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Autore: lady black    28/08/2006    5 recensioni
Tonks si sedette sul letto che era stato di Sirius, ed osservò l'appuntita calligrafia dell'uomo. Era un po' come lui, spigolosa, ma le parole erano ancora calcate sul foglio, quasi volesse imprimergliele nell'anima, per sempre. Sospirò con un brivido nella gola, e cominciò a leggere. 27 marzo 1996, Grimmauld Place, Londra
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Wherever you will go



Fuori nevicava. Quella sera faceva freddo, incredibilmente freddo. Un freddo che andava al di là dei semplici brividi che trapassano le coperte.

Un gelo che sapeva penetrarti nel cuore.

Seduta davanti al caminetto acceso, unica inquilina del quartier generale, Ninfadora Tonks finiva di sorseggiare la sua tazza di tè. Era rannicchiata in un maglione vecchio e bitorzoluto, nel vano tentativo di riscaldarsi.

Ma non era al freddo che la donna badava quella sera.

Durante le notti gelide delle periferie londinesi, la gente pensa.

Pensava a Sirius Black. All'ultimo amico che aveva perduto, all'ultimo appoggio che le era rimasto, all'unico uomo che aveva saputo farla sentire bene anche nel bel mezzo della guerra, e che le avevano strappato via, senza nemmeno rifletterci un secondo.

Era solo un corpo da togliere di mezzo.

Erano passati ormai sei mesi da quella notte al ministero, ed ogni sera le era tornata alla mente una delle notti passate insieme.



Quella notte, diversamente dalle altre notti, l'aveva presa tra le braccia e, posatala delicatamente tra le lenzuola, si era disteso accanto a lei.

La guardava con fare quasi paterno quella sera, e quando la baciò, nel suo bacio non vi era quella tipica nota di ardente passione, non spingeva il suo corpo contro quello della donna, non scese a baciarle e mordicchiarle il collo come era invece suo solito.

Quello di quella sera era un bacio tiepido, confortante, a labbra appena dischiuse. Le accarezzava i capelli, mentre posava soffici baci sulle guance, sulle palpebre, sulla punta del naso. Soffiava delicatamente a fior di labbra prima di baciarla di nuovo.

Era una specie di primo bacio, perchè Sirius non l'aveva mai baciata in quel modo.

Stettero a lungo rannicchiati lì, tra le lenzuola, semplicemente ascoltando il rumore del respiro dell'altro, senza chiudere occhio un secondo.

Dopo quelle che erano sembrate ore, ma delle quali nessuno dei due si sarebbe mai stancato, Sirius si voltò verso di lei.

Non stava sorridendo come suo solito, nel suo sguardo vi era qualcosa di triste.

-Devo parlarti...- mormorò lui, posandole un bacio sulla fronte.

Lei si rizzò un poco sui gomiti sorridendogli -Sono tutta orecchi, è tutta oggi che sei strano...-

-Ti ho scritto una lettera, Tonks- disse lui, guardando il muro dietro di lei.

-Oh, ti sei dato alla letteratura?- scherzò lei, come sempre.

Aveva sempre avuto l'abitudine di mandare tutto in vacca, pensò l'uomo sorridendo suo malgrado.

-Non proprio, tesoro. È più che altro una cosa per il futuro, non voglio che tu la legga adesso.- le disse, prendendo dal comodino un foglietto ripiegato con cura e sigillato con della cera blu.

Lei la osservò scrupolosa.

-Che c'è che non riesci a dirmi?-

-Nulla, per ora. Però devi capire che...- si sedette di scatto appoggiato alla testiera del letto: -Ah, Tonks, questo non è un periodo facile per nessuno. Siamo tutti in una posizione precaria, nessuno sa quando Voldemort potrebbe attaccare... Certo, abbiamo le nostre spie ma chi lo sa cosa potrebbe succedere di questi tempi...-

l'espressione della donna cambiò radicalmente: -Cosa stai cercando di dirmi?- disse aggrottando la fronte.

-Maledizione, piccola, la Guerra! Chissà quanto ognuno di noi potrebbe durare? E io non voglio che.... beh...-

-Sirius, accidenti, spiegati, mi fai paura quando fai così!- lo scavalcò lei con tono piatto.

-Allora devi ascoltarmi attentamente. Questa lettera... è per quando... insomma non voglio che tu la apra adesso, d'accordo? L'ho scritta perchè vorrei che tu sapessi delle cose ma non so se questo sia il momento giusto per dirtele e quindi... se per caso non dovessi avere l'occasione per dirtele di persona vorrei che comunque tu le sapessi. Devi aprire questa lettera solo se mi dovesse succedere qualcosa di grave.-

-Per qualcosa di grave tu cosa intendi?- disse lei mentre sentiva qualcosa di freddo colarle giù per la schiena.

Sirius la baciò di nuovo, quel bacio strano, diverso.

-Mi pare che tu sia abbastanza responsabile da poter giudicare la situazione da sola.- mormorò.

-A te non potrebbe mai accadere niente...- sussurrò lei di rimando.

Lui si rattristò per un istante: -Voldemort sta cercando di manipolare Harry. Sai che io non posso permettere che gli accada qualcosa...-

-Certo, ma questo non significa per forza che tu debba rischiare la pelle per...-

-Questa è una guerra, amore mio, nessuno sa con certezza quello che potrebbe succedere. È per questo che io voglio che tu conservi la lettera. Perchè non mi potrei mai perdonare di non averti detto abbastanza. D'accordo?-

Lei annuì.

-Me lo giuri?-

-Te lo giuro.-



Non aveva ancora aperto quella lettera. Forse troppo sconfortata, forse distrutta a tal punto da non riuscire più ad andare ad annusare i suoi maglioni, come faceva una volta, quando sentiva la sua mancanza.

Ma quella sera era diverso, quel freddo che la obbligava a cercare quel briciolo di calore umano che tanto le mancava, da quella notte di giugno.

Nemmeno sicura di quello che stava facendo, salì le scale fino alla camera che un tempo apparteneva a lui.

Aprì la porta, e venne investita da una valanga di ricordi.

Non era più entrata lì da quando lui se n'era andato, dall'ultima volta che avevano fatto l'amore.

Ricordava bene quella sera, quanto lei avesse insistito perchè lui non corresse al ministero... poi alla fin fine aveva accettato, tanto che poteva succedergli di così grave?

CHE POTEVA SUCCEDERGLI DI GRAVE?

Si piantò le unghie nell'avambraccio.

Era troppo, troppo per lei...

Si diresse verso il comodino, aprì il cassetto nel quale quella sera così lontana aveva riposto la lettera.

Era ancora lì, intatta, solo un leggero velo di polvere la rendeva stranamente vecchia.

La prese tra le mani, le mani tremanti, le mani sudate, le mani che reggevano l'unica cosa che Sirius le aveva lasciato.

L'aprì.

So lately,

Una canzone... aveva stregato la lettera. Era pienamente nel suo stile, non faceva mai niente di normale quell'uomo... Ora la donna si ricordava: era di un cantante babbano, gliel'aveva fatta ascoltare una volta, una delle prime volte che avevano fatto l'amore.

been wondering


-Sirius è bellissima, me la incidi, vero?-



Who will be there to take my place

Beh, aveva mantenuto la promessa, a quanto pare. Gliel'aveva incisa nella sua lettera d'addio.

Tonks si sedette sul letto che era stato di Sirius, ed osservò l'appuntita calligrafia dell'uomo.

Era un po' come lui, spigolosa, ma le parole erano ancora calcate sul foglio, quasi volesse imprimergliele nell'anima, per sempre.

Sospirò con un brivido nella gola, e cominciò a leggere.



27 marzo 1996, Grimmauld Place, Londra

Ciao amore mio,

spero tu stia bene.

Che cazzata, lo so che non stai affatto bene, non sarò così presuntuoso da pensare che tu possa superare tutto questo in così poco tempo.

Sono sicuro che sono passati mesi da quando me ne sono andato. È nel tuo carattere, non aprirai mai subito questa lettera.



When I'm gone you'll need love to light the shadows on your face
If a great wave shall fall and fall upon us all
Then between the sand and stone, could you make it on your own



Sai, ho deciso di scriverti quando ho visto la foto che aveva in mano Moody la sera che è arrivato Harry: ho rivisto James e Lily, felici, sorridenti, e mi sono chiesto: “E se dovessi fare la stessa fine? Chi direbbe a lei quanto l'amavo?”.

E così ti sto scrivendo, amore mio, per dirti ancora una volta che nessuno ha mai saputo darmi tanto quanto tu mi hai donato. Ogni tuo respiro, ogni tuo sorriso, ogni tua parola, gesto, carezza... sono queste le cose che non dimenticherò mai, che mi faranno vivere per sempre.

Tu mi farai vivere per sempre.



If I could, then I would,
I'll go
wherever you will go
Way up high or down low, I'll go wherever you will go



So quanto tu abbia pianto, quante volte tu ti sia ritrovata a pensare a che senso abbia ormai andare avanti così.

Non sono presuntuoso a dirti questo, non voglio fare il “So tutto”. So semplicemente quanto tu mi amassi, lo percepivo in ogni tuo sguardo, lo sentivo nei tuoi brividi quando le mie mani accarezzavano la tua pelle nudo. So che mi mancheranno tutte le nostre cose, il tuo amore, mi mancherai infinitamente.



And maybe, I'll find out
A way to make it back someday
To watch you, to guide you, through the darkest of your days
If a great wave shall fall and fall upon us all
Then I hope there's someone out there
Who can bring me back to you



Oh piccola, darei ogni cosa per poter essere lì con te ora, per poterti abbracciare ancora una volta. Non sopporto di saperti sola nella mia stanza, seduta sul letto a piangere per noi.

Perchè è così che sei adesso, non è vero?



Tonks sorrise a malapena notando che era veramente così.



Run away with my heart
Run away with my hope
Run away with my love



So di chiederti molto, ma voglio implorarti di smetterla di piangere.

Non puoi versare lacrime tutta la vita, non puoi lasciarti dilaniare dalla nostalgia. Non sopporterei di vedere il tuo viso sciupato, i tuoi occhi costantemente gonfi.

Devi andare avanti, amore mio.

Devi dirlo anche a Remus, è giusto così, piangere su chi non c'è più non serve a nulla.

Quello che è successo non può essere rimediato, ma questa è la vita, e noi non dobbiamo mollare mai, non dobbiamo lasciarci sconfiggere.

Una donna forte come te deve aggrapparsi alla vita con le unghie, coi denti, con tutte le sue forze.

E non da sola.



I know now, just quite how,
My life and love may still go on
In your heart, in your mind, I'll stay with you for all of time



Devi continuare ad amare, tesoro mio, perchè è l'amore che ci fa tirare avanti. Senza amore non si vive, ed io ne so qualcosa.

Tu hai bisogno di qualcuno nella tua vita, qualcuno che ti stia accanto, qualcuno che si prenda cura di te, qualcuno da amare.

Trovalo, amore mio, amalo più che puoi,



Idiota, come potrei riuscirci? Come posso amare qualcun altro dopo di te?”



lasciati cullare da lui, e sappi che sarà l'uomo più fortunato di questa terra, perchè avrà te, ed avere te è avere tutto.

Avrei voluto essere migliore di come sono stato, magari un po' meno scontroso, meno scorbutico, meno lunatico.



Oh, ma eri perfetto comunque, amore mio...”



Avrei voluto poterti amare meglio, perchè tu meriti quanto più amore un uomo possa darti, te lo meriti tutto.

Ma sappi che io ti ho amata, come la mia stessa vita, se non di più, ogni momento, ogni attimo. Ti ho amata perchè non avrei potuto fare altrimenti, sei stata la donna della mia vita, sei stata la mia vita, e non potrebbe essere stata migliore.

Sono stato felice con te, mi sono sentito amare.

Mi mancheranno i tuoi baci, mi mancheranno le tue carezze, i tuoi brividi, le tue occhiate di gelosia, i tuoi pizzicotti, i tuoi bronci, le tue scenate.

Mi mancherà l'unica donna che abbia mai amato, mi mancherai perchè con te ho vissuto davvero, mi mancherai perchè è col tuo volto impresso nella mente che me ne sono andato.

Mi mancherai sempre, amore mio, per tutta l'eternità.

Ti amo, ti amo!

Sirius

Le note della canzone si spensero.

Così era questo l'ultimo suo addio? La lasciava così?

Comunque non sarebbero mai bastati tutti gli addii di questo mondo per prepararla a quanto gli era successo.

Lo amava veramente, le sembrava impossibile riuscire ad amare qualsiasi altro uomo.

Era Sirius l'amore.



Drrrrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnnn!!!!!!!!!!!!!



La dona sentì di sotto suonare il campanello.



-Voi, sudicia plebe che infestate di lordura la casa dei miei padri, viaaaaaaaa!!!!!!!!! uscite da questo luogo, indegni del vostro nome, luridi mezzosangue...-

...

Si, chi era questo pazzo che non aveva ancora capito che suonare era un tantino scomodo in quella casa?

Tonks scese le scale di corsa, asciugandosi le lacrime in velocità.

Arrivò in entrata e tirò le tende del dipinto della madre di Sirius. Poi aprì la porta.

-Ciao Tonks, ero passato a vedere...-

L'uomo si bloccò di scatto, vedendola in volto.

-Ehi... hai pianto?- disse lui varcando la soglia e richiudendosi la porta alle spalle.

-Si vede tanto?- ironizzò lei.

Lui l'abbracciò.

-Bisogna che ce ne facciamo una ragione... Lui non vorrebbe vederci così, Tonks..- sussurrò lui.

Lei ricambiò l'abbraccio -Forse hai ragione, Remus. Mi aveva detto che non ci dovevamo più pensare.-

-E tu ci riusciresti mai?- le chiese il licantropo.

-Credo di no, ma non credo si riferisse a lui di per sé.-

-Lui vuole solo che noi due viviamo felici, ricordandoci che lui avrebbe fatto di tutto per renderci tali.-

-Come ha sempre fatto, no?-

-Come ha sempre fatto, Remus.-









  
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