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Autore: kasumi    09/01/2012    3 recensioni
Questa ficlet è ambientata durante la puntata 5x10 “Ultimatum”.
Ho pensato fosse interessante immaginare uno Spike che vuole giocare un po' con Riley.. sebbene Buffy resti la sua ossessione.
Revisionata 14/11/2015
Genere: Angst, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Buffy Anne Summers, Riley Finn, William Spike
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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--- Tra le braccia del vampiro ---




Fan-Fiction su Buffy The Vampire Slayer scritta da Kasumi-chan.


Tutti i personaggi di BTVS sono di proprietà di Joss Whedon, 20th century fox e di tutti gli altri aventi diritto.


Questa ficlet è stata scritta con l’intento di shippare la coppia Riley x Spike ed è ambientata durante la puntata 5x10 “Ultimatum”. Ho preso in prestito alcune scene del telefilm e i relativi dialoghi, modificandoli un poco.


Genere: What If, lime, slash


Rating: arancione




Revisionata il 14 novembre 2015




 
Capitolo 1




C'erano pochissime cose che avrebbero potuto farlo schiodare dal suo albero. Veramente pochissime, davvero. Ormai, nemmeno i grugniti di Riley e gli schiocchi dei loro baci lo infastidivano più. Non quando poteva ascoltare la sua voce ed il battito del suo cuore, quando si concentrava un po'. Non quando oltre ai suddetti grugniti, poteva sentire i suoi di gemiti. E se chiudeva gli occhi, poteva fantasticare...
A volte, il suo cuore perdeva un battito, a volte invece galoppava all'impazzata. Altre volte era calmo e stabile, come questa notte.
Dicevamo, che pochissime cose avrebbero potuto interrompere il suo appostamento. Ed ecco, vedere Riley lasciare la sua casa silenziosamente nella notte, in un modo alquanto inusuale, era una di queste. Così Spike schiacciò il mozzicone sotto l'anfibio, dove il terreno era ormai diventato un posacenere a cielo aperto, e si mise a seguirlo.
Non che gli interessassero veramente gli affari di Capitan Cartone, ma... Se poteva scoprire qualcosa che avrebbe potuto giocare contro di lui... Ben venga. Ormai, era davvero pronto a tutto, pur di mettere le mani sulla sua preziosa donzella.
E ad ogni modo, non aveva molto altro da fare, quella notte.


Fu così, che Spike lo seguì a piedi ad una certa distanza, fino a che lo vide entrare in un posto che conosceva molto bene.
Era un covo di vampiri che, in cambio di denaro, servivano gli esseri umani che volevano provare il brivido del loro morso.
Spike si accese una sigaretta e aspettò fuori un quarto d’ora. Il tempo che, prevedeva, sarebbe bastato al ragazzo per far fuori i vampiri al loro interno. Tuttavia, mentre camminava impaziente nel vicolo, consumando le vecchie suole di gomma avanti e indietro, si stupì di non aver udito nessun rumore di lotta.
Incuriosito, decise di entrare nel palazzo. Tanto, a quel punto, non gli interessava più se Riley l'avesse scoperto o meno. Così, si lasciò avvolgere dal dolce aroma del sangue che impregnava le stanze di quel posto e avanzò nella penombra, passando accanto ai corpi degli umani distesi sul pavimento. Poteva sentire il loro battito, seppur debole, e si complimentò mentalmente con i vampiri del posto, per essere in grado di fermarsi al momento giusto. Non era certo una cosa da novellini. Ci volevano dei vampiri con una certa età ed esperienza per gestire un posto del genere.
Ma del resto, ammazzane uno ed il gioco è finito.
Ed infatti questo non era un posto dove si ammazzavano gli umani. Era un posto dove umani e vampiri potevano convivere e nutrirsi l'uno dell'altro. I vampiri si nutrivano del sangue degli umani e gli umani di qualsiasi cosa stessero cercando lì dentro. Sesso, gratificazione momentanea, un modo per imbrogliare la solitudine, la sensazione di sentirsi utili e necessari per qualcuno... Ma era una vita che non faceva per Spike. Lui amava le cose difficili da ottenere...
Mentre saliva le scale che portavano ai piani superiori, un uomo gli mise una mano sul braccio.
«Ehi, dove stai andando?» si sentì minacciare.
«Do solo un’occhiata,» spiegò, con tono neutro. Odiava giustificare le proprie azioni ma non voleva creare una scena. Del resto, questo era il loro territorio.
Il vampiro lo lasciò proseguire, rivolgendogli uno sguardo di chi non vuole problemi. Spike non sapeva se l'avesse riconosciuto... Ad ogni modo, l'uomo poteva sentire che non era affamato e che non era lì per cibarsi. L'avrebbe lasciato curiosare a patto che non avesse creato disturbo.
Così, arrivò in cima alle scale e si lasciò guidare dal suo olfatto. Percorse il corridoio che portava alle camere, lasciando scorrere le proprie dita lungo il muro. Le macchie dell'umidità e la pittura che si scrostava dalle pareti, conferivano al luogo una certa atmosfera decadente. Quel tipo di atmosfera che Drusilla amava e ricercava negli appartamenti in cui solevano nascondersi mentre visitavano le grandi città d'Europa.
Spike poggiò le mani sugli stipiti di ogni porta socchiusa e si sporse all'interno per spiare nelle varie stanze. L'odore del sangue di Riley a quel punto era così forte che non riusciva a capire da dove provenisse. Ma la sua ricerca silenziosa si fermò ben presto e le sue labbra si tesero in un ghigno soddisfatto.
Il ragazzo giaceva seduto a terra, la schiena poggiata contro la parete sudicia. Il viso spossato e sudato era contorto in un'espressione di piacevole sofferenza, al limite dell'estasi, mentre una vampira mora ed ossuta si stava nutrendo dal suo avambraccio.
Spike socchiuse le labbra e ci fece scorrere la lingua, per inumidirle. Poi con sua grande sorpresa, notò che i jeans gli erano diventati stretti.
Oh beh...
Stette qualche istante ad osservarlo, quasi ipnotizzato, mentre il ragazzo gemeva il suo rilascio, dondolando la testa con gli occhi serrati. Quando li aprì, le sue pupille erano incredibilmente nere e piene.
«Che bello spettacolo,» gli disse sorridendo, mimando di battere le mani. Ma la sua voce venne fuori un po' più tremolante di quello che avrebbe voluto. «Se solo avessi una telecamera…»
Riley riconobbe la voce e uscì immediatamente dal proprio torpore, guardandolo sconvolto.
«Chissà se Buffy ci crederà, quando glielo racconterò...»
«Tu non dirai proprio niente a Buffy!» Ringhiò il soldato.
«Facciamo a chi arriva prima?» lo schernì Spike, ritraendosi silenzioso.


 
Capitolo 2




Spike aveva appena stappato la bottiglia di whisky e si stava preparando a darne un sorso, quando la porta della cripta si spalancò all'improvviso.
«Già qui? Ci vuole un bel po’ per ritornare in forze dopo un buon morso,» salutò Riley senza scomporsi.
«Dovevo capire che stavi bluffando!» Esclamò questi, nascondendo a fatica la propria frustrazione.
«Oh, poverino, hai svegliato Buffy nel cuore della notte e le hai fatto prendere un colpo?» Ridacchiò Spike.
«Ti sbagli. Ho visto che stava ancora dormendo e me ne sono andato via subito.»
«Sapessi quando mi dispiace... Mi sento morire al solo pensarci!» Il vampiro si mise una mano sul cuore, teatralmente.
«Se proprio lo desideri…»
Il ragazzo si avventò fulmineo sul vampiro e lo tirò su per la maglietta, facendolo sbattere di schiena sulla colonna che stava in centro alla sua dimora. Spike lo guardò terrorizzato, mentre estraeva un paletto dalla tasca posteriore dei jeans e lo colpiva in mezzo al petto.
Oh cazzo!
«Per l’inferno! Oh, Dio!» Esclamò in preda al dolore.
«Plastica che sembra legno. Sembra vero, eh?» Spiegò il soldato.
«Ho sognato molte volte di farmi colpire da te, ma non intendevo in questo modo…» biascicò Spike.
«Hai ancora voglia di scherzare?» Chiese Riley, rigirando il paletto in mezzo al petto dell’uomo biondo. Spike poteva sentire la punta dura penetrare dolorosamente la sua carne.
«Argh! Cerchiamo di ragionare...»
«Avrai notato, che ho lasciato la ragione da un’altra parte.»
Riley era davvero furioso e Spike non sapeva più a cosa pensare... Sapeva che il suo comportamento lo avrebbe fatto incazzare e aveva contato su questo, per rovinare la sua relazione con Buffy, ma non si era certo aspettato un paletto nel petto.
«Ascolta, non sono io quello che ti ha portato a questo,» cercò di farlo ragionare.
Il ragazzo afferrò l’uomo per una spalla ed estrasse il paletto. Spike trattenne un gemito e chiuse gli occhi giusto per un istante.
«Non pensare che io non sappia che cosa ti sta succedendo. Stai lontano da Buffy, o la prossima volta farò sul serio,» minacciò il soldato, guardandolo negli occhi. Gli diede due leggere pacche sulla guancia e fece per andarsene, ma il suono di una risata lo trattenne.
«Oh, poverino. L’hai proprio presa male, eh?» lo canzonò Spike.
«Come?» Riley si voltò e tornò sui suoi passi.
«Guardati. Hai paura che io mi ecciti per la tua ragazza.»
«Infatti è così.»
«Beh… sì. Ma è un altro il problema,» ammise. «Anche se io non fossi nel quadro, tu non potresti mai tenertela.»
Il ragazzo serrò gli occhi e si avvicinò al vampiro. Lo afferrò nuovamente per la maglietta, stringendo nel punto in cui l’aveva appena ferito.
«Per il demonio!» Urlò questi, ansimando per il dolore. Che ti aspettavi, Spike? Ma lo scopo del vampiro era un altro. Doveva farlo riavvicinare per poter cambiare tattica.
«Forse non ti ho fatto abbastanza male.»
«Andiamo. Non sei il ragazzo della sua vita e lo sai,» disse secco.
«Chiudi il becco.»
«Sì, lo sai. Altrimenti non ti faresti succhiare da due puttanelle dai denti troppo affilati.» Non era una domanda, era una constatazione.
Riley si limitò a fissare Spike negli occhi e poi lasciò la presa, allontanandosi.
«Quella ragazza ha bisogno di un po’ di mostro nel suo uomo, e questo non è nella tua natura.» Il vampiro si diresse verso la poltrona. Si sedette e continuò. «Non importa per quanto tu ci provi.» Recuperò la bottiglia di whisky e diede un sorso.
«Pensi veramente di avere una possibilità con lei?» Chiese Riley, adesso più calmo.
«No, non credo,» ammise Spike con sincerità.
«Se la toccassi, sai che ti ucciderei per davvero,» promise il soldato.
«Se non avessi questo chip nella mia testa, ti avrei ucciso molto tempo fa.» Disse il vampiro, chiudendo la bottiglia e lanciandogliela. «Non è magnifico l’amore?»
Riley la prese al volo e si sedette sulla panca, bevendone.
«E poi in questo momento mi interessa qualcun altro... » aggiunse, lasciando la frase volutamente in sospeso.
«Ecco, bravo. E spero per te che sia un vampiro, questa volta,» sospirò Riley.
«Quando mi hai sorpreso ad annusare il maglione di Buffy in camera sua, non c’era solo il suo odore che cercavo...» disse Spike, calmo.
Riley poggiò la bottiglia di whisky per terra. «Se stai parlando di Dawn o di Joyce, giuro che ti ammazzo in un istante.»
«No, non intendevo una di loro.»
Il ragazzo lo guardò con la fronte aggrottata. Non era affar suo, sapere a chi si era interessato questa volta il vampiro, ma se si trattava di un umano, era suo dovere avvertirlo e insegnarli ad usare correttamente un paletto... Tuttavia, il vampiro gli sorrise e alzò un sopracciglio, lasciando intendere la risposta.
«Oh, no. Non il mio odore, spero!» sbottò il soldato, agitandosi sul posto.
«Non dirmi che quando mi hai impalettato poco fa, non hai provato un brivido di piacere…» disse Spike, mellifluo.
Riley rabbrividì al pensiero e si voltò nuovamente per andarsene, deciso ad interrompere quella discussione il più velocemente possibile.
«Ero serio, sai. Mi piace il tuo bel culetto…» lo canzonò, divertito.
La porta della cripta sbattè e Spike rimase di nuovo solo. Si massaggiò il mento, pensieroso.
«Tornerà,» disse, e sorrise tra sé.
Fuori della cripta, Riley camminava velocemente tra le lapidi, turbato.
«Andare a letto con un uomo e vampiro, per di più. Ma scherziamo?!» Pensava a voce alta, con il cuore che gli martellava nel petto.




Capitolo 3




Spike stava seduto sulla panca, intento a risolvere un solitario con le carte, quando il rumore della porta della cripta che si apriva lo destò dal suo passatempo.
«Oh, chi si rivede. Hai capito finalmente che lei non ti basta?» Il vampiro sollevò lo sguardo dal gioco e sorrise al ragazzo alto.
Questi non ricambiò il sorriso e sembrava piuttosto nervoso. Il loro ultimo incontro, qualche giorno prima, doveva averlo lasciato piuttosto scosso, decise Spike.
«Ho bisogno di un’informazione riguardo un tipo di demone,» disse secco il ragazzo.
«Sei venuto da me solo per succhiarmi informazioni?» Chiese il vampiro, fingendo di essere offeso.
«E che altro dovrei succhiarti?» Disse Riley stizzito.
Dopo una breve pausa, continuò imbarazzato. «Santo cielo, non posso credere di aver detto una cosa del genere…»
«Se vuoi posso darti un suggerimento...»
«Oh, no!» Si affrettò a dire il ragazzo, il viso visibilmente accaldato.
«Se la cosa ti imbarazza, potrei iniziare io.» Disse Spike, alzandosi dalla panca. «Scommetto che, quando ti facevi mordere da quelle vampirette da quattro soldi, ti sei sempre chiesto come doveva essere farsi mordere da un vero vampiro,» continuò, sorridendo.
Non sapeva cosa Riley avesse cercato in quel bordello... O forse sì, poteva immaginarlo. Aveva bisogno di sentire che una donna avesse bisogno di lui...
Si avvicinò fino a che i loro volti furono appena a qualche centimetro di distanza.
Riley, dalla sua altezza, guardava verso il basso gli occhi intensi del vampiro e fu colpito dalla sua sicurezza. In quegli occhi non c’era paura né vergogna.
Abbassò lo sguardo verso la sua bocca e si stupì di trovarla invitante. Si chiese come sarebbe stato posare le proprie labbra sulle sue e di succhiare quel labbro inferiore così carnoso... Come sarebbe stato sentirsi desiderato da un uomo... Andare contro le convenzioni, le regole, tutto quello che gli era stato severamente inculcato in testa per tutti questi anni...
Ma del resto, aveva iniziato a infrangere le regole nel momento in cui si era innamorato di Buffy, e da lì era stata tutta una caduta.
Riley era tentato, ma era anche combattuto. Tentato di essere libero, tentato dall'impulso prepotente di andarsene, di fuggire da quelle sensazioni nuove ed inattese, che era come se fossero state troppo intense e lui non vi fosse preparato.
«Non aver paura. Lasciati andare e non te ne pentirai.» Sussurrò Spike, immaginando i suoi pensieri.
Posò una mano sul suo petto e iniziò lentamente ad accarezzarlo, da sopra la maglietta. Fu un movimento delicato, per non spaventarlo, ma sensuale al tempo stesso. Si soffermò con un dito a stuzzicargli il capezzolo, che poteva sentire attraverso il tessuto.
Riley fu scosso da un tremito e lo lasciò fare.
Il vampiro scese con la mano e gli sollevò la maglietta. Poi si abbassò davanti a lui, guardandolo sempre negli occhi, e si fermò davanti al suo ventre. Quando posò la lingua sulla sua pelle e iniziò a disegnare delle linee immaginarie, Riley trattenne dapprima il respiro e poi emise un lungo gemito.
«Dio, non pensavo che avrei potuto provare delle cose del genere con un altro uomo…» Ammise infine il ragazzo.
Spike risalì e gli accarezzò una guancia. «Ed è solo l’inizio, ragazzo mio.»
Le loro bocche si incontrarono, dolcemente.
Riley si fece coraggio e avvolse il vampiro tra le sue braccia, accarezzandogli la schiena. Preso da un impulso irrefrenabile, scese più in basso e gli infilò le mani sotto ai jeans, strizzando le sue natiche.
«Oh, Gesù. Che cosa mi ha fatto?» Farfugliò, mentre continuava ad esplorare il corpo dell'altro uomo.
«Non ti fermare,» gli sussurrò Spike, appoggiando una mano sopra la parte anteriore dei pantaloni dell'altro e sorridendo, soddisfatto, per la sua erezione.
«Aspetta! Forse non dovrei... Forse non dovremmo…» Disse Riley.
«Hai bisogno del permesso del tuo superiore, soldato? Tutto il tuo corpo è teso e pronto per questo, non lo senti?»
Riley tentò di balbettare qualcosa, ma non riuscì a trovare frasi soddisfacenti da opporre in sua difesa. Era fin troppo evidente che Spike aveva ragione.
«Lascia fare a me…» sussurrò il vampiro, aprendo i bottoni dei pantaloni del ragazzo.
Questi chiuse gli occhi mentre l'altro accarezzava con una mano le sue natiche e sfiorava, tra di esse, la sua apertura.



 
Capitolo 4




Buffy sentì la porta della sua camera aprirsi.
«Riley?» Chiamò.
«Sono io.»
Riconosciuta la voce, la ragazza si alzò immediatamente a sedere sul letto, stando attenta a coprirsi.
«Ogni volta che ti presenti così, rischi grosso, lo sai? Svegliarmi a notte fonda, poi…»
«Non sarei qui, se non avessi un buon motivo.» Disse Spike. «Come al solito, voglio aiutarti e.. Sei nuda lì sotto?»
«Vattene.»
«No, sono serio. Voglio dire, non per la parte del nudo…»
Buffy sospirò. «Esci di qui o ti butto fuori io.»
«Voglio mostrarti una cosa.»
«Cosa?»
«Devi vederla.»
Per un attimo, la ragazza temette che il vampiro si spogliasse lì davanti e la raggiungesse fulmineo sotto le coperte. Strinse quindi la coperta davanti al proprio seno, nervosa. Aveva imparato che non doveva mai sottovalutarlo. Spike era pericoloso ed imprevedibile e... e... beh, un gran porco. E la situazione non era per niente a suo favore.
Lo guardò, alzando i sopraccigli, sollecitandolo a girarsi.
«Non ora,» rispose lui. «Voglio che domani tu osservi bene le braccia del tuo ragazzo.»
«Che significa?» chiese lei, allarmata che fosse accaduto qualcosa a Riley.
«Hai notato che porta spesso magliette a maniche lunghe? E scommetto che quando fate l’amore, tiene la luce spenta. Come se dovesse nascondere qualche marchio sul corpo...» spiegò Spike, sicuro di quello che stava dicendo.
«Marchio?»
«Non ti sei accorta proprio di nulla? Non ti facevo così ingenua.» la schernì.
«Ultimamente sono molto preoccupata per la salute di mia madre e non ho davvero voglia di stare ai tuoi giochetti e perdere tempo con stupidi sospetti,» rispose lei, ma il suo tono nascondeva a malapena la preoccupazione e la curiosità che questa rivelazione aveva risvegliato in lei.
«Faresti bene a preoccupartene, invece.» L’uomo le sorrise, malizioso, ed uscì dalla stanza.
La ragazza credette di vedere una strana luce nei suoi occhi.




Fuori dalla casa di Buffy, Spike si accese una sigaretta.
«Mi dispiace Riley. E’ stato bello finché è durato. Ho giocato abbastanza con te. Ora voglio dedicarmi a quel tenero passerotto dai capelli color miele.»
Guardò verso la finestra della camera della ragazza, sporgendo le labbra per lanciarle un bacio immaginario.
«Sogni d’oro, amore,» sussurrò lascivo nella sua direzione.






FINE





 
  
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