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Autore: sheloveshazza    04/01/2012    10 recensioni
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Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nothing goes well.

 
Un ragazzo alto, con occhi verdi che ti davano l’idea di cadere in un puzzo senza fondo se li guardavi per troppo tempo, avete presente quando alice sprofonda in una buca che la portava nel paese delle meraviglie? Ecco la stessa sensazione; dei ricci di un castano chiaro che ricadevano sulle sue spalle rispettando la completa armonia di curve che esistesse, un sorriso da play-boy stampato in faccia e con in dosso dei vestiti che non avevano nulla a che vedere l’uno con l’altro, era un misto di elegante e casual che però su di lui sembrava essere uno degli abbinamenti più naturali di questo mondo.
-Harry ma sei tu? Oddio come ti sei fatto grande.- mia mamma stava attaccando con quei discorsi che non avevano né capo né coda.
-Zia Emily, mi eri tanto mancata.- ecco la leccata di culo seguita da un abbraccio tra i due, niente di più falso.
-Emily, Brian! Da quanto tempo.- la sorella di mia madre apparve nell’atrio e cominciò ad abbracciare tutti finchè non si volse verso di me. –E tu devi essere Haley, ma quanto sei cresciuta bambina mia!-
wowowo frena, cosa? Bambina mia? Si certo come no, nemmeno ti conosco a momenti.
-wow che deduzione, si sono io ciao.- Dissi fredda quando Megan mi lasciò andare dalle sue braccia per poi fermarsi a guardare il piercing che avevo sul naso con una sguardo sorpreso e così facendo essermi guadagnata una fulminata da mia madre.
-andiamo in salotto, non vorrete stare qui tutto il giorno no? Entrate dai, date le valigie a harry che ve le porta in camera.- iniziò a spintonarci verso una stanza con al centro un tavolo rettangolare ad otto posti con sopra una tovaglia rosso fuoco e nel mezzo una composizione natalizia con candele, alla sua destra un divano di un colorito beige posizionato di fronte ad un televisore ed un mobile pieno di fotografie che ritraevano sempre tutta la famiglia sorridente; mi fece uno strano effetto lo ammetto, noi non eravamo mai stati così felici come le foto davano a vedere, ero un po’ gelosa.
-dov’è Anne?- la voce di mio padre risuonò nella stanza.
-starà fuori tutto il giorno oggi, domani passerà la giornata con noi in compenso.- qualcuno dietro di noi parlò. Era mio zio, Kevin, che venne subito assalito da mia mamma che gli si attaccò come una cozza. Intanto il belloccio di prima arrivò dalle scale e si sedette sul divano accanto a me.
Cercavo di non farmi vedere mentre lo guardavo. Quei capelli mi fecero riaffiorare ricordi che pensavo avessi cancellato dalla mente, per un attimo rivivevo quei momenti di quando ero ad Oxford Street con lui e gli tiravo i ricci che tanto mi piacevano, cercavo di staccarglieli perché li volevo per me ed harry non mi diceva niente, faceva tutto l’impegnato a giocare con le macchinine a idearsi gare che ovviamente vinceva sempre. Ai quei tempi ero ancora una bambina, ignara di come andasse il mondo.
In quell’istante si girò verso di me.
-allora cugina, ti ricordi di me?- la sua voce era profonda, non l’avrei mai detto dopo aver visto il viso così perfetto ed armonioso che aveva.
-come dimenticarsi di colui a cui tiravo i capelli perché li volevo io?- risposi guardando un punto fisso avanti a me.
-beh lo ammetto, ho una chioma che tutti mi invidiano.- abbozzò un sorriso sul suo viso e mi accorsi che aveva pure le fossette.
-modesto il ragazzo.-
-molto chiusa la ragazza invece. Da piccola non smettevi mai di parlare a differenza di ora.- mi rispose prontamente lasciandomi per un attimo sbalordita.
-dall’ultima volta sono successe molte cose e se non parlo vuol dire che non ho nulla da dire.- incrociai le braccia al petto e mi appoggiai allo schienale guardandolo dritto negli occhi.
-che caratterino, si mi piace, non sei come le altre.-
Dovevo prenderlo come un complimento? Sta di fatto che non risposi ma mi concentrai nei miei pensieri. Ero lì, a Londra, e prima di una settimana non sarei ritornata nella mia camera. Meraviglioso direi.
 
Il pomeriggio passò tra chiacchiere e risate fra i miei genitori e gli zii; tra me ed harry invece c’era una situazione di estremo disagio, io non volevo parlare e lui non apriva bocca, non che la cosa mi dispiacesse.
Alle otto in punto Megan aveva sistemato la tavola con l’aiuto della mia vecchia, eravamo pronti per la nostra prima abbuffata in Inghilterra da quando eravamo arrivati. Abbuffata poi, per modo di dire, per la prima volta in vita mia non toccai quasi cibo, mi facevo schifo, non ero più io.
-Haley cara- pure cara, che progressi –mangia qualcosa dai.- mia zia cercava di tentarmi. Non è che non volessi, in parte, ma non avevo nemmeno fame.
-no grazie zia, ma passo.- ero nel centro dell’attenzione, tutti mi fissavano mettendomi tensione. –beh che c’è? Sono così interessante?-  non era stata una delle mie idee migliori, i miei genitori mi guardarono con degli occhi infuocati che mi dicevano tutto quindi cercai di evitarli, ma la voce insopportabile di mia mamma non poteva giustamente mancare.
-ora basta Haley, chi ti credi? Siamo ospiti, non puoi comportarti sempre come vuoi, potresti essere più cortese almeno con la tua famiglia; si fino a prova contraria questi sono tuoi zii e non ti hanno fatto nulla di male, anzi.-
-non ho detto niente, solo che non ho fame e voi ne fate un peccato mortale, se a casa succedesse una cosa simile non vi farebbe né caldo né freddo.- ribattei mentre la mia mano si stringeva sempre di più attorno alla forchetta.
-ma forse non ti è ancora chiaro che qui non siamo a casa.- dopo questa frase la sua sagoma si alzò dalla sedia picchiando i pugni sul tavolo, tutti ci guardarono ammutoliti mentre stavano ancora cercando di ingoiare un boccone, ma erano stati interrotti dal nostro spettacolo.
-dai Emily, non è successo niente, calmati.- Mergan intervenne sperando in una tregua ma la situazione stava completamente degenerando.
-NO! Meg questa cosa deve essere sistemata ora o si comporterà così per tutto il tempo!-
-oh ma basta!- questa volta mi alzai anche io facendo sobbalzare mio cugino dal suo posto –forse non ti è ancora chiaro che io qui non ci volevo venire, sono stata costretta da voi, fosse per me ora sarei a casa mia a fare ciò che voglio senza tutte queste sceneggiate ridicole su una stronzata che è appena successa. E mi sono stancata di litigare, mi sono stancata di sentire la tua voce, mi sono stancata di te che decida sempre sulla mia vita!- così dicendo mi diressi verso la porta d’entrata e la sbattei alle mie spalle sentendo un brusio di sottofondo provenire dalla casa.
Mi incamminai per le strade di Londra senza meta, avevo bisogno di aria, avevo bisogno di sentirmi libera per un attimo.
 

Salve bella gente. *uu*
eccomi qua, tempo record, non ho mai postato un capitolo così velocemente (l’ho fatto per la mia omonima, ilaria. Amami ilaria) in tutta la mia vita, quindi non abituatevi troppo perché non sarà per sempre in questo modo. éè
Bene allora, questo è un capitolo un po’ messo così alla cazzo perché pensavo di farlo in un altro modo, poi mi sono accorta che sarebbe diventata una cosa chilometrica ed era meglio di no. Ad ogni modo (che parolone) spero vi sia piaciuto anche se a me non convince per niente. :3 fatemi sapere presto eh, oggi mi aspetta una giornata di lettura ff/compiti. Sono piena di entrambi. o: è meglio che inizi subito quindi basta cincischiare, arrivederci. uu
- Ila.
 
  
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