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Autore: Writer96    15/01/2012    12 recensioni
-Mi abbracceresti, Harry?- chiese Hermione, chiudendo con un tonfo il libro che aveva sulle ginocchia.
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Si era disabituato al suono della voce di Hermione dopo tanti giorni di silenzio. Aveva imparato a sentire solo la propria voce mentale e quello strano timbro metallico che avevano le loro voci quando si scambiavano le frasi di rito, quelle banali del tipo “Mangiamo” e “Dormiamo” e “Buongiorno”.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Profumo di funghi.









-Mi abbracceresti, Harry?- chiese Hermione, chiudendo con un tonfo il libro che aveva sulle ginocchia.
La voce le uscì gracchiante e bassa dopo essere stata dimenticata così a lungo, persa tra i filamenti dolorosi di memoria. Il ragazzo alzò gli occhi e la studiò da dietro gli occhiali, gli occhi verdi velati di preoccupazione.
Si era disabituato al suono della voce di Hermione dopo tanti giorni di silenzio. Aveva imparato a sentire solo la propria voce mentale e quello strano timbro metallico che avevano le loro voci quando si scambiavano le frasi di rito, quelle banali del tipo “Mangiamo” e “Dormiamo” e “Buongiorno”.

Non erano nemmeno frasi. Erano parole stentate, dette per rendere conto all’altro della propria presenza.
Non che fossero arrabbiati. Erano semplicemente allibiti e ammutoliti dal dolore. Avevano scoperto che la cosa peggiore della guerra è che divide le persone, non che le uccide.
Harry si alzò dal tavolo e si avvicinò alla poltrona, continuando a guardare Hermione, cercando involontariamente tracce di lacrime su quel viso pallido e tirato. Ma lacrime, per una volta, non ce n’erano. C’erano due occhiaie, così nere che forse le avrebbero potute usare per distruggere l’Horcrux e quella bocca lievemente arricciata, segno di leggera impazienza.
La ragazza si spinse verso il bordo della poltrona, lasciando uno spazio ad Harry, che vi si sedette stancamente. Le passò un braccio dietro la testa e la senti appoggiarsi a lui, una mano artigliata al suo braccio. Le unghie della ragazza erano cresciute e ora gli graffiavano la pelle, mentre lei si aggrappava letteralmente a lui per non crollare di nuovo.
Si sentivano due relitti umani, incagliati contro uno scoglio troppo grande per le loro possibilità. La speranza aveva lasciato il passo a freddi calcoli che non portavano da nessuna parte e le parole, i discorsi, le idee si erano rifugiate tra i libri, dove erano rimaste a marcire in silenzio.
Harry abbracciò Hermione, sentendola tremare contro di lui e le strofinò una mano sul braccio ossuto, sollevando un leggero strato di polvere da esso. Si sentiva anche lei così, come una cosa impolverata che a stento riesce a fare il suo dovere. Hermione era scomparsa ed era rimasto un filamento d’anima che vagava per la tenda come uno spettro.

-Quando tutto questo finirà.- disse Harry con convinzione, passandole una mano sui capelli e sciogliendole uno tra i tanti nodi che c’erano. La sentì stringere con più forza il suo braccio e temette che gli staccasse qualche brandello di pelle, ma lasciò che si aggrappasse a lui.

-Cosa vuoi dire?- gli domandò lei, sempre con quella voce in disuso che faticava a tornare quella squillante di un tempo. 

-Quando tutto questo finirà, ti abbraccerò davvero Hermione. Ora posso limitarmi a farti da appoggio, a non lasciarti cadere.- le disse, avvicinandola di più a sé e facendo cozzare la sua tempia contro la spalla. La sentì sorridere e per un attimo si dimenticò della tempesta di neve là fuori e della tempesta di paura nei cuori di tutti.
La strinse ancora un po’, dandole goffamente dei buffetti sulla schiena. Alla fine fu Hermione a staccarsi, gli occhi forzatamente asciutti e un sorriso amaro sulle labbra.

-Però questo non glielo diciamo...- disse, alzandosi e posando il librone sul tavolo, mentre estraeva la bacchetta per appellare qualcosa dalle scorte di cibo. 
Non ci fu bisogno di dire a chi .
Harry lo sapeva e lo sapeva pure Hermione che le cose sarebbero rimaste così, in quella situazione di stallo che non permetteva repliche. Sempre a domandarsi cosa sarebbe potuto succedere se avessero dimenticato. Se fosse successo qualcos’altro.

Ma la risposta era che non c’erano se.

Ronald Weasley li aveva abbandonati, era vero. Ma ci sarebbe stato sempre, una presenza allampanata e goffa, con i vestiti di quinta mano e la voglia di spiccare. Ronald Weasley sarebbe rimasto tra loro, come monito importante.
Lui c’era e non concedeva “se” neanche durante la sua assenza.

Harry sentì il profumo di Hermione, che si era aggrappato al suo maglione, come aveva fatto poco prima lei, e lo aspirò in silenzio, riempendosene le narici. Qualunque cosa sarebbe potuta accadere sarebbe stata effimera, come quel profumo.
Era inutile attaccarvisi.
Il ragazzo si alzò e, in silenzio, andò ad aiutare sua sorella ai fornelli. 
Intanto l’odore dei funghi impregnava l’intera tenda.










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Writ's corner.

Sono abbastanza shockata da ciò che ho scritto.
Non è una Harmony, no.
Ma c'è scritto, non so quanto chiaramente, che potrebbe esserlo.
Ma Ron, il loro Ron, funge da blocco a qualunque se.
Harry ed Hermione sono rimasti da soli, confortati solo dalla loro amicizia.
Si potrebbero attaccare l'un l'altra in altri modi, forse.
Però poi ci sarebbe sempre il problema del "se".
L'ultima frase..... chissà. ne avete capito il senso?
Quasta storia non dico nè che mi piace, nè che non mi piace.
Sta qui e basta.
Dedicata a chi è in bilico.

 
   
 
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