Quella
notte ti osservai, cavaliere,
seduto davanti al fuoco.
Ti
chiesi se avessi freddo,
o non sopportassi il buio.
Ridesti.
Mi
rispondesti che non c'era buio
che non conoscessi, o freddo che
non provasti.
Che a
lungo anelasti
al caldo,
alla luce,
alla verità.
Dicesti
che una voce ti chiaṃ
dalle tenebre.
Non era Athena.
Non era tuo fratello.
Non era la tua amata.
Era la verità.
Era la verità che ti chiamava
Era la luce che ti rischiarava la strada,
Era il calore che ti scaldava.
Era un
te che non conoscevi,
ma che sapevi di avere.
E
grazie a quella voce hai amato e vissuto,
combattuto e odiato,
vinto e perso.
Ti
chiesi se avresti voluto tornare indietro,
e ricominciare tutto daccapo.
Non rispondesti,e gettasti un altro legno sul fuoco.