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Autore: moll    10/01/2012    2 recensioni
L'amore non arriva mai quando lo cerchi. Arriva sempre in ritardo, a volte gioca d'anticipo. L'amore rende cechi, ti priva di tutti i sensi, non sai dove andrai a sbattere o se attraverserai la strada senza pericoli. L'amore rende deboli, e io lo sono solo con te. Ora spezzami il cuore se vuoi, sò che lo farai, ma non dirmi che non provi lo stesso con me. Tu mi ami, talmene tanto che niente potrà mai portari via da me, e se questo non fosse vero, non staresti stringendo la mia mano così forte da non lasciarmi andare.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
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Scusate il pazzesco ritardo!!!!
 
No dawn, no day, I'm always in this twilight in the shadow of your heart.
Presi la sua mano, guardavo il pavimento. Sapevo di non poter mentire se lo avessi guardato negli occhi.
"E' finita". Corsi via senza lasciargli il tempo neanche di respirare, mi ritrovai ai lati di un precipizio. Sapevo cosa dovevo fare. Guardai il buio, non c'era una fine a quel cratere. Feci un respiro profondo, 1, 2, 3...
"Sono Gossip Girl, la vostra sola ed unica fonte di notizie sulle vite scandalose dell'élite di Manhattan.
Si dice che la famiglia reale avrà una nuova regina, ma fate attenzione, una regina non è mai disposta a dividere il suo trono con nessun altro"
"Aaaaaah" Urlai, quando era troppo tardi per rendermi conto che ero a casa mia, ed in nessun altro posto terrificante.
"Signorina Blair, la colazione è pronta" si affacciò Dorota, ormai abituata ai miei burrascosi risvegli, che scomparve subito dietro la soglia. Mi ricomposi, guardai l'orologio. Le 7:30. Il cielo era nuvoloso, come sempre in quei giorni. Era grigio, spento, come me. Mi assicurai che non ci fosse nessun altro in casa oltre a me e Dorota. Scoprire che era così, fu un grande sollievo. Cercai una vestaglia per coprirmi. Scrollai le spalle e scesi in sala. Non mangiai quasi niente, stavo male da quasi una settimana ormai. Non feci in tempo a distogliere lo sguardo che i miei occhi si fermarono a guardare una foto di Chuck con Monkey a passeggio su Gossip Girl. Riuscii a mandare giù un pezzetto di croissant a forza, mi alzai e chiusi il computer con violenza. Non potevo dirgli la verità. Una lacrima rigò la mia guancia. Guardai il alto, non dovevo piangere, dovevo essere forte. Dovevo essere forte per lui.

Dan's POV
Avevo sempre pensato che Chuck Bass sarebbe stata l'utlima persona a cui mi sarei rivolto per un problema, e invece, eccomi qui, arrivare all'Empire e premere il numero del suo piano nell'ascensore. Non capisco ancora molto bene cosa successe tra noi, ma eravano una sorta di "amici". Chi l'avrebbe mai detto, il ragazzo solitario di Brooklin, amico di uno degli uomini più ricchi di New York. Avevo capito che tipo di persona era ormai, e mi piaceva in un certo oscuro senso che solo chi è dell'Upper East Side poteva capire, forse neanche io riuscivo a capirlo completamente. L'ascensore si aprì ma davanti a me non vidi nessuno. Entrai e Monkey mi venne incontro, mi abbassai per fargli qualche carezza quando da una stanza uscì Chuck nella sua "vestaglia" (mi chiesi per l'ennesima volta se avesse mai sentito nella sua vita parole tipo "tuta" o "pigiama" ) seguito da una ragazza, molto probabilmente indiana che se ne andò via subito.
"Buongiorno Humphrey" disse andando verso il bancone per riempirsi il suo solito bicchiere di scotch, mi meravigliai non ne avesse uno gia in mano.
"Chuck". Alzai la mano in segno di saluto e mi sedetti sul divano. Notai un tono più malinconico del solito nella sua voce, capii perchè.
"Ho letto Gossip Girl, che è successo con Blair?" chiesi senza tanti rigiri di parole. Lo vidi richiudere la bottiglia di vetro con una lentezza esorbitante e all'inizio si comportò come se non avessi detto niente. Poi si sedette sul divano con lo sguardo fisso nel vuoto, il bicchiere improvvisamente dimezzato del suo contenuto.
"Blair si sposerà la settimana prossima. Penso tu abbia letto anche qualche giornale a Brooklin, la notizia è riportata su tutti". Stavo per aprire bocca ma lui mi bloccò sul nascere. "Ho fatto il possibile, l'ho persa. Stavolta per sempre".
Guardai il suo viso, l'espressione di un uomo senza più speranze, l'espressione della disperazione. I suoi occhi, perfino la sua immagine curatissima lasciavano trasparire il dolore che provava in quel momento. "E' andata via, così, come se non fosse successo niente, come se...." strinse il bicchiere più forte, "come se non mi amasse. Come se tutto ciò per cui abbiamo lottato non avesse un senso. Se ne è andata Humphrey."
"Tu sai meglio di me che Blair ti ama più di quanto si possa amare qualcosa o qualcuno Chuck."
"Ma allora perchè non è qui? "urlò, ribolliva di rabbia, poi si calmò e riprese il suo tono calmo e pacato. "Perchè sei qui Humphrey".
Ripresi fiato. "Volevo dirti che ieri sera ho incontrato Eva, a Brooklin". Non vidi curiosità alcuna nei suoi occhi, disinteresse totale.
"Cosa ci fa Eva a Brooklin, o direttamente qui, se vogliamo?" chiese.
"Infatti glie l'ho chiesto, mi ha detto che aveva alcune questioni da risolvere in città". Si alzò dal divano e riempì nuovamente il bicchiere.
"Ora devo proprio andare, stasera Nate mi ha detto che avrete una delle vostre "serate di perdizione" a casa tua e mi ha costretto ad andare" mi alzai anch'io e mi avviai verso la porta.
"Stasera penso che non sia l'ideale andare a casa di mio padre, ho delle questioni più importanti da risolvere.. Di a Nate che magari vi raggiungerò più tardi" mi congedò e uscii dall'appartamento.
Arrivato fuori, mi sporsi per chiamare un taxi. Se ne fermò uno, che però venne subito occupato da una bionda.
"Mi scusi mi scusi mi scusi sono in un ritardo pazzesco e...Dan!" Serena mi sorrise e mi fece cenno di sedermi, poi disse all'autista di partire.
"Cosa ci fai qui?" mi chiese appena la macchina fu partita.
"Ero da Chuck, tu invece?". Cosa ci faceva Serena lì? La ragazza fece una pausa.
"Avevo degli impegni di lavoro". Giusto, Serena che lavora. Ancora non riuscivo a farmene un'idea. Arrivammo nella 5th Avenue e scese per andare da Blair. Io tornai verso Brooklin.

Serena's POV
Presi l'ascensore. Era stato difficile mentire a Dan, sperai di esserci riuscita per bene.
"Serena era ora! Sono due ore che sono insieme ai suoi capelli sfibrati e ai suoi vestiti cuciti male!" Blair mi accolse come sempre e sembrava parlasse come se Eva non fosse dietro di lei. Tipico di Blair. Lei mi guardò accennandomi un sorriso.
"Sono felice che tu sia qui Serena" disse col suo indiscutibile accento francese.
"Cos'hai per noi?" le dissi, senza tante moine. Non ero in vena quel giorno, avevo dovuto dare buca a Nate senza tante spiegazioni e rivedere Dan, riaverlo così vicino mi aveva scombussolata. Ci sedemmo sul divano, Eva di fronte a noi fece lo stesso. Notai l'espressione stizzinosa di Blair.
"Quando sono tornata a Parigi, l'anno scorso, ho avuto una breve relazione con Louis" guardai la mia amica, ne era al corrente, ma fece comunque una smorfia di disappunto. Eva continuò senza farci caso.
"La regina diceva che sarei stata una principessa perfetta, francese, povera. Avrei fatto "pubblicità" tra la gente comune, tra la popolazione bassa. La famiglia Grimaldi avrebbe fruttato dalla nostra unione solo buone cose" fece un respiro profondo.
"Poi Louis è tornato da te, Blair. Mi ha lasciata come aveva fatto Chuck qualche tempo prima."
"Arriva al punto, perchè sei tornata?" chiese Blair spazientita.
"Perchè quando mi ha lasciata, ero all'ultimo mese di gravidanza". Sentii il respiro di Blair fermarsi all'improvviso, immobile, gli occhi sgranati.
"Sarà stato uno dei tuoi clienti" cercò di essere fredda, distaccata.
"Ho fatto il test Blair. Il padre naturale è Chuck. Non volevo dirlo a Louis, ma quando sua madre lo ha scoperto ha fatto in modo che ci lasciassimo, Louis crede che l'abbia dato in adozione alla nascita."
Fu come vedere il cuore della mia amica cadere a terra e rompersi in mille pezzi, fu come sentirne il rumore, mentre si infrangeva come fosse vetro.
"Esci da casa mia, vai via da Manhattanh, da New York. Tornatene in Francia e dal tuo sporco lavoro, non ti voglio vedere qui, sei una puttana, esci di qui subito!" urlò con tutta la voce che aveva in gola, le lacrime le riempivano gli occhi. Eva si allontanò spaventata. Entrò in ascensore senza dire una parola di più.
Eva's POV
"Ho fatto quello che mi aveva detto di fare. La prego, mi lasci andare ora"
"Non ancora mia cara, se non vuoi che il tuo segreto venga svelato farai quello che ti dirò ancora per un pò, d'accordo?"
"Si, certo."
"Prosegui allora".  Riattacai.
Serena's POV
"Come si permette quella puttana di venire qui per dirmi certe cose?" La rabbia le fece usare termini poco consoni alla sua persona, non l'avevo mai vista così.
"Blair magari non è vero, magari si è inventata tutto non possiamo esserne certe!" vidi la sua espressione farsi un cumulo di disprezzo e di frustrazione.
"Serena, per quattro anni ho rincorso Chuck, ho perdonato tutti i suoi errori, l'ho perdonato quando nessun'altra l'avrebbe fatto! E sai perchè? Perchè lo amo! Amo Chuck Bass." cercò di respirare " E ora S, come posso accettare che un'altra, abbia avuto da lui ciò che io ho tanto bramato e poi perso?". Vidi i suoi occhi, pieni di dolore, il suo viso bagnato dalle lacrime, il suo corpo fragile e tremolante. Si buttò sul divano stremata. Non aveva più voglia di combattere. Mi sedetti accanto a lei e l'abbracciai, non poteva andare così, non potevo vedere lei, sempre così forte, che aveva tenuto testa a Chuck Bass e ai suoi sentimenti, che non aveva mai perso una battaglia, arrendersi così.
"B, ti ricordi quando sono tornata dopo essere scomparsa e hai scoperto che ero andata a letto con Nate?" vidi i suoi occhi fulminarmi.
"Come potrei dimenticarlo?"
"Eppure, eccoci ancora qui."
"Dove vuoi arri..."
"Ricordi quando sei andata a letto con Chuck la prima volta?"
"Serena questo non è un gioco a quante persona ci siamo portate a letto"
"Te lo ricordi?"
Sospirò. "Si".
"3 anni dopo lui ti stava per chiedere di sposarlo" Blair mi guardò più intensamente, come per cercare di capire dove volessi arrivare.
"E poi ho scoperto che si era portato a letto lei..." la vidi fremere al ricordo.
"Ma hai fatto in modo che lui ti dicesse che ti amava Blair, e sai che queste parole non le usa neanche quando parla dell'utlima bottiglia di scotch che gli hanno fatto recapitare dalla Scozia".
"Serena dimmi dove..."
"Ricordi la cinica e altezzosa Blair Wladorf? Quella ragazza che si svegliava la mattina con un piano gia pronto in mente di una nuova vendetta e che non si arrendeva mai neanche quando il gioco si faceva più duro?". Capì finalmente dove volevo arrivare.
"Serena, questo non è più un gioco, è la vita reale, e io ho perso".
"Ricordi la Blair Wladorf che non perdeva mai? Io si, e non è lei che ho davanti".
"Stavolta è diverso Serena. E io non posso fare niente".

Chuck's POV
Le ferite non mi facevano più così male, da quando Blair mi aveva lasciato, questa volta definitivamente, avevo un altro dolore, più forte, più intenso, che placava tutti gli altri. Il medico arrivò poco dopo che Dan andò via, fece le medicazioni di routine e se ne andò.
Sentii il cellulare squillare.
"Cos'hai per me" chiesi impaziente.
"Ho trovato qualcosa che le potrebbe interessare molto, signor Bass".
"L'aspetto qui all'Empire tra un'ora, non tardi ad arrivare". Richiusi, non avevo bisogno di risposte. Sapevo che il mio investigatore si sarebbe presentato.
Un'ora più tardi...
"Puntuale come sempre". Lo accolsi con un sorriso di cortesia, si sedette sul divano come suo solito.
"E' sempre un piacere lavorare con lei". La sua espressione d'un tratto si fece estremamente e seria, e aprì una delle cartelle che aveva in borsa.
"Quella sera, quando la signorina Waldorf ha lasciato il suo appartamento, era al cellulare. Purtroppo ero troppo lontano per sentire cosa stesse dicendo, ma la sua espressione, era chiaro, lasciava intendere molte cose. Così mi sono insospettito e l'ho seguita fino a casa. Non notai niente di strano, fino al mattino seguente. La regina Sophie di Monaco è arrivata alle 6:30 del mattino con la sua limousine davanti al palazzo, per poi ripartire alle 7:15 con la signorina Waldorf a suo seguito. Le ho seguite fino a che non si sono fermate al Gold-Colwater Hospital, da cui sono uscite alle 11:37. Stessa scena, stesso giorno, stessa ora questa settimana, Martedì per l'esattezza."
"Ma la cosa che mi ha incuriosito di più di tutte, Charles, è stata vedere la signorina Eva Coupeau andare a casa della Waldorf, stamane, scortata da una delle auto della regina, alle 11:30 per poi uscirne alle 14:00 in punto, ma questa volta la ragazza ha preso un taxi".
"Cosa ci fa Eva a Manhattan, come potrebbe mai permettersi una semplice popolana anche solo il volo più economico e il monolocale meno abitabile qui?" chiesi, la mia mente era invasa da pensieri di ogni tipo. Cos'aveva Blair, cosa ci faceva Eva a Maanhattan, ma soprattutto, qual'era il ruolo della regina Sophie in tutto questo?
"Sono riuscito a scoprire dove alloggia, ha una camera affittata da tre giorni al Palace Hotel" disse lui guardandomi serio.
"Impossibile, non potrebbe mai permetterselo. I miei hotel sono i più costosi di New York".
"Lo so signore, ma pare abbia con sè anche una neonata di massino un anno".
Mi poggiai contro lo schienale del divano e mi massaggiai la fronte. Non potevo arrendermi così. Sapevo che c'era sotto qualcos'altro. Conoscevo Blair troppo bene per far sì che mi inganasse.
"Hai trovato qualche collegamento che potrebbe lasciar intendere qualcosa?" chiesi senza più speranze. Quando lui continuò, i miei occhi si riacceserò.
"E' proprio questo il punto. Non riuscivo a capire perchè mai la signorina Coupeau avesse fatto visita a Blair e cosa c'entrava la regina Sophie di Monaco in tutto questo. Prima di venire da lei Charles, stavo facendo delle ultime foto per un altro mio cliente, quando ad un tratto ho visto la limousine del principe Louis con lui dentro fermarsi ad un vicolo più nascosto vicino al Palace. Dopo essersi scambiati un ultimo bacio, la signorina Coupeau è uscita e si è affrettata ad entrare nell'hotel".
"Sta dicendo che Louis e Eva hanno una relazione?" Ero sconvolto, come aveva potuto, proprio lui che si era battuto così tanto per l'amore della sua promessa sposa, tradirla così? Persi la concentrazione, ormai i miei pensieri erano fissi su Blair. Dovevo andare fino in fondo, scoprire cosa ci fosse dietro a quella storia assurda. Mi alzai e strinsi la mano del mio fedele investigatore.
"E' sempre un piacere lavorare con te" dissi.
"Lo stesso vale per me, signor Bass, nuovamente. Spero di poterle dare altre notizie al più presto". Appena se ne fu andato riempii nuovamente il mio bicchiere. Era il momento di agire, ma come? Non potevo certo presentarmi al consolato e prendere a pugni quel principe da quattro soldi. Ci voleva un piano, ma l'unica persona che poteva aiutarmi era proprio quella da salvare.
"Oh oh Upper East Side, Il gioco ha le sue regole da rispettare, e quando pensi che sia finito e che sia ora di tornare alla realtà, ci sarà sempre qualcuno che ci farà ricominciare, e sembra proprio che un certo Chuck Bass si stia rimettendo in gioco, e si sa, quando C gioca le sue carte, non c'è persona che possa tenergli testa. O forse si? You know You Love, XoXo, Gossip Girl".
  
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