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Autore: kasumi    07/01/2012    3 recensioni
Un Alternative Universe ambientato durante la seconda/terza serie in cui Faith è la Cacciatrice in carica. Pairing: Angel/Faith.
Personaggi secondari: Spike (cattivo), Dru, Vamp Willow.
Appaiono anche Giles, Xander e Buffy.
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Pensò che forse tutti loro erano diventati dei mostri perché non si erano mai sentiti amati.
A che scopo il destino gli aveva fatto riavere l’anima? Solo per farlo soffrire in eterno in quella prigione? O c’era forse uno scopo più alto?
La Cacciatrice era l'unica che poteva dare uno scopo alla sua anima, fosse anche solo per fermare gli abomini commessi dalle creature che aveva creato.
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angel, Buffy Anne Summers, Faith Lehane, Un po' tutti, William Spike
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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--- Lo scopo di un’anima ---
 
 
Autrice: Kasumi-chan ( momieale@libero.it )
Serie: Buffy The Vampire Slayer
Pairing: Angel e Faith
Genere: AU, introspettivo, drammatico, angst
Rating: arancione
Personaggi: Angel / Spike / Drusilla / vamp Willow / Faith / Buffy / altri minori
 
 
Disclaimer:
Tutti i personaggi di BTVS e Angel sono di proprietà di Joss Whedon, 20th century fox e di tutti gli altri aventi diritto.
 
Nota dell'autrice
Questa storia è nata un po’ casualmente come una breve ff sperimentale e solo successivamente, grazie alla recensione di Watcher e Bangel Spuffy di EFP - che mi ha spronato ad approfondirne il potenziale – ha assunto la forma attuale.
 
Ambientazione e contenuti
Mi sono ispirata all' Universo Alternativo che Anya ha creato durante la terza serie (3x9,”il desiderio”), esaudendo il desiderio di Cordelia che Buffy non fosse mai arrivata a Sunnydale.
ATTENZIONE: Willow è vampira ma Xander è umano, inoltre la Cacciatrice di Sunnydale è Faith.
Tratterò il tema del tormento interiore di Angel per quello che è stato in passato, gli interrogativi che si pone sullo scopo della sua anima, la possibilità di una relazione tra Angel e Faith e il rapporto tra Faith e Buffy visto sotto un nuovo punto di vista.
 
Ringraziamenti
Ringrazio Watcher, Kiki May e Nightlady, che mi hanno aiutato con i loro preziosi consigli a migliorare la storia e a rendere i personaggi più IC, e tutti quelli che mi hanno letto e supportato, tra cui in particolare Watcher, Keiko89 e Phoenix-Esmeralda!
 
Iniziata nel gennaio 2012 e finita ad agosto 2012
 
Edit 06/11/2012: Ho revisionato la prima parte, che è diventata il prologo. Di conseguenza, è cambiato il numero di tutti i capitoli.
 
 
 
PROLOGO
 
 
Gli unici rumori che si udivano in quella stanza fredda e buia erano il ticchettio dell’acqua sul pavimento e il respiro regolare e debole di un uomo mezzo addormentato.
Un uomo che in verità non doveva respirare per vivere, perché era già morto e, sebbene lo fosse da più di due secoli, amava spingere l’aria nei polmoni per sentirsi più umano, rendendo il corpo da vampiro una dimora più appetibile e confortante per un’anima.
Un’anima che gli era stata imposta un'ottantina di anni prima, come e attraverso una maledizione. Era entrata nel suo petto. luminosa e bruciante, e da allora gli ricordava costantemente tutto il male che aveva fatto.
Da allora aveva vissuto come un vagabondo, cibandosi del sangue dei topi e di altri animali dimenticati da Dio, cercando uno scopo per la sua vita e pensando fermamente che qualsiasi opera buona potesse fare, qualsiasi rinuncia o sacrificio, non avrebbe potuto ripagare tutto il dolore che aveva provocato.
Ovunque si dirigesse, qualsiasi persona incontrasse, non riusciva a far tacere le voci delle vittime che gridavano nella propria testa.
Inoltre, come se tutti i suoi atti malvagi non fossero bastati, aveva creato dei mostri che lo aiutassero nella sua opera. La dolce e innocente Drusilla, che aveva fatto impazzire e aveva vampirizzato, e il timido poeta sentimentale William, creato a sua volta da questa, che lui aveva trasformato in uno spietato assassino.
Mostri che ora, per ironia del destino, lo tenevano prigioniero da giorni.
 
Angel si mosse, indolenzito, e delle catene tintinnarono nell’oscurità.
 
 
***
 
 
Drusilla versò una parte dell'acqua benedetta sul petto dell'uomo, provocandogli un gemito.
Questi fece il possibile per soffocare le urla, mentre i muscoli si contraevano fino allo spasmo.
«Che bel suono... Lo chiamavi “l'estasi del dolore”, ricordi?.» Disse lei, la bocca incurvata dolcemente in un sorriso, come se stesse ricordando dei bei momenti passati.
Poi si incupì all’improvviso, e i grandi occhi violetti lo guardarono sofferenti.
«Lo dicesti mentre torturavi i miei genitori in quella grande casa...»
Angel immaginò che la mente fragile della donna stesse rivivendo gli ultimi momenti della sua vita mortale, le figure limpide e incancellabili di se stesso e della sua compagna Darla, mentre distruggevano tutto quello che aveva.
«Se potessi… Oh, Dru. Se solo potessi tornare indietro. Quell’uomo non ero io.» Disse, accorgendosi di ansimare. «Voglio dire che era un altro me stesso, senza cuore e… senz’anima.» Aggiunse poi, dopo una pausa incerta.
«Sei stato un ottimo maestro.» Disse lei invece, sorridendogli di nuovo.
Poi rivolse lo sguardo verso il basso, dove prese a piegare l'orlo ricamato del vestito con le piccole mani, come una bambina timida, la mente che vagava in un luogo sconosciuto.
 
Angelus le aveva insegnato molto bene il gioco perverso in cui il dolore porta al piacere… e la sua Childe si era convinta che l’avesse fatto solo per farle aprire gli occhi sul mondo. Anche se una parte recondita della sua mente - la parte di purezza e umanità che aveva conservato - rifiutava quelle cose.
Queste due visioni contrastanti si alternavano e lottavano tra di loro nel profondo del suo inconscio, alimentando la sua pazzia.
 
D'un tratto Drusilla sembrò ritornare in sé e alzò lo sguardo per fissarlo negli occhi dell’uomo. Le labbra si schiusero, mostrando i denti bianchi, e gli occhi brillarono di una strana luce. Quindi la donna si girò verso il comodino e afferrò nuovamente la boccetta.
«Fa molto male. Ti prego, non farlo...» Implorò lui, tentando di raggiungere la sua parte razionale, se mai l’avesse ancora conservata.
«Le cicatrici si rimarginano presto… Come faceva il fegato di Prometeo, mangiato dall’aquila… Conosci la sua storia?» Chiese lei, la voce debole e dolce, muovendo le esili braccia con fare teatrale.
«Il fegato gli ricresceva ogni giorno e Prometeo era destinato a soffrire il suo castigo in eterno.» Fece una pausa e poi tentò di distrarla. «Hai studiato i miti greci?»
«Le lettura è una piacevole compagna per le nostre vite immortali e le tragedie greche sono molto affascinanti. Sono così piene di dolore, di castighi e di rimpianti.»
Drusilla posò l'ampolla con aria sognante ed Angel emise un sospiro di sollievo.
«Ricordi poi, cosa facesti a mia sorella?»
Il tono dolce e apparentemente disinteressato con cui continuava a parlargli, rendeva quella scena illogica e irreale.
Angel tremò e scosse la testa.
«Scommetto che lo ricordi, invece.»
«Non voglio ricordare.»
«Me ne occuperò io…»
 
Angel si chiese se gli zingari gli avessero ridato l’anima solo per farlo soffrire in eterno come Prometeo, per fargli scontare la pena per i suoi errori. Compito che Drusilla adempieva al meglio, credendo di giocare e di dare piacere attraverso la sofferenza, come le aveva insegnato lui stesso.
Dettaglio che rendeva quel tormento ancora più straziante ed insopportabile.
 
Come poteva, una donna dalla fisionomia di una bambola di porcellana e una voce dolce e delicata da bambina, fare quelle cose? Provocare quel dolore, che bruciava il corpo e lo spirito? Quando nessun uomo o donna avrebbe dovuto farle o subirle.
Come si poteva dedicare la vita al male, appagando al contempo il proprio senso estetico?
Crogiolarsi in esso e ammirarne i prodotti, come se si stesse osservando un bel quadro?
Com’era possibile godere della sofferenza di un altro essere umano?
Era semplicemente spaventoso. Eppure il male era sempre esistito, dalla notte dei tempi, e sarebbe continuato ad esistere; per quanto le persone buone si opponessero, si indignassero e combattessero contro di esso.
 
 
***
 
 
Angel fu svegliato da un dolore fastidioso e pungente al collo.
Gli ci volle un po’ di tempo per mettere a fuoco le piccole mani di Drusilla che gli stringevano il braccio e i suoi capelli che cadevano sulla spalla.
Intontito dalla stanchezza e dalla disperazione, non aveva la forza fisica e mentale per opporsi all’ennesima violenza. Si guardò intorno e vide Vamp Willow che li fissava con un paio di grandi occhi neri ed un sorriso poco rassicurante, quindi chiuse gli occhi.
Avrebbe voluto chiedere aiuto, ma sapeva che non ci sarebbe stato nessuno ad ascoltarlo.
La ragazza si avvicinò e salì sul grande letto, avanzando a gattoni sulle lenzuola. Fissò gli occhi vacui e rassegnati di Angel per alcuni istanti, piegando la testa di lato.
«Lasciane un poco anche per me.» Disse all’altra vampira, afferrando l’avambraccio libero.
Sfoderò i canini e si passò la lingua sulle labbra. Poi in un attimo fu sopra la sua carne.
 
Dopo un tempo che sembrò interminabile, Vamp Willow si separò dal braccio martoriato e si avvicinò a Drusilla. La costrinse a fare altrettanto con il collo dell’uomo e la guardò ammiccante, con un rigolo del nettare rosso che le colava dalla bocca, poi fece incontrare le loro lingue in un bacio dal gusto metallico.
Angel chiuse gli occhi e si sforzò di non ascoltare i loro gemiti, mentre le mani della vampira correvano sul corpo dell’altra. Si rifugiò nella stanza bianca e luminosa che aveva creato nella sua mente, dove nessuno poteva raggiungerlo e fargli del male. L’unico posto che gli aveva permesso di conservare la sanità mentale fino a quel momento.
 
Non sapeva più che ora era, né che giorno era.
Non sapeva quando sarebbero arrivate, né quando se ne sarebbero andate.
Non sapeva con che nuova tortura l'avrebbero umiliato.
Da una parte il gioco perverso di Drusilla e dall’altra la malvagità ed il sadismo della giovane vampira Willow.
Erano innamorate del male, proprio come lo era stato lui molto tempo prima.
E chi era lui, per giudicarle? Era stato un vampiro molto prima di loro e aveva fatto cose peggiori di queste. Si era beato del male, come un artista davanti ad un quadro ben riuscito.
Non riusciva a provare odio verso di loro. Lo provava solo per se stesso.
 
 
***
 
 
Angel sentì dei rumori e si svegliò, quindi si accorse di essere ancora legato al letto.
In un angolo della stanza Drusilla batteva con le dita contro una gabbia di metallo, cercando di attirare l’attenzione di qualcosa all’interno.
«Perché non vola più?» Chiese delusa, come una bambina che ha appena rotto un giocattolo.
«Perché è morto. Non gli hai dato abbastanza da mangiare ed è morto.» Rispose una voce maschile.
La vampira iniziò a piangere sommessamente.
«Va bene, va bene. Te ne comprerò un altro.» Rispose Spike. «Ma se non gli dai da mangiare, morirà anche questo. E anche quell’uomo laggiù.» Fece una pausa, gesticolando verso Angel. «Vedi di fartelo durare almeno una decina di giorni.»
Drusilla smise di piangere e rispose con una risata gutturale.
«Fa come vuoi.»
Il vampiro biondo fece per andarsene, ma si fermò con la mano sullo stipite della porta.
«Del resto, fai sempre quello che vuoi. Hai voluto anche prendere quella vampira rossa con noi, credendo che potesse rimpiazzare Darla.»
La donna arricciò le labbra in un broncio infantile.
«La nonna mi mancava.»
«Ho capito. Ma almeno si rivelasse utile a qualcosa, quella stronza!» Sbottò lui.
«Non puoi biasimarmi perché cerco il mio piacere.» Sentenziò la donna.
Il vampiro emise un verso di stizza e rise amaramente.
 
Angel fissava un punto imprecisato davanti a sé, meditabondo.
Era proprio quello il punto, il cercare il piacere a scapito degli altri. Oh, come lo capiva terribilmente adesso.
Il piacere che Drusilla non nascondeva di cercare in lui, persino davanti al suo uomo, che per fortuna si faceva vedere raramente e mai per lui, rivolgendogli ogni volta occhiate sfuggenti e cariche di disprezzo.
Non che la cosa fosse stata diversa, quando usavano disseminare violenza e terrore per l’Europa.
Drusilla era sempre stata la pupilla prediletta dopo la sua Sire Darla e per Spike questa preferenza era sempre stata un boccone amaro da mandare giù.
Si chiese se non voleva ucciderlo in segno di rispetto  - perché era comunque il suo GranSire - o se godeva semplicemente nel vederlo soffrire o, ancora, perché continuava a mettere i desideri di Drusilla davanti ai propri.
Non aveva mai capito quello che passava per la testa a quel dannato vampiro ossigenato.
Era uno dei pochi vampiri che conosceva, che aveva conservato una parte della sua umanità, che si manifestava in attenzioni verso la donna che amava oppure in interpretazioni dei sentimenti della gente.
Angel si era interrogato più volte sul come questa sensibilità potesse convivere con il suo lato demoniaco.
Prima di riavere l’anima non era mai stato empatico, nemmeno da umano, e questo aveva reso l’inflizione delle violenze più godibile. Non aveva conosciuto alcun senso di colpa e non gliene era mai fregato un accidente delle sue vittime. Ma un vampiro che possedeva la sensibilità di Spike, come diavolo poteva fare del male alla gente? Non provava degli scrupoli di coscienza?
Rifletté che probabilmente tali scrupoli erano accantonati dalla rabbia, tanta rabbia e odio verso la gente, che in vita l’aveva sempre disprezzato.
Angel ricordava ancora quanto aveva riso, quando aveva scoperto che i suoi nobili compaesani l'avevano soprannominato  “William il sanguinario”, per via delle poesie orrende che scriveva e che facevano sanguinare le orecchie al sol sentirle.
Disprezzo che anche lui e Darla avevano ricevuto in vita.
Lui perché era un giovane nobile spendaccione e nullafacente e Darla perché, in poche parole, era una prostituta e non aveva mai avuto un buon carattere.
Angel pensò che forse tutti loro erano diventati dei mostri proprio perché non si erano mai sentiti amati.
Gli occhi gli si inumidirono, al pensiero di quello che erano stati. Alla macchina di distruzione che aveva flagellato l'Europa per molto tempo.
 
  
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