Autore: Eralery.
Titolo: There will be a Light.
Personaggi: Draco Malfoy, Draco/Luna, Luna Lovegood.
Genere: Romantico, Malinconico, leggermente Nonsense.
Avvertimenti: Het.
Rating: Verde.
Introduzione: “Sei
stato gentile.” Dice Luna, splendente nei suoi vent’anni.
Fuori dal finestrino dello
scompartimento, il panorama scorre indistinto. Tutto quel che vedi è il suo
sorriso.
“A fare cosa?”
“Ad avermi tenuto con te.”
NdA: Niente da dire, ma la canzone è questa.
Hai visto tanto, Draco, così tanto che pensi di aver
visto troppo e troppo poco al tempo stesso. Davanti a te c’è sempre stata una
sola strada già tracciata, hai potuto vedere solo quello che ti hanno fatto
vedere.
Sei superiore a tutti loro,
Draco – ti dicevano sin da quand’eri solo un bambino,
e tu ci credevi, perché, in fondo, quando si è piccoli fa piacere sentirsi dire
certe cose.
Non parlare con persone di
cui non conosci lo stato di sangue, Draco – si era raccomandato tuo padre prima di accarezzarti
leggermente la testa dai capelli biondi e guardarti annuire, salutare la mamma
e poi andare via per prendere il treno.
Entrerai tra le sue file,
Draco – ti
hanno imposto, e dopo tutto quel che ti avevano detto avresti ricevuto in
cambio, la gloria, la fama, il potere, tu pensavi sarebbe stato facile, pensavi
sarebbe stato semplice.
Devi volerlo, Draco. Devi
voler fare del male – urlava
tua zia Bellatrix, quando non riuscivi ad essere troppo crudele con un
traditore o un Mudblood trovato per strada.
Parla, Draco, di’ che è
lui, di' che è Harry Potter – sussurrava tuo padre, quel giorno al Manor, quando Greyback
e i suoi avevano trovato Potter, la Granger e Weasley.
Chiudi gli occhi e poi li riapri quasi di scatto, perché
sotto le palpebre ti è come impressa a fuoco l’immagine di Tiger che viene
avvolto dalle lingue di fuoco dell’Ardemonio.
Non hai potuto fare niente. Non hai mai potuto fare
niente, Draco.
Il tuo respiro spezzato da singhiozzi senza lacrime si
unisce a quello dei piccoli sassolini di pietra che cadono dalle impalcature e
s’infrangono sul pavimento semi distrutto come fossero lacrime di bambino. Non
vuoi pensare a quanti ragazzini hanno perso la vita oggi, Draco, non ce la fai.
Non puoi pensare a tutto e in questo momento vorresti
solo scivolare rapidamente in un sonno eterno, lontano dai sussurri degli
altri, dalle occhiate che ti definiscono colpevole. Lontano da una vita fatta
di sbagli che prima non avresti mai considerato tali.
“Sei stanco di contare le pecore?”.
La voce di Luna Lovegood è qualcosa di strano, non è
vero, Draco? Così… normale, anche in una situazione del genere. Ora capisci davvero perché l’hanno chiamata
Lunatica: lei è così, è matta. Ma è salva,
nella sua pazzia. Perché prima, quando andavi al Manor a portare il cibo a lei
e ad Olivander, pensavi solo a quanto dovesse essere stupida per poter credere
davvero in un lieto fine. Ma aveva ragione. E tu lo sai perché, Draco: perché
lei ha visto tutt’e due, ha visto la luce e l’oscurità, e ha sempre saputo che
i buoni vincono sempre, nonostante il prezzo sia caro.
“Sono stanco di contare i miei errori, Lovegood. Di
contare le cose che non ho mai visto e che non vedrò mai.”
Non stacchi gli occhi dal buco sul pavimento del piano
sopra di te, mentre pronunci quelle parole, e non puoi sapere che lei ha
inclinato la testa di lato ed increspato le labbra in un sorriso sincero e sognante
come son sempre stati i suoi – niente ghigni, niente sorrisetti bastardi alla
Malfoy, un sorriso sincero, vero, e tu vorresti averne capito il valore molto
prima.
“Basta aprire gli occhi e il cuore.” Risponde
semplicemente lei, con un tono svagato così fuori luogo e così giusto al tempo
stesso che ti confonde. “Basta svegliarsi. Tu hai dormito, e niente è come
sembra quando si dorme.”
E poi se ne va verso la Sala Grande, ti passa accanto
con una scia dolce di profumo che probabilmente prima ti avrebbe fatto
arricciare il naso. Ma adesso, dopo diciassette anni nell’aspro, nel dolore,
capisci che quel leggero e delizioso profumo è l’ennesima cosa che ti sei
perso.
Rimani in silenzio, finché l’odore non svanisce così
come era venuto, e speri, nonostante tutto, che te ne rimanga un po’ addosso,
sulla pelle – che ti rimanga sulla pelle assieme a quei sorrisi così diversi
dalla maggior parte di quelli che hai ricevuto sin da piccolo, che ti rimanga
sulla pelle assieme a quel tono di chi ha visto tanto ma che continua a vivere
con la consapevolezza di poter vincere anche solo sperando e sognando, che ti
rimanga sulla pelle per darti una spinta in più per ricominciare daccapo.
Poi arriva tua madre, che si china accanto a te e ti
passa una mano sul volto. E dopo stringe la tua, di mano, facendoti alzare; in
questo momento sei più debole di tua madre, ma non riesci quasi ad elaborare
anche questo pensiero.
E mentre ti conduce fuori dal castello, solo una cosa ti
viene in mente: Iris.
Il fioraio ti chiede che
fiori vuoi per il mazzo di nozze della tua futura moglie, Asteria.
“Iris.” Rispondi senza
pensarci, perché è così che deve essere.
***
“Sei stato gentile.” Dice Luna, splendente nei suoi
vent’anni.
Fuori dal finestrino dello scompartimento, il panorama
scorre indistinto. Tutto quel che vedi è il suo sorriso.
“A fare cosa?”
“Ad avermi tenuto con te.”
Note:
Salve! ^^
Allora, come si sarà ben capito questa è una Draco/Luna. Personalmente, trovo che sia la coppia più azzeccata di tutte, sebbene non sia canon. Perché Draco non ha avuto la possibilità di scegliere, mentre Luna ha sempre scelto da sé. Sono complementari, secondo me, in un certo senso.
La prima parte, la più lunga, si svolge ad Hogwarts subito dopo la Battaglia; la seconda poco prima del matrimonio con Asteria Greengrass; la terza, mi sa la più importante, invece, si svolge dopo, semplicemente.
E sì, con 'dopo' intendo dopo la morte. Wah. Un po' nonsense, ma secondo me ci stava.
Bene, spero vi sia piaciuta perché a me, sinceramente, piace abbastanza. E poi è la mia prima DracoLunaH *_*.
Vado a gongolare di là, a presto <3
Er.