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Autore: WING    11/01/2012    5 recensioni
Ciò che mostriamo agli altri non sempre corrisponde a ciò che siamo.
Per Zafrina, però, è diverso.
Lei lo fa inconsapevolmente, ma la verità non le rimarrà nascosta ancora per molto...
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Scommessa


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La vedete quella ragazza seduta alla scrivania? Si, si, quella davanti al PC, occhi neri, capelli scuri con qualche treccia qua e là con perle colorate alla fine... Bene, lei è Zafrina. Ha sedici anni, studentessa modello, la migliore in qualsiasi sport, una ragazza bella con un sacco di amici. Eppure lei si è sempre sentita fuori posto, anche quando si trovava accanto al ragazzo che tutt’ora ama... non si era mai sentita veramente al posto giusto, fino a ieri sera.
Ah! Quasi dimenticavo... fino a ieri ero io Zafrina.
 
Sabato sera.
- Quanto stanno bene insieme... –
Zafrina guardava la foto del profilo di face-book del ragazzo che amava e della sua ragazza, Susanna.
Erano insieme da due anni ormai; Zafrina aveva conosciuto Alec un anno dopo... era stato un colpo di fulmine: quegli occhi chiari, le spalle larghe, il sorriso dolce... peccato che fosse già impegnato... Susanna sapeva che a Zafrina Alec piacesse però non si preoccupava dato che Alec la considerava un’amica.
In quel momento di sconforto decise di pubblicare un nuovo stato.
- È buffo come nella vita, corriamo dietro a persone che non ci ameranno mai, come noi non ameremo mai persone che ci corrono dietro. –
Mentre digitava le rivennero in mente tutte le occasioni perse, tutte le occasioni non sfruttate al meglio, le bugie che le erano state raccontate, le bugie che aveva raccontato... più rifletteva, più la tristezza gorgogliava in rabbia. Una lacrima solitaria le solcò una guancia e poi...
“TON”
- Oh, una notifica... vediamo... “Susanna ha commentato il tuo stato.” Bhè, vediamo cos’ha scritto... -
Z: È buffo come nella vita, corriamo dietro a persone che non ci ameranno mai, come noi non ameremo mai persone che ci corrono dietro.
S: io invece, sono stata fortunata e ho trovato un ragazzo magnifico. U.U.
Tutta quella rabbia che stava lentamente venendo a galla poco prima, esplose.
Z: inizia a correre. PUTTANA.
La risposta non si fece attendere, ma non era di Susanna.
A: Zafrina non ti permettere di insultare la mia ragazza.
Z: E tu invece stanne fuori.
A: Zafrina smettila.
Z: Inizia a correre Alec. Anzi, inizia a correre con la tua bella tipa. E siate svelti, perché appena vi raggiungo siete morti. Morti.
Iniziò a sentire del calore al braccio sinistro ma non vide nulla; eppure il dolore stava aumentando... si alzò e si diresse in bagno. Il dolore era insopportabile, era come se ci fosse una fiamma che le stesse bruciando il braccio. Si guardò allo specchio. Mi correggo: la fiamma c’era. Il braccio sinistro della sua immagine stava andando a fuoco in un modo particolare. Fiamme blu disegnavano sulla sua pelle dei tribali, lasciando, una volta spente, le membra annerite.
Stranamente non si sentiva spaventata, anzi, era attratta da quello strano fenomeno.
Le fiamme continuavano la loro corsa lenta verso il suo collo e lei le seguiva con lo sguardo.
Quando anche l’ultima si spense sulla sua guancia, Zafrina alzò lo sguardo e si guardo negli occhi.
Lo sguardo della sua immagine la catturò mentre sorrideva, Zafrina iniziò a precipitare dentro quell’abisso nero...
Nella sua memoria si aprì una porticina e i ricordi vi corsero fuori inondandole la testa. Ora si sentiva veramente amata, ora sapeva quale sarebbe stato il suo destino, ora, finalmente, aveva trovato il suo posto nel mondo... o quasi.
Dopo poco, quando tornò a sedersi al PC, le bruciature erano più che evidenti. Ora per lei era tutto così banale... era tutto così indegno di lei!
Guardò lo schermo, altre due notifiche.
S: Zafrina non si dovrebbero dire certe cose.
A: Infatti, ci si vede domani.
Z: Come preferite ragazzi. Io vi ho avvisato.
 
Domenica pomeriggio.
Zafrina si vestì pesante. Dolcevita a maniche lunghe, guanti neri, sciarpa tirata su fino al naso.
Scese in garage, prese la Yamaha 125 da pista rossa e bianca ed uscì.
Dopo cinque minuti si trovava sotto casa di Lucas. Un amico dal quale si trovavano la domenica pomeriggio. Spense la moto e salì in casa.
<< Ciao a tutti! >> disse cordialmente.
<< Ciao Zafrina! >> risposero i presenti.
All’appello mancavano solo Alec e Susanna.
<< Che si fa oggi? >> chiese facendo finta di nulla.
<< Film e cioccolata calda. >> rispose Lucas.
<< Mi pare un’ottima idea! >> rispose dirigendosi in cucina per prendere un bicchiere d’acqua.
In quel momento i due assenti varcarono la soglia della porta.
<< Scusate il ritardo! >> dissero sorridendo.
Zafrina appena sentì le loro voci frantumò il bicchiere che stava tenendo in mano ma se ne fregò e andò in salotto per accoglierli. Sulle sue labbra era comparso un freddo sorriso.
<< Oh. Ciao Zafrina... spero che ti senta meglio... >> le disse Susanna un po’ titubante.
Le persone intorno a loro si bloccarono diventando come statue e Zafrina in tutta risposta le puntò una pistola alla testa.
<< Effettivamente oggi mi sento in splendida forma. >> Inspirò dal naso... l’odore della paura era così buono...
<< Za - Zafrina che fai? >> chiese la ragazza terrorizzata alzando le braccia in segno di resa.
<< Quello che vi ho detto ieri. Com’è che dite voi umani? Ah, Giusto! “uomo avvisato mezzo salvato”… bhè... tirate le vostre conclusioni. >>
<< Zafrina in che senso “voi umani”? Non mi sembra il momento per scherzare. >> intervenne Alec.
La ragazza, continuando a puntare l’arma verso Susanna, si girò verso di lui.
<< Guardami negli occhi Alec, guardami, ti prego. >> la voce di Zafrina divenne suadente, Susanna la guardava atterrita mente Alec non poté far altro che accontentare la sua richiesta.
I suoi occhi lo catturarono, facendolo iniziare a precipitare.
Il ragazzo entrò in apnea, le labbra socchiuse, lo sguardo perso, il suo corpo, ogni secondo che passava, sembrava essere sempre più attratto da Zafrina.
Alec precipitava, precipitava dentro quegli occhi talmente neri da far paura... non sembravano solamente profondi: lo erano. Dietro di loro si nascondeva un mondo di tormenti, lamenti e dolore. Il ragazzo precipitava e intanto vedeva tutte le volte che Zafrina aveva sofferto a causa sua; vide le sofferenze peggiori di ogni uomo, i pianti...  poi vide apparire la scena che li ritraeva in quel momento, ma dall’altro. Quando Alec si schiantò sul pavimento si risvegliò dall’incanto.
Fu come riemergere dall’acqua dopo un periodo troppo lungo di apnea. I suoi polmoni cercavano ossigeno ma potevano contenerne meno di quando ne avevano bisogno. Dopo qualche minuto si riprese.
<< Cosa sei Zafrina? >>
<< Cosa sono? Cosa?! Devi chiedermi CHI sono. Non cosa. >> il mento alto, la voce fiera.
<< Va bene... va bene... chi sei? >>
La ragazza lasciò andare la pistola e quella rimase a galleggiare nel vuoto, si tolse la sciarpa e tirò su la manica sinistra per far vedere le bruciature.
<< Sono l’erede al trono di Lucifero. Il mio vero nome non è Zafrina, ma Dannata. Affascinante vero? Vi devo ringraziare, se non mi aveste fatta incazzare, ieri, non avrei mai scoperto chi fossi realmente. >>
<< Chi sei?! >>
Dannata abbassò gli occhi all’inferno.
<< Sono Dannata e posso dominare la materia, la controllo perfettamente. Posso far fare alle persone quel che voglio! >> disse indicando gli altri << È meraviglioso. Sapete... >> disse poi, guardando la pistola mentre se la rigirava tra le dita << ...Non avrei affatto bisogno di questa, però fa scena. >>
Detto questo sparò a Susanna
Il corpo della ragazza cadde a terra senza vita, in pochi secondi il sangue si sparse sul pavimento, Dannata si abbassò, vi pucciò il dito e lo portò alla bocca.
<< Sai Alec... il sapore del sangue racconta tutto di voi, ognuno ha il proprio sapore, la propria viscosità... quello della tua ragazza è molto buono... >>
Guardò il ragazzo. Si sentiva così forte... così al posto giusto e così felice. Lasciò cadere la pistola a terra nella pozza di sangue.
<<  Addio Alec. >> detto questo prese il suo viso tra le mani baciandolo. Quel contatto fece passare la linfa vitale da Alec a Dannata e quando questa fu soddisfatta lo lasciò andare. Per sempre.
 
Lo scenario cambiò. Ora si trovava davanti a due uomini, uno giovane e affascinante: suo padre. L’altro anziano, dalla lunga barba e dall’espressione saggia: Dio.
<< Brava figlia mia. Penso che te la sia veramente meritata. >>
Protese la mano verso di lei e sull’occhio destro della ragazza comparve una cicatrice.
<< Cos’è? >>
<< È il segno della casata reale. >> le rispose l’anziano.
<< Oh.  Quando stavo precipitando dentro al mio sguardo... ho intravisto voi due e ho percepito che c’era in ballo una scommessa. Di cosa si trattava? >>
Suo padre guardò Dio con aria divertita.
<< Va dritto al punto la mia bimba! >>
<< Vedi Dannata, tuo padre ha voluto fare una scommessa con me. Ha voluto mandare te, la sua unica erede, sulla terra. Ti ha fatta rinascere da una famiglia umana e tutto il resto. Voleva dimostrarmi che ormai, nella società attuale, non c’è più spazio per un vecchio come me. Ha scommesso che se prima della tua morte umana avessi commesso un omicidio saresti tornata immediatamente da lui e tutto sarebbe stato come se non fossi mai esistita, mentre se avessi vinto io, dopo la tua morte umana, ti sarebbero state donate un paio di ali argento e ti avrei accolto nel mio regno. >>
<< Grazie, ora ho capito. >> disse Dannata.
<< Vedi tesoro... >> le disse il padre << La cosa brutta è che lui nemmeno si arrabbia quando perde, quasi non è divertente... no, non è vero, è sempre bello sconfiggerlo. Ora, però, andiamo a casa, mia erede. >>
<< Con molto piacere padre. >>
La porta dell’inferno si aprì ma prima di sprofondarci completamente Dannata si girò e guardò Dio per l’ultima volta. Lui le sorrise e la salutò con la mano. Dannata corrispose il sorriso e poi sprofondò per sempre nel proprio regno.
 
Pianeta Terra. Due mesi dopo.
<< Mamma, mamma! Corri! Si è svegliato!! >>
<< Oh tesoro! Ci hai fatto preoccupare tanto!! >>
Alec aprì a fatica gli occhi sorridendo alla propria famiglia.
 
Cosa? Volete sapere cosa è successo ad Alec?
Bhè, la storia è stata riscritta tutta, Susanna è morta in un incedente stradale come altre dieci persone, l’unico sopravvissuto è, appunto, Alec. Lui non si ricorda esattamente cos’è successo in realtà, lo vive più come un sogno avuto mentre era in coma...
Ora vi chiedo io una cosa: Riuscite ancora a vedere quella ragazza seduta alla scrivania? Quella che non avrebbe mai immaginato nulla di tutto questo? Io si.
Vedete, Dio, nel nostro ultimo sguardo, sapeva che non avevo ucciso Alec. Aveva sempre saputo che non l’avrei mai ucciso, perché l’amore è al di sopra di tutti, di me, di mio padre e di Lui... quindi, per quando mio padre abbia vinto sulla carta, Dio sa, come me, che il mondo può ancora essere salvato, se solo credesse un po’ più nell’amore.






ANGOLO INFERNALE :)
per chiunque volesse vedere i disegni di Dannata / Zafrina può benissimo trovarli qui:
https://www.facebook.com/pages/WING/460876317264990?ref=hl
:)
   
 
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