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Autore: tinatinae    06/01/2012    3 recensioni
Stavo riguardando alcune scene del "Victor Victrola" e non ho potuto fare a meno di pensare a Blair e a cosa sia successo in lei dopo quella sera. Ho provato ad immaginarmi questa brevissima scena, spero vi piaccia (:
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Entri lentamente nella tua stanza, le gambe  non smettono di tremare e senti di non aver abbandonato del tutto quel palco illuminato sul quale ballavi poche ore prima.
Stanca, togli il vestito spiegazzato qua e là e fissi la tua immagine riflessa allo specchio.
Ti brillano gli occhi per via di quel bicchiere di troppo al Victrola e allora decidi di chiuderli: ti sembra ancora di vedere danzare le luci colorate sui volti di quel pubblico, animato ed eccitato dai tuoi movimenti.
Ti chiedi come possano aver acclamato te, i tuoi gesti così infantili e scoordinati, il tuo fare da ragazza casa e chiesa che solitamente non piace a nessuno.
Eppure ti applaudivano, anima fredda e perfezionista in un corpo tormentato dal tuo non accettarti.
Ballavi con ingenuità, i boccoli vorticavano con te a ritmo di musica, liberi da fiocchi e cerchietti e le perle della collana si muovevano al gioco delle tue dita;
i visi sconosciuti che ti stavano guardando sembravano aver perso identità, erano semplici spettatori del tuo gioco segreto.
Ricordi solo due occhi spalancati, proprio al centro della stanza che parevano si stessero avvicinando a te, sempre di più, fino a toccarti.
Chuck Bass ti fissava incredulo e non avevi idea di cosa stessi svegliando in lui mentre le tue mani scivolavano delicate sulla  pelle.
Ti sentivi di nuovo bambina, ma ti muovevi come una donna.
Non eri mai stata più leggera e finalmente le parole di tua madre, le raccomandazioni di tuo padre, i volti dei tuoi professori, quelle stupide amiche, tutto svaniva nel torpore caldo dei fumi e delle luci che ti circondavano.
Non pensavi a nulla, eri libera da quelle inutili preoccupazioni che ti facevano sentire sempre più inadatta alle aspettative degli altri.
Di chi? Per cosa? Eri salita su quel palco senza paura, lo facevi per te e non certo per mostrare a Bass un altro paio di gambe nude sicuramente meno perfette di quelle che era abituato a vedere di solito.
Quasi senza accorgertene tiravi giù la zip del vestito; uno, due, tre secondi e cadeva leggero ai tuoi piedi.
Pieghe di tessuto che ti eri tolta insieme a quella maschera che ti mettevi tutti i giorni.
Ti nascondevi perché non ti piacevi, non eri all’altezza, non eri simpatica, non eri gentile, non saresti più piaciuta alle tue amiche se ti a avessero visto, se ti fossi tolta il tuo travestimento.
Come ti sentivi? Cosa succedeva? Come mai ti sentivi così bene? Non avevi più la tua maschera, non dovevi più celare il tuo sorriso sotto quella smorfia da stronza che ti rendeva così famosa a scuola.
Eri semplicemente te stessa, quella che tenevi nascosta a tutti;
Chuck ti stava guardando eppure la vergogna e la timidezza tipiche del tuo carattere sembravano essersi volatilizzate insieme al tuo vestito.
Non avevi un fisico da modella,  non portavi la quarta di reggiseno, non eri slanciata e la tua chioma non era bionda e folta come quella di una Barbie.
In quel momento però non te ne curavi, eri te stessa e non c’era cosa migliore.
Era bello sentirsi Blair ed era altrettanto bello sentirsi apprezzata, toccata, goduta anche solo nel retro di una limousine, anche da Chuck Bass.
Lasciavi che le sue mani bramose toccassero ogni parte di te, non avevi paura.
Ammiravi il modo in cui il suo sguardo era fisso sul tuo corpo nudo, così imperfetto per te ma così meraviglioso per lui.
Apri di nuovo gli occhi e ti vedi, ti vedi bella. Sai di essere preziosa come un segreto che solamente Chuck conosce.
Con la mano ripercorri i gesti che faceva lui, ripensi alla sua bocca che non smetteva di baciarti con passione, ripensi al suo corpo che scopriva la tua innocenza in modo però delicato e mai violento. Non ti senti violata, ti senti viva.
T i accarezzi la guancia e sorridi, ripensi ancora a cosa volesse significare sentirsi liberi di essere sé stessi.
Non ti sei mai sentita così bene, fissi di nuovo il tuo corpo e magicamente un senso di ammirazione sostituisce  il disgusto che solitamente provavi nel guardare quel seno piatto e quei fianchi così larghi.
Per la prima volta nella tua vita ti sentivi sicura di poter mostrare ciò che celavi, avevi lasciato che Chuck potesse vederti  in tutte le tue imperfezioni che a lui però sembravano perfette.
Un’intimità proibita si era creata tra voi, ma non ti imbarazza,  ti affascina terribilmente e ci vuoi giocare, vuoi vedere fin dove arriva.
E’ una sfida, pensi, uno dei vostri soliti giochi. Peccato che le regole ancora non le conosci.
  
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