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Autore: Elize    15/01/2012    3 recensioni
Siedeva lì, al centro della sala comune, ignorando i compagni di casa che si affaccendavano per compiacerlo. Traeva un depravato piacere nel consumare i sentimenti altrui, mentre l’amore per i propri lo induceva a preservarli gelosamente. Succhiava chi lo idolatrava senza ritegno, sceglieva la sua vittima ergendosi sulla massa degli uomini comuni con orgoglio indomito.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo, Contesto generale/vago
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Stavo onorando i miei doveri di studentessa,

quando Sallustio stesso mi ha presentato

il ritratto depravato di Catilina.

Per uno scherzo della fantasia Catilina è divenuto Draco.


 

Al Lucente Bagliore Oblierai Reminescenze Esecrate


 

Siedeva lì, al centro della sala comune, ignorando i compagni di casa che si affaccendavano per compiacerlo. Traeva un depravato piacere nel consumare i sentimenti altrui, mentre l’amore per i propri lo induceva a preservarli gelosamente. Succhiava chi lo idolatrava senza ritegno, sceglieva la sua vittima ergendosi sulla massa degli uomini comuni con orgoglio indomito.

Un orgoglio che attingeva alle sue radici nobiliari, ma che si era nutrito anche di amicizie potenti.

Draco si cibava di eccessi e di malessere.

Tutto ciò che desiderava, come la sua stessa persona, era sopra ogni realtà comune e credibile. Il suo animo così solitario, desolato, disabitato, immenso doveva per necessità anelare all’irraggiungibile, provare passioni sfrenate.

Tutto pur di saziare un’ansai che non conosce limite.

Draco si cibava di eccessi, di malessere e di inquietudine.

La stessa che lo aveva spinto ad accettare il ruolo di mangiamorte e a riempire letti altrui per non sentire il freddo del suo.

Aveva cercato altrove e lottato contro se stesso, ma alla fine aveva ceduto ed aveva strisciato nel buio dei corridoi sino a lei. Aveva imprecato contro chi la lasciava, indifesa, a dormire da sola. Si era piegato al suo profumo con la consapevolezza di stare andando alle porte degli inferi, dimentico del sangue che lo vivificava.

Notte dopo notte aveva divelto e gettato lontano la tenda del suo letto. L’aveva udita gridare fino al mattino. Come un leone, così egli stritolava le sue ossa, indotto da lei che pigolava come una rondine e gemeva come una colomba.

Gli occhi di lei erano stanchi di guardare in alto, ma non avrebbero infranto la promessa: la notte non gli avrebbe dato un nome. Né la notte né mai. Sapeva chi era.

Riconosceva il fragore della sua anima, il tumulto del suo cuore.

-Perché ti rattristi anima mia? Perché su di me gemi?- gli diceva tenendolo stretto al cuore.

-Tu hai preservato la mia vita dalla fosse della distruzione, perché ti sei gettata dietro le spalle tutte le mie colpe- sussurrava lui stremato e piangente.

-Lascia che la luce ti riveli. Non aver paura!- cantava lei e il suo canto era per il cuore di lui balsamo.

Si stringeva a lei e si addormentava, ma la mattina sempre obliava la notte. La mattina cercava il profumo che le intrideva la pelle, ignara che fosse il profumo del loro amore.

Lui e lei non divennero mai un noi.

Draco si cibava di eccessi, di malessere, di inquietudine e di Hermione.

   
 
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