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Autore: Il_Genio_del_Male    15/01/2012    9 recensioni
Storia di un amore... accidentale.
Genere: Angst, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Once upon a time...'
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RATING: Arancione.

GENERE: Romantico, Malinconico.

AVVERTIMENTI: Slash, AU, Angst, Song-fic, Lime, sprazzi di OOC.

DEDICA: I’ve got a lot of resentment for old friends -for letting me go without a fight. I just want someone to call and say, "I miss you, how are you?". I just want to call someone and say, "I miss you, I’m sorry".

NOTE: Ho il cervello in fumo e i miei due neuroni sono sul punto di collassare, e poco ci manca che cominci a compiere qualche gesto inconsulto, tipo ululare o scoppiare a ridere istericamente. Lo stile a tratti vago e fumoso, non so nemmeno io da dove mi sia uscito.
Sono presenti pochi ma abbastanza corposi spoiler sul film J. Edgar, ergo se dovete ancora vederlo e volete gustarvi la sorpresa, perdonatemi ma dovevo proprio citarlo. A proposito, questo è il link della canzone (http://www.youtube.com/watch?v=QUypt2nvorM).

Non mi resta che augurarvi buona lettura.

 

 

 

 

 

“Hey, tu! Il moretto con le orecchie grandi!”

Merlin alza gli occhi al cielo, ringraziando ancora una volta gli eccellenti geni paterni responsabili dei suoi enormi padiglioni auricolari che gli sono valsi tante di quelle prese in giro, in quindici anni di goffaggine e ginocchia nodose, che potrebbe tranquillamente campare di rendita per il resto della sua vita.

“Oh, ma sei sordo?”

Ignoralo-ignoralo-ignoralo-ignoralo, si ripete mentalmente Merlin. A giudicare dal tono di voce non sembra particolarmente ostile. Probabilmente è solo uno dei tanti deficienti che infestano il liceo, uno di quegli atleti fisicati e con i capelli chiari che hanno una specie di radar per individuare i nerd intellettualoidi come lui. Ci ha già avuto a che fare, e dall’alto della sua esperienza sa che la tecnica di sopravvivenza più efficace è far finta di niente. Semplice.

“Sto parlando con te!” Rumore affrettato di passi. Una mano gli artiglia la spalla destra, costringendolo a voltarsi di centottanta gradi.

Come volevasi dimostrare: biondo, alto -ma non come me, sogghigna interiormente Merlin- fisico da urlo e sorriso da copertina patinata. Eppure qualcosa non quadra. La camicia che gli fascia le spalle da nuotatore olimpionico è di una sfigatissima fantasia a quadri, lunga e larga come quelle che indossava Kurt Cobain quando era ancora vivo. I jeans sono sdruciti, bassi sui fianchi (è una macchia di inchiostro quella sopra il ginocchio?) e ai piedi porta delle semplici All Star rosse, con i lacci luridi da far paura. Ha un aspetto vagamente familiare.

“Hai finito di farmi la radiografia?” chiede infine il tipo, regalandogli un sorriso un po’ sbilenco e molto sarcastico.

“Oh, scusami tanto: mi ero perso nella contemplazione del tuo delizioso outfit. Stile grunge, oserei dire” replica a tono Merlin, battendo le ciglia con affettazione.

“Mi piacciono i Nirvana” ridacchia l’altro, scrutandolo con i suoi occhi obliqui, di un azzurro mai visto prima.

“Uhm, per caso adesso è il mio turno di venire esaminato ai raggi X?” e affonda le mani nelle tasche dei pantaloni, lievemente imbarazzato.

“Scusa” scuote la testa il biondino. “Stavo pensando che hai proprio una bella faccia”.

Che caz-? Merlin avvampa, rifuggendo lo sguardo del ragazzo.

“Oddio, mica avrai frainteso?” emette un risolino nervoso. “Sta’ tranquillo, non ti voglio molestare né ci sto provando. Intendevo dire che sei molto telegenico. Hai un viso che buca lo schermo; non propriamente bello, però c’è qualcosa di speciale in te che non riesco ancora a cogliere”.

“Ehm, sicuro che non ci stai provando? Perché davvero, non sei il mio tipo” risponde lui, perplesso.

“Oh Merlin, come osi rifiutarmi così? Dopo tutte le pare mentali che mi sono fatto prima di decidermi ad attaccare bottone con te?” esclama il biondo in tono accorato, esibendosi in una smorfia che vorrebbe essere drammatica ed invece è solo buffissima, per poi posare entrambe le mani sul cuore.

Scoppiano entrambi a ridere, ed è l’inizio di qualcosa.

“Aspetta un attimo, come fai a sapere il mio nome?”

“Non mi hai riconosciuto?” l’altro aggrotta la fronte, con disappunto. “Frequentiamo entrambi le lezioni di letteratura della professoressa Morgan: tu ti siedi sempre al secondo banco della fila di sinistra, addossato alla parete. Sono Arthur-”.

“Pendragon” completa per lui Merlin, improvvisamente capendo perché gli sembrasse in qualche modo familiare. “Scusami, sono un pessimo fisionomista” borbotta poi, abbassando colpevolmente gli occhi.

“Non preoccuparti, non pretendo certo di essere indimenticabile” cerca di confortarlo Arthur.  “Almeno ti sei ricordato il cognome”.

“Credimi, chiunque se lo ricorderebbe: è talmente pomposo e altisonante… Non ti dona affatto. Cioè, volevo dire- sembri un tipo alla mano. Non ti dai arie da principino sul pisello, non so se mi spiego. Sei simpatico”.

E’ Arthur, adesso, ad arrossire. “Grazie”.

E’ l’inizio di qualcosa.

 

 

 

So he said: what's the problem, baby?
What's the problem, I don't know
Well maybe I'm in love (love)
Think about it every time
I think about it
Can't stop thinking 'bout it.

 

Arthur sogna di diventare un regista di fama internazionale. I suoi modelli sono mostri sacri come Clint Eastwood e Steven Spielberg e registi più di nicchia, tipo Ang Lee e Tim Burton e Milos Forman. Apprezza molto anche gli italiani: Ozpetek, Scola, Monicelli, Sorrentino.

E’ onnivoro, Arthur. La sua camera è tappezzata di poster dei suoi film preferiti, che guarda caso coincidono con quelli di Merlin.

E’ sorprendente quanto si somiglino, nel loro essere nerd. Gironzolano per ore nei reparti della fornitissima libreria a due passi dal liceo, chiedendo l’uno il parere dell’altro su un tale autore e lisciando con le dita le copertine dei libri su cui hanno messo gli occhi. Poi, dopo esserseli prestati, ne discutono insieme. Sottolineano a matita i paragrafi più belli, le frasi più d’impatto. Se Arthur sogna di stare dietro ad una cinepresa, Merlin vorrebbe fare lo sceneggiatore.
Quando, per il suo sedicesimo compleanno, Arthur gli regala due cuccioli di gatto (due sorelle, le hanno trovate in un cassonetto dell’immondizia, spiega indignato l’amico) a Merlin viene spontaneo chiamarle Thelma e Louise, dall’omonimo film che hanno visto giusto la sera prima e che è stato peggio di un pugno nello stomaco perché parla di un’amicizia a tutti i costi, fino alla fine. Un po’ come la loro.

Occasionalmente fumano, mai più di una sigaretta alla volta. Si dividono un pacchetto di Camel o Marlboro, che dura sempre un paio di mesi. Parlano e parlano e parlano di tutto, ma il loro passatempo preferito è ascoltare musica in silenzio assoluto stravaccati sul divano verde fango della taverna di casa Emrys; ad Arthur l’auricolare destro, a Merlin il sinistro.

 

 

 

How much longer will it take to cure this?
Just to cure it ‘cause I can't ignore it if it's love (love)
Makes me wa
nna turn around and face me
But I don't know nothing 'bout love.

 

Arthur non è in grado di dire esattamente come, dove, quando e perché ha capito di essersi preso una cotta micidiale per il suo migliore amico. Sa solo che ad un certo punto ha cominciato a sognarlo tutte le notti -in situazioni non propriamente caste e pure- per poi svegliarsi, la mattina dopo, con un’erezione svettante tra le cosce e i boxer in condizioni pietose.

 



Come on, come on
Turn a little faster
Come on, come on
The world will follow after
Come on, come on
Cause everybody's after love.
So I said I'm a snowball running
Running down into the spring that's coming all this love
Melting under blue skies
Belting out sunlight
Shimmering love.

 

Da un po’ di tempo a questa parte Merlin ha delle serie difficoltà a capire cosa passi per la testa ad Arthur. E’ spesso intrattabile, si inalbera per un nonnulla e due brutte occhiaie scure gli solcano il volto. Si incupisce ogni qual volta vede l’altro chiacchierare con un loro compagno di corso, con la commessa carina della libreria e persino con l’autista dell’autobus che li riporta a casa finite le lezioni, santa pace! L’improvvisa territorialità dell’amico lo disorienta.


 

Well baby I surrender
To the strawberry ice cream
Never ever end of all this love
Well I didn't mean to do it
But there's no escaping your love.

 

Camera di Arthur. Entrambi sono seduti a gambe incrociate sul pavimento, con la schiena appoggiata alla sponda del letto. Il fumo delle sigarette sale verso il soffitto in una pigra spirale.

“Sai, a volte ho l’impressione di vivere in una specie di remake di Dawson’s Creek” sbuffa Arthur.

“Perché dici così?” replica Merlin reclinando la testa all’indietro, premendola contro il materasso.

“Beh, guarda la mia stanza”.

“In effetti un po’ la ricorda” dà un’altra boccata.

“Guarda me”.

“Vi somigliate solo perché siete entrambi biondi. Tu sei molto meglio ” sorride lui.

Arthur ce la mette tutta per non andare in iperventilazione.

“Comunque ho capito cosa intendi” prosegue meditabondo Merlin. “Considerando che avete anche lo stesso sogno in comune, qualche similitudine la si può trovare”. Ridacchia, colpito da un’improvvisa illuminazione. “E quindi io sarei l’alter ego di Pacey? Cavoli, Arthur, ti manca solo di trovare una Joey di cui innamorarti e che ti spezzi il cuore e sei a posto”.

“Oh, se è per questo l’ho già trovata. E’ bellissima e totalmente all’oscuro dei miei sentimenti”.

“La conosco?”

“No” risponde lui, spegnendo nervosamente la sua sigaretta sul tappeto. Discorso chiuso.



These lines of lightning
Mean we're never alone,
Never alone, no, no.
Come on, come on
Move a little closer
Come on, come on
I want to hear you whisper
Come on, come on
Settle down inside my love.

 

“E dai Arthur, stavolta offro io! E’ il tuo compleanno sì o no?”

“Merlin…”

“E’ inutile che metti su il broncio: non mi freghi, caro mio”.

“Merlin, non vedo perché dovresti pagarmi tu il biglietto del cinema”.

“Consideralo il mio regalo per te, ok? Almeno una volta, permettimi di ricambiare”.

“Va bene” capitola Arthur, senza alcun entusiasmo. “Posso almeno sapere che film mi hai trascinato a vedere?”

“Secondo cartellone a partire da destra” è la risposta di Merlin, alzando il viso verso i pannelli luminosi posizionati all’ingresso del multisala.

J. Edgar?” sussurra l’altro, piacevolmente sgomento. Spalanca gli occhi, con lo stupore entusiasta di un bambino, e lo guarda. E’ commosso, il labbro inferiore trema leggermente. “Come…?”

“Tu veneri il buon vecchio Clint. E poi c’è un cast stellare, la storia è intrigante e le recensioni tutte estremamente positive. Che dici, ho scelto bene?” conclude con un sorriso dolcissimo, colmo di affetto per il suo amico.

“E’ il più bel regalo che potessi farmi, Merlin. Grazie”.

 

 

 

Come on, come on
Jump a little higher
Come on, come on
If you feel a little lighter
Come on, come on
We were once
Upon a time in love…


Protetto dal buio che regna in sala, Merlin si azzarda a lanciare un’occhiata alla sua destra, dove è seduto Arthur. Segue il film con quell’espressione di rapimento che riserva solo ad una pellicola cinematografica di qualità; non si perde un passaggio, pende dalle labbra degli attori.

“Sai, tu mi stai molto a cuore, Clyde. Davvero”.

“E io ti amo, Edgar”.

Arthur si irrigidisce. Sente la gola secca, e deglutire fa improvvisamente male.

“Vuoi che io sia una mezza persona? Che rimanga incompleto, è questo che vuoi?”

E poi scoppia a piangere, ingoiando lacrime silenziose, perché non può fare altro.

 

 

 

We're accidentally in love
Accidentally in love…
Accidentally
I'm In love, I'm in love,
I'm in love, I'm in love,
I'm in love, I'm in love,
Accidentally
Accidentally.

 

“Arthur? Me ne vuoi parlare?” la voce di Merlin è morbido velluto.

“No. Lasciami stare, cazzo” ringhia lui.

“Te lo sogni, asino che non sei altro. Sei mio amico, ho il dovere di consolarti quando ti deprimi”.

“Chi ha parlato di depressione, scusa?”

“Non prendiamoci in giro, Arthur. Non sorridi più, hai perso tutto il tuo smalto, sei dimagrito e sei diventato alquanto possessivo nei miei confronti”.

L’altro distoglie lo sguardo, ma Merlin non demorde.

“Credevi che non me ne fossi accorto?” incalza.

“Speravo solo che fossi abbastanza sensibile da non rinfacciarmelo”.

“Cosa? Io non ti sto rinfacciando un bel niente! Sono preoccupato per te, cazzo, perché non ti avevo mai visto piangere prima d’ora. Perdonami se ho voluto comportarmi da amico, Arthur. Se ti dà fastidio che io mi interessi al tuo stato d’animo non hai che da dirlo” mormora Merlin, amaro. I suoi occhi blu si incupiscono come mare in tempesta.

“Vuoi la verità? Vuoi la fottuta maledettissima verità, Merlin? Io sono una mezza persona. Sono incompleto” sbotta, e Merlin quasi si incanta a sentire il suo grido che viene da dentro e che pare fatto di pietra e di pane. E’ un urlo pieno e denso. Un grido di battaglia e sconfitta, un urlo da guerriero.


E’ finita.
E’ finita.

E’ finita.
E’ finita.

Arthur lo sa.

Merlin posa una mano sulla sua, sorride lieve. “Ed io ti amo, Arthur”.

 

 


Come on, come on
Spin a little tighter
Come on, come on
And the world's a little brighter.

 

Merlin gli sfila la camicia di dosso e il cuore di Arthur martella così forte che pensa: se mi bacia muoio.

Il suo corpo reagisce con inaspettata naturalezza alle carezze dell’altro, che prende a baciarlo sul collo, leccando e mordicchiando la pelle sensibile della giugulare. Inclina la testa all’indietro, insinuandosi con le dita nei capelli serici dell’altro e lasciandosi sfuggire un gemito quando sente quella lingua impertinente soffermarsi sulla mascella.

Lo fa stendere sul divano verde fango che tante volte ha offerto loro rifugio dal mondo esterno. Dissemina una scia confusa di baci sul suo petto, devoto e bramoso come un pellegrino errabondo giunto nella terra promessa. Arthur geme piano, mormorando il suo nome come se fosse un mantra. Merlin si ferma, incerto se continuare o meno.

C’è così tanto da vedere, anche nel più minuto gesto della persona amata, se si aguzza la vista; così tanto sentimento, una tale abbagliante varietà di cose, immagini e ricordi e idee, se le si lascia fluire. C’è l’intera storia dell’esperienza umana, il più universale nel più particolare, se solo si riesce a vedere. E’ come poesia. Arthur non ha mai trovato poesia nella poesia, a dire il vero. Ma immagina che possa essere così per chi la capisce e l’ama. Tende le braccia in direzione di quel volto tanto a lungo agognato e annuisce con aria solenne.

Il suo ragazzo è bellissimo, pensa Merlin. E’ il respiro del mondo che corre.

 

 

Come on, come on
Just get yourself inside this
Love ... I'm in love.

 

 

 

 

Una precisazione sul contenuto della storia. Molte di voi si staranno chiedendo: ohibò, com’è che anche Merlin ricambiava Arthur e noi l’abbiamo scoperto solo alla fine? Perché quella disgraziata dell’autrice l’ha rivelato solo all’ultimo? Il motivo, semplicemente, è che il POV dominante è quello di Arthur: Arthur che non capisce una cippa di niente e che, trincerato nel suo presunto amore infelice, non si accorge dei sentimenti dell’amico. La solita vecchia storia, insomma. Spero che i personaggi non vi siano risultati troppo OOC -se così fosse, mi consolerò pensando che si tratta comunque di una AU.

Un bacio a chiunque sia arrivato a leggere fin qui <3. *collassa sulla tastiera*

   
 
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