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Autore: lickmelyca    16/01/2012    4 recensioni
Un sogno perseguita Midorikawa, generando in lui un vuoto. Un vuoto che può essere colmato da una sola persona. [HiroMido]
Prima vera fanfiction che pubblico qui... Spero sia di vostro gradimento, se no pazienza u.u
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Xavier/Hiroto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ANATA NO YUME~The Dream Of You

 

 

 

Ombre scure, ombre del passato prendevano forma sull'enorme campo verde. Qualcos'altro di verde tentava di farsi strada mentre inseguiva il pallone, evitando quelle ombre trasformatesi nei suoi avversari. In men che non si dica, il ragazzo verdechiomato si ritrovò da loro circondato, solo in mezzo al passato. Chi erano i suoi compagni, e chi i suoi nemici? O erano forse tutti contro di lui? Cosa doveva farci con quella palla? Proseguire da solo, incurante?

Troppe domande lo stavano asfissiando. I loschi figuri si avvicinacano a lui, cominciando a incitarlo e a provocarlo. 

Passala qui, Reize!” e “Non riuscirai a segnare, Reize!”

Reize. Lo chimavano Reize. Eppure lui non era più Reize. Non più. Aveva cambiato vita, il suo calcio era migliorato e lui era un ragazzo come tanti altri. Non era quindi più quello di un tempo. E allora cosa c'entrava Reize?

“Da questa parte, Ryuuji Midorikawa!”

 Sentendosi chiamare, il calciatore confuso si voltò di scatto. In mezzo all'oscurità c'era una macchia rossa, un'inconfondibile persona che cercava la sua attenzione. E allora Ryuuji Midorikawa passò a lui quella stramaledetta palla. Subito le ombre svanirono e rimasero solo loro, il verde e il rosso, che correvano fianco a fianco. Ryuuji Midorikawa finalmente riusciva a sentire quella fiducia di cui aveva tanto bisogno... Finché non arrivò il dolore. Si accasciò a terra, con la gamba che gli faceva un male quasi lacerante. Il suo compagno stava scomparendo davanti ai suoi occhi e il dolore cresceva, cresceva... Fino a raggiungere il cuore.

“Hiroto!”

 

 

Aprì gli occhi di colpo, alzandosi velocemente dal letto. 

Il cielo notturno era ancora scuro, le luci dell'alba non erano ancora giunte. Fu poi tutto chiaro: aveva sognato, si trovava nel dormitorio, mentre Hiroto era sulla Liocott Island. Il dolore alla gamba intanto persisteva, ma quello al cuore si era mutato in una strana sensazione di vuoto.

 Sospirando, Midorikawa tornò silenziosamente a letto, in preda ai suoi pensieri. “Ultimamente Hiroto è stato particolarmente gentile” Rifletteva “Soprattutto con me” Era vero, ed era incredibile quanto quel pallido ragazzo dai capelli cremisi fosse premuroso, con tutti e con lui. Era anche grazie a Hiroto se Midorikawa aveva giocato la ginale ed era arrivato tanto lontano, per poi com'è andata...

Avrei voluto andarci con te.

Così gli aveva detto, prima di partire per i mondiali. Con te, ripeteva la dolce voce di Hiroto all'interno della sua testa, con te.

Midorikawa si alzò di nuovo di soprassalto. Cosa stava succedendo? Perché pensava a Hiroto, per giunta alle quattro del mattino? La sua gentilezza... Lo aveva dunque colpito a tal punto?

“Hiroto...”  Bisbigliò “Hiroto. Hiroto, Hiroto... Hiroto.”

 Era bello ripetere il suo nome, “Hiroto”, perchè, “Hiroto”, solamente dicendolo, “Hiroto”, donava sicurezza. “HIROTO!”

L'ultimo fu quasi un urlo. Sentiva perfino i mugugni di un Fubuki assonnato provenire dalla stanza accanto. Midorikawa tacque, ma nella sua testa continuava a urlare quel nome.

Sdraiandosi sul letto, chiuse gli occhi e rivide il suo sogno. Hiroto correva accanto a lui, passadogli la palla a intervalli irregolari. Giunti davanti alla porta, calciarono il pallone in perfetta sincrone, eseguendo una splendida rete.

Hiroto!”  Urlò ancora Midorikawa “Hiroto, ce l'abbiamo fatta...”

Il rosso sorrise e il sogno svanì, lasciando il verde deluso, ma più tranquillo.

Hiroto...”  Sussurrò “Anch'io voglio andare ai mondiali con te. Ma fino ad allora voglio continuare a sognarti, voglio che tu continui a correre al mio fianco. Mi aspetti, Hiroto?”

Si addormentò, con una piccola lacrima a un occhio. Essa però venne tolta dal suo viso da una mano bianchissima, che strinse dolcemente il polso di Midorikawa, scandendo poi delle parole bene precise.

“Ti aspetterò volentieri. Fino alla fine...”

   
 
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