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Autore: CiccioBaslardo    09/01/2012    1 recensioni
La storia di una famiglia di leoni costretta ad errare nella savana in cerca della propria felicità.
Un racconto crudo, selvaggio e pieno di pericoli. La savana è un posto pericoloso dove vivere e crescere, ma con la forza di volontà e l'amore che i personaggi provano l'uno per l'altro, le loro esperienze saranno meno dure.
(L'idea è presa da "Il re leone" della Disney, ma non vorrei far intromettere nessun personaggio canonico nella storia)
Questa è la mia prima storia pubblicata su EFP e cercherò di scriverla nel modo migliore che posso.
Vi prego di non trattenervi da comporre commenti duri (se mi farete il piacere di farne). Sarei felice di migliorare il mio stile di scrittura con il vostro prezioso aiuto.
Ringrazio anticipatamente; e vista la data, colgo l'occasione per augurare anche un buon capodanno.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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Ricordi

 

"Amore mio, quando il branco ci accetterà, tutti i nostri problemi finiranno. E noi potremmo vivere finalmente in pace… ti voglio bene"

Affetto, siete sicuri di interpretarlo bene?

 

-Mamma… quella era… una mamma…-

Quelle parole rimbalzavano nella grotta per poi tornare nella testa del giovane leone come rumori assordanti.

Il terreno sembrava cedere sotto i suoi piedi. La testa era pesante e la vista distorta.

-No. Io… io non l'ho fatto. Io non volevo…-

Il giovane leone non riuscì a trattenersi in piedi. Crollò a terra per un fianco. Lo sguardo cercava qualcosa all'interno della grotta. Qualcosa che potesse dargli risposta. Ma l'unica cosa che videro i suoi occhi prima di chiudersi fu il corpo di Voty che gli veniva in contro.

-Fratellone! No! Non fare così! Svegliati! Fratellone… !-

La voce del fratellino si perse nella sua testa fino a scomparire.

Stava cadendo come se fosse stato in una profonda pozza d'acqua. Tutto in torno a lui era buio. L'oscurità faceva da padrona in quel posto così strano e tranquillo.

Era come essere caduti in acque profonde di notte. Ma la cosa che non riusciva a comprendere, era il fatto di stare annegando, ma di poter ancora respirare.

"Dove sono finito? Cos'è questo posto?"

Mako muoveva le sue zampe ma non poteva dirigersi da nessuna parte. Anche provando a nuotare non riusciva a cambiare direzione. Continuava ad affondare come un sasso. Non aveva il controllo su niente.

Il respiro si faceva pesante ed il giovane leone continuava ad agitarsi senza risultato. Non sentiva più l'ossigeno soddisfare i polmoni. Era in preda al panico.

Ad un tratto, una brezza di vento caldo sfiorò il suo collo.

-Stai calmo piccolino… non ti accadrà niente. Seguimi e ti sentirai meglio-

Una voce nell'oscurità lo aveva stranamente tranquillizzato.

I suoi movimenti adesso erano controllati. Il suo corpo poteva muoversi liberamente in quello spazio.

-Mako… Mako! Guardami, ti prego-

Una voce trascinò il giovane leone dalla tranquillità che lo circondava in un luogo di cui lui aveva poca memoria.

Tutto intorno era sfocato e non si riusciva a distinguere bene il paesaggio, ma il giovane leone sapeva che posto fosse quello. Era la foresta dove sua madre e lui si nascondevano prima che li cacciassero.

Gli era sempre piaciuta la tranquillità che ispirava quel luogo così illuminato e pieno di colori. I fiori avevano tantissime tonalità e le fronde degli alberi, lasciavano penetrare all'interno di quel luogo abbastanza luce da poter distinguere i piccoli insetti, che volando a destra ed a manca, assomigliavano a lucciole di notte.

Mako rimase incantato da quella visione. Un mare di ricordi e di emozioni lo travolsero mentre si girava per guardarsi intorno.

-Mako! Cosa fai? Vieni presto! Non posso aspettarti per sempre- lo interruppe la voce.

-Chi sei? Vieni fuori…- sbottò il giovane leone dopo essersi ritrovato.

Il fatto di non vedere chi lo stava chiamando, innervosiva il giovane leone, che cominciò a guardarsi intorno freneticamente per riuscire a capire da dove venisse quella voce.

Mako si accorse di un movimento in mezzo all'erba alta: qualcosa stava allontanandosi velocemente da lui in direzione del lago in mezzo alla foresta.

-Non puoi scappare! Ti ho visto!- Mako cominciò a correre inseguendo quel movimento frusciante dell'erba, fino a giungere in un punto dove la vegetazione si diradava fino ad abbassarsi del tutto, lasciando libero lo sguardo di ammirare il panorama.

Era proprio come se la ricordava: una piccola cascatella cadeva in uno specchio d'acqua, creando una lieve nebbiolina, che si stendeva poco oltre il punto dove i due elementi si incontravano. Il laghetto era circondato da fiori molto colorati e diversi tra loro.

Si potevano vedere altri animali che si abbeveravano durante la giornata, in quella piccola oasi nella foresta.

Gli occhi di Mako si illuminarono nel rivedere quello scenario che tanto adorava da piccolo. Ma ad un tratto la luce del suo sguardo svanì.

In tutta quella bellezza, colse qualcosa che lo irritò profondamente. Come delle gocce di pioggia che improvvisamente increspano l'acqua di uno stagno.

Sdraiata affianco ad un leone c'era sua madre.

"Mamma…"

Il giovane leone subito si abbassò per cercare di andarsene da quel luogo. Non voleva disturbare quei due.

"Non preoccuparti mammina cara. Il tuo piccolino resterà in mezzo alla giungla tutto da solo, ad aspettare che tu finisca con quello sconosciuto… TI ODIO QUANDO FAI COSi!" Mako era sempre stato molto geloso della madre. Quando la vedeva con qualche altro leone, i nervi gli saltavano subito.

Una volta, ne aggredì persino uno facendogli un brutto graffio all'occhio.

-TRANQUILLA!!! IO STO BENISSIMO ANCHE SENZA DI TE!!!-

 

Quel grido scoppiò quasi spontaneo ed inaspettato. Tanto che sorprese persino Mako, che affrettò il passo addentrandosi nuovamente nella foresta.

Zleta quando era cucciolo, lo lasciava sempre solo per cacciare; e nei momenti in cui poteva stare con lui, la madre sceglieva invece di passare il tempo stando con il suo compagno.

Odiava il fatto che la madre preferisse stare con Kuma piuttosto che con lui.

-Non ho bisogno di te! posso cavarmela anche da solo. Imparerò a cacciare e me ne andrò via. Allora finalmente, tutti e due staremo bene!-

Il leoncino borbottava tra se e se, quando da dietro un ombra familiare lo superò.

Colto alla sprovvista, Mako si girò e vide il volto rabbioso della madre che lo fissava.

-Allora è così! Vuoi lasciarmi come mi lasciò quel maledetto di tuo padre, è così?! Non mi intenerirai! Se vuoi andare, vai pure. io non starò qui a fermarti... !-

La madre continuava ad urlargli contro e nella testa di Mako vorticavano furenti pensieri rabbiosi. Ormai non la sentiva più. Ogni parola che arrivava alle sue orecchie, si trasformava in un suono irritante, come una roccia che rotolava rumorosamente giù per una collina.

Ogni attimo che passava aumentava la furia del giovane leone, che non riusciva neanche più a vedere per quanto era arrabbiato. Ormai tutto intorno a lui era di un rosso lucente che accecava la vista.

Mako chiuse gli occhi più forte che poteva, e sotto la valanga delle parole d'ira della madre, sentì mancargli il controllo delle azioni. Sentiva l'impulso di saltare a dosso a Zleta.

"BASTA! BASTA!!! NON VOGLIO PIU' ASCOLTARE! NON VOGLIO PIU' NIENTE DA TE!!!" -NON VOGLIO MAI PIU' VEDERTI! LASCIAMI SOLO! TI ODIO! TI ODIO!!!-

Il giovane leone gridò con tutto il fiato che aveva in corpo. Voleva sfiatare tutta la rabbia che aveva accumulato. Quella sensazione era troppo forte e invadente per trattenerla tutta dentro l'ancora troppo giovane corpo.

Il giovane estrasse gli artigli e mostrò tutti i denti ringhiando rabbiosamente; contrasse tutti i muscoli preparandosi a travolgere Zleta.

-SPARISCI! NON PUOI ESSERE MIA MADRE!!!-

Mentre ruggiva quelle parole, il giovane si scagliò con un salto verso la madre.

Le rughe sul muso di Mako si contorcevano e si fondevano in un'espressione d'odio e rabbia spaventosamente mortale. Aveva attaccato con l'intenzione di uccidere.

Solo alla fine aprì gli occhi. Il suo sguardo infuocato di collera si schiantò nel vuoto. Davanti a lui non c'era più nessuno.

Il mancato impatto, era il colpo peggiore che quell'istante potesse offrire.

Il giovane leone cadde sulle zampe e crollò a terra.

Anche se l'atterraggio non fu drastico, gli sembrò di essere caduto in un burrone.

La rabbia scaturita dal suo cuore non aveva nessuno su cui essere indirizzata. Essa cominciò a vorticare furiosamente attorno al corpo del leoncino. Trascinando nella sua furia i movimenti di Mako, che richiudendo gli occhi il più che poteva, cominciò ad agitare gli artigli.

Le sue zampe colpivano qualsiasi cosa riuscissero a toccare, ma niente di quello che colpì era in grado di raffreddare quel fuoco che ardeva violento dentro di lui. Un urlo disperato ricolmo d'odio scaturì dal suo ruggito, fino a spegnersi in un pianto.

-Perché? Perché mi hai fatto questo? Mi hai abbandonato... mi hai lasciato morire. Non sono più il tuo Mako! Io sono solo "io"! Voglio stare da solo e non soffrire più! Stammi lontana! STAMMI LONTANA!-

-Cosa diavolo stai blaterando stupido cucciolo?!- lo interruppe una voce -...non ti ricordi proprio allora?! Non ti ricordi chi abbandonò chi?-

A quelle parole gli occhi del cucciolo si riaprirono in uno scenario diverso.

 

Era sdraiato, nascosto tra l'erba ed osservava la madre porgere un pezzo di carne davanti alla loro tana nella foresta.

Dopo aver dato uno sguardo in giro, Zleta se ne andò.

A Mako quella scena era familiare. Sapeva che nella caverna non c'era nessuno, e qualcosa nel comportamento della madre, stava scatenando un senso di rabbia che lui sapeva fosse pericoloso.

Quella sensazione, portò i suoi passi a seguire quelli della madre.

Camminavano da tempo, lei sembrava con la testa altrove. Non aveva notato nemmeno un cucciolo che la stava seguendo.

"Deve proprio essere distratta" pensò il cucciolo.

Proprio quel pensiero alimentò ulteriormente la sensazione dentro di lui.

La rabbia era molto forte, e Mako sapeva che in quel momento avrebbe fatto meglio ad andarsene; ma il suo corpo sembrava non rispondergli.

Si acquattò nell'erba ed aspettò che succedesse qualcosa.

Non sapeva perché si stesse comportando così. Ma la scena era sempre più familiare. Sapeva che c'era un motivo per le sue azioni, ma non riusciva a spiegarselo.

Ad un tratto, dal bosco, uscì fuori un leone che si diresse con passo tranquillo ed un sorriso in volto verso Zleta.

Quella visione fece quasi esplodere Mako, che riuscì però a trattenersi, restando nascosto tra l'erba e continuando ad aspettare.

Non aveva idea di cosa stesse aspettando, ma sapeva che quelle azioni erano spinte da uno dei suoi più grandi desideri. Non ricordava nemmeno quale fosse, ma sentiva in bisogno irrefrenabile di andare fino in fondo a quella faccenda.

I due leoni si avvicinarono. Zleta rispose al sorriso di Kuma, che continuava a venirgli incontro. Il leone si sedette difronte a lei e le strusciò la testa sul collo.

-Dov'è Mako?- chiese lui.

-Non preoccuparti, è nella grotta a riposare- rispose Zleta -gli ho lasciato qualcosa da mangiare. Adesso... dobbiamo pensare a noi- concluse con un sorriso malizioso.

Quelle parole furono la goccia che fece traboccare il vaso.

Mako si levò da terra e corse furiosamente verso i due.

-Cosa vuol dire "sta dormendo nella grotta?" che diavolo di madre saresti tu?! Non ti sei nemmeno accertata che ci fossi stato veramente! Io ero fuori! Io ero fuori e ti ho disobbedito! Ti ho disobbedito! Dovresti punirmi! Dovresti picchiarmi!- Poi d'un tratto il suo tono si calmò.

Gli occhi dei due erano puntati su di lui. Erano sorpresi di vederlo. Non si sarebbero mai aspettati una reazione del genere da parte del cucciolo.

Mako era sempre stato una testa calda, ma non era il tipo da scenate. Di solito se ne andava senza spiccicare una parola.

-Tu invece...- continuò triste il piccolo  -...che razza di madre sei? Non ti sei nemmeno accertata che io fossi dove mi hai lasciato. Non ti sei accorta che ero fuori? Potevo farmi male...-

-Mako...- disse Zleta mortificata -...io...-

-Come osi parlare così a tua madre!- la interruppe Kuma visibilmente infastidito dal comportamento poco rispettoso del cucciolo -lei vuole solo il tuo bene! Ed anche io te ne voglio. Vorremmo essere una famiglia, ma tu sei sempre cotro di noi...-

Mako ascoltava quelle parole cercando di reprimere l'effetto che stavano facendo al suo umore. Quell'intervento da parte di Kuma lo faceva solo imbestialire.

-...se solo ti accorgessi di tutti i sacrifici che stiamo facendo per te!-

-QUALI SACRIFICI?!- esplose il piccolo -tu non sei mio padre! Io stavo parlando con Zleta! Tu per me potresti anche morire in questo momento! Lasciaci parlare da soli. Vattene via!-

Il leone si avvicinò minacciosamente a Mako.

-Cosa hai detto?- disse arrabbiato Kuma, mentre torreggiava davanti al cucciolo.

Il leoncino spalancò gli occhi e lo guardò dal basso verso l'alto, scagliando su Kuma tutta la rabbia che provava in quel momento.

-Pensi di farmi paura? Non sei nessuno per me! SPARISCI!!!- a quel grido Mako estrasse gli artigli e colpì il leone alle costole, procurandogli un profondo taglio.

-Piccolo ingrato!- gridò di dolore Kuma afferrando per l'orecchio il piccolo leoncino.

-Fermi! Fermi! Kuma smettila, lascialo subito!- Zleta sobbalzò per la scena inaspettata e corse verso i due per fermarli.

La presa del leone però era talmente forte che senza volerlo, strappò di netto l'orecchio del cucciolo.

Mako gridò di dolore e si accasciò a terra coprendosi la ferita con la zampa.

Kuma si accorse dell'accaduto e tornò in se.

-No... io. Mi dispiace, Mako. Cosa ho fatto?- Disse Kuma spaventato -io non volevo. Mako perdonami. Ti prego... vieni qui. Fatti vedere un po-

-Vai via! lasciami stare! Il mio orecchio! Il mio orecchio! FA MALE!!!- Il leoncino urlava dal dolore e quel pianto arrivò dritto al cuore di Zleta, che vedendo la scena era rimasta impietrita.

Con gli occhi spalancati, la madre guardava il figlio che si dimenava a terra dal dolore.

-Tu!- rinvenì d'odio Zleta -...cosa gli hai fatto?-

-Io... Zleta... lui... io non- Kuma non sapeva cosa dire. Non riusciva a distogliere lo sguardo. La sua mente era immersa nel caos più totale.

Ad un tratto, sentì un peso sulla schiena che lo atterrò.

-Tu, hai strappato l'orecchio di mio figlio!- Zleta era saltata sulla schiena del compagno e gli stava ringhiando mentre lo teneva fisso al terreno -tu gli hai fatto male! Come puoi pensare che ti possa perdonare?! Sei morto!-

Con quelle ultime parole le zanne di Zleta affondarono ripetutamente sul collo del leone, che non potendo reagire venne sopraffatto.

Un morso dopo l'altro Kuma non sentì più il corpo e pian piano, chiudendo gli occhi non percepì nemmeno il dolore.

Mako guardava la madre, sporca di sangue in volto, che fissava il corpo del compagno inerme a terra.

Quel momento sembrava non finire mai: il respiro affannato della madre, i suoi occhi increduli fissi sulle ferite di Kuma. Il sangue che colava dalle fauci.

-Finché saremo insieme...- disse la madre mentre con lo sguardo continuava a fissare il corpo di Kuma -...niente ci potrà fare del male.

Ad un tratto, tutto si fermò: il respiro della madre si era bloccato, ed il sangue si fermò a mezz'aria.

 

Tutto intorno al giovane leone stava scurendo ancora una volta. Ogni cosa stava venendo inghiottita dall'oscurità. Tutto tranne lui e Kuma.

Quando tutto fu buio, gli occhi del leone si riaprirono e lo fissarono.

Mako era attanagliato dalla paura: un morto lo stava fissando.

-Chi ha abbandonato chi, Mako?- disse il leone -chi è stato a mollare per primo?-

Il giovane leone avrebbe voluto scappare. Ma quel luogo d'oscurità continuava a tenerlo immobile. Era terrorizzato da quella macabra figura, ma era costretto a stare li. Era costretto a guardarla negli occhi. Ogni volta che si girava, il corpo del leone, pur rimanendo immobile, si spostava e continuava a fissarlo. Come se una forza incorruttibile lo costringesse a fissare le conseguenze delle sue azioni.

-Zleta per colpa tua, ha perso il controllo e mi ha ucciso. Io ero il re di quelle terre. Sai che significa? Che è dovuta fuggire il più lontano possibile per scampare alla rabbia dei leoni del regno, E' dovuta partire con 3 cuccioli in grembo. E tu... continui a dimostrargli odio. Ti sei dimenticato di quello che mi hai fatto? Hai intenzione di rimuovere ogni brutto ricordo immagazzinato per colpa tua?- continuò Kuma rialzandosi.

-Ogni tua azione ha una conseguenza, che tu lo voglia o no. Non puoi dimenticare e basta. Devi affrontare i tuoi errori- il leone continuava ad avvicinarsi a lui.

-Ricorda Mako. Ricorda ed impara. Non fare lo stupido. Non te lo puoi permettere-

Ad un tratto un calore affettuoso avvolse il giovane leone. Kuma si era sdraiato accanto a lui e lo stava "abbracciando"

-Io ti ho perdonato- continuò il leone -adesso, devi saperti perdonare ed aiutare la tua famiglia. Hai sbagliato, si, ma ora devi farti forza e diventare adulto. Puoi rimediare a tutto questo. Quando lo farai, vedrai che riuscirai a perdonarti-

-Ma come posso perdonarmi?- chiese Mako in lacrime -per colpa mia tu sei morto-

-Non preoccuparti- disse un'altra voce. La stessa voce che prima lo aveva catapultato in quel luogo -fai schiudere quelle uova, e lascia liberi i nascituri. Salvando delle vite, redimerai quelle che hai preso-

-Non è così- ribatté il leoncino -non posso scappare ad un'atrocità simile. Quando si uccide, non si può tornare indietro. Anche se salvassi quelle uova, io avrei comunque ucciso-

-Lo so- lo interruppe la voce -ma prova a mentirti. Prova a sollevarti da questa colpa, per stare meglio e per far stare meglio chi ti circonda. Tua madre vuole solo il tuo bene. e se ti vedesse soffrire oltre, non potrebbe mai perdonarselo. Cerca di capire Mako-

Il giovane leone si asciugò le lacrime e con occhi seri rispose alzando la testa.

-Hai ragione. Io devo la felicità a mia madre. Ed in un modo o nell'altro, io riuscirò a donargliela!-

Kuma sorrise e scomparve in una luce accecante che fece chiudere gli occhi al leoncino.

 

Mako riaprì gli occhi, ed anche se si era svegliato, il calore che gli trasmetteva il corpo di Kuma non era svanito. I tre fratellini gli si erano accoccolati tutt'intorno e dormivano con un'aria serena in volto.

Il giovane leone appoggiò nuovamente la testa sul terreno e chiuse gli occhi per godersi quel momento di tranquillità.

Poi ad un tratto, un rumore tra la vegetazione lo fece trasalire.

Mako vide arrivare la madre in lontananza.

Aveva uno sguardo vuoto ed afflitto, ma il cucciolo era così felice di vederla che non si fece alcuna domanda al riguardo. Corse semplicemente in contro alla leonessa e la chiamò a gran voce

-Mamma! Mamma! Sei tornata finalmente! Eravamo così preoccupati!-

Le sue zampe sembravano spiccare il volo.

Sapeva che come fratello maggiore doveva mantenere la calma e dare il buon esempio, ma qualcosa dentro di lui, più forte della disciplina, salì fino alla gola e si spanse per tutto il corpo. Quella sensazione esplose rendendolo più veloce e facendolo urlare dalla gioia.

Gli altri tre cuccioli, vedendo Mako che correva all'impazzata verso la madre, non poterono trattenersi e si misero a correre anche loro per raggiungerla.

Appena Zleta li vide spalancò gli occhi, come se avesse visto dei fantasmi; e dopo alcuni tremolii che la fecero indietreggiare, svenne accasciandosi a terra.

Il giovane leone si avvicinò spaventato al corpo della madre

-Mamma! Cos'hai? Svegliati, siamo qui!-

Gli occhi del figlio divennero lucidi e con un urlo richiamò i fratelli che alla vista di quella scena si erano immobilizzati per la paura.

-Presto voi tre! Aiutatemi a portarla dentro! Non possiamo lasciarla qui!- disse il giovane leone.

Subito i tre cuccioli scattarono e chi tirandola, chi spingendola, trascinarono Zleta all'interno della tana.

-Si riprenderà?- chiese preoccupato Kimo

-Non dire sciocchezze! Ti ricordi cosa ci ha detto quando ti sei fatto male quella volta? "il nostro amore è la soluzione a tutti i problemi…" Dobbiamo solo stargli vicino, e vedrai che si riprenderà!-

Detto questo Thare si mise accanto alla madre e si stese appoggiando la testa a quella di Zleta.

-Coraggio mamma! Ci siamo noi con te, non preoccuparti… ti rimetterai presto!- concluse la cucciola singhiozzando.

-Brava Thare…- disse il fratello maggiore

Anche Mako si accoccolò vicino alla madre ed i due cuccioli li imitarono stringendosi tutti quanti intorno alla mamma. 

-Finche saremo insieme…-

"...niente ci potrà fare del male"

con quel pensiero il giovane leone e tutti i fratellini si addormentarono.

  
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