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Autore: MillsRansom    12/01/2012    5 recensioni
Eh niente, prima storia sui Robsten che scrivo, ci sono loro come personaggi ma non c'entrano niente con quello che sono realmente. xD
Quindi se vi va di lasciare una recensione, anche piccola piccola, sarei felice di leggerla. Accetto le critiche perchè so di non essere brava, ma vabbè..
Pov Robert:
''Dopo aver finito di suonare mi dirigo in camerino, prendo la mia roba ed esco fuori di lì, raggiungo Tom e prendiamo un autobus che ci porta sotto casa, poso la chitarra e vado a fare un giro. Solita routine, ormai. Lavoro/Tom/casa. Accendo una sigaretta e inizio a correre per ripararmi dalla pioggia, ma una ragazzina mi sbatte contro e non posso fare a meno di guardarla. Due grandi, grandissimi, occhi verdi che sembrano illuminare tutta Londra mi guardano. I capelli castano scuro le cadono sulle spalle, nascosti dal cappuccio dell’enorme felpa che la ricopre.''
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve gente. ^^'
Non penso qualcuno leggerà la storia ma provo comunque a metterla qui su EFP, dato che non ho niente da fare (dovrei studiare, DOVREI xD) e devo trovare un modo per tenermi occupata. Spero vi piaccia, e vi saluta anche Giuls, che mi aiuta a scriverla perchè non so fare un cazzo da sola. Okay, basta, vi lascio alla storia! Se vi piace lasciate una recensione, anche piccolissima, mi fa piacere. Accetto critiche, e non. :D

Mi rileggo sotto. u.u





Stay with me until I’ll need it.




 


Pov Kristen.


«Kristen? KRIIIIIIIIIIIIISTEN? Dove stai andando? »
« Sto uscendo.. »
«Con gli amici? »
«No mamma, con i terroristi. »
Esco velocemente di casa sbattendo la porta ed evitando così le altre mille domande che mia madre mi avrebbe rivolto se fossi rimasta anche solo altri due secondi lì dentro, indosso il cappuccio della felpa e inizio a correre sotto la pioggia – sperando di non beccarmi un raffreddore del cazzo – per riuscire ad arrivare in tempo almeno oggi a casa di Lizzie, per poi andare a scuola. Non ci ho mai capito nulla, e non vedo perché dovrei farlo, ci vado solo per non dover restare chiusa in quella gabbia di matti che è la mia famiglia, se così può essere chiamata. Percorro il vialetto della piccola villetta e mi precipito sotto il balcone, suono più di una volta e, non ricevendo nessuna risposta, decido di uscire da lì e di andare a fare un giro per le strade gelate di Londra, nessuna meta e nessuno che decida di rompere i coglioni anche stavolta. Prendo l’I-pod che avevo messo in tasca perché la musica è e sarà sempre l’unica cosa che mi accompagna e non mi abbandona mai. Cerco “Barcelona - Please Don't Go”, imposto il volume al massimo e schiaccio su Play, isolandomi così dal resto del mondo.


Pov Robert.

«Tom? Ci sei? Dai cazzo, tra poco tocca a noi, muovi il culo.»
Prendo la chitarra e strimpello qualcosa cercando di non sbagliare proprio adesso,  a pochi minuti dal nostro debutto. Ci siamo sempre esibiti in piccoli locali dove la gente è ubriaca e non capisce un cazzo di ciò che suoniamo ma la paga è sempre stata buona e non possiamo lamentarci.. Ma questa è la nostra occasione, e non ce la lasceremo sfuggire.
«Rob.. Rob tocca a noi, dai. »
Mi alzo e inizio ad avvicinarmi al palco con Tom al mio fianco. E’ sempre stato il mio migliore amico, abbiamo sempre condiviso ogni singola cosa, dalla più banale alla più importante e la musica ci ha unito ancora di più. Mi siedo e aspetto che qualcuno ci presenti per poter iniziare a cantare.
«Tocca adesso a Tom Sturridge e Robert Pattinson, benvenuti. »
Faccio un mezzo sorriso e inizio a suonare. Mi sento libero come ogni volta che sono sul palco, che ci siano due o due mila persone ad ascoltarmi, penso solo alle parole, a quanto siano importanti per me e per chi mi sta attorno.. vedo la mia vita passarmi davanti,  25 anni di gioie e dolori.
 
Dopo aver finito di suonare mi dirigo in camerino, prendo la mia roba ed esco fuori di lì, raggiungo Tom e prendiamo un autobus che ci porta sotto casa, poso la chitarra e vado a fare un giro. Solita routine, ormai. Lavoro/Tom/casa. Accendo una sigaretta e inizio a correre per ripararmi dalla pioggia, ma una ragazzina mi sbatte contro e non posso fare a meno di guardarla. Due grandi, grandissimi, occhi verdi che sembrano illuminare tutta Londra mi guardano. I capelli castano scuro le cadono sulle spalle, nascosti dal cappuccio dell’enorme felpa che la ricopre.
«Levati dalle palle, stronzo.»
«Yo, yo, yo.. come si dice? Non giudicare mai un libro dalla copertina.» Poteva essere bellissima, con un viso d’angelo e quant’altro, ma aveva un carattere scontroso la ragazza, eh.
«Vai a fare il rapper da qualche altra parte, va. »
«Beh, innanzitutto, piacere Robert. Secondo.. andrò a fare il rapper quando inizierai a guardare dove metti i piedi. »
«Kristen.. Mh, se permetti devo andare, ciao.»
Si sposta bruscamente e inizia a camminare velocemente, gli occhi non sono l’unica cosa bella che possiede..
 

 
Pov Kristen.


Non era assolutamente nei miei piani incontrare un deficiente che mi ferma per strada, ma la vita a volte ti riserva delle sorprese. Belle o brutte che siano. Allungo il passo accorgendomi di essere in ritardo, raggiungo Lizzie e il resto del gruppo per poi entrare in classe. Cinque ore di lezione, cinque ore di assoluta noia. Non che la mia vita sia fatta di festini e cose del genere, ma andare a scuola non è una delle cose che preferisco fare.
«Stew, stasera andiamo al nuovo Pub che hanno aperto in centro, vieni anche tu no?»
BAM! Eccola, solo lei ci mancava. Cosa c’è di meglio di un sabato sera a casa, sotto le coperte, con una cioccolata calda a guardare un film? Tutto Stewart, tutto. Me lo ripeto sempre..
«Dove ci vediamo?»
«Vuol dire che ci vieni?!»
«No guarda, te lo chiedo perché non ho un cazzo da fare! Certo che ci vengo..»
«Passo a prenderti io alle 8, ok?»
«Si..»
«E metti qualcosa di carino, che ne so.. un vestitino.»
«Ci andiamo a fare le spogliarelliste o cosa?»
«Dai Kris, sono seria.»
«Anche io..»
«Fai come vuoi, va!»
«L’avrei fatto comunque.»
«Non avevo dubbi.»
Uscii da scuola e tornai subito a casa, evitai nuovamente le domande di mia madre e mi precipitai in camera.
 
Dopo aver cercato per ore nell’armadio qualcosa di carino da mettere – ovviamente non per soddisfare Lizzie ma per soddisfare me stessa – scelsi dei jeans fasciati e una normale maglietta.. diciamo che non avevo addosso nulla di particolare. Le otto in punto, bene. Passai un filo di matita negli occhi e scesi di corsa le scale. «Mamma, io esco, torno tardi.. Insomma non aspettatemi. Ciaaaaaaaaaaaaao.» Sbatto la porta d'ingresso e aspetto 5 minuti buoni prima che Lizzie si faccia viva - apro lo sportello e lo richiudo con forza. «Volevi farmi morire congelata per caso? Sono 5 minuti che sto lì fuori come una scema» «Scusa, scusa perdonami» annuisco. 
Dopo 10 minuti interrompo il silenzio. «Allora? Siamo solo noi due?» «No, al pub ci stanno aspettando anche Mark, Steve e Jennifer. » «Mh.. muoviamoci allora.» Entriamo, il pub è molto affollato, pieno di gente  ubriaca e strafatta.  Intravedo due ragazzi sul palco, uno al piano, l’altro canta e suona la chitarra. Cerco di avvicinarmi per riuscire a guardare meglio il chitarrista: due grandi occhi azzurri, gli stessi di stamattina. 








Eccomi di nuovo qui..
Un po' corto come capitolo, lo so! La prossima volta spero di partorire qualcosa di più decente, sempre se ci sarà una prossima volta xD
Se vedo che qualcuno segue la storia continuo, sennò nulla. :D (non vi sto minacciando, nono).

Alla prossima (?).
Mills!
  
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