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Autore: elyl    05/01/2012    11 recensioni
Forse è stato quello il momento in cui ho capito tutto.
E non feci niente, rimasi immobile. Semplicemente guardai.
Ero il loro servo, non potevo ribellarmi, lo capisci? Si, eccome se lo capisci, l’hai capito tu prima di me.
Fosti tu la prima ad avvicinarti a me, alla mia famiglia.
Ci guardammo negli occhi e ne ebbi la conferma: saresti stata mia.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Stavo bellamente cazzeggiando su youtube, quando sotto ai miei occhi è capitato il link a un video. Perché io l’abbia cliccato, è un mistero. Io sono un’anti Dramione, leggo solo quelle della mia Tata (Piperina: se non avete letto niente di suo  ANDATE A FARLO u.u ) nonché mia mentore e beta u.u
Beh, ho cliccato…ho visto l’inizio e….pem! Ecco l’ispirazione! Certo, dovrei continuare anche la mia long Father Be With Me Tonight, ma questo è un dettaglio.
Beccatevi intanto questa one shot u.u
E guardatevi prima il video che merita davvero :
http://www.youtube.com/watch?v=oiDfdbqJloI

Beh…detto questo…Buon anno!
elyl

 

You Knew

Urla. Si, sento ancora le tue urla nonostante siano passati anni e anni da quel giorno.
La vedo piegata su di te, il suo coltello che incide quella maledetta parola sulla tua pelle.
La rabbia torna ad assalirmi, mi rende cieco.
No, non doveva toccarti.
Non doveva assolutamente.
Forse è stato quello il momento in cui ho capito tutto.
E non feci niente, rimasi immobile. Semplicemente guardai.
Ero il loro servo, non potevo ribellarmi, lo capisci? Si, eccome se lo capisci, l’hai capito tu prima di me.
Fosti tu la prima ad avvicinarti a me, alla mia famiglia.
Ci guardammo negli occhi e ne ebbi la conferma: saresti stata mia.
Lottai duramente, ma alla fine ce la feci.
Eri titubante, non ti fidavi. Ma d’altronde, come darti torto?
Draco Malfoy: come fidarsi di lui?
Ci misi mesi, sputai sangue, ma ottenni finalmente la tua fiducia: diventammo amici.
“Lascialo stare, quello!” Ti diceva Weasley.  “Vuole solo portarti via da me.”
“No, Ron, siamo amici!” Protestavi.
Non avrei mai potuto essere più d’accordo con lui.
Ti ricordi l’ennesima sera in cui litigaste per questo motivo? Venisti da me, entrasti in casa e subito iniziasti a parlare. Per me fu impossibile nascondere un sorriso.
E quando ti dissi che ti amavo?
Il tuo viso si tinse appena di rosso, balbettasti qualcosa di confuso e abbassasti lo sguardo, per poi rialzarlo fiera e chiedermi se stessi scherzando. Per tutta risposta ti baciai.
Ricordo ancora il suono del tuo schiaffo e quello dei tuoi passi che abbandonavano il mio appartamento.
Chiusi la porta e tornai a esaminare le carte per il processo a cui stavo lavorando: un mezzosangue contro un Mangiamorte.
Non mi feci più sentire, sparii completamente dalla tua vita. Credi che mi piacesse? Credi che fosse davvero quel che volevo? No, Hermione, volevo fare tutt’altro.
Ogni notte la passavo nel mio letto a pensarti.
T’immaginavo nuda tra le mie braccia, sotto di me, il tuo viso arrossato per il piacere, i tuoi baci, la tua pelle calda e sudata, i tuoi occhi lucidi per la felicità di fare l’amore con me, sentirmi dentro di te.
Tutto quello che desideravo era diventare un tutt’uno con te.
Vinsi la causa.
Quella sera tornai a casa, da solo, dopo aver rifiutato di festeggiare con l’avvocatessa che difendeva il Mangiamorte. Bussasti alla mia porta e io ti aprii in pigiama, in mano la confezione di cibo cinese, nell’altra le bacchette. Non dicesti niente, semplicemente prendesti il mio viso tra le tue mani e mi baciasti.
Mai bacio fu più bello di quello.
“Tornerò.” Sussurrasti.
Non ti dissi niente e ti lasciai andare.
Tre giorni dopo tornasti.
Avevi lasciato Weasley subito dopo il nostro primo bacio, quello che ti rubai, ma avevi aspettato, volevi vedere quello che avrei fatto. Ancora non ti fidavi del tutto, nonostante impazzivi per me.
Quella notte facemmo l’amore più e più volte.
Eravamo instancabili, non volevamo più fermarci, non volevamo più separarci. Continuavamo a rincorrerci, a baciarci, a stringerci l’una all’altro, a desiderarci.
A quella notte ne seguirono a migliaia.
E ne seguiranno molte altre.

Abbasso lo sguardo e vedo quella parola incisa sul tuo avambraccio. Sospiro e mi piego a sfiorare appena le tue labbra, accarezzando ciò che mia zia ti fece.
“Non è colpa tua” Sussurri mezza addormentata, come ogni volta.
Ma niente mi fa cambiare idea. Avrei dovuto far qualcosa, avrei dovuto ribellarmi e impedirle di farti del male.
“Baciami…”
Sorrido ed eseguo il tuo ordine.
Sai sempre come distrarmi.

Il senso di colpa non se ne andrà mai: sono anch’io responsabile di ciò che ti fecero.
Ma di una cosa sono certo: nessuno ti farà ancora del male.
Né a te, né alla vita che cresce in te.

 

   
 
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