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Autore: ieia2    16/01/2012    2 recensioni
Si lo so sembra la solita storiella da due soldi: Alice è a Wonderland deve affrontare difficoltà per tornare a casa...e invece no!!xD questa storia non ha niente a che fare con l'Alice che conoscete, nè tantomeno con Wonderland...come si dice "non si giudica una storia dal titolo no?" (detto parafrasato da me xD) oh bhe...buona lettura, spero di avervi incuriosito ^^
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 SAlve a tutti!!!^^ grazie mille per aver aperto la mia storia ve ne sono mooooolto grata^^ si lo sò il primo capitolo è un pò piccino,ma abbiate pazienza e il prossimo sarà più lungo promesso :) buona lettura :D


Toc toc....toc toc un rumore fastidioso mi perforava le orecchie. Toc toc non accennava a fermarsi, la cosa cominciava ad infastidirmi. Aprì stancamente gli occhi. La camera era buia, rischiarata dal tenue bagliore lunare che penetrava dalla finestra posta dietro il mio letto. Mi alzai carponi più intontita di prima. I capelli mi solleticavano il bacino, ormai li avevo davvero lunghi. Mi spostai una ciocca dal viso e cercai di fare mente locale. La camera era silenziosa, non vi era più traccia del brusio di poco fa. Spostai lo sguardo sulla sveglia vicino al letto, le tre meno venti. Forse ero più stanca di quanto pensassi: avere sedici anni non è così facile come lo fanno vedere in tv. Mi girai e feci per rimettermi sotto le coperte. Toc toc spalancai gli occhi, stavolta non lo avevo immaginato. Mi guardai intorno...toc toc...toc tocil suono si era fatto più insistente, riecheggiava per tutta la stanza. Scesi dal materasso, i pantaloni del pigiama mi sfioravano i talloni, il pavimento era freddo. Camminai incerta fino alla fonte di quel ticchettio insolito: il mio armadio. Fissai quell'imponente costruzione in mogano scuro che mi guardava minacciosa, mai come in quel momento mi sembrava così cupa ed irreale. Alzai la mano tremante verso l'anta e presi un bel respiro. Feci un passo avanti e toccai il materiale legnoso, attesi. Non accadde nulla. Il brusio era cessato, ormai solo il silenzio riempiva la stanza. Mi presi un minuto di riflessione per accertarmi di non essere impazzita. Mi ero immaginata tutto? una risatina nervosa cominciò a solleticarmi la gola. Mi coprì la bocca con le mani per evitare di svegliare i miei. Con più decisione nella mano e un sogghigno che mi dipingeva il viso posai stavolta tutto il palmo sull'anta. Mi diedi dell'idiota. Fu però quando allontanai la mano dall'armadio che tutto accadde: la superficie da liscia diventò morbida e increspata, come se avessi lanciato un sassolino in un lago. Feci due passi indietro ritraendo la mano. Le ante si aprirono di scatto, annaspai in cerca d'aria, ma ai polmoni non arrivava nulla. Mi sentivo morire. L'interno dell'armadio era ormai una nebbia nera e fitta, non si vedeva la fine. Cominciai a pensare a qualunque spiegazione minimamente logica, ma non la trovai. Feci due passi indietro cercando di tranquillizzarmi, ma non servì a nulla. La...cosa cominciava a uscire dall'armadio e a prendere forma. In poco divenne una mano grossa possente e consistente. Rimasi impietrita. Era un sogno, sicuramente un sogno...doveva essere un sogno. Le dita lunghe e affusolate, spesse più o meno come la mia testa, mi si avvicinarono lentamente, fluttuarono per un pò nel mio campo visivo per poi sfiorarmi la fronte. Erano fredde e pungenti. Non potevo star sognando. Era tutto troppo reale per star ancora sognando. Feci un'altro passo indietro, ma la cosa non era d'accordo. Appena percepito il mio movimento, con forza e decisione chiuse le dita intorno alla mia vita. Provai a strillare in cerca di aiuto, ma una gran quantità di fumo nero mi penetrò con forza la gola, bloccandomi la voce e il respiro. Impietrita non potevo fare altro che stare immobile mentre l'essere indefinito mi portava con se dentro quel vortice che una volta era il mio armadio. Chiusi gli occhi con forza, non volevo vedere. L'ultimo ricordo di quella vita sono le ante dell'armadio che si richiudono sbattendo con forza.
  
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