Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: _ruth    11/01/2012    3 recensioni
Non chiedetemi da dove è nata l'idea per questa storia,
ma rassegnatevi al fatto che è l'ennesima fanfiction ambientata dopo la fine di Total Drama World Tour.
Troverete però un Trent completamente diverso,
una Courtney che è in preda al destino e un Duncan molto, molto pervertito!
Dal capitolo 6:
 
-Cosa vuoi dire con questo che io sarei ancora innamorata di lui?
-Prova a negarlo, guardami negli occhi e dimmi che non lo ami più!
-Io..-la voce mi tremava, non ero sicura di quello che avrei detto, ma andai avanti.-io.. non posso..sono confusa, non ci capisco davvero più nulla, quando ripenso a lui mi vengono in mente solo le cose belle, ma quando lo vedo mi ribollo per la rabbia..
 
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Owen, Trent
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Fightback

Capitolo 1: sogni premonitori (part 1)
 
Diedi un’occhiata all’orologio: le undici, era l’ora di andare a dormire. Dovevo garantire al mio corpo almeno nove ore di riposo per essere fresca e riposata e, dato che il nuovo anno scolastico era alle porte e che iniziare con il piede giusto è importante (soprattutto se l’anno in questione è l’ultimo anno di liceo), è fondamentale essere riposata al massimo.
Dopo la fine del reality avevo giurato a me stessa che mi sarei dedicata solo al mio ultimo anno di liceo e che avrei fatto di tutto per entrare a Harvard; sapevo bene che avrei dovuto trasferirmi per questo, ma era il mio sogno ed ero determinata seguirlo fino alla fine, in fondo cosa avevo qui?
Certo c’era la mia famiglia, ma avevo bisogno di staccare dal mio passato. Tutto qui mi ricordava lui, Duncan. E’ stato il mio primo amore e non è facile dimenticare quello che mi ha fatto, quello che mi hanno fatto.
Spensi il computer, diedi la buona notte alla mia mamma, baciai il mio fratellino e mi misi il pigiama. Spenta la luce, mi infilai sotto e coperte.
Vento.
Pioggia.
Fu una notte d’inferno, la persiana della finestra sbatteva continuamente.
Non riuscivo proprio a dormire, mille pensieri mi riaffiorarono alla mente, cercai di cacciarli via, ma fu tutto inutile, la finestra sbatté ancora una volta, presa dall’esasperazione mi alzai e la chiusi.
Di giorno evitavo sempre di pensare, per non deprimermi, mi tenevo impegnata in qualche modo, i libri spesso si rivelavano lo strumento più utile, ma la sera, la sera era il mio tallone d’Achille. Contro la sera ero impreparata, indifesa, cercavo di affaticarmi il più possibile per poi crollare appena toccato il letto, altre volte uscivo, tornavo molto tardi, magari bevevo un po’, così per cercare di dimenticare, ma era tutto inutile, non dovevo dimenticare, dovevo reagire.
 
- Court, alzati, o farai tardi a scuola.
-Mamma? Calmati, la sveglia non è anc..
Le 7.30, erano le 7.30, era tardissimo mi alzai di scatto e iniziai a buttare a raffica i vestiti sul letto, mi decisi per una camicetta blu, un golfino beige e i miei soliti e amatissimi  jeans.
Una volta pronta andai in cucina arraffai un paio di toast con il burro d’arachidi e con lo zaino in spalla, mi diressi di corsa verso il garage dove mi stava aspettando la mia macchina nuova di zecca.
Guardai l’ora: le 8.00, ce la potevo fare ad arrivare in orario a scuola e allo stesso tempo rispettare il codice della strada?
Ero pronta a scoprirlo
Accesi il motore e uscii in retromarcia dal garage, la mia scuola non era molto lontana da casa, ma la mattina ero talmente stanca che non riuscivo proprio ad andare a piedi...
Per un pelo riuscii ad arrivare puntuale, eppure tutto mi suonava così familiare, come se avessi già vissuto tutto questo, strano io non arrivo mai in ritardo.
Proprio in quel momento entrò in classe il Professor Bierce, era un uomo piuttosto giovane, alto e affascinate, ma con un gusto terribile per l’abbigliamento, quella mattina per esempio indossava un insolito completo verde pisello, che però mi era familiare.
Probabilmente lo aveva già sfoggiato in precedenza, d’altronde non può mica usare un vestito per una giornata e poi disfarsene.
Finita l’ora andai al mio armadietto per prendere i libri che mi sarebbero serviti per l’ora seguente e mi diressi verso la classe di fisica.
Quando svoltai l’angolo sentii qualcosa di tanto familiare quanto scioccante provenire dalle mie spalle:
“Eccola, è lei quella di cui ti parlavo”
Mi voltai per vedere chi avesse parlato e vidi due ragazzine che avevano l’aria di essere del primo anno e che si fecero scappare qualche gridolino acuto per poi girarsi e infilarsi in classe.
Rimasi immobile per qualche secondo come per capacitarmi di quello che mi era successo; perché mai due pischelle avrebbero dovuto ridere di me? Non è possibile, avranno sicuramente sbagliato persona.
Quella strana sensazione, però, non mi abbandonò e per tutta la seconda ora rimuginai su quello che era successo quella mattina.
Allora: mi ero svegliata tardi perché non avevo sentito la sveglia, cosa molto strana perché di solito riuscivo sempre ad alzarmi in orario, ho fatto colazione al volo e presa la macchina sono arrivata a scuola con cinque minuti di ritardo, cosa ancora più strana perché sono precisa come un orologio svizzero, dopo di che passata la prima ora, mentre mi accingevo ad andare in classe, quelle due ragazzine..
Saranno casualità,  forse tutto ciò somiglia a un film che ho visto di cui ora mi sfugge il nome.
-Dato che questo è un moto uniformemente accelerato la velocità media è la media della velocità, vero signorina Froude? La vedo assente, posso andare avanti?
-Sì, professore, mi scusi
Arrossii, odiavo essere ripresa, forse perché tutti si giravano a guardarmi, non che non mi piacesse essere al centro dell’attenzione, sia chiaro, ma preferisco essere ammirata per la mia bravura, ecco tutto!
Quando finì anche la seconda ora ormai avevo rinunciato a capire quelle che mi stava succedendo; a un tratto mentre stavo camminando verso la mia classe, un ragazzo di costituzione robusta con addosso la giacca della squadra di football mi urtò e mi fece cadere i libri che avevo in mano, mi chinai a raccoglierli quando lo sentii che diceva:
-Ehi, sta più attenta la prossima volta!
-Scusami, ma di solito quando qualcuno fa cadere qualcosa almeno chiede scusa!
-Oh, la signorina mi-hanno-tradito-in-mondo-visione si è alzata dalla parte sbagliata dal letto stamattina!
Raccolsi in fretta i libri e corsi più veloce che potei in bagno, non era possibile, non stava succedendo davvero, non a me, era un sogno non.. un sogno, ma certo, ecco perché tutto mi sembrava così familiare: la giacca del prof, le ragazzine urlanti, avevo già vissuto tutto questo in un sogno!
Cercai con tutte le mie forze di ricordare cosa succedeva dopo...
“Ragazze, da quanto tempo non ci vediamo, come sono andate le vacanze?”
“Court, mi dispiace, ma non possiamo parlare con te, ecco.. noi abbiamo una reputazione da difendere e tu.. si insomma hai capito no? Ora dobbiamo andare..”
 “No aspettate io..”
Erano andate via, le mie migliori amiche erano andate via! Mi sentii smarrita senza un punto di riferimento. Sentii una lacrima rigarmi il viso, ma cercai di ricompormi velocemente, dovevo andare in palestra per fare il discorso di inizio anno, non potevo farmi veder in quello stato.
Quando finalmente mi calmai feci la mia entrata nel locale ormai pieno di ragazzi e  andai a sedermi nel pubblico in attesa di essere chiamata per il mio discorso.
Il preside prese la parola e dopo che ebbe parlato a lungo  toccò a me, appena mi alzai qualche stupido iniziò a fischiare, cercai di ignorarli per quanto possibile, anche se sapevo che la mia autostima non avrebbe retto più di tanto.
-Buongiorno a tutti, come ha detto un attimo fa il preside Sheridan io sono Courtney Froude e mi candido alle elezioni per rappresentante di istituto, dato che penso di essere..
-Lei rappresentante di istituto?-disse un ragazzo che improvvisamente si era alzato- La signorina io-sono-stata-capogruppo-in-un-campo-estivo che è stata tradita davanti a milioni di telespettatori solo perché è maledettamente e insopportabilmente perfettina per stare con chiunque, vuole diventare rappresentante di istituto? Ma per favore!
Questo era troppo, potevo sopportare tutto, ma non questo.
Corsi via per evitare altre umiliazioni,  entrai nella prima classe che trovai libera e sfogai tutta la mia rabbia piangendo a dirotto.
A pranzo mi sedei nel tavolo più remoto della mensa per non attirare l’attenzione, ma non mangiai quasi niente. Quando finii presi il mio vassoio per svuotarlo di tutte le pietanze neanche sfiorate e tornare in classe ma  fui accerchiata da una banda di studenti di cui uno pericolosamente armato di gelatina verde..
- Courtney Froude giusto? Bhè, ecco abbiamo un regalino per te, spero che lo apprezzerai..
E così dicendo mi rovesciò l’intero piatto dritto in faccia..
Scossi la testa e tornai alla realtà, non potevo permettere che quello che avevo sognato accadesse, dovevo fare qualcosa, dovevo salvare la poca reputazione che mi restava.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: _ruth