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Autore: shesfede    07/01/2012    9 recensioni
Ma quella non era una favola. Quello era il mondo vero, dove se fai una cazzata poi ne paghi le conseguenze.
Genere: Sentimentale, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh, how I wish that was me.
 

«He takes your hand, I die a little. I watch your eyes and I’m in riddles. Why can’t you look at me like that?» 

Dal fondo dell’aula di matematica Harry Styles guardava la ragazza dai lunghi capelli color cioccolato risolvere l’equazione che l’insegnante aveva assegnato loro all’inizio dell’ora.
Quando ebbe terminato l’esercizio Faith, o come la conoscevano tutti, Effy, rivolse un sorriso alla tremenda professoressa che lasciò la cattedra per controllare che le operazioni svolte dalla ragazza fossero corrette.
“Ottimo lavoro signorina St. James” si congratulò l’insegnante. “Può tornare al suo posto” la congedò.
Effy sorpassò le prime due file di banchi mantenendo lo sguardo verso terra, ma la sensazione di essere osservata glielo fece alzare quando si trovava ormai al suo banco.
Harry la stava guardando, o meglio osservando, coi suoi grandi ed intensi occhi verdi. Quelli stessi occhi che più di una volta lei stessa aveva paragonato a due smeraldi brillanti. Rivolse un sorriso di cortesia al ragazzo per rompere quell’imbarazzo che si era creato nell’aria percepibile solo da loro due.
I flash del loro passato attraversarono la mente della ragazza che, per la prima volta, non riusciva a comportarsi in modo freddo e distaccato nei confronti di Harry.
“Tesoro siediti.” La voce del suo ragazzo la fece scendere dalla sua nuvola magica e i suoi piedi toccarono nuovamente terra. Il ragazzo le prese la mano, intrecciando le loro dita non appena Effy ebbe preso posto accanto a lui.
Harry guardava le loro mani unite e non riusciva a non morire dentro. Aveva ripromesso a sé stesso che mai avrebbe avuto rimpianti nella vita, che mai si sarebbe voltato indietro e avrebbe pensato ad un modo per cambiare il suo passato. Ma Effy per lui era un’eccezione.
 
 
«I hear the beat of my heart getting louder whenever I’m near you.»
 
“Harry. Harry mi stai ascoltando?” Il riccio si riprese dalle sue fantasie quando la voce cristallina di lei risuonò per la camera.
“Si, scusa. È che questa formula proprio non mi entra in testa” diede la scusa alla lezione di matematica che la ragazza gli aveva appena spiegato.
“Io te l’ho detto, sei troppo indietro col programma. Se vuoi recuperare veramente ti serve un insegnante qualificato.” Effy guardò Harry convinta di quanto appena detto. Era stata felice quando il riccio le aveva chiesto delle ripetizioni, ma adesso, con la pratica, aveva capito che lei non poteva aiutarlo al meglio.
“No, tu sei perfetta. Il problema sono io.” Harry allungò la mano fino a sfiorare quella di lei.
Effy guardò il riccio mentre si divertiva a giocherellare con le sue dita. Quel contatto le faceva particolarmente piacere.
“Hai detto che sono perfetta. Nessuno me lo aveva mai detto” disse senza rendersene nemmeno conto.
Harry ritirò la mano, passandosela tra i capelli nervosamente.
Harry non era mai stato quel tipo di ragazzo imbranato e timido. Lui era uno che conquistava le ragazze con un semplice sorriso o con uno sguardo. Era quello spavaldo che non si faceva problemi a fare battute a doppio senso o ad allungare le mani sulle cosce della sua vittima. Eppure c’era qualcosa in quella ragazza che lo faceva confondere. Effy St. James era l’unica capace di fargli andare in pappa il cervello e di far venir fuori i lati più nascosti del suo carattere.
Effy aveva sempre considerato Harry Styles un poco di buono. Non era mai rientrato nelle sue grazie… fino ad allora. Quando era in sua compagnia non si rendeva conto del tempo che passava, come se le lancette dell’orologio si fermassero e dopo, di punto in bianco, il loro tempo fosse già trascorso. Come in quel momento che non si rese conto di essersi fermata più del dovuto a contemplare gli occhi di lui e a pensare a quanto fosse bello specchiarsi in essi.
In un lampo i suoi pensieri furono fermati dal contatto delle soffici e morbide labbra di Harry che desiderose baciavano appassionatamente le sue.
 
 
«If only time could just turn back ‘cause I've got three little words that I’ve always been dying to tell you.»
 
Il campanello di casa St. James continuava a suonare e non sembrava voler cessare. Effy si alzò sbuffando dal divano, preparandosi mentalmente alla persona che sapeva già che si sarebbe trovata davanti. Senza guardare chi fosse, aprì la porta.
“È un quarto d’ora che suono.” Un Harry completamente zuppo a causa del temporale stava fermo davanti a lei, sulla soglia. Quando fece un passo per entrare, Effy gli si piazzò davanti, bloccandogli il passaggio.
“Dobbiamo parlare” disse serio il ragazzo, cercando di sorpassarla.
“Non abbiamo più niente da dirci” rispose lei fredda.
“Effy ti prego so di aver commesso un errore, ma se solo tu mi lasciassi spiegare…” Harry provò a convincerla, ma invano.
“Pensavo di essere stata abbastanza chiara, Harry. Non voglio più vederti, né parlati, né avere niente a che fare con te” rispose fredda lei, provando a chiudere la porta che però il riccio fu più veloce  a bloccare.
“Per favore” la supplicò in un sussurro.
Effy alzò lo sguardo, incrociando quegli occhi verdi profondi che l’avevano fatta innamorare e una morsa allo stomaco si impossesso di lei. Improvvisamente ebbe un flash e le immagini del suo ragazzo che baciava un’altra le si ripresentarono nella mente.
“Mi dispiace Harry, ma qualsiasi cosa tu dica le cose non cambieranno” disse quando trovò finalmente la forza per parlare.
“È finita” disse rivolgendo un ultimo sguardo al ragazzo per poi chiudergli la porta in faccia, definitivamente.
Quelle parole colpirono Harry come un pugno in pieno volto. Più ripeteva a sé stesso di dire qualcosa, più quelle parole gli si bloccavano in gola. Avrebbe voluto spiegarle che non era come sembrava, che non era una scusa, che quella ragazza non l’aveva cercata lui, ma che era stata lei a baciarlo e semplicemente lui non era riuscita a respingerla in tempo prima che lei potesse subire la scena.
Incassò il colpo, allontanandosi da quella casa col capo basso. La pioggia continuava a scendere forte e insistente, colpendolo violentemente come se già non fosse abbastanza ferito. Si voltò un’ultima volta verso la porta sperando di vederla lì. Ma quella non era una favola. Quello era il mondo vero, dove se fai una cazzata poi ne paghi le conseguenze.
Avrebbe voluto piangere, sfogarsi in qualche modo, ma il suo fottutissimo orgoglio glielo impediva.
Aveva ancora tantissime cose da dirle, tantissime cose da dimostrarle.
“Ti amo” riuscì a dire, anche se sapeva che quelle parole sarebbero andate perse.
“Ti amo” ripeté una seconda volta. Ma ormai era troppo tardi.
 
 
«Whenever you kiss him I’m breaking.»
 
Erano passati già due mesi, ma ancora Harry non riusciva a rendersene conto. Incrociava Effy ogni giorno per i corridoi della scuola, la vedeva a lezione oppure a mensa, ma lei era sempre rigida e fredda nei suoi confronti. Mai un sorriso, nemmeno finto o forzato.
Era stato un completo coglione con lei, che non si era lasciata sfuggire l’occasione di sbatterlo fuori dalla sua vita a calci nel sedere.
Quella mattina per Harry era come le stesse. Stava seduto sul solito muretto nel cortile, aspettando che uno dei suoi amici lo raggiungesse. Si guardava intorno con fare annoiato, quando la vide.
Effy stava attraversando il grande cancello di ferro, puntuale come sempre. Nella mano destra teneva il suo solito bicchiere di cioccolata calda appena comprato al bar all’angolo, mentre nell’altra teneva stretto il suo blackberry. Il telefonò vibrò due volte e la ragazza non tardò a controllare il messaggio appena ricevuto. Non ebbe nemmeno il tempo di voltarsi, che un ragazzo la prese in braccio, facendola ruotare.
“David mettimi giù o rischio di far cadere la cioccolata” lo richiamò lei, non smettendo di ridere però per il divertimento.
Il ragazzo obbedì all’ordine, rimettendo Effy coi piedi per terra. Lo stesso cinse la sua vita con un braccio, stampandole un dolce bacio sulle labbra e accompagnandola fino dentro scuola. Quando attraversarono il cortile Effy non poté fare a meno di notare la figura di Harry osservarla in silenzio da un muretto lontano. Provò una strana sensazione in quel momento, ma non volle darci peso. Aveva deciso di ricominciare ed Harry non rientrava in quel suo nuovo inizio.
Harry guardò l’intera scena pietrificato. Quando aveva visto le labbra dei due toccarsi, aveva provato una strana sensazione dentro di se, come se qualcosa lo avesse colpito in pieno. Si sentiva distrutto, ferito, lacerato. Avete presente quando nei cartoni animati i sentimenti del protagonista vengono feriti e si vede il suo cuore andare in mille pezzi? Beh, Harry in quel momento provò la stessa sensazione.
Amava Effy con tutto sé stesso ed era convinto che anche lei ricambiasse i suoi sentimenti nonostante tutti i casini successi. Forse l’orgoglio o forse la paura di perderla un’altra volta però gli impedivano di confessare i suoi sentimenti all’unica persona che era stata capace di farlo innamorare veramente.
Adesso l’unica cosa che gli rimaneva era il desiderio di tornare ad essere il ragazzo al fianco di Effy. Voleva essere lui a stringerla fra le sue braccia, a sussurrarle parole dolci, a guardarla dormire nel cuore della notte.
Ma ormai quello era solo un desiderio che si sarebbe aggiunto alla fila dei sogni irrealizzati.




here i am:
lo so, sforno più one shot io che un panificio pane LOL ma che posso farci? quando l'ispirazione viene... viene (?)
questa è la prima storia ispiratami da una canzone dei ragazzi e non è un caso che i wish sia proprio la mia preferita.
l'ho iniziata a scrivere senza un'idea ben precisa in testa e alla fine è venuta fuori questa storia.
la parte iniziale mi piace parecchio, mentre il finale mi convince di meno. sarà che mi dispiace far lasciare le coppie che io stessa creo LOL
nel caso in cui non si fosse capito, la prima scena racconta la situazione iniziale, mentre dalla seconda in poi si narrano dei fatti antecedenti a quella. anche se mi sembrava piuttosto ovvia come cosa LOL
vabè, come dico sempre io questi sono solo dettagli (?)
ok, sto parlando troppo forse.
vi lascio alla one shot, buona lettura :) xx
   
 
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