Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: xBreathe    17/01/2012    5 recensioni
Ogni giorno migliaia di sogni vengono abbandonati perchè la gente smette di crederci. La stessa cosa succede a Dominique. Sta per abbandonare il suo sogno, crede sia la cosa migliore, finchè accade qualcosa che non si aspettava. Qualcosa che la fa ricominciare a sperare.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
This day I fight - Chapter 4
Here with me

- Da quando ve ne siete andate, Niall è strano. Non ha toccato cibo. Non parla più con nessuno. Ora ha preso e se n'è andato; cosa gli ha fatto la tua amica? Ho paura per lui, è un ragazzo troppo sensibile. Non voglio stia male - ecco cosa c'era scritto in quel messaggio.
Avevo un sacco di pensieri che mi frullavano in testa.
Riuscii a parlare solo dopo cinque minuti.
"Primo: perchè tu stai messaggiando con Zayn Malik, senza dirmi niente? Ti è sfuggito qualcosa, per caso?
Secondo: cos'ho fatto? Questo arriva e con un tono quasi accusatorio mi dice che sono io a far soffrire quel meraviglioso ragazzo, quando non sa neanche chi sono e sicuramente farlo stare male è l'ultimo dei miei intenti. Chi si crede di essere?" mi stava rimontando la rabbia, probabilmente ero diventata paonazza per lo sforzo che stavo facendo. Erano le tre di notte e non potevo mettermi ad urlare, dovevo controllarmi, perciò feci un respiro profondo. Luna approfittò della mia pausa per giustificarsi e per difendere il suo adorato, ma le risparmiai quella scena, alzando una mano come per fermarla. Non avevo ancora finito.
"Terzo: coprimi. In qualche modo. Io vado via. Con te ci parlerò dopo. Non so se tornerò prima dell'alba".
Non le lasciai tempo per ribattere che mi ero già infilata un paio di jeans, pronta per scendere le scale silenziosamente, cercando di non svegliare nessuno.
Dovevo assicurarmi che le parole di quel pallone gonfiato non fossero vere. In ogni caso, ci avrei pensato io.
Una volta in strada corsi a perdifiato, mentre l'aria fredda mi scendeva in gola rendendomi il respiro faticoso, le gambe si stavano paralizzando, le mani avrebbero presto assunto la forma di due ghiaccioli e il naso mi sarebbe potuto cadere da un momento all'altro.
Presi il biglietto e per la seconda volta in ventiquattro ore mi diressi in quella meravigliosa città.
Occupai uno dei tanti posti liberi del treno, mi appoggiai al finestrino stringendomi al giubbotto che nascondeva la maglia del pigiama.
Perchè lo stavo facendo?
Perchè amavo quel ragazzo, pur essendo un amore impossibile, lo amavo ugualmente. Non volevo stesse male per causa mia, anche se non me lo sarei mai immaginato. Non capivo cos'avessi fatto. L'avevo abbracciato, guardato un paio di volte e abbracciato di nuovo.
C'era stato solo quel piccolo dialogo che aveva spiazzato anche me, ma insomma, non credo avessi fatto niente di male.
Così eccomi, su quel treno, sperando che Luna a casa stesse architettando un buon piano per salvarmi la pelle, alla ricerca di cosa, non lo sapevo ancora.
Non avevo idea di cos'avrei fatto una volta raggiunta la meta, visto che non avrei saputo da dove iniziare per cercarlo.
Ma volevo almeno provarci.
Mi addormentai profondamente, nonostante la mia mente continuasse a macchinare pensieri per tenermi sveglia.
All'arrivo sembravo una ragazza ubriaca che tentava di trovare la strada per la felicità. Il sonno mi stava distruggendo e le palpebre facevano una fatica incredibile per rimanere aperte.
Vagai per Milano, ripercorrendo le strade di quel giorno, ma non ci fu traccia nè di lui, nè di nessun altro.
Ad un tratto mi sentii la testa girare vorticosamente, le gambe non riuscivano a reggere il mio peso, il corpo scosso da fremiti, sulla schiena prendevano vita una serie infinita di brividi; mi lasciai completamente. Spensi i pensieri e mi affidai alla forza di gravità.
L'ultima cosa che percepì furono le mani di qualcuno sul mio corpo.

Ero tutta dolorante, non si salvava neppure un osso.
E avevo freddo; l'umidità mi era penetrata fin dentro la pelle. Non avevo la percezione del mondo attorno a me.
Ero una lastra di ghiaccio appoggiata su una superficie dura.
Mi accorsi però di qualcuno che mi stava accarezzando il viso dolcemente, qualcuno che si era preso il disturbo di darmi il suo giubbotto e di farmi poggiare la testa sulle sue gambe.
Cercai di aprire gli occhi. Erano troppo pesanti.
Mi uscì un lamento involontario.
"Ehi".
Era la sua voce, si. Pur non aprendo gli occhi sapevo chi fosse.
Sorrisi, perfino i muscoli delle guance mi facevano male.
Riuscii ad aprire gli occhi. Lo guardai.
Non mi sarei mai abituata a quello spettacolo indescrivibile.
"Ne è valsa la pena, nonostante tutto, ce l'ho fatta" dissi sussurrando. Non avevo la forza di parlare normalmente.
Cercai di tirarmi su, ma la mia testa non ne voleva sapere di stare ferma.
Così mi riaccucciai a lui.
"Da quanto tempo sono qui?" 
"Mezz'ora. Cosa ci fai qui, si può sapere?" mi chiese quasi arrabbiato.
Mi lasciò spiazzata quella domanda.
Non era ovvio il perchè della mia presenza lì?
Non l'aveva capito che ero lì per lui?
Il sorriso mi morì sulle labbra.
"No, scusa, cosa ci fai tu qui? Sono le quattro di notte e tu sei in giro per una città a te sconosciuta a fare cosa? Me lo spieghi?"
"Avevo bisogno di pensare tutto qui".
Si certo, che razza di risposta!
"Pensare a cosa? A qualcosa a cui non potevi pensare a casa al caldo, vero? Già, così importante che ne valeva la pena di morire di freddo su una panchina, immagino" era assurdo.
"Non potevo rimanere con i ragazzi e pensare. Non coincidevano le due cose, non mi andava di parlarne con loro, non mi andava che loro sapessero cosa mi passasse per la testa, non questa volta".
"E io? Posso saperlo? Io non c'entro con loro e probabilmente non c'entrerò mai. Ma so che hai bisogno di parlarne. Se non lo fai, finirai per scoppiare. Coraggio, sono qui per te".
Non dicevo quelle cose perchè lui fosse Niall Horan, ma perchè lui era una persona, un umano e come tutti aveva bisogno di parlare, di sfogarsi.
Volevo veramente esserci per lui. Per sempre.
Ma mi accontentavo così, di un solo momento: era già troppo per me.
Perciò eccomi lì, a sua completa disposizione.
"Non so se è una buona idea..." tentennò.
L'insicurezza del pomeriggio sparì e mi imposi.
"Non ne voglio sapere mezza. Dimmi subito come ti passa per la testa, Horan. Liberati da ogni pensiero. Dagli vita".
"Il mio pensiero ha già preso vita. E' sdraiato sulle mie gambe in questo preciso momento".
_______________________________________________________________________________________________________________________________________

Buonasera bella gente :3
Eccomi con il nuovo capitolo.
Questa FF mi sta prendendo sempre di più
mi sembra tutto così reale *o*
*sognasogna*
AHAHAH nulla toglie che faccia schifo lo stesso u.u
Ditemi che ne pensate, mi affido a voi (?)
Francy
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: xBreathe