Jake era sempre stato convinto delle sue scelte, non ne aveva mai dubitato un secondo.
La magia aveva distrutto la sua famiglia, l’aveva fatto rimanere da solo e sarebbe tornato là, dove tutto era cominciato, per finire il suo lavoro.
Il Cacciatore di Streghe.
E tutto stava andando bene, fino a quando non si era trovato davanti un viso angelico, con lunghi capelli biondi.
Cassie.
Un strega potentissima, avrebbe dovuto ucciderla, subito, senza ripensamenti.
Ma in lei non vedeva traccia di quello che odiava, non ci vedeva un motivo valido per portare a termine il suo lavoro.
Lei.
Carina, simpatica, disponibile, sempre.
Lui non si innamorava mai, non poteva permettersi questa debolezza, tantomeno di una strega.
Ma più andava avanti con i suoi piani, più capiva che non sarebbe riuscito a portarli a compimento.
Si stava tirando indietro, dannazione.
E lei lo aveva scoprendo, avrebbe perso tutto, ogni cosa, sia la squadra, sia lei; doveva fare in modo di salvare qualcosa e sapeva benissimo cosa voleva, voleva proteggerla.
Sangue Balcolin.
Non poteva abbandonarla, non poteva lasciarla sola, era l’unico a poterla aiutare. Di certo non poteva farlo quell’idiota di Adam, nè tutte le streghe del Circolo. Di certo non poteva Faye, che non perdeva un momento per invidiare Cassie, così migliore di lei, in tutto.
Doveva tornare da lei, a Chance Harbor, in fretta, più in fretta.
Ricordava ancora le sue labbra, umide, emozionate, appoggiate al suo viso, piene di desiderio. Lei lo voleva. E lui non poteva più resisterle, non l’avrebbe rifiutata un’altra sola volta.
In quel momento lo sentì, forte e chiaro.
Torna Jake, torna, ho bisogno di te, torna.
Incantesimo di attrazione.
Era giunto il momento, aveva promesso che non avrebbe perso neanche un’occasione. Al primo segnale sarebbe partito, avrebbe abbandonato tutto.
 Lei non era arrabbiata con lui per averla tradita, per aver partecipato al piano per la distruzione del suo circolo. E se anche lo fosse stata, il suo bisogno di lui era maggiore.
Lui credeva in lei e lei lo sapeva.
Cassie, tu sei buona, non sei malvagia, puoi controllarlo.
Certo che puoi.
La sera successiva era sotto casa di Diana Meade.
E Cassie Black dalla finestra, mentre spiegava all’amica come si era sentita, rinchiusa in quella cassa di legno, inghiottita dalla terra, di cosa aveva provato mentre il potere la percorreva, mentre sentiva di poter vivere, perchè voleva vivere, lo vide.
La fissava con quei suoi occhi verdi, la fulminava con quegli occhi che Cassie sognava ogni notte.
Sognava di ferirlo, sognava di baciarlo, sognava di perderlo, sognava che non sarebbe mai tornato, o che, se l’avesse fatto, l’avrebbe fatto per ucciderla o dirle che era senza speranza, che non c’era niente da fare per lei, discendente del Diavolo.
Gli occhi della ragazza si dilatarono dallo stupore e il ragazzo le sorrise.
Era stata una giornata difficile, aveva rischiato la vita per una colpa che non era sua.
Un’altra giornata immersa negli inganni delle Streghe.
Aveva bisogno di una cosa sola.
Di Jake.
E lui era proprio lì.
Per lei, solo per lei.
E nient'altro.