Nick sul forum e
su EFP: _Zukkerina_ (forum); Legar
(EFP)
Titolo:
Beauty
from pain
Personaggi:
Hermione Granger, Ron Weasley
Pairing:
Ron/Hermione
Genere:
Introspettivo; Romantico
Avvertimenti:
One-shot
Rating: Verde
Citazione/i:
2. "L'amor che move il sole e l'altre stelle."'
"E’
latino?"
"Italiano,"
disse, "Dante."
"Non
parlo Italiano,"
"Vuol
dire," disse, "Che l’amore è la più
potente forza del mondo. Che può
fare qualsiasi cosa." {Shadowhunters – Città degli
Angeli Caduti.
4. L’unica cosa che importa è ciò che
provo per te.
{Shadowhunters – Città degli Angeli Caduti.
NDA:
Il titolo della fan fiction è preso dalla canzone del gruppo
Superchic[k].
È
ovviamente un richiamo al primo verso del primo canto
dell’Inferno di Dante la
frase ‘nel mezzo del cammino della sua vita’. La
‘donna angelo’ è la Beatrice
del Poeta.
Ron
in questa fanfiction non ha una reazione esagerata quando viene a
sapere che la
moglie è incinta; io credo che, visto l’esempio
della sua numerosa famiglia,
l’idea di un figlio non lo spaventi tantissimo.
Rose
Weasley, prima figlia di Ron e Hermione, è nata il nel marzo
2006; la storia è
ambientata circa nove mesi prima, il 18 giugno precisamente, quando ho
immaginato che Hermione abbia realizzato di essere incinta (secondo la
‘Cronologia
di Harry Potter’
di Wikipedia, il 18 giugno dell’anno 1996 muore
Sirius): una semplice precisazione, giusto per far quadrare il tutto
dal punto
di vista temporale.
Beauty
from pain
Era
sempre un giorno triste, quello. Nove anni prima, Hermione aveva
realizzato
cosa significasse davvero combattere senza sapere se la salvezza era
raggiungibile, combattere col fiato della morte sul collo, ad alitare
disperazione. Ed ella la morte l’aveva scorta davvero, in
fondo al baratro di
dolore in cui il Mangiamorte che l’aveva attaccata
l’aveva fatta sprofondare.
Harry l’aveva salvata, e poi lei aveva dovuto salvare lui,
standogli accanto,
da amica, quando la
perdita del suo
padrino – l’ennesima perdita - rischiava di fargli
troppo male.
Ogni
anno, in quel giorno tanto pregno di sofferenza – per lui,
per lei, per tutti
quelli che stavano loro accanto -, suo marito Ron accompagnava il loro
amico
comune al numero dodici di Grimmauld Place, quella casa che era
divenuta la
tomba di Sirius Black, lui che una tomba vera e propria non aveva
potuto
averla. Harry preferiva commemorarlo lì, dove aveva pensato
realmente a come
sarebbe stato vivere con lui. Vedeva in lui un padre, e, come un padre,
lo
ricordava ogni anno. Ron andava insieme a lui, gli stava vicino senza
dire
nulla, e poi uscivano da quella casa, portando ogni volta una memoria
via da
quel luogo e dentro il cuore.
Hermione
preferiva rimanere sola, generalmente con la compagnia di un libro, per
evitare
di ricordare più del dovuto la scomparsa di Sirius, quando
quello stesso giorno
anche lei avrebbe potuto essere rubata dalla morte, se solo Antonin
Dolohov
avesse avuto voce mentre pronunciava la maledizione che
l’aveva colpita,
imprimendole così più forza e violenza.
Quella mattina, stesa sul
divano del salotto di casa, leggeva la Commedia
di Dante. L’aveva sempre affascinata,
quell’immaginario viaggio attraverso i
regni dell’Aldilà, che egli compiva nel mezzo del
cammino della sua vita.
Leggere in italiano, poi, le teneva la mente occupata, e quel giorno
aveva particolarmente
bisogno di annullarsi nelle pagine del volume: preferiva essere un uomo
in
piena crisi esistenziale, il cui unico punto fermo è
l’amore per la sua donna
angelo, piuttosto che Hermione Granger tormentata dai ricordi
– quei ricordi su
cui non aveva potuto indugiare in tempi di guerra, quando non
v’era neanche il
tempo di salutare per l’ultima volta un parente,
quand’ella aveva dovuto
escludere dalla mente tutto, fuorché le conoscenze che
avrebbero potuto aiutare
i suoi amici e lei nella loro missione - e confusa sul presente e il
futuro che
l’attendeva.
«
Hermione? » la voce di Ron la risvegliò dalla
sfolgorante visione del Paradiso.
«
Sono sul divano » rispose.
Suo
marito la raggiunse subito, sedendosi e abbracciandola da dietro.
Poggiò il
viso sulla spalla della donna, per poter vedere il libro che ella
custodiva.
«
Leggi? L'amor
che move il sole e l'altre
stelle.
È latino? »
«
Italiano » disse. « Dante ».
«
Non parlo italiano ».
« Vuol dire
» disse, « che
l’amore è la più potente forza del
mondo. Che può fare qualsiasi cosa ».
Hermione pronunciò l’ultima frase sulla bocca di
Ron, per poi perdersi in un
bacio dolcissimo. Loro due, insieme, avevano fatto un qualcosa, anche se l’uomo
ancora non lo sapeva. E, certa come non
mai del suo amore per lui, ella sentì che quello era il
momento giusto per
dirglielo. Si staccò dal suo viso e, prendendogli le mani,
gli disse, felice: «
Sono incinta ».
«
Hermione… aspettiamo un bambino. È bellissimo!
»
«
Già, Ron, è meraviglioso! »
Sorridevano
entrambi, persi in un momento magico del loro amore.
«
Saremo genitori, Ron, riesci a immaginarlo? Saremo genitori!
» la voce
emozionata della donna divenne subito più frettolosa.
« Dobbiamo già cominciare
a programmare tutto: nomi, vestitini, racconti della
buonanotte… non possiamo
farci cogliere impreparati! ».
«
Hermione! »
«
Ron, ho paura. E se non sarò una buona madre? E
se… »
«
Tutte queste ansie sono inutili, sarai una madre perfetta. Tutto questo
non
importa. L’unica cosa che importa è ciò
che provo per te. E ciò che proverò per
nostro figlio ».
Hermione sorrise,
conscia che davvero non c’era nulla di cui preoccuparsi. E che avrebbe potuto
documentarsi di notte,
quando suo marito dormiva.
«
Ti amo, Ron ».