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Autore: _loveHoran97_    14/01/2012    7 recensioni
La bambina era in lacrime, in quella grande piazza circondata da persone che giravano per i banchi del mercato rionale, l'odore di pesce fresco e il profumo di zucchero filato nell'aria. Già, c'era molta gente e questo la impauriva ancora di più. Gli occhi rossi, le guance rigate dalle lacrime che non smettevano di scendere.
"Ho paura" pensava "dove sei?".
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bambina era in lacrime, in quella grande piazza circondata da persone che giravano per i banchi del mercato rionale, l'odore di pesce fresco e il profumo di zucchero filato nell'aria.
Già, c'era molta gente e questo la impauriva ancora di più. Gli occhi rossi, le guance rigate dalle lacrime che non smettevano di scendere.
"Ho paura" pensava "dove sei?".
Vedeva le famiglie felici e i loro bambini con in mano la cordicella dei palloncini appena comprati. Anche lei in un'altro momento ne avrebbe tanto voluto uno. Si, in un altro momento... E ora? Doveva solo trovare la persona a cui teneva di più ma, in mezzo a quella folla, non riusciva nemmeno a scrutare l'azzurro del cielo soprastante.
In quell'istante? Solo panico.
Continuò a camminare tra le lunghe gambe dei passanti, finché non trovò una panchina desolatamente vuota e si sedette.
Scrutò un ragazzo alto, biondo e con gli occhi chiari avvicinarsi a lei, accompagnato da altri quattro ragazzi.
Egli, vedendola da sola e in lacrime si piegò, riuscendo a guardarla negli occhi.
"Ei piccola, perché piangi?" le chiese. "Non trovo la mia mamma" disse la bambina, continuando a piangere.
"Vieni con noi, ti aiutiamo. A patto che ti calmi ok? Dai che troveremo presto la tua mamma" disse il ragazzo sorridendole, in modo da rassicurarla.
I singhiozzi della bambina pian piano diminuirono. "Chi sei?" pensava la piccola "e perché mi infondi tanta sicurezza nonostante sia la prima volta che ti vedo?".
Lui la prese in braccio e con le lunghe dita le asciugò delicatamente le lacrime. "Allora, dov'è che hai perso la mamma?" le chiese.
"Eravamo al bar" disse ancora con voce tremante "e io sono uscita e... e poi non l'ho più vista" e scoppiò di nuovo a piangere.
"Stai tranquilla" disse lui cullandola tra le sue braccia "adesso torniamo là e chiediamo se hanno visto dove è andata la tua mamma" aggiunse girandosi e guardando in faccia i suoi amici.
"Loro sono i miei amici" le disse "ti aiuteranno anche loro, vero ragazzi?" essi annuirono e la bambina si girò dall'altra parte appoggiando la testa sulla spalla del ragazzo che la teneva in braccio.
"Non ti devi vergognare" disse lui facendo una lieve risata.
"Voglio la mamma" disse la piccola soffocando la voce con la maglia del ragazzo, su cui era appoggiata. Si incamminarono verso il bar.


Intanto la ragazza, dopo aver dato il suo numero all'amica barista in caso fosse tornata la bimba, girò per la piazza chiedendo alla gente se aveva visto una bambina sui 4 anni, con i capelli rossi e ricci e qualche piccola lentiggine sulle guance. Ebbe scarsi risultati e con molta agitazione non smise di camminare e guardarsi intorno.
Pensava ai pochi minuti prima, in quel bar non troppo affollato, passati con il suo più grande amore: la sua piccola Margareth.
In quel momento si sentiva solo una fallita. "E' tua figlia" si rimproverava "come hai fatto a perderla di vista così? Come puoi pretendere di riuscire a crescerla adeguatamente? Sei una fallita.".
Una lacrima le rigò il viso. Una lacrima provocata da troppe cose: rabbia, delusione, l'autostima assente, il disprezzo per se stessa... Ma soprattutto la cosa più importante: la preoccupazione, la paura.
"Amore mio, dove sei?".


Arrivati al bar, i ragazzi si avvicinarono al bancone e aspettarono che si fece viva la responsabile.
Passarono un paio di minuti e dalla porta della piccola cucina spuntò una signora sulla cinquantina che appena vide la bimba in braccio al ragazzo sorrise rassicurata e disse:
"Grazie al cielo l'avete ritrovata, non preoccuparti piccola, adesso chiamo la tua mamma".
Detto ciò la bambina e i ragazzi sorrisero e la donna compose il numero scritto sul bigliettino con il cellulare.
Il ragazzo si sedette con ancora la bambina in braccio, aspettando l'arrivo della madre. La piccola finalmente si calmò e i ragazzi cominciarono a parlare e giocare con lei per tenerla tranquilla.
Passati parecchi minuti la bambina si intristì, non vedendo arrivare la madre finché non sentì il rumore del campanellino attaccato alla maniglia della porta e si girò di scatto, come i cinque ragazzi.

 

Dalla porta entrò una ragazza bionda, con i capelli lisci che le arrivavano alla fine della schiena.
Si guardò intorno e alla vista della bambina le scese un'ennesima lacrima.
La bimba scese dalle gambe del ragazzo e urlando "mamma" corse tra le braccia della madre che la alzò da terra prendendola in braccio e la strinse a sé.
I ragazzi si alzarono dalle sedie.
La ragazza sciolse l'abbraccio della bimba e la guardò negli occhi che riflettevano i suoi, ancora lucidi.
"Scusa mamma, non dovevo allontanarmi" disse la bimba. La ragazza la riabbracciò dicendole "No amore, è tutta colpa mia. Tranquilla, adesso sei qui con me" e abbracciandola ancora più forte.
Subito dopo la bambina asciugò le guance della madre che le sorrise affettuosamente.
"Vi ringrazio per l'aiuto, davvero." disse la ragazza rivolgendosi ai ragazzi, ma soprattutto a quello che la teneva in braccio qualche attimo prima.
"Nessun problema, è stato un piacere" disse lui "io sono..." "Louis" lo interruppe la ragazza sorridendogli, poi proseguì "con Niall, Liam, Harry e Zayn. Ragazzi voi già mi aiutate con le vostre voci, poi mi avete anche riportato la mia bambina... Vi sono debitrice davvero, grazie".
Louis le sorrise e vedendo che la ragazza tremava ancora nonostante fosse Giugno e ci fossero 30 gradi all'ombra, le disse: "Sembri molto scossa, che ne dici di venire a casa nostra? Così magari ti offriamo qualcosa".
Lei, molto sorpresa da quella proposta, sorrise "Louis, voi siete veramente molto gentili ma non voglio in alcun modo crearvi altro disturbo..." disse.
Immediatamente la bambina scalciò in modo da sciendere dalle braccia della madre, corse verso Louis e abbracciandogli le gambe disse: "Dai mamma andiamo da Louis! Ti prego! Adesso lui è il mio amico!" disse con aria capricciosa e speranzosa di una risposa affermativa.
"Maggie..." disse la ragazza sorridendo lievemente.
Louis prese la parola "Così ti chiami Maggie" disse abbassandosi. Maggie gli sorrise "Margareth, ma per gli amici Maggie. Allora vuoi diventare mio amico?".
Louis sorridendole la prese in braccio "ma certo che voglio diventare tuo amico Maggie. Ma ci sono un paio di problemini: il primo è che se vuoi essere mia amica devi diventarlo anche di questi 4 pazzi dietro di me, il secondo è che la tua mamma deve capire che non create nessun disturbo e la devi convincere ad accettare il nostro invito".
Maggie guardò la madre e le fece la faccia da cucciolo implorante.
La ragazza fece una risata "Va bene Maggie" poi si avvicinò a Louis e gli tese la mano "piacere, Elizabeth.". Lui la strinse "E' un vero piacere" le disse "dai ragazzi andiamo in macchina" disse rivolgendosi agli amici. La ragazza ringraziò la barista e uscì con loro.
Una volta in macchina prese tra le braccia la bambina che si stropicciò gli occhi con le mani e si addormentò subito.
"Siamo arrivati" annunciò Liam. Scesero dalla macchina ed Elizabeth si guardò intorno, per poi affermare "Da quando vivete in questa via? Anche io abito qui!".
Era molto sorpresa di ritrovarsi nella via in cui aveva passato l'infanzia. A quel tempo c'erano meno case e più prati e lei passava i pomeriggi a correre con i suoi amici... Provò un grande senso di nostalgia che coprì con un sorriso.
"Abitiamo qui da parecchi mesi ormai, ma non ti abbiamo mai vista da queste parti, non io almeno..." disse Zayn.
Entrarono in casa. La ragazza ne rimase molto stupita dalla grandezza e bellezza: appena dentro si vedeva un enorme soggiorno con dei divanetti che circondavano un tavolino al centro della stanza. Alle pareti erano attaccati parecchi quadri con foto della band e sulla parete non occupata dalle grandi finestre e dal grande camino c'era un'ampia libreria piena di CD, DVD e libri. A qualche metro dalla porta sorgeva una grande scalinata che portava ai piani superiori.
Louis si rivolse a lei: "Vieni ti accompagno nella camera degli ospiti così Maggie potrà dormire tranquilla". Elizabeth lo ringraziò e lo seguì sulle scale, arrivata alla camera, anch'essa molto ampia ed elegante, adagiò la bambina sul grande letto e le tolse le scarpe che appoggiò per terra. Poi scesero.
I ragazzi erano seduti sui divani del soggiorno e sul tavolino c'era una tazza di the. La ragazza si sedette e Liam le porse la tazza. Lei la prese ringraziando e inizio a sorseggiare. "Hai detto che abiti qui vicino..." ruppe il silenzio Niall. "Si è proprio la casa qui di fronte" rispose lei. Harry prese la parola "Ci abiti con tua figlia?" lei fece un segno affermativo con la testa e lui proseguì "sembri molto giovane, il padre della bambina ti aiuta?".
La ragazza posò la tazza sul tavolino al centro della stanza, senza alzarsi dal divano. Riposò lo sguardo su Harry "Non c'è il padre...".
Louis fulminò con gli occhi il ragazzo che abbassò lo sguardo dispiaciuto. "Scusami" disse "io...", la ragazza lo interruppe:
"Tutto iniziò quando avevo 13 anni..."

  
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