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Autore: strongfordrew    16/01/2012    2 recensioni
Allora, come vedete sono tornata con un'altra fanfiction dopo aver risolto parecchi problemi nella mia vita personale. Comunque in questa fanfic Peter ha 19 anni, Susan 18, Edmund 17 e Lucy 16 e ci sarà inoltre la presenza di un incesto. Quindi se vi da fastidio, io vi ho avvertiti.
Comunque la storia sarà narrata dal punto di vista di Susan e non tiene conto dei fatti dei successivi libri.
Spero che, come l'altra mia precedente fanfiction, sarà di vostro gradimento.
Recensite, se vi va, anche se sono critiche. Mi serviranno per migliorarmi.
{Susan/Peter}
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 14.

**


Non avrei mai immaginato di svegliarmi accanto a Peter e sentirmi così completa. Come se non volessi altro che sentirmi così.
Sento che sono appoggiata sul suo petto e che mi cinge la vita con un braccio. Mi accarezza piano, quindi presumo sia sveglio. Mi lascio sfuggire un sorriso e un mugolio soddisfatto quando mi stringe di più a sè.
Mi bacia la fronte e mi dice:
"Dormito bene?" Ridacchio e rispondo con un flebile sì, perché ho ancora troppo sonno.
"Che ne dici se oggi facciamo colazione a letto?"
"Mi sembra un'ottima idea" Approvo.

Si veste e, dopo avermi baciato sulle labbra, esce silenziosamente dalla stanza per far cucinare la colazione dai domestici.
Io intanto mi faccio un bel bagno caldo e indosso, provvisoriamente, la camicia da notte che avevo ieri.
Mi siedo sul letto a gambe incrociate e aspetto che arrivi Peter.
Con la mente ripercorro questa notte: è stato assolutamente fantastico sentirlo dentro di me, le sue mani che mi accarezzavano e la sua bocca sulla mia.
Avevo letto molti libri, ma ora mi rendo conto che nessuno di questi ha reso veramente l'idea di com'è fare l'amore con la persona che ami. Forse prima avrei detto che un libro è il modo migliore di descrivere anche il più piccolo particolare, prima però.
Da egoista forse vorrei non essere sua sorella, così la nostra vita sarebbe più facile.
Ma ho sentito che il fiore più bello è quello che sboccia nelle avversità, quindi va bene così.
Adesso non voglio riempirmi la testa di inutili preoccupazioni, non oggi, non dopo quello che è successo ieri notte.
Sospiro contenta annusando il profumo di Peter nel cuscino e mi abbandono nel frattempo in unos stato di dormiveglia.

La porta si apre e, come mi giro un po' intontita dal sonno, vedo lo spettacolo più esilarante che io abbia mai visto: Peter con il vassoio della colazione in mano e un mio abito in bilico sulla testa; sul viso si è dipinta una smorfia di concentrazione, preso com'è a cercare di non far cadere tutto.
Rido di gusto vedendolo appoggiare tutto sul letto e buttarsi su di esso accanto a me sfinito.
"Faccio così ridere eh?" Borbotta infastidito.
“Su Peter, non fare così!” E rido.
Questo gesto però mi costa parecchio caro, dato che Peter mi prende per i fianchi e comincia a farmi il solletico.
Continuo a ridere, poi mi fermo, estasiata dal suono della sua risata. Da tempo ormai non rideva quasi più. Ed era un peccato, visto che il suo sorriso, la sua risata, è una delle cose che più amo di lui. Il miglior rimedio contro i miei momenti bui, quasi come il panno bagnato sulla fronte contro la febbre.

“Su, facciamo colazione!” Cerco di togliermelo di dosso, ma evidentemente non riesco molto bene nell’intento, dato che cade sopra di me. I nostri nasi quasi si sfiorano e riesco a sentire il suo fiato caldo sul mio viso.
Poi le mie labbra vanno a cercare le sue, impazienti, quasi sentissi un dolore fisico non sentendole sulle mie.
Forse lui prova la stessa cosa, penso mentre lo bacio.
Un rumore sospetta ci fa scoppiare a ridere e ci costringe a fare colazione: il mio stomaco evidentemente non ne vuole sapere di aspettare.
Mangiamo con calma, poi ci vestiamo e scendiamo di sotto per partecipare alla nostra seconda prima giornata da veri regnanti.
 
Respiro l’aria di pace e felicità che ci circonda, e sorrido finalmente per davvero.
Lucy e Edmund ci guardano complici e io faccio l’occhiolino alla mia piccola Lucy.
Chissà per quanto avrei rimandato questo momento se non ci fosse stata lei…
 

THE END.

 
NOTA DELL’AUTRICE.

Spero che il capitolo conclusivo vi sia piaciuto come gli altri. Lo so, è un po’ corto, ma davvero non ho potuto fare di più. La scuola mi riempie di compiti e proprio oggi ho avuto due interrogazioni abbastanza pesanti.
Ringrazio tutte quelle che mi hanno recensito, sia per le recensioni positive, sia per quelle negative. Mi sono serviti tutti i consigli che mi avete dato, soprattutto Soffio.
Grazie mille ancora. <3
 
A presto e un bacio a tutte,
R.
   
 
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