Altare di
sangue
Ero una sposa,
giovane e pura, radiosa
nel vestito bianco.
La mia risata era
cristallina e i miei occhi rivaleggiavano con il cielo
Le gonne dell’abito
roteavano intorno alle mie gambe,
mi sembrava di volare.
Ero una sposa,
innocente e ingenua, nelle
mani di un diavolo dalla faccia d’angelo.
Dipendevo dai suoi
sorrisi, pendevo dalle sue bugie.
Lo amavo, credendolo ciò
che non era.
Non vedevo che il suo viso
non era che una maschera.
Ero una sposa,
disillusa e ferita,
scontenta di una vita che mi si era rivelata nella sua crudezza.
L’ingenuità era andata,
l’innocenza sparita.
L’abito bianco sporcato,
la salvezza lontana.
I miei occhi erano spenti,
vuoti, specchio di un’anima che agonizzava.
Ero una sposa,
ora non lo sono più.