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Autore: bittersweet Mel    04/01/2012    4 recensioni
«Chissà come si formano queste nuvolette. M ricordo che da piccolo fingevo di fumare, per farmi vedere più grande da tutti quelli che mi giravano intorno»
«Non so, prova a chiedere agli orsi polari»
Al suo fianco Axel sollevò un sopracciglio, incuriosito.
Però prima che potesse domandare che cosa centrassero gli orsi polari con le nuvolette di vapore, Roxas lo precedette.
«Sempre che non siano intenti a giocare a palle di neve, ovvio»

Buon 2012, anche se in ritardo
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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that winter; t h a t     w i n t e r ;

Titolo: Polar bears playing with snowballs
Autore: bittersweet Mel

Fandom: Kingdom Hearts
Personaggi: 
Axel, Roxas

Rating: Verde.
Note:
beeeeene, l'inverno si allontana ma la voglia di starsene lo stesso sotto le coperte aumenta in modo spropositato.
Non so voi ma io vorrei starmene tutto il giorno vicino ad un bel camino acceso, un libro in una mano e un po' di té caldo nell'altra.
Quindi mi è venuta voglia di scrivere qualcosa di molto randomico sull'inverno e su Axel e Roxas ( che immensa fantasia sulle coppie che ho ;A; )
Oh, oggi ero tremendamente sovreccitata dalla voglia di scrivere che un mio amica aveva in mente di organizzare un Mellocidio. Che bello, un'omicidio con il mio nome 

Beh, adesso che ho finito questa piccola premessa posso iniziare. Sì, direi di sì *gorgoglia*
Ps: come sempre è molto, MOLTO, nonsense. Insomma, una tipica uscita tra amici/fidanzati ( vedetela come preferite -w- ) con dei pensieri stupidi di sottofondo.
Pps: buon 2012 in ritardo, gentagli adorata




Polar bears playing with snowballs



Quel giorno le strade di Twilight Town assomigliavano terribilmente ad una Tundra, una fottutissima tundra totalmente priva di animali, persone o qualunque altra cosa che si potesse muovere di sua spontanea volontà.
Se non si contavano quelle piante mosse dal vento ai lati dei vicoletti che parevano muschi e licheni, ovviamente.
Probabilmente da qualche parte si ergeva persino un ghiacciaio, creatosi apposta sul momento solo per spargere ancora più freddo di quanto già non ce ne fosse.
Roxas - nonostante il freddo tutt'altro che gradevole- se ne stava immobile ad osservare la città deserta, dove nessun animale o umano avrebbe mai desiderato camminare.
Se si escludeva Axel.
Lui non entrava sicuramente nella categoria umana, né vegetale e nemmeno in quella animale. Axel era una cosa a parte, diciamo.
In ogni caso Roxas se ne stava fermo ad osservare il centro della città completamente ghiacciato, totalmente certo che da un momento all'altro sarebbero spuntati fuori persino degli orsi polari tutti intenti a giocare a palle di neve con dei pinguini.
«Sempre che nelle tundre ci siano, i pinguini» bofonchiò il biondo, affondando ancora di più il volto nelle morbide pieghe della sua amata sciarpa viola.
Ma la domanda che davvero doveva porsi - e che in ogni caso girovagava per la sua testa senza alcun controllo - era se davvero gli orsi polari sapessero giocare a palle di neve.
«Uhm? Parli da solo?»  domandò il ragazzo dai capelli rossi al suo fianco, districando la mano destra dalla tasca del suo giubbotto in pelle per portarla sopra la testolina bionda affianco a lui, divertendosi a scompigliarne i capelli. Ma non aveva freddo, senza guanti?
Roxas ignorò la domanda del ragazzo e si strofinò le mani l'una sull'altra velocemente, cercando di scardarsele.
Poi le infilò con un movimento fluido nelle tasche della sua giacca nera, sperando di riuscire per lo meno ad evitare la perdita di qualche dita.
Axel, che intanto continuava a tenere la mano sopra la testa del più piccolo, ridacchiò lievemente alla faccia scocciata del biondo.
Subito dopo quel gesto alzò gli occhi al cielo, osservando con un lieve sorriso la nuvoletta di vapore che gli era uscita dalla bocca volare in aria. Se qualcuno avesse visto la sua espressione in quel momento avrebbe potuto giurato di aver fatto la scoperta del secolo: il cervello di un bambino in un corpo di un ventenne.
Axel infatti sembrava felice come una pasqua davanti a quel " nuovo gioco", così tanto felice che decise di ripetere l'opera: stiracchiò le labbra nell'ennesimo sorriso, dischiuse la bocca e alitò nell'aria, osservando le nuvolette spargersi nel cielo grigio fino a scomparire del tutto.
«Chissà come si formano queste nuvolette. M ricordo che da piccolo fingevo di fumare, per farmi vedere più grande da tutti quelli che mi giravano intorno»  mormorò il fulvo pensieroso, mordicchiandosi un labbro con fare interrogatorio.
«Non so, prova a chiedere agli orsi polari» rispose con noncuranza Roxas, sollevando le piccole spalle e poi sbuffando dal naso .
Al suo fianco Axel sollevò un sopracciglio, incuriosito.
Però prima che potesse domandare che cosa centrassero gli orsi polari con le nuvolette di vapore, Roxas lo precedette.

«Sempre che non siano intenti a giocare a palle di neve, ovvio»
Il biondo guardò altrove come assorto, immaginandosi un orso tutto bianco e peloso svoltare l’angolo tra Via per la stazione e Piazza mercato con in mano – meglio dire “ in zampa?” - una palla di neve
«Ma probabilmente anche loro hanno troppo freddo e preferiscono rimanere nella loro tana a dormire» borbottò Roxas, osservando le strade inanimate spolverate di neve bianca e pezzi di ghiaccio.
No, non era tutta bianca ora che guardava meglio: c'era un po' di neve marroncina all'angolo della strada, dove probabilmente era passato qualche ragazzino con le scarpe sporche.

Che maleducazione, però:  passare sopra a qualcosa di bianco con la suola completamente macchiata.
Oh, no.
Roxas sbarrò gli occhi, desiderando di potersi tirare uno schiaffo sulla fronte nonostante la paura di rimetterci poi le dita

Come mai iniziava a fare dei pensieri così alla Axel?
Scosse violentemente la testa, ignorando le espressioni sempre più incuriosite del fulvo al suo fianco.
Colpa del freddo, sì.  Probabilmente il gelo gli era entrato dal naso, si era fatto spazio nelle narici e si era infiltrato nel suo cervello, compromettendone il funzionamento.
Solo questo poteva spiegare il perché dei suoi pensieri totalmente insensati.
D'altro canto, Axel, guardava Roxas con un'espressione tutt'altro che intelligente. Aveva le labbra dischiuse, che andavano a formare una piccola 'o', e le piccole sopracciglia sparate verso l'alto che formavano un’espressione che poteva significare solamente un " ti sei bevuto il cervello, amico?"
«Roxas ... » iniziò a parlare il maggiore, sbattendo le palpebre un paio di volte « Forse è meglio tornare a casa. E durante il tragitto ci fermiamo in un centro psichiatrico, che ne dici? »
Il più piccolo si voltò verso di lui, lasciando alla sua faccia scocciata il compito di dare una risposta alla frase di Axel.
«Lo prendo come un no?»
«Prendilo come un " sei un idiota", va bene?» sbottò Roxas, strofinandosi la manica del cappotto sopra al naso per controllare che fosse ancora intatto nonostante il freddo.
Quel giorno era dannatamente preoccupato per la salute del suo corpo visto che non ci teneva a vedere pezzi di carne che se ne crollavano a terra a causa del freddo, come capitava spesso nei film.
«Non sono io quello che delira a proposito di orsi polari, pinguini e robe varie»
«Sono domande legittime»
Axel ridacchiò, allungando una braccio e cingendo le piccole spalle dell'altro ragazzo. Se lo trascinò vicino, ignorando le lamentele che uscivano dalla bocca di Roxas ancora coperta dalla sciarpa.
Sempre con un piccolo sorriso sulle labbra strinse il biondo a sé, strofinando la faccia contro una delle guance ghiacciate del più piccolo.
«Nh, sei proprio gelido marmocchio»
Roxas sbuffò, tirando una piccola testata contro il volto di Axel.
«Ma dai, non me n'ero accorto»
«Allora che ne dici di andare a prenderci qualcosa di caldo da bere?» domandò prontamente il fulvo, socchiudendo gli occhi e continuando a strofinarsi contro la guancia del più piccolo.
Per lui non c'era differenza: restare fuori al freddo oppure andare dentro qualche locale al caldo non cambiava nulla, tanto lui stava bene ovunque.
Doveva ringrazia la sua temperatura corporea, anche se non sapeva come fare. Mica poteva scrivere su un biglietto un " grazie", ingoiarlo e aspettare che il messaggio arrivasse direttamente alla sua temperatura corporea.
Troppo spreco di tempo e, sinceramente, non era del tutto certo del successo di quell’idea.
Quindi Axel, senza aspettare una risposta positiva da parte del più piccolo, trascinò Roxas verso il lato opposto della strada in cerca di un bar aperto.
Il biondo, invece, si limitò a borbottare qualche parola da dietro la sciarpa per poi lasciarsi trasportare più che volentieri dalla mano calda di Axel.
Ma solamente perché faceva freddo, eh? Altrimenti gli avrebbe staccato le dita per un’azione del genere.
E chi lo sa, magari anche gli orsi polari e i pinguini, dopo aver giocato a palle di neve, si tenevano per zampa e se ne andavano insieme a bere una cioccolata calda.
«Hey Axel»
«Nh?»

«Se ti compro un vestito da orso polare ti va di andare a fare una gita in una Tundra?»












   
 
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