Fanfic su attori > Cast Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Marzi Jaymes    10/01/2012    3 recensioni
"Io sono Kristen, Kristen Jaymes Stewart.. una ragazza come tante...o una come poche. Una ragazza ferita, che dopo fottuti otto anni e mezzo porta ancora graffi e lividi sul cuore.. Una ragazza che per qualche stupido motivo ha smesso di credere alla forza piu' potente del mondo: L'amore"
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Eight years without you Ok gente, so che ci siete rimasti parecchio male dalla fine dell'altra FF e che vi aspettavate ben altro...Quindi spero di cambiare un po' le vostre opinioni sul mio modo di scrivere eccetera.
Come prima cosa, questa sara' una FF raccontata non piu' al presente ma al passato e un pezzo della trama rappresenta una storia VERA... che ho sentito raccontare qualche giorno fa. Ovviamente prendo solo i fatti principali e cambio un po' tutto..pero' comunque resta una cosa che ai giorni d'oggi capita molto spesso..
Scoprirete presto di cosa parla, vi anticipo solo che è uno sguardo in avanti, al 2020.. xD
Ringrazio mia sorella Flavia per avermi aiutata con la trama fino alle due di notte ç_ç E Rosaria. Il titolo della FF è praticamente suo.
*
Questa FF la dedico a *rullo di tamburi*:
Salvo, affinchè possa FINALMENTE trovare l'amore della sua vita.. perchè se lo merita..

Ma anche a Rosaria <3 ti voglio bene :3

Buona lettura.
P.S: Ci tengo a questa storia eh, quindi recensitemi, se avete l'account :D :D
-Ma'...


                                                             
Image and video hosting by TinyPic

Capitolo uno


 
Pov Kristen

"Io sono Kristen, Kristen Jaymes Stewart.. una ragazza come tante...o una come poche. Una ragazza ferita, che dopo fottuti otto anni e mezzo porta ancora graffi e lividi sul cuore.. Una ragazza che per qualche stupido motivo ha smesso di credere alla forza piu' potente del mondo: L'amore"

7 Giugno 2020..

Mi sedetti nuovamente sul sedile dell'aereo e accoccolai la mia borsa sulle cosce scoperte, aprendola pian piano per non fare troppo rumore e cercai insistentemente gli occhiali, finchè non mi capito' tra le mani una foto. Quella foto.
Cosa ci faceva li? Quanto tempo era passato?
Otto anni, otto fottuti anni e mezzo.
La scrutai ben bene, osservando i visi allegri miei e di Robert sul set di 'let me love you'... e mi meravigliai di quanto le cose in una manciata di secondi possono ribaltarsi e cambiare, i sorrisi trasformarsi in lacrime, l'amore in odio.
Le cose perfette, in un completo disastro..
Era andata proprio così tra di noi.. tutto cambiato per un semplice gesto.. tutti quei sei anni insieme, mandati a puttane per una semplice voglia stupida.. Quella di tradire.
Continuavo insistentemente a chiedermi perchè e a chiedermi se avessi mai potuto interrompere e ostacolare quello che stava per accadere.
Il rumore del carrellino della hostess mi distrasse dai pensieri, riportandomi alla realta'..
"Vuole qualcosa da mangiare, signorina Stewart?".. si giro' verso di me e sorrise, cercando di essere gentile..anche se non lo sembrava affatto.
"No, grazie" risposi. Avrei voluto aggiungere non ho fame, ma quella frase mi sembrava un tantino scortese al momento..e con quel sorriso a trentadue denti..
Quella foto mi aveva chiuso lo stomaco. E le arterie.
Sorrise nuovamente e passo' avanti, quando notai gli occhi di tutti scrutare il mio viso scocciato..

"Robert, non voglio far sapere al mondo che stiamo insieme.." gli dissi..
"Ma che ti importa? Tanto la gente ti guardera' sempre e comunque.." sorrise e continuo'.."Sei un'attrice, amore"


La gente mi avrebbe notato comunque...
Ed è stato proprio così.. 
Mi sono sempre stupita di come tutti hanno imparato ad amarmi e mi amano ancora ora, nonostante non reciti piu' da quando rimasi...
La voce all'altoparlante mi distrasse ancora una volta..
"Fase di atterraggio, aeroporto di Londra.. tenere le cinture ben allacciate".
Mi voltai verso la sicura scrollando le spalle per cercare di far passare le immagini della mia vita passata e la strinsi ulteriormente attorno al mio bacino.
Lasciai la foto che avevo ancora tra le mani nella borsa quando finalmente trovai gli occhiali da sole. Li indossai e mi sistemai per scendere dall'aereo, di li a poco.
La fase di atterraggio finì. Mi tolsi la sicura e presi la borsa, mettendola a tracolla. Scesi dalla scalinata e velocemente riuscì a ritrovare i miei bagagli. Mi guardai intorno e rimasi a bocca aperta, felice di notare che in questi otto anni e mezzo non era cambiato assolutamente niente, almeno qui. Ogni cosa era al suo posto: le piste di decollo e quelle di atterraggio. I muri avevano gli stessi colori e c'era lo stesso caos di sempre..anche al mio interno. 
Sorrisi al pensiero, trascinai il mio bagaglio poggiandolo a terra e mi guardai
intorno ancora un po' ..
Una ciocca di capelli biondi attiro' la mia attenzione facendo battere all'impazzata il mio cuore e iniziai a correre, come un'adolescente. Mi buttai addosso a Ruth, la mia agente.. Il suo viso in tutto questo tempo era cambiato poco e niente: Un po' nei lineamenti e sembrava una donna matura e responsabile, gia' da primo impatto.
"Come sei diventata bella..sembri una diciannovenne ancora" disse e mi abbraccio'. Ricambiai subito l'abbraccio piu' caloroso degli ultimi tempi e mi scostai, tornando a osservare il suo viso.
"Grazie.. come stai, Ruth?"
"Io..bene.. tu piuttosto? E' da un po' che non ti sento"
"Sto bene" sussurrai..
Fece un'espressione fredda mentre mi aiutava a prendere le valigie da terra e si guardo' attorno, prima di tornare su di me..
"E........Robert?"
Una fitta mi colpì il cuore e lo stomaco mentre il respiro si spezzo' per un po'..
"Chi è?". Le feci un occhiolino e l'aiutai a caricare i miei stessi bagagli nel retro della sua volvo nera scura. Non avevo voglia di parlarne, non ne avevo nessuna voglia.. Non avevo voglia di rivederlo, nè lui nè quella stronza di Lindsey. Non avevo voglia di averci ancora a che fare. Non avevo piu' voglia di riempire sani cuscini con le lacrime, nè di rigare nuovamente il viso..
Mi impadronì subito della radiolina all'interno dell'auto, cambiando frequenza ogni due minuti e suvito dopo appiccicai la fronte al finestrino, senza dare troppa attenzione realmente a quello che mi passava avanti agli occhi.
Tutto mi provocava ricordi, tutto faceva male.
Tutto era vuoto, persino le cose che prima per me significavano qualcosa.. Amore..amicizia.
La macchina si blocco' avanti l'Empire Hotel.  Non avevo nessuna intenzione di tornare a casa mia. O almeno non ora..
Troppi ricordi. Troppe immagini. Di nuovo.
Incerta aprì dapprima il finestrino e guardai in cielo e poi mi portai fuori e continuai a osservare la facciata color panna dell'hotel.
Pensavo ai mille e mille alberghi girati per le varie premiere in tutto il mondo: Roma, Mosca, Hollywood. Ogni volta un nuovo hotel. Ogni volta una nuova storia da appuntare su un taccuino, ogni volta baci rubati dietro le tende spesse che ci dividevano da una folla scalmanata... e poi tutto da cancellare.
Ruth mi strattono' velocemente, obbligandomi a muovere qualche passo e a riprendermi..
"Senti...ti dispiace se ci vediamo... piu' tardi? Le cinque ore di fuso mi hanno sballata un po'.." dissi per cercare di nascondere la tristezza che poco a poco mi stava riempiendo il cuore..
"Non ci sei piu' abituata, eh?" scoppio' a ridere e mi congedo' con una pacca sulla spalla, come se in un certo senso avesse capito cosa mi passava per la testa..
Sorrisi e misi piede in quell'hotel, portandomi velocemente alla hall con le valigie che strisciavano a terra..
Mi riconobbero subito e uno dei camerieri seduto dietro il bancone si avvicinò, sfoggiandomi un inchino perfetto...
"Benvenuta, signorina Stewart" sussurrò ancora chino.. "Dia pure a me".
Velocemente mi tolse le valigie e quant'altro avessi nelle mani e iniziò a camminare. L'ascensore si divarico' di fronte ai nostri occhi ed entrammo, in silenzio..fin quando non si blocco' all'ultimo piano..
"Ora se vuole puo' andare..". Mi porse le chiavi e mi lascio' il numero della hall nel caso ne avessi mai avuto bisogno..
Forse mi sarebbe servito davvero.. o forse no.
Era la prima volta che ero in albergo da sola.. e non sapevo affatto come comportarmi..
Provai semplicemente ad essere.... mh.. Normale? Per quanto potessi esserlo dopo che il cuore mi era stato praticamente strappato dal petto a mani nude..e dopo otto anni non era ancora tornato nulla al suo posto. Continuavo a chiedermi se quel miracolo sarebbe mai successo.. ma in realta' non ci credevo piu'. Non credevo piu' a NIENTE. Inizialmente non credevo neanche piu' in me stessa.. così scappai.
Infilai le chiavi nella toppa e fecero un rumore assordante..
L'aria calda della stanza mi si riverso' completamente in piena faccia. Successivamente rimasi pressocchè a bocca aperta.. Le tende erano immacolate. La luce risaltava i colori fiochi delle pareti azzurre e blu  e un letto sorgeva al centro della stanza, sopra il parquet..
Poggiai le valigie a terra in un angolo di quello spazio enorme a mia disposizione e mi appoggiai sul letto, chiudendo gli occhi per concentrarmi sugli aspetti di quel posto. La stanza era priva di rumori. Nessun suono. Nessuno tranne il mio respiro che si faceva spazio al suo interno.
Per un secondo mi sembro' che il mio cuore si fosse alleggerito, per un secondo sentìì completamente assenza di dolore. Fisico e morale.
Subito dopo i sensi di colpa e tutte le immagini mi passarono avanti come una scheggia..

"Su amore, tra meno di tre ore abbiamo la conferenza da Jay Leno..alzati.." mi sussurro' all'orecchio accarezzandomi l'addome scoperto, fuori dalle lenzuola..
Feci uno sguardo dolce e lo guardai dritto negli occhi..
"Possiamo rimanere a letto per sempre?" sibilai mordendogli l'orecchio..
Fece uno sguardo sconcertato, tentato dall'accontentarmi.. ma il dovere ci chiamava. Anche quella volta..
Quattro ore dopo eravamo seduti avanti a tutto quel pubblico. Ci guardavamo come se in realta' fossimo insieme da sempre...
Si accorse del mio fiatone e della mia agitazione quasi subito..così confondendosi, avvicino' il microfono alle labbra e lo distacco' subito...
"Andra' tutto bene, vedrai.."


E avrei voluto davvero che fosse stato così..non solo quella sera..
Ogni tanto, in questi anni mi sono trovata a ripensarlo nuovamente.
La verita' era che non riuscivo neanche piu' a capire cosa volevo. Provavo ad ascoltare i battiti del mio cuore, ma non sentivo nulla.. non sentivo cio' che avrei voluto sentire. Non sentivo un minimo di coraggio sfiorarmi le vene per ritornare.
La sua immagine continuava a lacerarmi ogni singolo strato di tessuto. Ogni organo.
Mi spezzava. Mi schiaffeggiava.
Provai a respirare un tantino e per un attimo sentìì il suo profumo e il suo fiato ansimare sul mio collo.
Mi spaventai.. perchè non era cio' che volevo.. e neanche cio' che mi aspettavo.
Iniziai a spaventarmi davvero e a credere che quel viaggio era stato uno sbaglio sin dall'inizio. Tornare in quel luogo,  a meno di cento chilometri da lui era straziante.
Provai a ricordare di nuovo, ma quella volta non sentìì ne vidi niente. Era come se ogni ricordo fosse svanito.. 
Provavo rabbia, dolore.. e un calore al petto insormontabile.. Fisso. 
Le mie mani iniziarono a contrarsi e a tremare..
Decisi di 'lottare' e mi alzai ad abbassare la tapparella, prima di buttarmi sul letto, Iniziai a sbattere le ciglia altre due o tre volte per il bruciore improvviso agli occhi e li chiusi definitivamente, osservando l'unica cosa che volevo davvero ci fosse: buio.

Mi alzai qualche ora dopo, tutta frastornata..
Portai le braccia al cielo per stiracchiarmi e mi alzai di scatto, senza far passare troppo tempo..
Mi portai in bagno e mi sciacquai la faccia con l'acqua gelida, che contrastava la temperatura quasi cocente dell'aria.. Alzai il busto, con gli occhi ancora bagnati e mi asciugai, notando con gioia lo strato opaco che si era creato sulla superficie del vetro liscio.. Portai istintivamente il dito su di esso e ci scrissi sopra..
'You are my one in six Billion'...
E poi ci passai velocemente la mano, per scacciare il ricordo legato a quella frase così sciocca.
Tornai di nuovo nella vera e propria stanza e aprìì la valigia, buttando gran parte delle cose che mi ero portata sul parquet.. Mi sedetti con il sedere a terra e frugai tra tutto quel casino. Alla fine optai per le solite converse nere, un altro paio di shorts carini e una canottina azzurra, non troppo scollata.
Non era quello che cercavo..ma lo misi lo stesso, perchè tanto non faceva la differenza..
Mi stesi e afferrai la borsa, anch'essa buttata a terra e la trascinai a me. Cercando di evitare di posare lo sguardo sulla foto presi la matita nera e quella azzurra, contornando leggermente gli occhi. Buttai la testa in avanti e sentìì la schiena fare un rumore strano.. e senza farci troppo caso raccolsi i capelli in un pugno e li legai, con un elastico blu notte.
Incrociai le gambe e mi alzai eretta..Afferrai borsa e chiavi da terra e uscii velocemente da quella stanza soffocante, se pur spaziosa per una persona sola..
Con due forse no.
A quel pensiero mi portai la mano alla faccia, rendendomi conto di quanto lui fosse nei miei pensieri piu' di quanto abbia fatto di recente.. In realta' piu' di quanto si meritasse davvero.
Sospirai e sorrisi leggermente pensando a quanto i luoghi condizionano il pensiero..
L'ascensore si aprì nuovamente di fronte ai miei occhi, vi entrai e aspettai che si bloccasse a braccia conserte..
Il tempo, da quando avevo messo piede qui è sembrato fermarsi, o almeno trascorrere lentamente.. troppo.
Sai quando sembra che manchi qualcosa? E' esattamente così. Mancava qualcosa.. e io sapevo bene cosa.. Anzi, chi.
E sapevo anche che non volevo affatto che si piazzasse nella mia testa ancora a lungo, come se fosse stata casa sua...
 Io lo odiavo.. lo odiavo piu' di quanto avessi mai odiato in vita mia..o almeno avrei dovuto farlo dopo tutti gli schiaffi al cuore ricevuti..
In quel momento mi resi conto che l'ascensore aveva compiuto un piccolissimo saltello e si era spalancato. I miei occhi erano ancora persi nel vuoto e riuscii ad accorgermi in tempo che era il momento di uscire, prima di rifarmi in viaggio in salita..
Erano le sette e trenta spaccate, e avevo bisogno di staccare..
Ma, ahimè.. non pensai al fatto che piu' avrei camminato, piu' avrei ricordato.. Le immagini continuavano a scorrere avanti la mia vista, e io immediatamente non ci pensai due volte a scrollare la testa per scacciarli.. così decisi di allungare strada e di chiamare Ruth.. l'unica persona di quale potevo davvero fidarmi...
Presi il telefono e notai con gioia due chiamate perse da parte sua, così richiamai..
Squillo' a lungo.. senza che nessuno rispondesse.. Staccai il cellulare dall'orecchio, quando sentii la sua vocina dolce squittire..
"Kristen? Kristen?"
Riportai il telefono dov'era prima e respirai, cercando di ricompormi..
"Oh.. eccomi.."
"Hai voglia di fare un giro con me?"
Non ci pensai su due volte. A Boston non uscivo mai.
"Si, preparati.. sono vicino casa" sussurrai facendo un sorriso sghembo..
Mi meravigliavo di come ricordassi tutte le strade, le scorciatoie che avevo imparato a prendere, nonostante fossero passati tantissimi giorni...mesi, stagioni e anni.
Attaccai e mi sedetti alla panchina, quando due minuti dopo la sua figura fioca e lontana, dai contorni non definiti bene mi si piazzo' avanti sfoggiando un sorriso bellissimo, brillante..
Non potei fare a meno di sentire il cuore strapparsi.. Non ero capace piu' di sorridere.. e me ne accorsi solamente in quel momento.. La mia espressione dev'essere cambiata notevolmente in una frazione di secondo..
Ruth mi prese il mento e lo sollevo' verso il suo viso, obbligandomi a guardare con profondita' nei suoi occhi luminosi e brillanti, anche quelli..
"Che hai?"... sorrise e si sedette vicino a me, che invece mi alzai di scatto, trascinandola per la mano..
"Non voglio stare seduta.." dissi leggermente acida..
Tra i nostri corpi per un po' di tempo ci fu solamente aria fresca e niente piu', tranne qualche sorriso sfuggito ogni tanto da parte sua. Non ce la facevo a parlare. Mi aveva sempre fatto schifo mostrarmi debole, anche se la persona avanti a me era debole quanto me, se non il doppio.
A un certo punto si blocco' avanti a me, bloccando la mia camminata insicura e lenta..
Sbuffai portando gli occhi al cielo e incrociando le braccia al petto e iniziai a sputare tutto quello che serviva alla mia anima per depurarsi, in qualche modo.
"Lo vedo dappertutto"
Reagì esattamente come mi aspettavo: Abbassò il volto e sussurro' qualcosa sottovoce che non afferrai.. Il suo' sguardo divenne scuro e si accigliò, come se fosse quasi colpa sua..
"Ruth" sospirai.."Cosa c'è di male? L'ho amato per così tanto tempo..".
Era vero. Lo avevo amato per troppo tempo. Quello forse era l'unico motivo per il quale non riuscivo a cacciarlo via..
 Era l'equazione di ogni problema, il fazzoletto per ogni lacrima.. Con lui avevo avuto la mia prima volta..e un tempo avrei pensato anche l'ultima..
Iniziai a respirare lentamente, mentre lei farfugliava tra sè e sè. Avrei tanto voluto capire cosa le passava per la testa, ma non ci riuscii.
"Niente..". Abbozzo' un sorriso finto e continuo' a parlare in modo solare, sviando l'argomento Robert.
Tutto accade per qualche motivo. Solo che non ci è concesso mai sapere qual è davvero, quel motivo.
Bloccai il suo parlare frenetico e le chiesi di piu, anche se lei continuava a sbuffare.
"Devi dirmi cosa sai, Ruth. Ti prego... ne sto uscendo pazza"
"Kristen NON LO SO!" Alzò la voce perdendo la pazienza e il mio cuore cominciò a sgranarsi di nuovo.
Mi chiedevo spesso quante volte avrebbe mantenuto ancora a tutte quelle lame, prima di cedere completamente.. e sinceramente speravo in un collasso..o che qualcosa mi cadesse in testa, così velocemente da farmi perdere la memoria e farmi condurre una vita finalmente normale. E felice.
Aspettavo qualcosa che mi facesse respirare. Infondo avevo appena compiuto ventinove anni, e credevo davvero di meritarmelo, anche se forse non era così.
I miei sbagli continuavano ad accumularsi e non potevo fare a meno di notare che tutto cio che succedeva veniva attratto da me. Attraevo la sfiga..
Da quel momento in poi chiusi la bocca e mi feci altre due o tre seghe mentali su come sarebbe andata se fossi restata. L'atmosfera da due ore prima, era completamente stravolta. Cambiata.
C'era freddo, tanto freddo..nonostante quei venticinque gradi..
Avrei scommesso che se avessi scavato in profondità, la temperatura effettiva dentro di me sarebbe calata intorno ai due gradi, tenuti in vita da un po' di alcool che girava ancora nelle mie vene.

La serata era proseguita abbastanza bene, nonostante quelle incomprensioni.
Le mani di Ruth fecero leva sul mio bacino, bloccandomi.
In quel momento non riuscii a capire cosa stava succedendo. Potevo sentire solamente le mani di Ruth 'modellarmi' e imprigionarmi, così che potessi guardarla in faccia.
Guardava oltre la mia testa e aveva uno sguardo disperato e buio, quasi irriconoscibile.
"Ruth, cazzo... LASCIAMI STARE!" Alzai la voce, facendo girare un bel po' di persone, anche se lei non si decideva a mollare la presa dal mio corpo minuto.
"NO!" ringhio' tra i denti..
Rabbrividì, scossi la testa e alzai gli occhi al cielo muovendomi. Mi liberai in un millesimo di secondi e sentì fare uno scatto alle ossa del mio collo, che mi provocarono dolore.
Ma fu niente rispetto al dolore che sentii nel petto appena mi girai.
Lui era lì. Con Lindsey.
Dopo 2920 giorni e passa.
E  immezzo a loro
una bambina, che tendeva le mani a tutti e due, facendosi sollevare da terra.
La riconobbi subito.
Il cuore iniziò a battermi all'impazzata, come non aveva mai fatto prima.. Per un secondo credetti che stesse per cedere, ma -per mia sfortuna- non lo fece. Non lo fece di nuovo.
Bruciava tutto dentro.
Bruciava tutto fuori.
Se fossi andata veramente a fuoco avrebbe bruciato di meno..
L'incendio dentro di me continuava ad alimentarsi dei loro sorrisi, e lo sentivo accrescersi dentro sempre di piu.. Faceva sempre piu' caldo.
La gola era sempre piu' secca e improvvisamente sentì sete di vendetta. Una sete spietata.
"Mamma, perchè quella signora ci sta fissando?" sibilò la bambina..
Era la mia bambina.
Chiamava mamma, una madre non sua. Ma infondo, non potevo aspettarmi altro...
Le mie gambe iniziarono a tremare, e il mio sangue si riempì di abbastanza coraggio da fare esattamente quello che dovevo fare, e che avrei completato a secondi.
Iniziai a scattare e a correre, per ricoprire lo spazio tra di noi. Mi sentii completamente attratta dai suoi occhioni misti tra il marrone degli occhi di suo padre e il verde chiaro, come quelli di sua madre. I miei. 
Rob mi guardava esterrefatto, come se avessi mandato in fumo quello che aveva fatto per otto anni e mezzo, come se avessi distrutto il muro che aveva messo tra me e mia figlia e Lindsey con odio, quello che provavo per lei da anni.
Mi inginocchiai di fronte a mia figlia e una lacrima mi rigò il viso.. che divenne un fiume quando le mie dita toccarono la sua pelle abbastanza soffice e delicata da poterci sprofondare dentro..
L'abbracciai per la prima volta, dopo averla messa al mondo e le annusai i capelli. Avevano lo stesso profumo di Robert.
Per un momento mi pentii di essere scappata dai problemi otto anni fa e di averla lasciata tra le grinfie di Robert e Lindsey..
Mi pentii di non averla portata con me a Boston, lasciando disperare Rob.
Mi pentii di tutto, solamente guardandola negli occhi.
I rimorsi si accanirono su di me nuovamente.
Come avevo fatto a mettere al mondo il fagotto che avevo portato nove mesi dentro di me e averla abbandonata? Per uno stupido capriccio?
Avevo paura, paura di star male. Soffrivo.. e la cosa peggiore era che l'unica persona che era in grado di cullarmi mi stava facendo versare fiumi di lacrime..
Mi guardò negli occhi per un attimo e poi risollevò il suo viso verso quello di Linds.
Quel viso che avrei tanto voluto sfregiare con le mie stesse mani. E in realtà, non so neanche come ho fatto a mantenermi.
"Mamma, allora? Mi spieghi chi è?"
Mia figlia non sapeva neanche che esistessi. Non gli aveva neanche parlato di me.
Mi sentì morire.
E la cosa peggiore...era che non potevo porre fine a tutto e subito.
Non ne avevo la forza.
Nè la voglia.



Pov Robert  

Kristen scattò immediatamente in piedi, facendo muovere velocemente le braccia.
Mi sferrò un pugno in pieno naso e scappò.
Per la prima volta in vita mia, sentì il cuore spezzarsi. Sentì anche piu' dolore di quando rientrai a casa con la nostra bambina e non ce la trovai, ad aspettarci.
Faceva male. Troppo.
Si fermò a qualche metro di distanza da me e mi lanciò con gli occhi bagnati un'occhiata famelica, meschina e carica di dolore e soprattutto odio.
Quello che per lei io non ero mai riuscito a provare come avrei dovuto fare realmente.
Mia figlia Stephanie mi tirò il bordo della maglietta spaventata, costringendomi a chinarmi.
Mi abbassai, flettendo le gambe sulle ginocchia e le presi la mano.
"Papà.. lei era l'attrice che ha recitato con te?"
"Si, amore"le sussurrai all'orecchio. La sollevai da terra, ingorando i grugniti di Linds al mio fianco e le dissi che ci saremmo visti l'indomani.
Avevo qualche questione da chiarire, e forse dopo otto anni, finalmente era giunto il momento.
Nessuno poteva sparire e ricomparire mille e mille giorni dopo, pretendendo di ricevere un abbraccio. Nessuno.
Niente valeva quella tortura, neanche tutto l'amore che ho provato per lei in sei anni.
Ero forte, e un attimo dopo non lo ero gia piu'..
Spiegai a mia figlia che Kristen era una mia amica, e che avevamo litigato. Non sapeva niente di noi, ma in realtà non sapevo niente neanche io.
Cosa si puo' dire a una bambina di otto anni e mezzo?
La caricai in macchina gia' mezza addormentata, mentre i pensieri continuavano a martellarmi il cervello colmo e offuscato e mi sistemai avanti. Misi in moto la macchina e non misi piede sull'acceleratore.
Tutto il nervosismo non avrebbe portato a niente di buono..e non volevo che succedesse altro. Non per colpa sua. Avevo rischiato anche troppo, per quanto mi riguarda.
Presi il telefono e composi il numero di mia sorella Lizzy piu' volte.
Nessuna risposta.
Finalmente riuscì a rintracciare Victoria, la mia seconda sorella..
"Vic, mi serve un favore"
"Rob, se vuoi sapere di Tom è qui a casa".
Il mio migliore amico che se la spassava a casa mia senza di me. Sorrisi e sghignazzai nella cornetta..
"Va beh, no. Volevo che mi teneste Steph per stanotte"
La sentì sospirare..
"Scordat..."
"E' tornata Kristen"
Lei la adorava, e so che l'adora ancora.
"Va bene, va bene. Mando Tom giu tra cinque minuti, fatti trovare"
Scoccai un bacio impercettibile e chiusi la comunicazione.
Cinque minuti quasi esatti dopo ero sotto casa mia. Ad aspettarmi c'erano mia madre Claire e Tom... Presero dolcemente Steph tra le braccia e salirono i gradini in giardino, coprendola sebbene facesse ancora caldo.
Tornai in macchina e mi piazzai sotto casa di Ruth, attaccandomi al campanello con forza..
Un tempo anche noi eravamo amiche.. poi è sparita anche lei, come la sua amica.
Scese con gli occhi appiccicati e stanchi e la matita sbavata.
"Che cazzo vuoi, razza di coglione?"
"Che tono simpatico". Sghignazzai tra i denti... e mi resi conto che non scherzava affatto.
Ci misi mezz'ora per convincerla a dirmi dov'era la donna che avevo amato piu' di me stesso... ma alla fine ci riuscì.

Un'altra mezz'ora dopo ero dentro il suo hotel, a lottare con il cameriere che non voleva farmi entrare.
"La signorina Stewart ha detto che.."
BLA. BLA. BLA.
Cacciai venti dollari dalla tasca e glieli poggiai sul biancone.
"Devo farlo" sussurrai piano..
Acconsentì e iniziai a fare le scale a piedi, tutti e sette i piani.  
Arrivato in cima non fu difficile trovare la sua camera. Mi accasciai a terra, poggiando fiacco e senza fiato la schiena contro il muro e pensai a cosa dire, a cosa fare. Senza arrivare ad una vera e propria conclusione.
Poi mi alzai lentamente e bussai..
La sentii imprecare dietro il portone e non potei fare a meno di sorridere silenziosamente, ricordando a quante me ne ha dette in passato.

"Robert, sei un coglione. UN COGLIONE! Ma che cazzo fai? Perchè ti fai scappare certe frasi dalla bocca?"
"Ho detto la verità alla stampa. Ti amo. Cosa c'è di male?"
"Sei un coglione!!" mi urlò in faccia tirandomi pugni quasi impercettibili sullo stomaco. Poi mi diede le spalle. Le presi il braccio e la bloccai, attirandola a me e le stampai un bacio dolce sulle labbra.. inizialmente stette ferma, e dopo ricambiò il bacio.
Finalmente.

La porta si spalancò di fronte a me, mostrandomi la sua immagine con ancora gli occhi gonfi e rossi e i capelli ingrifati sulla sua testa...
"Cosa cazzo vuoi?" sibilò a dentri stretti..
"You should let me love you let me be the one to give you everything you want and need"
  Lascia che io ti ami, lascia che io sia l'unico che ti da tutto cio' di cui tu hai bisogno"...

Avevo bevuto prima. E anche parecchio. Ero sicuro di non amarlo piu', ero sicuro di odiarla..
Eppure qualcosa dentro mi bloccava a contatto con i suoi occhi verdi e profondi.
Lì dentro ho rischiato di perdermi un sacco di volte.
Sbuffò portando gli occhi al cielo e si girò.. chiudendomi la porta in faccia..come aveva fatto tante volte.
Perchè era in hotel, quando aveva una casa enorme a Londra? Non me lo spiegavo.
Lasciai stare quel pensiero e cominciai a bussare violentemente, fregandomene dell'ora e del casino che stavo combinando.
"LASCIAMI STARE!"
"NO!"

Due minuti dopo si presentò di fronte a me nelle stesse condizioni di prima.
"Entri, solo perchè mi fai troppo schifo in questo stato e non voglio essere sbattuta fuori di qui a calci in culo per colpa di un essere viscido e schifoso".
Ora ne ero sicuro : era tornata.

*
Ma questa Kristen che scappa da Londra il giorno dopo aver messo alla luce una bambina?
Cosa sara' mai successo a questa coppia prima?
Non vi è ancora molto chiaro ... pero' lo scoprirete solo andando avanti e leggendo.
Vi tocchera' il cuore questa storia, proprio come ha fatto con me.
Spero vi sia piaciuto il primo capitolo. In tal caso, fatemelo sapere.

Big hugs :3
-Mà    


   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Marzi Jaymes