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Autore: TigerEyes    24/08/2006    24 recensioni
Akane cambia dal giorno alla notte, assumendo movenze feline e diventando inaspettatamente... audace! Sarà forse a causa dello spirito di una gatta sacra? E Ranma come reagirà? Tutti infatti sappiamo quanto adora i gatti...
IX e ULTIMO CAPITOLO ON LINE con una fanart di Kelou!
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio sentitamente il beta Rik per tutti i consigli e le correzioni, senza di lui questo capitolo non sarebbe stato lo stesso, grazie fratellone! *____*



II parte

Un’inquietante presenza in casa Tendo?





Il sabato è bello soprattutto per un motivo. Perché il giorno dopo è domenica, quindi siamo consapevoli di poter poltrire fino a tardi. E Ranma Saotome, campione mondiale di sonno pesante (o di coma leggero, se preferite), ne era consapevole più di chiunque altro. Per questo non si era minimamente accorto della presenza nella sua stanza, inondata già da un pezzo dalla luce del sole, che durante la notte gli si era accoccolata addosso come una tellina a uno scoglio, dormendo avvinghiata a lui. Di conseguenza, non si accorse neppure che quella stessa presenza, alle prime luci dell’alba, si era svegliata, si era stiracchiata e poi si era guardata intorno sconcertata chiedendosi che accidenti ci facesse lì. Si era perciò dileguata il più silenziosamente possibile, confidando nel proverbiale letargo del ragazzo col codino.
Ranma riaprì finalmente le palpebre. Una alla volta però: si erano incollate saldamente fra loro e si rifiutavano di obbedirgli. Sbadigliò sonoramente, lasciò andare il cuscino tenuto in ostaggio durante la notte e si alzò dal futon disfatto, neanche ci fosse passato sopra un branco di bufali inferociti. Si grattò con vigore la nuca tirando su col naso e abbandonò la sua stanza in cerca della colazione al piano di sotto. Scese quindi le scale ancora nel mondo dei sogni ed entrò nella cucina.
“‘Giorno Kasumi…”, salutò con un altro sbadiglio.
“Buongiorno Ranma, ti preparo subito qualcosa!”, cinguettò lei con la consueta gentilezza.
“Grazie, muoio di fame…”.
Lei si voltò a fissarlo un istante.
“Allora forse… non sei stato tu…”.
“Mmm? ‘Osa?", chiese mentre un nuovo sbadiglio gli slogava la mascella.
“Per caso, stanotte, sei sceso a bere del latte?”.
“Io? Yhaw… No di certo, ho dormito come un sasso. Perché me lo chiedi?”.
“Perché questa mattina, quando sono entrata in cucina, ho trovato il frigo aperto, il cartone del latte vuoto e rovesciato sul pavimento e uno dei sottovasi di plastica a poca distanza, con residui di latte dentro. Come se qualcuno vi avesse versato il latte e poi si fosse accucciato per terra per berlo…”.
Ranma la fissò sbigottito, ora perfettamente sveglio. Grandioso, quella domenica aveva già iniziato a prendere un’insolita piega, ma ormai allenato alle bizzarrie della sua vita fino all’assuefazione, decise di infischiarsene. Qualunque demone, mezzodemone, oni, spiritello o divinità avrebbero atteso che lui facesse colazione, ecchediamine.

Genma e Soun stavano giocando a shoji quando Ranma passò loro accanto per andare in palestra, talmente concentrati a fregare e a non farsi fregare, che le loro aure sfavillavano come il sole del mattino.
“‘Giorno pà!”.
Nessuna risposta. Ranma lanciò un’altra occhiata fugace al genitore, accorgendosi che il padre si era addormentato con gli occhi aperti. E anche Soun. Ranma li ignorò e passò oltre. Poi si bloccò. Un inconsueto silenzio regnava nell’aria, cosa mancava all’appello? Vediamo: il padre che russava con la tipica bolla al naso, c’era; il frinire delle cicale, pure; Kasumi che canticchiava mentre stendeva il bucato, anche. Eppure qualcosa non tornava. Si voltò verso il giardino, prestando attenzione al piccolo stagno. Perché la carpa non tentava di suicidarsi come suo solito cercando di saltare fuori dal laghetto? Inarcò un sopracciglio e si avvicinò alle pietre che delimitavano lo stagno.
Una lisca?!
Qualcuno si era mangiato la carpa?!
Un animale normale non avrebbe mai potuto aprire il frigo, né si sarebbe mai versato il latte in un sottovaso… Un momento!
Latte?
Pesci?!
“Ma guarda… sembra sia tornato quel gatto che cercava sempre moglie…”, sospirò annoiata Nabiki mentre sgranocchiava patatine.
Un brivido percorse la schiena di Ranma, mentre i capelli presero immediatamente a rizzarsi sulla testa come aghi su un puntaspilli.
“Arrrgghhhh! Nooooooo! Quel brutto gattaccio schifoso nooooooooo!”, sbraitò diventando cinereo.
“Temo proprio di sì, invece: guarda laggiù!”, indicò con un dito la secondogenita dei Tendo mentre si allontanava.
Lo sguardo catturò allora uno strano monticolo di terra, non troppo distante dal muro di cinta. Sembrava la tana di un talpa o la buca scavata da un cane per seppellire il suo osso, ma con una lieve, fondamentale differenza: mandava un odore inconfondibile. Qualcuno, o qualcosa, aveva fatto i suoi bisognini lì e poi li aveva diligentemente ricoperti…
Ok, non c’erano più dubbi. Quella bestiaccia cicciuta era tornata, ma questa volta gli avrebbe impartito una lezione completa su come tenersi alla larga da Akane Tendo. E dal sottoscritto, naturalmente. Peccato che, al pensiero di doverci avere a che fare, il naso venisse automaticamente aggredito da un attacco di prurito incontrollabile: solo l’idea di tutti i pelacci di quel dannato gatto in giro per casa gli procurava una serie irrefrenabile di starnuti. Fu soltanto perché si accorse di una presenza alle sue spalle che riuscì a trattenersi. Si voltò di scatto, ma con la gamba tesa calciò solo l’aria e qualche foglia che planava dal ciliegio dietro di lui.
Alzò allora cautamente il naso e rimase letteralmente di sasso. La sua adorabile fidanzata, in tenuta da judo, se ne stava appollaiata su ramo basso a fissare insistentemente il nido di un uccellino sulla cima dell’albero. Le mancava solo la coda e avrebbe scommesso la pelliccia di suo padre che se l’avesse avuta avrebbe iniziato a scodinzolare per l’eccitazione.
Ranma passò dallo stato di una roccia granitica a quello catatonico di una persona congelata sul posto da un’improvvisa ondata di freddo siberiano. Ma che stava succedendo?!
“Akane! Ma che stai facendo?!”, le urlò pieno di indignazione. L’idea che in casa Tendo fosse tornato lo Spirito del Sonaglio fu spazzata via da quell’assurda visione, che lo indusse a formulare ben altre, terrificanti deduzioni…
La ragazza si voltò verso di lui e lo fissò per qualche istante, incerta, per poi sbattere le palpebre più volte.
“Ranma! Ma… che ci faccio io quassù?”.
Il ragazzo col codino crollò immediatamente a terra con un sonoro tonfo, gambe all’aria, mentre un tic nervoso gli contraeva un piede. Ma un istante dopo era già in piedi, più sbalordito che mai.
“Sei tu che dovresti dirmelo!”, urlò furioso, cercando di scacciare l’orrida scena che continuava a bussargli in testa per farsi aprire le porte dell’immaginazione. Una scena in cui compariva Akane e un monticolo di terra…
La fidanzata balzò agilmente dal ramo piombando davanti a lui e grattandosi la testa, confusa.
“Ti giuro, non ricordo come e quando sono salita sul quel ramo…”, cominciò lei arrossendo vistosamente.
“Lascia stare, non importa!”, rispose lui scuotendo testa e mani, come se cercasse di tenerla a distanza.
“Ma… che ti prende?”.
“Nulla, nulla! Ecco… sicura di sentirti bene? Ti è successo niente di insolito questa mattina?”.
Lei sgranò gli occhi e inghiottì a vuoto, temendo il peggio. Poi si rese conto che lui era seriamente preoccupato e inarcò un sopracciglio.
“Che c’è, sei in pensiero per me?”, chiese con tono canzonatorio.
“Non sia mai!”, si affrettò a ribattere lui. “È solo che… poco fa ti comportavi in modo strano!”, sbuffò irritato incrociando le braccia al petto e voltandosi di lato a guardare il resto del giardino. Stranamente non udì ripicche da parte sua, così lentamente si voltò a fissarla di sottecchi. Akane appariva pensierosa, come se cercasse di ricordare qualcosa ma proprio non ci riuscisse. Oppure, come se stesse riflettendo su quel che aveva appena detto…
“Insomma, si può sapere cos’hai?”.
“Non sono affari tuoi, lasciami stare!”, reagì improvvisamente lei dandogli le spalle e dirigendosi verso il dojo.
Come poteva dirgli che quella mattina si era risvegliata, nuda, in camera sua? Che puzzava di erba, terra e persino di pesce? Quando era sgattaiolata fuori dalla stanza di Ranma, all’alba, si era subito diretta in bagno a farsi una lunga doccia: doveva lavar via il terriccio cosparso su buona parte del corpo e togliersi di dosso quell’odore orribile di pesce marcio. Ma che accidenti aveva combinato? Si era rotolata nel prato del giardino? Aveva fili d’erba nei capelli e un terribile mal di pancia, come se avesse mangiato qualcosa di avariato. E poi… quella terra sotto le unghie… aveva camminato carponi? A ciò andavano assommati i vuoti di memoria e il dolore pulsante al dito dove si era graffiata. O meglio, dove era stata graffiata…
Fortunatamente, Ranma non sembrava essersi accorto di non aver dormito solo. Se si fosse svegliato nel cuore della notte e l’avesse scoperta lì a dormire, oltretutto nuda, addosso a lui, sarebbe deceduta per un attacco acuto e galoppante di vergogna. D’accordo essere nottambuli, ma qui qualcosa non quadrava, il suo antipatico fidanzato aveva ragione: si stava inconsapevolmente comportando in modo bizzarro…
“Sei arrivata, finalmente…”.
Akane ripiombò di botto sulla terra e alzò lo sguardo: Ranma se ne stava in piedi al centro della palestra con gli occhi incollati su un manga. La ragazza lo fissò torva, sentendo la frustrazione montargli dentro: mai che la prendesse seriamente...
“Oggi mi alleno da sola”, annunciò lapidaria passandogli accanto.
“Come vuoi, tanto per me un allentamento con te non cambia nulla e se tu preferisci rimanere una pippetta sono affari tuoi”.
“Pippetta a chiiii?!”, urlò inviperita Akane tentando di colpire Ranma con un calcio rovesciato, ma il codinato, senza staccare gli occhi dal suo fumetto, evitò con fare annoiato i prevedibili attacchi della fidanzata, saltellando qua e là agile come uno stambecco.
“Vuoi stare fermo?!”.
“Perché? Credi davvero che se mi fermassi riusciresti a colpirmi? Una ragazza lenta e goffa come te?”, sghignazzò lui senza alzare lo sguardo dalle pagine che stava leggendo.
L’aura bluastra di Akane sfavillò con insolita intensità, ma tutto rientrava nel consueto copione: adesso l’avrebbe colpito con forza elefantiaca, facendolo volare nella stratosfera attraverso il tetto del dojo. Ahhh… quella era l’Akane che conosceva, quanto amav… ehmmm… adorava mandarla su tutte le fu…
Un boato troncò i suoi pensieri, la collera di Akane e una parete della palestra. Un istante dopo i collegamenti mentali di Ranma salutarono il loro padrone: qualcosa, o meglio qualcuno, era appena atterrato sulla sua nuca, spalmandolo sul pavimento.
Nihao, tesoruccio!”, salutò giuliva una Shampoo in abiti succinti saltando giù dalla sua bici e avvinghiandosi al collo di un Ranma semisvenuto.
“Accidenti a te! Non puoi entrare dalle porte come una persona normale? E staccati da lui!”, ringhiò Akane, la cui ira aveva ormai superato il livello di guardia.
“Sei gelosa, ragazza violenta? Ranma mi aveva promesso un appuntamento per oggi, quindi adesso uscirà con me!”, sorrise maliziosa la cinesina.
“Non è vero, Akane! Non le ho promesso niente, te lo giuro! E scollati tu, mi stai soffocando!”, tentò di difendersi l’oggetto della contesa, ma la spasimante aumentò ancora la stretta attorno al suo collo, la pressione nei vasi sanguigni schizzò alle stelle e la pelle del ragazzo fece sfoggio di un numero ineguagliabile di preoccupanti sfumature. Ancora un po’ e sarebbe morto asfissiato.
La mano contratta ad artiglio saettò talmente vicino al suo viso, che se Ranma non avesse posseduto l’agilità di cui tanto andava fiero avrebbe certamente perso il naso.
“Akane ma che ti prende? Sei impazzita?!”.
Si divincolò lesto dalla cinesina e si mise in guardia, prestando finalmente attenzione alla fidanzata: Akane aveva assunto un’inconsueta posizione d’attacco e lo fissava truce dietro la frangia scura. La sensazione che qualcosa in lei non quadrasse gli solleticò nuovamente l’istinto, ma forse era solo la sua immaginazio...
Una nuova serie di attacchi, così fulminei e precisi che il ragazzo li evitò solo con la dovuta concentrazione. Bene, dire che qualcosa nella fidanzata non andasse era ormai un banale eufemismo: lo stava aggredendo con autentica famelicità.
Persino Shampoo era rimasta basita, non aspettandosi una violenza e una rapidità simili da parte dell’Akane imbranata che conosceva, ma non per questo un’amazzone del suo rango avrebbe permesso a chicchessia di rovinare il bel viso del suo futuro marito. Tirò fuori letteralmente dal nulla i suoi bombori e partì all’attacco della giovane Tendo, che a sua volta stava inutilmente tentando di colpire Ranma, il quale si limitava a indietreggiare e schivare, in cerca del momento migliore per… Eccolo.
Come se stesse osservando una bobina fotogramma per fotogramma, il ragazzo vide Shampoo piombare su Akane, Akane voltarsi verso di lei, tendere le mani per bloccare i bombori e… scivolare subito dopo all’indietro sul lucido pavimento di legno.
(Goffa è e goffa rimane, non ha proprio speranze)
Fu allora che Ranma, lanciandosi per impedire a Shampoo di colpire la fidanzata, notò qualcosa di assurdo negli occhi sbarrati di Akane: le pupille sembravano due fessure verticali…
(Ma che diam…)
Con un calcio fece saltar via di mano a Shampoo le sue armi parandosi al contempo davanti ad Akane, per poi sollevarla fra le braccia e allontanarsi immediatamente da lì.
“Ranmaaaaaaaa! Torna subito quiiii!”, lo chiamò la cinesina recuperando i suoi bombori e uscendo nel giardino. Si guardò attorno, ma dell’amato nessuna traccia. Sparito. Ma l’avrebbe trovato, costasse quel che costasse! Gli aveva strappato la promessa di un appuntamento in cambio del solito, inefficace intruglio cinese per tornare normale, quindi ora DOVEVA uscire con lei! Serrò le mani attorno ai manici delle sue armi e sparì fra i tetti di Nerima.
Se si fosse invece limitata a voltare l’angolo l’avrebbe scovato subito: Ranma aveva semplicemente fatto il giro di casa Tendo, tenendo sempre saldamente Akane fra le braccia. Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo e abbassò lo sguardo sulla fidanzata. Per sentire la pelle accapponarsi subito dopo. Le pupille verticali della ragazza erano ancora al loro posto, ma con un’orrida differenza: lo stavano fissando con totale adorazione.
Ranma cacciò un urlo colossale e lanciò Akane in aria, che atterrò col sedere sull’erba ancora umida di rugiada.
“Ranmaaaa! Razza di idiotaaaaaa!”.
L’urlo riecheggiò in tutto il quartiere nel momento stesso in cui una giovane, furiosa oltre misura, scaraventò il proprio fidanzato a orbitare attorno alla Luna con un solo pugno. Con l’altra mano si massaggiava il dolorante fondoschiena.

La testa s’era incastrata davvero bene in profondità, doveva ammetterlo. Akane sapeva sprigionare una tale potenza, quando voleva, che certe volte aveva l’impressione che non avesse del tutto smaltito la soba della forza. Ma come accidenti ci riusciva? E perché solo con lui? Lo detestava fino a questo punto? Eppure aveva il forte sospetto che questa volta i suoi muscoli erculei c’entrassero solo in parte. Prova ne era che se ne stava a testa in giù sprofondato fino al collo nel tetto di una casa, gambe e braccia incrociate come se fosse seduto a meditare, anziché aver semplicemente urtato le tegole. La materia grigia di Ranma Saotome cercò di inserire la spina nella presa giusta per attivare le cellule celebrali e mettere in moto i neuroni.
Ricapitolando:
Qualcuno quella notte si era scolato il latte e aveva banchettato con la carpa salterina.
Qualcuno aveva scavato e poi riempito una buchetta in giardino.
Akane si era arrampicata su un albero attratta in modo morboso dal nido di un uccellino e nemmeno se lo ricordava.
Akane lo aveva attaccato con una velocità impressionante usando una tecnica che avrebbe potuto definire f-f-f-f-f… Ranma fu scosso da un brivido gelido, passando automaticamente al punto successivo.
Gli occhi di Akane. Le pupille erano diventate due fessure verticali. E lo avevano fissato con eccessiva intensità. Un altro brivido partì dalla nuca, gli rizzò il codino e arrivò ai piedi. Non sapeva se essere più orripilato per le pupille che avevano assunto una forma f-f-f-f-f… o per il fatto che prima di essere spedito nella ionosfera quelle stesse pupille lo avessero contemplato con bramosia.
E va bene, era inequivocabile: Akane aveva assunto atteggiamenti f-f-f-f-f-f-f…
Accidenti! Non riesco nemmeno a pensarlo!
Ma da quando si comportava così? Il giorno prima, al museo, era assolutamente normal…

(Che succede?)

(No… niente… le unghie di questa mummia mi hanno graffiato un dito…)

Ranma scattò immediatamente in piedi liberandosi delle tegole: qui gatta stava covando, in quanto a possessioni ormai ne sapeva più di un esorcista.
Si mise a saltare di tetto in tetto, doveva sbrigarsi a raggiungere il museo egizio e parlare col professore che sudava… sudaticcio… sudarello… Dannazione! Non ricordava nemmeno più come accidenti si chiamasse!




Ringraziamenti: più o meno tutti mi avete elogiato per aver scritto una ff degna addirittura del manga, della Divina! Non so davvero come ringraziarvi ma ci voglio almeno provare!
Per VidelB: grazie Videl dei complimenti, felicissima che ti sia piaciuto il I capitolo, spero non ti abbia deluso il II… ^^;;; ancora grazie! ^_-
Per Earine: grazie anche a te, non credevo di riuscire a riproporre la comicità del manga, sono sincera, il mio genere è tutt’altro, prediligo il drammatico! ^____^
Per Moira: grazie carissima, ma il merito della trama va tutto a Laila, è lei che devi elogiare! ^_- Grazie comunque dei complimenti, felice di sapere che il mio stile possa anche far divertire! *____*
Per Ren: grazie anche a te! Ebbene sì, pare che riesca discretamente anche nelle commedie, ma ho ancora molto da imparare, se non fosse per Rik e la sua pazienza chissà che pasticcio avrei combinato! ^^;;; Esatto non è stato facile, ma Rik non è il mio beta per niente! ^_- Per Kuno: carissimo senpai, è un onore ricevere lodi da te! Sapere che apprezzi questa ff non può che farmi un enorme piacere, visto che l’apprezzamento viene da un autore comico del tuo calibro! Grazie di cuore, spero di non deludere le tue aspettative!
Per Duzzina: grazie anche a te! ^_-
Per Tharamil: grazie tesoro mio, grazie infinite di cuore, la tua analisi è stata fantastica, strafelice che ti sia divertito, ancora grazie! *________*
Per Bluemary: grazie anche a te carissima, lieta come una pasqua che anche questa storia ti piaccia e ti abbia divertito, spero che anche il II cap non sia da meno, anche se di transizione… Grazie per tutti i complimenti, sono commossa ç_____ç anche se vorrei ricordare che alcune trovate – come appunto il sogno di Ranma sul prof – sono di Rik, me le ha suggerite lui, io ho solo cercato di renderle al meglio, felice di esserci riuscita! Grazie ancora! *ç*
Per Aleberyl: che ne dici, il graffietto sul dito di Akane ha avuto conseguenze? XDDD Grazie anche a te dei complimenti!
Per Breed: carissima, grazie dei complimenti, mi spiace che i capitoli siano troppo brevi rispetto a quelli di NRSU, ma non mi riesci proprio di farli lunghi, sorry! Vorrà dire che cercherò di aggiornare più di frequente, allora! ^_- Felicissima di averti tanto divertito, non immagini quanto! *____* Grazie ancora!
Per Quistis: grazie tantissimo anche a te, carissima, non sai quanto agognavo un tuo parere! ^_- Lietissima che il I cap ti abbia divertito, vedo che più o meno tutti avete trovato molto divertente il fiocco sul muso del gatto, ci contavo! Spero che anche questo cap di transizione ti sia piaciuto un pochino, grazie ancora! *____*
Per Laila: ma figurati cara prenditi pure tutto il tempo che ti occorre per leggere e commentare! Ero davvero ansiosa di conoscere il tuo parere, visto che la trama me l’hai suggerita proprio tu, strafelice di non aver deluso le tue aspettative, posso tirare un sospiro di sollievo! Grazie di cuore! ^_-

Bene ragazzi, spero di aggiornare più in fretta d’ora in poi, almeno ci proverò, a presto e grazie ancora! ^________^
   
 
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