno fuori programma, la strega.

 

“Puzzavi così tanto?” aveva insinuato, tenendosi fuori dalla sua portata, ovvero ad almeno tre iarde dal baldacchino. Gaius aveva infatti ordinato riposo assoluto al giovane Pendragon, per consentirgli una guarigione completa.

 

Dal canto suo, Merlino non se la stava certo passando meglio di lui, e quella doveva essere forse l’unica consolazione dell’erede al trono: mal comune, mezzo gaudio; non fosse stato che l’inconveniente coinvolgeva ugualmente la sua nobile persona.

 

Dopo essersi ripreso dal delirio che lo aveva persuaso di essere in punto di morte, ed aver ricevuto l’adeguata spiegazione per la possessione materna del corpo del suo valletto, egli s’era fatto una grossa risata e aveva archiviato il fatto. Ma nessuno aveva calcolato un possibile effetto collaterale, benché tutta quella faccenda – le apparizioni di sua madre e le sue scampagnate tra il mondo dei vivi e l’aldilà – avrebbe dovuto insegnare a tutti che l’uso della magia aveva delle conseguenze, e che tutto si pagava, prima o poi.

 

Nello specifico, il fatto che Merlino avesse ospitato una volta la defunta regina nel suo fisico debilitato aveva fatto diventare il giovane una specie di tramite, involontario involucro, ed ella poteva ora prendere dominio del mago per brevi momenti, anche contro la sua volontà, e manovrarlo a proprio piacere.

 

Gaius aveva studiato questo inconveniente ed era certo che la cosa fosse una situazione temporanea, e che, qualora Merlino si fosse rimesso del tutto dalla sua indisposizione, pure l’incantesimo di possessione avrebbe smesso di fare effetto. Anche perché l’alternativa era quella di veder sbroccare il suo figlioccio, la cui sanità mentale era già messa a dura prova da tempo.

 

Inutile dire che Sua Maestà la regina, al contrario, desiderava approfittarne a piene mani, con grande sconcerto del valletto reale.

 

 

“Dovete mangiare questa minestrina, Sire!” sbuffò lo scudiero, bloccando il cucchiaio a mezz’aria, mentre Artù si rifiutava di collaborare e accampava mille storie sulla gola che bruciava, sulla sbobba insipida, e sul fatto che non aveva fame, pur di non farsi imboccare.

 

“Se non mangiate, non guarirete!” lo sgridò il servo, aggrottando le sopracciglia e trattenendo a stento la voglia di tappargli il naso a tradimento e di fargli ingoiare tutto, posata d’argento compresa.

 

“Non me ne importa nie-

 

“Preferiresti che lo facesse tua madre?” domandò, interrompendolo, usando il tono informale che talvolta adoperava quando erano da soli.

 

“Lei è qui?” chiese Artù, di rimando, preoccupato, guardandosi attorno anche se non avrebbe mai potuto vedere lo spirito della sua defunta genitrice.

 

“Se ti dicessi di sì, come risponderesti?” lo pungolò il mago, prendendosi una piccola rivincita, nascondendo un sorriso mascalzone, senza sentirsi particolarmente in colpa, vedendo il compagno sussultare agitandosi.

 

“Madre?” chiamò il principe, incerto, sondando i tendaggi del letto senza riscontri. “Madre?!

 

Sono tua madre, Artù!” proclamò Merlino, con solennità, cercando di imitare i modi della compianta sovrana. “E ti ordino di mangiare tutto!”

 

“Madre, ma…”

 

“Ubbidisci a Merlino, Asino!” tuonò il mago, con fin troppa enfasi che lo fece tradire.

 

“IDIOTA!” ruggì il cavaliere. “Non sei affatto divertente!”

 

Ahahaha! Ma per un attimo c’eri cascato!” gongolò il servo.

 

Purtroppo per lui, però, non ebbe neppure il tempo di godere appieno di quel momento di rara soddisfazione che, col consueto *pof!*, l’amata suocera era davvero apparsa al suo cospetto, come se fosse stata richiamata dal loro disquisire su di lei.

 

Merli-i-i-no!” cinguettò la regina, appressandosi a loro. “Come sta il principino della sua mamma?”

“Fa i capricci, Maestà.” La ragguagliò, decidendo che mettere in difficoltà l’Asino cocciuto in quel modo non era male e, anzi, avrebbe anche potuto facilitargli il compito di nutrirlo.

 

“Merlino!” lo sgridò l’erede al trono, inalberandosi e arrossendo più di quanto già non fosse a causa della febbre.

 

Ma è vero, Sire!” gli notificò lo scudiero. “E’ mezz’ora che tento di farvi sorbire questa minestra!”

 

“Appena sarò guarito, ti manderò alla gogna!”

Vedete, Milady? Io mi preoccupo per la sua salute ed ecco come egli mi ripaga!” esclamò per ripicca, a metà strada tra il querulo e il polemico, scegliendo di ignorare i lampi di fuoco che gli occhioni meravigliosi del suo principe emettevano.

 

“Oh, no. Così non va bene…” considerò la sovrana, tamburellando l’indice curato sulle labbra corrucciate, osservando ora il valletto, ora la scodella, ora il figliolo convalescente.

 

“Vostra madre esprime la sua regale disapprovazione, Milord.” Gli rese noto lo stregone, rimestando la brodaglia ormai fredda, e riscaldandola poi con un incantesimo.

 

“Devi persuaderlo a mangiare, Merlino caro!” consigliò la castellana, rimboccandosi la veste spettrale per approssimarsi al letto e rivolgendosi poi direttamente al figlio.

 

“Apri la boccuccia, piccino mio... Il topolino entra nella tana, ahhmmm!” lo incitò lei, come se fosse ancora un bimbetto: “Su, fa’ aaahmmm!”

 

Il mago ridacchiò a quel suggerimento, mentre il compagno lo squadrava perplesso.

 

“Vostra madre dice che dovete fare aaahmmm!” riassunse, saltando la parte del topino nella tana, che a lui riportava in mente altri pensieri che col cibo avevano assai poco a che fare.

 

“Eh?!” esclamò Artù, con una faccia disgustata che manco davanti allo stufato di ratto era stato così sdegnato.

 

“Credo che serva un incentivo più serio...” eccepì lo stregone, ignorando il suo compagno per indirizzarsi alla sovrana.

 

 “Giusto.” Convenne lei, scattando in avanti con un insospettabile balzo felino che colse il povero servo di sorpresa.

 

Artù vide Merlino ondeggiare un istante davanti a sé, come se stesse per svenire, ma un attimo dopo era di nuovo pieno di energia e brandiva il cucchiaio come se fosse stata un’arma.

 

“Abbassa il ponte levatoio, il cavaliere deve entrareeee!” lo sentì gridare, tutto infervorato, mentre l’imboccata arrivava davanti al suo naso a passo di carica, anzi no, al galoppo. Tanta fu la sua sorpresa che non osò neppure muoversi e, a bocca spalancata, si ritrovò la posata fin contro l’ugola, rischiando di farsi andare di traverso il tutto.

 

“Su, tesoro! Riapri i cancelli: sta arrivando un altro cavaliere di corsa con la lancia in resta! Aaahhmmm!”

 

“Madre!” s’indignò Artù, deviando all’ultimo istante, con la testa, la traiettoria della posata – quasi che fosse stato un fendente mortale – afferrando il polso sottile del suo amante, cercando di ignorare quanto strana fosse la cosa. “Non sono così malato da dovermi nutrire con il brodino!” protestò, sfilando scodella e cucchiaio da quelle dita esili, posandoli sul vassoio sopra il comodino accanto al letto, miracolosamente senza rovesciarne il contenuto.

 

Gaius dice che sei convalescente!” sbottò lei, per bocca di Merlino, in risposta. E poi, a tradimento, si sporse ad afferrargli le gote arrossate, mentre Artù sfoderava un nobile broncio. “Che guanciotte! Il mio tesorino! Pucci pucci pu!”

 

Il principe assunse la stessa tonalità del loro glorioso stendardo: l’onnipresente rosso Pendragon; ma la cosa peggiore – guardando Merlino davanti a sé e quel suo sorriso speranzoso ed ebete che tanto amava – era che non poteva neppure mandarlo alla gogna, essendo posseduto dalla regina, e lui non sapeva come togliersela di torno…

 

“Madre, ora devo riposare, sono convalescente!” eruppe, usando la stessa giustificazione espressa poc’anzi dalla nobile genitrice.

 

Ma… ma hai appena detto che…” farfugliò lei, perplessa. “Uh, va bene, è evidente che avere a fare con Merlino ti consuma!” mugugnò, acconsentendo tuttavia.

 

Artù non fece neppure a tempo ad esalare un sospiro di (agognato) sollievo, che nuovamente le sue gote vennero catturate a tradimento da Ygraine e dal bacio a schiocco che ella pretese, come saluto.

 

Fai la nanna, adesso, bimbo mio!” si raccomandò.

 

Ancora tutto scombussolato – perché non era normale vedere Merlino comportarsi così, anche se lui sapeva che non era in sé –, il principe si lasciò stropicciare dalla zelante sovrana e, una volta (la decima volta, in effetti) che le sue coperte furono rimboccate, sistemate, lisciate e rincalzate a dovere, ella scomparve – finalmente – facendo l’occhiolino, e rassicurandolo, promettendo che sarebbe tornata presto, molto presto – anche se in realtà suonava più come una minaccia.

 

Il giovane Pendragon attese qualche momento per essere sicuro che il suo scudiero non proferisse ulteriori, imbarazzanti, consigli materni, ma questi sembrava solo incredibilmente istupidito – ma non più del solito, in verità – e si stava guardando intorno, stravolto, come se non riconoscesse il luogo o non capisse come c’era finito.

 

Ma cos-?” farfugliò il mago, strofinandosi il viso per snebbiare la mente inebetita.

 

“Mia madre.” Replicò l’erede al trono, come se quella fosse stata una risposta completa.

 

Di colpo, il mago comprese il perché di tutta quella spossatezza che sentiva addosso, della confusione che volteggiava nella sua testa e del vago senso di sfruttamento coatto che avvertiva.

 

“Lo so che ci godi un mondo a farti usare così da lei, Merlino,” sibilò il principe, puntandogli un dito contro, come monito “ma cerca di smetterla, o ti spedisco alla gogna per davvero!” lo minacciò.

 

Il povero valletto spalancò la bocca, indignato, pronto a ricordargli che non era certo per piacere personale che si lasciava invadere – contro il suo volere – dalla presenza molesta di Sua Maestà, ma il nobile non gliene diede il tempo: lo strattonò con un moto repentino (che avesse ereditato il balzo felino di Lady Ygraine?) e se lo strinse contro, intimandogli di coprirsi con le coltri stropicciate – che sua madre aveva maniacalmente sistemato poco prima – e, soprattutto, di stare zitto.

 

Merlino, che era veramente sfinito, non trovò nulla da obiettare e gli si accoccolò addosso.

 

“Prima guariremo, e prima le cose torneranno alla normalità.” Bisbigliò Artù, soffocando uno sbadiglio contro la sua spalla ossuta.

 

Lo stregone annuì, prima di scivolare nel sonno, stretto in quell’abbraccio familiare; e non ebbe cuore a dirgli che la regina – in veste corporea o meno – non avrebbe smesso di perseguitarli e che, soprattutto, la normalità a Camelot non esisteva.

 

 

 

- Fine -

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

Note: In realtà non ho appunti da fare, se non che scrivere i nomi in italiano è stata durissima, non ci sono più abituata! XD

Ma se qualcosa non vi fosse chiaro, chiedete pure. ^^

(Cielo! mi fa strano essere così sintetica!! O_O, con Linette non ci riuscirei proprio! XD)

 

Precisazioni al capitolo precedente: (a random)

- Sono contenta che il capitolo, benché sentimentale e non comico, vi sia piaciuto tanto! ^___^
Ero davvero titubante, ma il vostro parere positivo mi ha confermato di aver fatto la scelta giusta, magari, in futuro, ne scriverò altri.

- Soprattutto, sono felice che tutti l’abbiate ritenuto IC, cosa fondamentale, per me.

- Sì, Uther ama davvero Artù e *sa* di essere in debito con Merlino.
Mi piace analizzare questo suo lato umano, su di lui si potrebbero dire mille cose.

- Uther ha intuito vagamente qualcosa, anche se preferisce ignorarla, in quel frangente. E’ un po’ come se avesse messo in stand-by il suo essere re e si fosse calato nei panni del semplice genitore.

 

 

Un’altra cosa:

Il mio proposito buono per l’Anno Nuovo è quello di riprendere le mie vecchie fic-bozze su Merlin, (certe sono state scritte anche 3 anni fa U_U) e di postarle tutte, alternandole a nuove idee.


The He in the She (l’Essenza dentro l’Apparenza)cap 52 potrebbe arrivare sabato o domenica (casini vari permettendo).

 

 

E infine:

Ringrazio anche tutti i preferiti, da ricordare e seguiti di questa fic, sono un bel numero e la cosa mi fa piacere.

Spero che la raccolta possa continuare a piacervi! ^^

 

 

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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)


Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.


Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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