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Autore: heywilliam    12/01/2012    1 recensioni
Quando erano più piccoli avevano litigato, non si erano rivolti la parola per mesi, perché avevano una cotta l’uno per l’altra, ma non se l’erano detto. Caleb non lo sapeva, ma la cotta di Iris non era mai finita.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anima sporca.

Sabato sera, Agosto, pizzeria con gli amici. Niente di più normale per Iris.
Indossava dei pantaloncini bianchi, una maglia azzurra, morbida sui fianchi, e dei sandaletti di cuoio.
I capelli castani le ricadevano morbidi lungo le spalle e la schiena.
Non poteva chiedere niente di meglio, quella sera. Era con tutte le persone a cui vuole più bene.
C’era anche lui, ovviamente. Il suo migliore amico, Caleb.
Caleb aveva gli occhi e i capelli neri. Caleb aveva 16 anni, come Iris.
Si volevano bene, loro due. Caleb aveva una fidanzata da circa cinque mesi, Emily.
Caleb era seduto vicino a Iris, lei sorrideva, lui era più felice del solito.
Iris rideva con le altre ragazze, bevendo la sua solita birra doppio malto.
«Vieni un secondo fuori? Devo raccontarti una cosa.» Caleb le sussurrò all'orecchio.
Iris gli lanciò uno sguardo interrogativo, poi lo seguì nella piazza su cui si affacciava il ristorante.
Era tarda sera, ma il sole era tramontato da poco e aveva lasciato delle striature in cielo simili alla maglia di Iris.
«E’ successo qualcosa con Emily?» Iris odiava pronunciare quel nome.
Non la odiava, odiava il fatto che Caleb la amasse. Iris amava Caleb, ma lui non lo sapeva.
Quando erano più piccoli avevano litigato, non si erano rivolti la parola per mesi, perché avevano una cotta l’uno per l’altra, ma non se l’erano detto.
Caleb non lo sapeva, ma la cotta di Iris non era mai finita.
«No, cioè sì, ma.. E’ una cosa bella.»
Iris gli fece cenno di continuare, e lui sorrise.
«Ho fatto sesso, ieri, per la prima volta.»
Iris sentì una palla di cannone partirle dal fondo dello stomaco, salire su lungo il petto e distruggere ogni suo organo interno con una forza devastante.
La ricacciò dentro. Sorrise a stento.
«Com’è stato?»
«Non male.»
Iris chiuse gli occhi per un secondo, cercando di mandare via quell’immagine. Ci riuscì.
«Sono tanto contenta per te, davvero» sorrise meglio che poteva. Lui si avvicinò e la strinse in un caldo abbraccio.
Iris si accorse che il suo profumo le dava la nausea.
Rientrarono dentro e si risedettero al tavolo.
Per qualche minuto Iris tenne gli occhi immersi nel suo boccale di birra, poi sentì la palla di cannone salire.
Corse in bagno e vomitò tutto quello che aveva mangiato, mentre Angel le teneva la fronte e i capelli sudati.
«Sicura che è tutto okay?» chiese l’amica.
«Sì, torna al tavolo, io mi do una sistemata.»
Quando rimase da sola nel bagno del ristorante si sciacquò la bocca più volte finché non sentì più il sapore amaro del vomito, poi si guardò allo specchio.
Aveva un’espressione incurvata sul viso, le labbra viola.
Si rese conto di quanto si sentisse brutta, spenta.
Per non vedere più la sua immagine, si concentrò sulla finestra del bagno.
Adesso il cielo era più scuro, anche la sua maglia sembrava meno azzurra.
Poi respirò profondamente, ignorando i flash che le passavano per la mente.
E ci riuscì, finché una mano troppo familiare le sfiorò un braccio.
Sentì la mano di Caleb sulla sua pelle, ebbe un brivido, si allontanò di scatto quando nella sua mente vide chiaramente l’immagine dei corpi nudi di Caleb e Emily, avvinghiati insieme.
Per la prima volta, in quel momento, si rese davvero conto di quello che il suo migliore amico le aveva confidato poco prima.
Aprì gli occhi, l’immagine del ragazzo si impose come una punizione.
«Tutto okay?»
«Sì, se non mi tocchi.»
Gli occhi di Caleb erano pieni di domande. «Perché?»
«Non devi toccarmi.»
«Iris, che cazzo ti succede?» le posò la mano sulla spalla, Iris si ritrasse con tutta la forza che aveva, per poco non finì a terra.
«Ti ho detto che non devi toccarmi, hai capito? Vattene via, adesso!» sentiva ogni vena del corpo pulsare, le gambe le tremavano.
Lui la fissava, non riusciva a capire. Rimase in silenzio per qualche secondo, poi assunse un’espressione più calma.
«Dammi un motivo valido, o non mi muovo da qua.»
Iris, proprio come prima percepiva il sapore amaro sulla lingua, sentiva le parole che premevano contro le pareti della bocca per uscire.
Così le lasciò uscire, tutte.
«Vuoi davvero sapere perché non devi toccarmi? Perché ogni volta che mi sfiori l’immagine di te e Emily si fa sempre più chiara, la rabbia cresce sempre di più e quasi mi buca il petto. Perché credo di non essere in grado di sopportare altri dettagli sulla tua prima volta, perché avrei voluto viverli, uno per uno. Perché ogni volta che mi tocchi il sangue che mi scorre nelle vene sembra farsi più denso e scorre con meno facilità, perché mi sento sporca, sempre di più, ogni volta che mi tocchi. Sento la sporcizia che mi lacera la carne e mi spezza le ossa, mi sporchi l’anima, Caleb!»
Il ragazzo non disse niente. La fissò per dei secondi interminabili.
Mai Iris e Caleb si erano guardati negli occhi con tanta intensità.
Ma lei non ce la faceva. Si sentiva bloccata. Lui era davanti alla porta, così Iris si voltò e si infilò nel primo cesso con la porta aperta che trovò, correndo.
Ma quando si voltò per chiuderla, lui era lì, e si chiuse dentro insieme a lei.
«Caleb vattene, vattene!» lei urlò, ma smise quando pensò di essere sul punto di perdere i sensi, sentendo le labbra di Caleb sulle sue.
La lingua del ragazzo si fece strada tra la bocca serrata e tremante di Iris, avvolse la lingua di lei non appena la trovò.
Caleb le stringeva i fianchi con forza, respiravano entrambi a fatica, avevano male allo stomaco.
Appena Iris ebbe pieno controllo del sul corpo, morse il labbro di Caleb, lui si staccò da lei con una smorfia di dolore.
«Ti senti pulita adesso, eh? Sei pulita?» Caleb digrignava i denti, le sue parole furono quasi un ruggito.
Iris mise le mani dietro la nuca del ragazzo, e lo avvicinò nuovamente a sé. «No.»
Il bacio violento continuò. Un bacio pieno di rabbia, di desiderio, di tristezza, di amarezza.
Rabbia per tutto il tempo che avevano perso, per tutto il tempo che avevano sprecato.
Iris si accorse che il profumo che prima le dava alla nausea, adesso le bruciava le narici quasi come fosse fuoco.
Non riuscivano a fermarsi.
Lei non si fermò nemmeno quando vide una piccola goccia di sangue sul labbro del ragazzo.
La succhiò via e la usò per lavarsi l’anima, lavò via tutta la sporcizia che sentiva dentro. 



Angolo autrice:
Buonasera. sinceramente, non mi interessa
se nessuno la leggerà o commenterà, questa os è scritta con l'anima
e avevo bisogno di condividerla e, dato che non posso
farla leggere alla persona che vorrei, la pubblico qui.
la ripetizione continua dei nomi è voluta..
spero in ogni caso che vi piaccia (:
ine.
  
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